Kritische Edition des Librettos (Libretto)   Kritische Edition der Berabeitung des Librettos für Anfossi (Bearbeitung 2)  
SCENA II
Celia e detti.
Celia
D'ascoltar Giunia
995
men sdegnoso e men fiero
mi promise il german.
Cecilio
Giunia al suo piede?
E perché mai?
Celia
Desia
di placarne lo sdegno.
Cecilio
Invan lo brama.
Cinna
Odimi, Celia. È questo
1000
forse il momento ond'illustrar tu puoi
con un'opra sublime i giorni tuoi.
Celia
Che far degg'io?
Cinna
M'è noto
a prova già tutto il poter che vanti
sul cor di Silla. A lui t'affretta e dilli
1005
che, aborrito dal cielo, in odio a Roma,
se in sé stesso non torna e se non scorda
un cieco amore insano,
l'eccidio suo fatal non è lontano.
Celia
Dunque il german…
Cinna
…incontrerà la morte,
1010
se non s'arrende a un tal consiglio.
Cecilio
Ah tutto,
tutto inutil sarà.
Celia
Tentare io voglio
la difficile impresa: e se aver ponno
le mie preghiere il lor bramato effetto?
Cinna
La destra in guiderdone io ti prometto.
Celia
1015
Un così dolce premio
più animosa mi fa. Me fortunata,
se fra un orror sì periglioso e tristo
salvo il germano e 'l caro amante acquisto.
    Strider sento la procella,
1020
né risplende amica stella;
pure avvolta in tanto orrore
la speranza coll'amore
mi sta sempre in mezzo al cor.
(Parte.)
SCENA III
Cecilio e Cinna.
Cecilio
Forse tu credi, amico,
1025
che Celia giunga a raddolcire un core
uso alle stragi e che, talor di sdegno
ingiustamente furibondo ed ebro,
fe' rosseggiar di civil sangue il Tebro?
Cinna
So quanto Celia puote
1030
su quell'alma incostante, e Giunia ancora
forse placar potria
colle lagrime sue…
Cecilio
La sposa mia
a qualche insulto amaro
invan s'espone. Un empio, un inumano
1035
non si cangia sì presto. Onde abbandoni
il sentier del delitto,
ch'ei suol calcar per lungo suo costume,
vi volle ognor tutto il poter d'un nume.
Ah no, più non mi resta
1040
né speme né pietà. L'afflitta sposa
ti raccomando, amico. In pro di lei
vegli la tua amistà. Del mio nemico
vittima, ah no, non sia. Nel di lui sangue
vendica la mia morte,
1045
e 'l mio spirto sdegnoso
nel regno degl'estinti avrà riposo.
Cinna
Ogni pensier di morte
si allontani da te. Se il cor di Silla
contro al dovere e alla ragion s'ostina,
1050
sulla propria rovina,
ne' suoi perigli estremi
quell'empio solo impallidisca e tremi.
    De' più superbi il core
se Giove irato fulmina,
1055
freddo spavento ingombra,
ma d'un alloro all'ombra
non palpita il pastor.
    Paventino i tiranni
le stragi e le ritorte,
1060
sol rida in faccia a morte
chi ha senza colpe il cor.
(Parte.)
SCENA IV
Cecilio, indi Giunia.
Cecilio
Cecilio
Ah no, che il fato estremo
Ah no, che il fato estremo
terror per me non ha. Sol piango e gemo
terror per me non ha. Sol piango e gemo
fra l'ingiuste catene
fra l'ingiuste catene
1065
non per la morte mia, per il mio bene.
non per la morte mia, per il mio bene.
Giunia
Giunia
Ah dolce sposo…
Ah dolce sposo…
Cecilio
Cecilio
Oh stelle!
Oh stelle!
Come, tu qui?
Come, tu qui?
Giunia
Giunia
M'aperse
M'aperse
la via fra quest'orrore
la via fra quest'orrore
la mia fede, il mio pianto, il nostro amore.
la mia fede, il mio pianto, il nostro amore.
Cecilio
Cecilio
1070
Ma Silla… Ah parla! E Silla…
Ma Silla… Ah parla! E Silla…
Giunia
Giunia
L'empio mi lascia… Oh dio!
L'empio mi lascia, oddio!
Mi lascia ch'or ti dia… l'ultimo… addio.
mi lascia che or ti dia l'ultimo addio.
Cecilio
Cecilio
Dunque non v'è per noi
Dunque non v'è per noi
né pietà né speranza?
né pietà né speranza?
Giunia
Giunia
1075
Al fianco tuo sol di morir m'avanza.
Al fianco tuo sol di morir m'avanza.
Che non tentai finor? Querele e pianti,
sospiri, affanni e prieghi
sono inutili omai
per quel core inumano
1080
che chiede o la tua morte o la mia mano.
Cecilio
Della mia vita il prezzo
esser può la tua man? Giunia frattanto
che mai risolverà?
Giunia
Morirti accanto.
Cecilio
E tu per me vorrai
1085
troncar di sì be' giorni?…
Giunia
E deggio e voglio
teco morir. A questo passo, o caro,
m'obbliga, mi consiglia
l'amor di sposa ed il dover di figlia.
SCENA V
SCENA II
Aufidio con guardie, e detti.
Aufidio con guardie, e detti.
Aufidio
Aufidio
Tosto seguir tu déi,
Tosto seguir tu déi,
1090
Cecilio, i passi miei.
Cecilio, i passi miei.
Giunia
Giunia
Forse alla morte…
Forse alla morte?
Parla… Dimmi…
Parla, dimmi…
Aufidio
Aufidio
Non so.
Non so.
Cecilio
Cecilio
Prendi, mia speme,
Prendi, mia speme,
prendi l'estremo abbraccio…
prendi l'estremo abbraccio…
Giunia
Giunia
(Ad Aufidio.)
(Ad Aufidio.)
Rispondi… Oh ciel!
Rispondi… Oh ciel!
Aufidio
Aufidio
Sempre obbedisco, e taccio.
Sempre ubbidisco, e taccio.
Cecilio
Cecilio
1095
Ah non perdiam, mia vita,
Ah non perdiam, mia vita,
un passeggero istante
un passeggero istante
che ne porge il destin. Parto, ti lascio,
che ne porge il destin. Parto, ti lascio,
e in sì tenero amplesso
e in sì tenero amplesso
ricevi, anima mia, tutto me stesso.
ricevi, anima mia, tutto me stesso.
Giunia
Giunia
1100
Ah caro sposo… Oh dèi!
Oh caro sposo! Oh dèi!
Se uccider può il martoro,
Se uccider può il martoro,
perché vicina a te, perché non moro?
perché vicina a te, perché non moro!
Cecilio
Cecilio
Quel pianto oh dio! ah sì, quel pianto, o cara,
Quel pianto, oddio! quel pianto
non sai come nel seno… Ahimè! Ti basti…
non sai come nel seno… Ahimè! Ti basti…
1105
sì, ti basti il saper che in questo istante
sì, ti basti saper che in questo istante
più d'un morir tiranno
più d'un morir tiranno
quelle lagrime tue mi son d'affanno.
quelle lagrime tue mi son d'affanno.
    Pupille amate,
    Resta in pace, amato bene:
non lagrimate;
deh consola il tuo dolor.
1110
morir mi fate
Il destin seguir conviene,
pria di morir.
idol mio, mio dolce amor.
    Quest'alma fida
    Ombra sciolta mi vedrai
a voi d'intorno
sempre intorno al tuo splendor;
farà ritorno
vagheggiando i tuoi bei rai
1115
sciolta in sospir.
io sarò felice ancor.
(Parte con Aufidio e guardie.)
(Parte con Aufidio e guardie.)
SCENA VI
SCENA III
Giunia sola.
Giunia sola.
Giunia
Giunia
Sposo… mia vita… Ah dove…
Sposo… mia vita… Ah dove…
dove vai?
dove vai?
Non ti seguo? E chi ritiene
Non ti seguo? E chi ritiene
i passi miei? Chi mi sa dir?… Ma intorno
i passi miei? Chi mi sa dir?… Ma intorno
altro, ahi lassa, non vedo
altro, lassa, non vedo
1120
che silenzio ed orror! L'istesso cielo
che silenzio ed orror! Forse il mio bene
più non m'ascolta e m'abbandona. Ah forse,
forse l'amato bene
già dalle rotte vene
già dalle rotte vene
versa l'anima e 'l sangue…
versa l'anima e il sangue…
Ah pria ch'ei mora
Ah pria ch'ei mora
1125
su quella spoglia esangue
su quella spoglia esangue
spirar vogl'io… Che tardo?
spirar vogl'io… Che tardo?
Disperata a che resto?
Odo o mi sembra
Odo o mi sembra
udir di fioca voce
udir di fioca voce
languido suon ch'a sé mi chiama? Ah sposo,
languido suon che a sé mi chiama? Ah sposo,
1130
se i tronchi sensi estremi
se i tronchi sensi estremi
de' labbri tuoi son questi,
de' tuoi labbri son questi,
corro, volo a cader dove cadesti.
corro, volo a cader dove cadesti.
    Fra i pensier più funesti di morte
    Fra i pensier più funesti di morte
veder parmi l'esangue consorte
veder parmi l'esangue consorte
1135
che con gelida mano m'addita
che con gelida mano m'addita
la fumante sanguigna ferita
la fumante sanguigna ferita
e mi dice: "che tardi a morir?"
e mi dice: "che tardi a morir?"
    Già vacillo, già manco, già moro,
    Già vacillo, già manco, già moro
e l'estinto mio sposo, ch'adoro,
e l'estinto mio sposo, che adoro,
1140
ombra fida m'affretto a seguir.
ombra fida m'affretto a seguir.
(Parte.)
(Parte.)

Salone.

Gran sala.
SCENA VII
SCENA ULTIMA
Silla, Cinna, Celia, senatori, popolo e guardie.
Silla, Cinna, Celia, Aufidio, Cecilio fra guardie, indi Giuniaparimente con guardie, senatori e popolo.
Silla
Celia, Cinna, non più. Roma e 'l Senato
di mia giustizia e del delitto altrui
il giudice sarà.
Cinna
Più che non credi
di Cecilio la vita
1145
necessaria esser puote.
Celia
I giorni tuoi…
la disperata Giunia… il suo consorte
creduto estinto e alle sue braccia or reso…
Silla
So ch'ognor più l'odio comun m'han reso.
Ma un dittator tradito
1150
vuol vendetta, e l'avrà. Stanco son io
di temer sempre e palpitar. La vita
agitata ed incerta
fra un barbaro spavento
è un viver per morire ogni momento.
Celia
1155
Ah speri invan, se speri
fra un eccidio funesto e sanguinoso
trovar la sicurezza ed il riposo.
Cinna
La furiosa Giunia
correre tu vedrai
1160
ad assordar le vie
di querele e di lai. Destare in petto
può de' nemici tuoi
quel lagrimoso ciglio…
Silla
Vedo più che non pensi il mio periglio.
1165
Amor, gloria, vendetta,
sdegno, timore io sento
affollarmisi al cor. Ognun pretende
d'acquistarne l'impero. Amor lusinga.
Mi rampogna la gloria. Ira m'accende.
1170
Freddo timor m'agghiaccia.
M'anima la vendetta e mi minaccia.
De' fieri assalti in preda,
alla difesa accinto,
di Silla il cor fia vincitore o vinto?
1175
Ma l'atto illustre alfine
decider dée s'io merto
quel glorioso alloro
che mi adombra la chioma,
e giudice ne voglio il mondo e Roma.
1180
    Se al generoso ardire
propizi son gli dèi,
questo de' giorni miei,
questo il più bel sarà.
    Vedrassi allor quel raggio
1185
splender sul viver mio,
che dell'oscuro oblio
trionfator si fa.
SCENA VIII
Giunia con guardie, e detti.
Giunia
Anima vil, da Giunia
che pretendi? Che vuoi? Roma e 'l Senato
1190
nel tollerare un traditore indegno
è stupido e insensato a questo segno?
Padri coscritti, innanzi a voi qui chiedo
e vendetta e pietà. Pietade implora
una sposa infelice, e vuol vendetta
1195
d'un cittadino e d'un consorte esangue
l'ombra che nuota ancora in mezzo al sangue.
Silla
Calma gli sdegni tuoi, tergi il bel ciglio.
Inutile è quel pianto
e vano il tuo furor. De' miei delitti,
1200
della mia crudeltade a Roma in faccia
spettatrice ti voglio, e in questo loco
di Silla il cor conoscerai fra poco.
SCENA ULTIMA
Cecilio, Aufidio, guardie e detti.
Giunia
(Lo sposo mio?)
Cinna
(Che miro?)
Celia
(E quale arcan?)
Cecilio
(Che fia?)
Silla
Silla
Roma, il Senato
Roma, il Senato
1205
e 'l popolo m'ascolti. A voi presento
e il popolo m'ascolti.
A voi presento
un cittadin proscritto
un cittadin proscritto
che di sprezzar le leggi
che disprezzar le leggi osò furtivo.
osò furtivo. Ei, che d'un ferro armato
Ei, che d'un ferro armato
in Campidoglio alle mie squadre appresso
in Campidoglio alle mie squadre appresso
1210
tentò svenare il dittatore istesso.
tentò svenare il dittatore istesso.
Grazia ei non cerca. Anzi di me non teme,
e m'oltraggia e detesta. Ecco il momento
che decide di lui. Silla qui adopri
l'autorità che Roma
1215
al suo braccio affidò. Giunia mi senta
e m'insulti se può. Quell'empio Silla,
quel superbo tiranno a tutti odioso
vuol che viva Cecilio e sia tuo sposo.
(Lo presenta a Giunia.)
(In questo Giunia.)
Giunia
Padri coscritti, innanzi a voi qui chiedo
e giustizia e pietà. Pietade implora
una sposa infelice…
Silla
Calma gli sdegni tuoi.
Inutile è quel pianto. In questo loco
di Silla il cor conoscerai fra poco.
Cecilio
(Cielo, che fia!)
Giunia
E sarà ver?… Mia vita…
Cecilio
1220
Fida sposa… qual gioia…
qual cangiamento è questo?
Aufidio
(Che fu?)
Celia
(Lode agli dèi.)
Cinna
(Stupido io resto.)
Silla
Padri coscritti, or da voi cerco e voglio
quanto vergò la mano in questo foglio.
(Lo presenta a uno de' senatori.)
1225
De' cittadin proscritti
ei tutti i nomi accoglie;
ciascun ritorni alle paterne soglie.
Cecilio
Oh come degno or sei
del supremo splendor fra cui tu siedi.
Giunia
1230
Costretta ad ammirarti alfin mi vedi.
Aufidio
(Ah che la mia rovina
certa prevedo.)
Silla
In mezzo
al pubblico piacer, fra tante lodi
ch'ogni labbro sincer prodiga a Silla,
1235
e perché Cinna è il solo
che infra occulti pensier confuso giace
e diviso da me sospira e tace?
(Vuol abbracciarlo.)
Fedele amico…
Cinna
Ah lascia
di chiamarmi così. Sappi ch'ognora
1240
contro di te nel seno
l'odio il più fier celai. Per opra mia
tornò Cecilio a Roma. In Campidoglio
per trucidarti io corsi, e armai non lungi
di cento anime audaci
1245
e la mano e l'ardir. Io sol le faci
a' danni tuoi della discordia accesi…
Silla
Silla
M'udite.
Cecilio non è il solo
Tu abbastanza dicesti, io tutto intesi.
che volesse tradirmi. A me son noti
tutti i complici suoi;
e palpitante in seno omai ciascuno
altro qui non aspetta
che di veder qual sia la mia vendetta.
Diverso è il cor di Silla
da quello che si crede. Io ben comprendo
che non senza ragione
odiato son da voi.
Celia
(Dolci speranze, addio.)
Silla
La pena or senti
d'ogni trama nascosa:
1250
Celia germana mia sarà tua sposa.
Giunia
(Bella virtù!)
Cecilio
(Che generoso core!)
Cinna
E quale, oh giusto cielo,
mi s'accende sul volto
vergognoso rossor? Come poss'io…
Silla
1255
Quel rimorso mi basta, e tutto oblio.
Celia
(Me lieta!)
(A Cinna.)
Ah premia alfine
il mio costante amor. Della clemenza
mostrati degno, e di quel core umano
la virtù, la pietade…
Cinna
Ecco la mano.
Silla
1260
Qual de' trionfi miei
eguagliar potrà questo, eterni dèi?
Aufidio
Lascia ch'a' piedi tuoi
grazia implori da te. De' miei consigli,
delle mie lodi adulatrici or sono
1265
pentito…
Silla
Aufidio, sorgi. Io ti perdono.
Così lodevol opra
Cedo alla gloria
coronisi da me. Romani, amici,
di superar me stesso,
dal capo mio si tolga
qui depongo l'alloro:
il rispettato alloro e trionfale:
cittadino privato oggi ritorno,
1270
più dittator non son, son vostro uguale.
ed a tutti perdono in questo giorno.
(Depone l'alloro.)
Ecco alla patria resa
la libertade. Ecco asciugato alfine
il civil pianto. Ah no, che 'l maggior bene
la grandezza non è. Madre soltanto
1275
è di timor, di affanni,
di frodi e tradimenti. Anzi per lei
cieco mortal dalla calcata via
di giustizia e pietà spesso travia.
Ah sì, conosco a prova
1280
che assai più grata all'alma
d'un menzogner splendore
è l'innocenza e la virtù del core.
Cecilio
(Qual sorpresa!)
Giunia
(Qual gioia!)
Cinna
Ah Silla…
Silla
Ciò non basta.
Rendo a Giunia Cecilio:
i miei deboli affetti or tutti obblio,
ed amico lo stringo al seno mio.
(Va ad abbracciare Cecilio.)
Coro
Cecilio, Silla a due
    Il gran Silla a Roma in seno,
    Questo amplesso, eterni dèi,
che per lui respira e gode,
di piacer m'innonda il seno.
1285
d'ogni gloria e d'ogni lode
Questo giorno, il più sereno,
vincitore oggi si fa.
il più caro a me sarà.
Cecilio, Giunia
Silla
    Sol per lui l'acerba sorte
(Qual momento a un core amante!)
Cecilio
è per me felicità.
(Qual contento in questo istante!)
Silla, Cinna
a due
    E calpesta le ritorte
Proteggete, amiche stelle,
1290
la latina libertà.
la romana libertà.
Coro
    Il gran Silla d'ogni lode
vincitore oggi si fa.
a sei
Cecilio, Giunia, Cinna, Celia, Silla, Aufidio
    Trionfò d'un basso amore
la virtude e la pietà.
Silla, Aufidio
1295
    Il trofeo sul proprio core
qual trionfo uguaglierà?
Coro
Coro
    Se per Silla in Campidoglio
    Se per Silla in Campidoglio
lieta Roma esulta, gode,
Roma tutta esulta e gode,
d'ogni gloria e d'ogni lode
d'ogni gloria e d'ogni lode
1300
vincitore oggi si fa.
vincitor oggi si fa.
FINE DEL DRAMMA.
Fine del dramma.