Kritische Edition des vertonten Textes mit neuer Szene I in Akt II (Wien 2)   Kritische Edition des vertonten Textes im Recitativo con Rondò KV 505 (KV 505)  
SCENA III
Idomeneo solo.
Recitativo
Idomeneo
Qual mi conturba i sensi
equivoca favella?… Ne’ suoi casi
qual mostra a un tratto intempestiva gioia
la frigia principessa?… Quei ch’esprime
450
teneri sentimenti per il prence
sarebber forse, ahimè!…
sentimenti d’amor, gioia di speme?…
Non m’inganno. Reciproco è l’amore.
Troppo, Idamante, a scior quelle catene
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sollecito tu fosti… Ecco il delitto
che in te punisce il ciel… Sì sì, a Nettuno
il figlio, il padre ed Ilia
tre vittime saran su l’ara istessa,
da egual dolor afflitte,
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una dal ferro e due dal duol trafitte.
No 12b Aria
Idomeneo
    Fuor del mar ho un mar in seno,
che del primo è più funesto,
e Nettuno ancor in questo
mai non cessa minacciar.
465
    Fiero nume! Dimmi almeno:
se al naufragio è sì vicino
il mio cor, qual rio destino
or gli vieta il naufragar?
Recitativo
Idomeneo
Frettolosa e giuliva
470
Elettra vien. Andiamo.
(Parte.)
SCENA IV
Elettra sola.
Elettra
Chi mai del mio provò piacer più dolce!
SCENA V
Elettra sola.
Elettra
Parto, e l’unico oggetto
ch’amo ed adoro, oh dèi!
meco sen vien. Ah troppo,
475
troppo angusto è il mio cor a tanta gioia!
Lunge della rivale
farò ben io con vezzi e con lusinghe
che quel foco, che pria
spegnere non potei,
480
a quei lumi s’estingua e avvampi ai miei.
No 13 Aria
Elettra
    Idol mio, se ritroso
altra amante a me ti rende,
non m’offende
rigoroso,
485
più m’alletta austero Amor.
    Scaccerà vicino ardore
dal tuo sen l’ardor lontano:
più la mano
può d’Amore
490
s’è vicin l’amante cor.
(S’ode da lontano armoniosa marcia.)
No 14 Marcia
Elettra
Odo da lunge armonioso suono
che mi chiama all’imbarco. Orsù, si vada.
(Parte in fretta.)
(Si sente sempre più vicina la marcia a misura che si muta la scena.)
Porto di Sidone con bastimenti lungo le spiagge.
SCENA VI
Elettra, truppa d’argivi, di cretesi e di marinari.
Recitativo
Elettra
Sidonie sponde, o voi
per me di pianto e duol, d’amor nemico
495
crudo ricetto, or ch’astro più clemente
a voi mi toglie, io vi perdono, e in pace
al lieto partir mio
alfin vi lascio e do l’estremo addio.
No 15 Coro
Coro
    Placido è il mar, andiamo:
500
tutto ci rassicura.
Felice avrem ventura:
su su, partiamo or or.
Elettra
    Soavi Zeffiri,
soli spirate,
505
del freddo Borea
l’ira calmate,
d’aura piacevole
cortesi siate,
se da voi spargesi
510
per tutto amor.
Coro
    Placido è il mar, andiamo:
tutto ci rassicura.
Felice avrem ventura:
su su, partiamo or or.
SCENA VII
Idomeneo, Idamante, Elettra. Seguito del re.
Recitativo
Idomeneo
515
Vattene, prence.
Idamante
Oh ciel!
Idomeneo
Troppo t’arresti.
Parti, e non dubbia fama
di mille eroiche imprese il tuo ritorno
prevenga. Di regnare
se l’arte apprender vuoi, ora incomincia
520
a renderti de’ miseri il sostegno,
del padre e di te stesso ognor più degno.
No 16 Terzetto
Idamante
    Pria di partir, oh dio!
soffri che un bacio imprima
sulla paterna man.
Elettra
525
    Soffri che un grato addio
sul labro il cor esprima:
addio, degno sovran!
Idomeneo
(A Elettra.)
    Vanne, sarai felice.
Figlio, tua sorte è questa.
530
Seconda i voti, o ciel!
Elettra, Idamante, Idomeneo
Seconda i voti, o ciel!
Elettra
    Quanto sperar mi lice!
Idamante
Vado…
(e il mio cor qui resta.)
Idomeneo
Addio.
Idamante
Addio.
Elettra
Addio.
Elettra, Idamante, Idomeneo
535
Addio.
Idamante, Idomeneo
(Ognuno da sé.)
(Destin crudel!)
Idamante
    (Oh Ilia!)
Idomeneo
(Oh figlio!)
Idamante
Oh padre! Oh partenza!
Elettra
Oh dèi! Che sarà?
Elettra, Idamante, Idomeneo
    Deh cessi il scompiglio;
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del ciel la clemenza
sua man porgerà.
(Vanno verso le navi.)
(Mentre vanno ad imbarcarsi sorge improvvisa tempesta. Il popolo canta il seguente coro.)
No 17 Coro
Coro
    Qual nuovo terrore!
Qual rauco mugito!
De’ numi il furore
545
ha il mar infierito.
Nettuno, mercé.
(Incalza la tempesta, il mare si gonfia, il cielo tuona e lampeggia, e i frequenti fulmini incendiano le navi. Un mostro formidabile s’appresenta fuori dell’onde. Il popolo canta il seguente coro.)
Coro
    Qual odio, qual’ira
Nettuno ci mostra!
Se il cielo s’adira,
550
qual colpa è la nostra?
Il reo qual è?
Recitativo
Idomeneo
Eccoti in me, barbaro nume! il reo:
io solo errai, me sol punisci, e cada
sopra di me il tuo sdegno. La mia morte
555
ti sazi alfin; ma se altra aver pretendi
vittima al fallo mio, una innocente
darti io non posso,
e se pur tu la vuoi,
ingiusto sei: pretenderla non puoi.
(La tempesta continua. I cretesi spaventati fuggono e nel seguente coro col canto e con pantomime esprimono il loro terrore, ciò che tutto forma un’azione analoga e chiude l’atto col solito divertimento.)
No 18 Coro
Coro
    Corriamo, fuggiamo
560
quel mostro spietato.
Corriamo, fuggiamo,
ah preda già siamo!
Chi, perfido fato,
più crudo è di te?
Fine dell’atto secondo.