Kritische Edition des Librettos (Libretto)   Kritische Edition der Berabeitung des Librettos für Anfossi (Bearbeitung 2)  
SCENA VIII
Giunia con guardie, e detti.
Giunia
Anima vil, da Giunia
che pretendi? Che vuoi? Roma e 'l Senato
1190
nel tollerare un traditore indegno
è stupido e insensato a questo segno?
Padri coscritti, innanzi a voi qui chiedo
e vendetta e pietà. Pietade implora
una sposa infelice, e vuol vendetta
1195
d'un cittadino e d'un consorte esangue
l'ombra che nuota ancora in mezzo al sangue.
Silla
Calma gli sdegni tuoi, tergi il bel ciglio.
Inutile è quel pianto
e vano il tuo furor. De' miei delitti,
1200
della mia crudeltade a Roma in faccia
spettatrice ti voglio, e in questo loco
di Silla il cor conoscerai fra poco.
SCENA ULTIMA
Cecilio, Aufidio, guardie e detti.
Giunia
(Lo sposo mio?)
Cinna
(Che miro?)
Celia
(E quale arcan?)
Cecilio
(Che fia?)
Silla
Silla
Roma, il Senato
Roma, il Senato
1205
e 'l popolo m'ascolti. A voi presento
e il popolo m'ascolti.
A voi presento
un cittadin proscritto
un cittadin proscritto
che di sprezzar le leggi
che disprezzar le leggi osò furtivo.
osò furtivo. Ei, che d'un ferro armato
Ei, che d'un ferro armato
in Campidoglio alle mie squadre appresso
in Campidoglio alle mie squadre appresso
1210
tentò svenare il dittatore istesso.
tentò svenare il dittatore istesso.
Grazia ei non cerca. Anzi di me non teme,
e m'oltraggia e detesta. Ecco il momento
che decide di lui. Silla qui adopri
l'autorità che Roma
1215
al suo braccio affidò. Giunia mi senta
e m'insulti se può. Quell'empio Silla,
quel superbo tiranno a tutti odioso
vuol che viva Cecilio e sia tuo sposo.
(Lo presenta a Giunia.)
(In questo Giunia.)
Giunia
Padri coscritti, innanzi a voi qui chiedo
e giustizia e pietà. Pietade implora
una sposa infelice…
Silla
Calma gli sdegni tuoi.
Inutile è quel pianto. In questo loco
di Silla il cor conoscerai fra poco.
Cecilio
(Cielo, che fia!)
Giunia
E sarà ver?… Mia vita…
Cecilio
1220
Fida sposa… qual gioia…
qual cangiamento è questo?
Aufidio
(Che fu?)
Celia
(Lode agli dèi.)
Cinna
(Stupido io resto.)
Silla
Padri coscritti, or da voi cerco e voglio
quanto vergò la mano in questo foglio.
(Lo presenta a uno de' senatori.)
1225
De' cittadin proscritti
ei tutti i nomi accoglie;
ciascun ritorni alle paterne soglie.
Cecilio
Oh come degno or sei
del supremo splendor fra cui tu siedi.
Giunia
1230
Costretta ad ammirarti alfin mi vedi.
Aufidio
(Ah che la mia rovina
certa prevedo.)
Silla
In mezzo
al pubblico piacer, fra tante lodi
ch'ogni labbro sincer prodiga a Silla,
1235
e perché Cinna è il solo
che infra occulti pensier confuso giace
e diviso da me sospira e tace?
(Vuol abbracciarlo.)
Fedele amico…
Cinna
Ah lascia
di chiamarmi così. Sappi ch'ognora
1240
contro di te nel seno
l'odio il più fier celai. Per opra mia
tornò Cecilio a Roma. In Campidoglio
per trucidarti io corsi, e armai non lungi
di cento anime audaci
1245
e la mano e l'ardir. Io sol le faci
a' danni tuoi della discordia accesi…
Silla
Silla
M'udite.
Cecilio non è il solo
Tu abbastanza dicesti, io tutto intesi.
che volesse tradirmi. A me son noti
tutti i complici suoi;
e palpitante in seno omai ciascuno
altro qui non aspetta
che di veder qual sia la mia vendetta.
Diverso è il cor di Silla
da quello che si crede. Io ben comprendo
che non senza ragione
odiato son da voi.
Celia
(Dolci speranze, addio.)
Silla
La pena or senti
d'ogni trama nascosa:
1250
Celia germana mia sarà tua sposa.
Giunia
(Bella virtù!)
Cecilio
(Che generoso core!)
Cinna
E quale, oh giusto cielo,
mi s'accende sul volto
vergognoso rossor? Come poss'io…
Silla
1255
Quel rimorso mi basta, e tutto oblio.
Celia
(Me lieta!)
(A Cinna.)
Ah premia alfine
il mio costante amor. Della clemenza
mostrati degno, e di quel core umano
la virtù, la pietade…
Cinna
Ecco la mano.
Silla
1260
Qual de' trionfi miei
eguagliar potrà questo, eterni dèi?
Aufidio
Lascia ch'a' piedi tuoi
grazia implori da te. De' miei consigli,
delle mie lodi adulatrici or sono
1265
pentito…
Silla
Aufidio, sorgi. Io ti perdono.
Così lodevol opra
Cedo alla gloria
coronisi da me. Romani, amici,
di superar me stesso,
dal capo mio si tolga
qui depongo l'alloro:
il rispettato alloro e trionfale:
cittadino privato oggi ritorno,
1270
più dittator non son, son vostro uguale.
ed a tutti perdono in questo giorno.
(Depone l'alloro.)
Ecco alla patria resa
la libertade. Ecco asciugato alfine
il civil pianto. Ah no, che 'l maggior bene
la grandezza non è. Madre soltanto
1275
è di timor, di affanni,
di frodi e tradimenti. Anzi per lei
cieco mortal dalla calcata via
di giustizia e pietà spesso travia.
Ah sì, conosco a prova
1280
che assai più grata all'alma
d'un menzogner splendore
è l'innocenza e la virtù del core.
Cecilio
(Qual sorpresa!)
Giunia
(Qual gioia!)
Cinna
Ah Silla…
Silla
Ciò non basta.
Rendo a Giunia Cecilio:
i miei deboli affetti or tutti obblio,
ed amico lo stringo al seno mio.
(Va ad abbracciare Cecilio.)
Coro
Cecilio, Silla a due
    Il gran Silla a Roma in seno,
    Questo amplesso, eterni dèi,
che per lui respira e gode,
di piacer m'innonda il seno.
1285
d'ogni gloria e d'ogni lode
Questo giorno, il più sereno,
vincitore oggi si fa.
il più caro a me sarà.
Cecilio, Giunia
Silla
    Sol per lui l'acerba sorte
(Qual momento a un core amante!)
Cecilio
è per me felicità.
(Qual contento in questo istante!)
Silla, Cinna
a due
    E calpesta le ritorte
Proteggete, amiche stelle,
1290
la latina libertà.
la romana libertà.
Coro
    Il gran Silla d'ogni lode
vincitore oggi si fa.
a sei
Cecilio, Giunia, Cinna, Celia, Silla, Aufidio
    Trionfò d'un basso amore
la virtude e la pietà.
Silla, Aufidio
1295
    Il trofeo sul proprio core
qual trionfo uguaglierà?
Coro
Coro
    Se per Silla in Campidoglio
    Se per Silla in Campidoglio
lieta Roma esulta, gode,
Roma tutta esulta e gode,
d'ogni gloria e d'ogni lode
d'ogni gloria e d'ogni lode
1300
vincitore oggi si fa.
vincitor oggi si fa.
FINE DEL DRAMMA.
Fine del dramma.