Kritische Edition des vertonten Textes mit neuer Szene I in Akt II (Wien 2)   Kritische Edition des vertonten Textes im Recitativo con Rondò KV 505 (KV 505)  
SCENA X
Idamante, Idomeneo in disparte.
Idamante
240
Spiagge romite e voi scoscese rupi,
testimoni al mio duol siate e cortesi
di questo vostro albergo
a un agitato cor… Quanto spiegate
di mia sorte il rigor, solinghi orrori!…
245
Vedo fra quegli avanzi
di fracassate navi su quel lido
sconosciuto guerrier… Voglio ascoltarlo,
vuo’ confortarlo e voglio
in letizia cangiar quel suo cordoglio.
(S’appressa e parla a Idomeneo.)
250
Sgombra, o guerrier, qual tu ti sia, il timore:
eccoti pronto a tuo soccorso quello
che in questo clima offrir tel può.
Idomeneo
(Più il guardo,
più mi strugge il dolor.)
(A Idamante.)
De’ giorni miei
il resto a te dovrò. Tu quale avrai
255
premio da me?
Idamante
Premio al mio cor sarà
l’esser pago d’averti
sollevato, difeso; ahi, troppo, amico,
dalle miserie mie instrutto io fui
a intenerirmi alle miserie altrui!
Idomeneo
260
(Qual voce, qual pietà il mio sen trafigge!)
(A Idamante.)
Misero tu? Che dici?… Ti son conte
le tue sventure appien?
Idamante
Dell’amor mio,
cielo! il più caro oggetto
di Cocito
l’onde varcò. Quel re sì chiaro in armi,
265
de’ nemici il flagel, della sua corte
quell’idolo adorato,
il terror e l’amor dell’universo,
da iniqui dèi perseguitato, oppresso
– or vedi tu se giusto è il mio dolore –
270
dalla furia dell’onde…
Idomeneo
(Piange e sospira.)
Oh fiero caso!
Idamante
In quegli abissi spinto
giace l’eroe Idomeneo estinto.
Ma tu sospiri e piangi?
T’è noto Idomeneo?
Idomeneo
Uom più di questo
275
deplorabil non v’è, non v’è chi plachi
il fato suo austero.
Idamante
Che favelli?
Vive egli ancor?
(Oh dèi! Torno a sperar.)
(A Idomeneo.)
Ah dimmi, amico, dimmi:
dov’è? Dove quel dolce aspetto
280
vita mi renderà?
Idomeneo
Ma d’onde nasce
questa che per lui nutri
tenerezza d’amor?
Idamante
Potessi almeno
a lui stesso gl’affetti miei spiegare!
Quelle famose imprese, onde la Grecia
285
a quell’augusto nome
reverente s’inchina,
sproni furo al mio cor.
Là ne’ campi troiani,
allor ch’egli cogliea lauri e trofei,
290
ah ch’io non potei di morte a scherno,
se testimonio fui del suo valore,
essere a parte ancor del grand’onore?
Idomeneo
Nobile ardir! Oh vita
degna che il ciel coroni
295
di gloria e splendor!
(Pur quel sembiante
non m’è tutto stranier: un non so che
ravviso in quel…)
Idamante
(Pensoso il mesto sguardo
in me egli fissa… E pur a quella voce,
a quel ciglio, a quel gesto uom mi rassembra
300
o in corte o in campo a me noto ed amico.)
Idomeneo
Tu mediti.
Idamante
Tu mi contempli e taci.
Idomeneo
Perché quel tuo parlar sì mi conturba?
Idamante
E qual mi sento anch’io
turbamento nell’alma?… Ah più non posso
305
il pianto ritener…
(Piange.)
Idomeneo
Ma di’: qual fonte
sgorga quel pianto? E quel sì acerbo duol
che per Idomeneo tanto t’affligge…
Idamante
(Con enfasi.)
Ah ch’egli è il padre…
Idomeneo
(Interrompendolo impaziente.)
(Oh dio!)
Parla: di chi è egli il padre?
Idamante
(Con voce fiacca.)
È il padre mio.
Idomeneo
310
(Spietatissimi dèi!…)
Idamante
Meco compiangi
del padre mio il destin?…
Idomeneo
(Dolente.)
Ah figlio!…
Idamante
(Tutto giulivo.)
Ah padre! Ah numi!
Dove son io?… Oh qual trasporto!… Soffri,
genitor adorato, che al tuo seno…
(Vuole abbracciarlo.)
315
e che un amplesso…
(Il padre si ritira turbato.)
Ahimè! Perché ti sdegni?…
Disperato mi fuggi?… Ah dove, ah dove?
Idomeneo
Non mi seguir, tel vieto:
meglio per te saria il non avermi
veduto or qui.
Paventa il rivedermi.
(Parte in fretta.)
Idamante
320
Ah qual gelido orror m’ingombra i sensi!…
Lo vedo appena, il riconosco, e a’ miei
teneri accenti in un balen s’invola.
Misero! In che l’offesi, e come mai
quel sdegno io meritai, quelle minacce?…
325
Vuo’ seguirlo e veder, oh sorte dura!
qual mi sovrasti ancor più rea sventura.
No 7 Aria
Idamante
    Il padre adorato
ritrovo, e lo perdo:
mi fugge sdegnato
330
fremendo d’orror.
    Morire credei
di gioia e d’amore:
or, barbari dèi!
m’uccide il dolor.
(Parte addolorato.)
Fine dell’atto primo.