Kritische Edition des Libretto-Drucks Prag 1787 (Libretto Prag 1787)   Kritische Edition der Libretto-Vorlage Venedig 1787 (Vorlage)   Kreuzverweise zur Vorlage Venedig 1787 in Da Pontes Libretto (Kreuzverweise)  
SCENA XII
Donn'Anna, Don Ottavio.
Don Ottavio
1210
Calmatevi, idol mio: di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi;
vendicati sarem.
Donn'Anna
Ma il padre, oddio!
Don Ottavio
Convien chinare il ciglio
ai voleri del ciel: respira, o cara!
1215
Di tua perdita amara
fia domani un compenso
questo cor, questa mano…
che il mio tenero amor…
Donn'Anna
Oh dèi! Che dite
in sì tristi momenti…
Don Ottavio
E che? Vorresti
1220
con indugi novelli
accrescer le mie pene?
Crudele!
Donn'Anna
Ah no, mio bene!
Troppo mi spiace
allontanarti un ben che lungamente
1225
la nostra alma desia… ma il mondo… oddio…
Non sedur la costanza
del sensibil mio core!
Abbastanza per te mi parla amore.
    Non mi dir, bell'idol mio,
1230
che son io crudel con te;
tu ben sai quant'io t'amai,
tu conosci la mia fé.
    Calma, calma il tuo tormento,
se di duol non vuoi ch'io mora;
1235
forse un giorno il cielo ancora
sentirà pietà di me.
(Parte.)
Don Ottavio
Ah si segua il suo passo: io vo' con lei
dividere i martiri;
saran meco men gravi i suoi sospiri.
(Parte.)


Sala, una mensa preparata per mangiare.


Camera di Don Giovanni.
SCENA XXI
Lanterna che apparecchia la tavola, poi Donna Elvira.
Lanterna
È la gran vita quella di servire
a un padron come il mio! Qui non si trova
630
mai ora destinata
né al dormir né al mangiare.
E quello che fa lui bisogna fare.
Guai a chi fa al contrario!
Quello ch'è peggio, non vien mai il salario.
635
Qualche mancia così per estro pazzo;
ma assai più del denaro è lo strapazzo.
(Si sente a battere.)
Picchiano… E chi mai diavolo vuol essere?
Vediamo.
(Va ad aprire e nel vedere Donna Elvira resta sorpreso.)
Oh poffar Bacco!
Illustrissima? Voi?
Donna Elvira
La tua sorpresa
640
non è senza ragione.
Avverti ch'io qui sono il tuo padrone.
Lanterna
Non è ancora arrivato,
vel giuro in verità… Ma zitto… Io credo
che giusto adesso arrivi… È lui sicuro
645
ed in cucina io me ne vado tosto,
perché si appronti subito l'arrosto.
(Parte.)
SCENA XIII
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 ist die Reihenfolge der Scena mit Don Giovannis Abendessen (SCENA XXIII = Da Pontes II/13) und der Scena mit Donna Elviras Eintritt (SCENA XXII = Da Pontes II/14) umgekehrt.SCENA XXIII
Finale
Don Giovanni, Leporello, alcuni suonatori.
stage283a{Don Giovanni, Pasquariello e Lanterna.}
Don Giovanni
Don Giovanni
stage283b{(Va a sedere alla tavola.)}
1240
    Già la mensa è preparata,
voi suonate, amici cari:
già che spendo i miei danari,
io mi voglio divertir.
Leporello, presto, in tavola!
Presto, presto, alla cena.
Leporello
Pasquariello
1245
Son prontissimo a ubbidir.
Sì signor, sì signore.
(I servi portano in tavola mentre Leporello vuol uscire.)
stage284x{(Lanterna porge le pietanze a Pasquariello e questo le mette in tavola.)}
(I suonatori cominciano a suonare, e Don Giovanni mangia.)
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 kommt der Verweis auf das Tefelkonzert erst später als in Da Pontes Libretto vor.stage285x{(Segue concerto di stromenti. Don Giovanni e Pasquariello mangiano. Lanterna a misura che Pasquariello gira la testa subito gli cambia il piatto.)}
Don Giovanni
    Che ti par del bel concerto?
Leporello
È conforme al vostro merto.
Don Giovanni
Ah che piatto saporito!
Leporello
(A parte.)
Ah che barbaro appetito!
Leporello
1250
Che bocconi da gigante,
mi par proprio di svenir.
Don Giovanni
(A parte.)
Nel veder i miei bocconi
gli par proprio di svenir.
Don Giovanni
    Piatto!
Leporello
Servo.
Don Giovanni
Don Giovanni
Versa il vino.
Da bere.
(Leporello versa il vino nel bicchiere.)
stage288x{(Viene servito.)}
1255
Eccellente marzimino!
Leporello
(Cangia il piatto a Don Giovanni e mangia in fretta etc.)
stage290x{(Nel mettere un piatto sulla tavola si prende una polpetta e la mette in bocca.)}
(Questo pezzo di fagiano
piano piano vo' inghiottir.)
Don Giovanni
(Sta mangiando, quel marrano;
fingerò di non capir.)
Don Giovanni
Don Giovanni
(Lo chiama senza guardarlo.)
1260
    Leporello.
Che cos'hai? Tu mi sembra
ch'abbi una guancia gonfia.
Da quando in qua? Cos'hai?
Leporello
Pasquariello
(Risponde colla bocca piena.)
Padron mio…
Niente, signore.
Don Giovanni
Don Giovanni
Ti è venuto un tumor? Lascia ch'io senta.
stage292b{(Si alza e gli tocca la guancia. Prende il coltello. Pasquariello sputa la polpetta.)}
È text065x{un tumore}In Da Pontes Libretto "flussione". sicuro;
e tagliarlo convien perch'è maturo.
Parla schietto, mascalzone!
Ah! Briccone che sei!
Leporello
Non mi lascia una flussione
le parole proferir.
Don Giovanni
    Mentre io mangio, fischia un poco.
Leporello
1265
Non so far…
Don Giovanni
(Lo guarda e s'accorge che sta mangiando.)
Cos'è?
Leporello
Pasquariello
Scusate.
In verità, signore,
Sì eccellente è il vostro cuoco,
ch'io soltanto volea sentir un poco
che lo volli anch'io provar.
se troppo sal ci aveva posto il cuoco.
Don Giovanni
Don Giovanni
Sì eccellente è il cuoco mio,
Bene, bene. Ora via: vedo, meschino,
che lo volle anch'ei provar.
che tu hai molta fame; e dopo cena
io bisogno ho di te. Siedi pertanto,
e meco mangia qui.
SCENA XIV
SCENA XXII
I suddetti, Donna Elvirach'entra disperatamente.
Don Giovanni e Donna Elvira. Pasquariello in disparte.
Don Giovanni
Voi, Donna Elvira, qui! Brava! La vostra
è una sorpresa amena.
Meco così restar potrete a cena.
Donna Elvira
Donna Elvira
1270
    L'ultima prova
dell'amor mio
ancor vogl'io
fare con te.
    Più non rammento
650
No, Don Giovanni. In me vedete adesso
1275
gli inganni tuoi,
un'altra Donna Elvira,
pietade io sento…
dalla prima diversa. Io già non vengo
né più a rimproverarvi,
Don Giovanni, Leporello
(Don Giovanni sorge.)
Cos'è, cos'è?
Donna Elvira
(S'inginocchia.)
    Da te non chiede
né più a cercar da voi l'adempimento
quest'alma oppressa
655
del vostro giuramento,
1280
della sua fede
ma l'interesse vostro, il vostro bene
qualche mercé.
solo mi guida a voi, che ho tanto amato;
e tutto obblio quel ch'è fra noi passato.
Pasquariello
(Povera donna!)
Don Giovanni
Don Giovanni
    Mi maraviglio!
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 drückt Don Giovanni seine Überraschung für Donna Elviras Erscheinen gleich am Anfang der Szene aus.text067x{è una sorpresa} amena.
Cosa volete?
Dite.
(S'inginocchia davanti Donna Elvira.)
Se non sorgete,
1285
non resto in piè!
Dopo alcun tratto sorgon ambidue.)
Donna Elvira
Donna Elvira
    Ah non deridere
A me dei vostri
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 merkt Donna Elvira erst am Ende der Szene, dass Don Giovanni sich über sie lustig macht.text070x{di me vi ridete:}
gli affani miei!
660
pervertiti costumi
tutto è noto il complesso. Ah! che perfino
da ognun voi l'uccisore
siete creduto del Comendatore.
L'error de' vostri falli
665
scosse il mio core; e del mio error pentita
in un ritiro io vo a passar la vita.
Ma un estremo dolore
nel mio ritiro ancora io sentirei
se voi, che tanto amai,
670
diveniste, assai presto,
un esempio funesto
di quell'alta giustizia e di quell'ira
che sovra di sé ogn'empio alfin s'attira.
Leporello
Pasquariello
(Quasi da piangere
(Povera donna!)
mi fa costei.)
Don Giovanni
Don Giovanni
(Sempre con affettata tenerezza.)
1290
Io te deridere?
Cielo! perché?
    Che vuoi, mio bene?
Avanti.
Donna Elvira
Donna Elvira
Ah! in ricompensa
675
di tanto amor ch'ebbi per voi, non chiedo
che il vostro pentimento.
Non per me, ma per voi. Sì, vi scongiuro
colle lagrime agli occhi,
per quell'amor che per me aveste un giorno,
680
per quel ch'è più capace
di toccare il cor vostro,
che richiamando la virtù smarrita
Che vita cangi.
pensar vogliate ad emendar la vita.
Pasquariello
(Povera donna!)
Don Giovanni
Don Giovanni
Brava!
Proseguite.
Donna Elvira, Leporello
Donna Elvira
Cor perfido!
Ho detto
685
quello ch'io dir voleva.
Don Giovanni
Don Giovanni
1295
Lascia ch'io mangi;
Ebben, fa tardi,
o cara Donna Elvira;
(Torna a sedere, a mangiare etc.)
e se ti piace,
e perciò anch'io
vi prego, vi scongiuro,
per quell'amor che per me aveste un giorno,
e per quel che il cor vostro
690
più movere potria,
mangia con me.
di alloggiar questa notte in casa mia.
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 lädt Don Giovanni Donna Elvira gleich zu Beginn der Szene zum Abendessen ein.text068x{Meco così restar potrete a cena.}
Donna Elvira
Donna Elvira
No, Don Giovanni, no. La mia carrozza
mi attende. Io vado. E se voi stesso amate,
a voi soltanto, e non più a me, pensate.
695
    Sposa più a voi non sono,
spento è già in me l'ardore:
placido sento il core,
l'alma tranquilla ho in me.
    Ben v'amerò lontana,
700
se alla virtù tornate.
    Restati, barbaro,
Io parto. Addio. Restate,
nel lezzo immondo,
fermo tenete il piè…
(A Don Giovanni che con caricatura vorebbe accompagnarla.)
    Ah! vedo che, misero,
di me vi ridete:
1300
esempio orribile
705
di tigre le viscere
d'iniquità!
già vedo che avete.
Ma forse che il fulmine
lontano non è.
Leporello
    Se non si muove
al suo dolore,
di sasso ha il core
1305
o cor non ha.
(Parte.)
SCENA XXIII
Don Giovanni, Pasquariello e Lanterna.
Don Giovanni
Lo sai tu, Pasquariello,
710
che la sua voce languida
e quegli occhi piangenti
m'aveano quasi quasi in sen svegliato
un resto ancora dell'estinto affetto?
Pasquariello
Ma però tutto al vento è quel che ha detto.
Don Giovanni
(Va a sedere alla tavola.)
715
Presto, presto, alla cena.
Pasquariello
Sì signor, sì signore.
Don Giovanni
Per altro, Pasquariello,
pensar bisogna ad emendarsi.
Pasquariello
Oh! questo
è quel che anch'io diceva.
Don Giovanni
In fede mia
720
che bisogna pensarci. Altri trent' anni
di bella vita, e poi
sicuramente penseremo a noi.
(Lanterna porge le pietanze a Pasquariello e questo le mette in tavola.)
Pasquariello
Tutto sta, signor mio,
che il conto non falliate…
Don Giovanni
725
Eh? Che vorresti dir?
Pasquariello
Niente. Cenate.
(Nel mettere un piatto sulla tavola si prende una polpetta e la mette in bocca.)
Don Giovanni
Che cos'hai? Tu mi sembra
ch'abbi una guancia gonfia.
Da quando in qua? Cos'hai?
Pasquariello
Niente, signore.
Don Giovanni
Ti è venuto un tumor? Lascia ch'io senta.
(Si alza e gli tocca la guancia. Prende il coltello. Pasquariello sputa la polpetta.)
730
È un tumore sicuro;
e tagliarlo convien perch'è maturo.
Ah! Briccone che sei!
Pasquariello
In verità, signore,
ch'io soltanto volea sentir un poco
735
se troppo sal ci aveva posto il cuoco.
Don Giovanni
Bene, bene. Ora via: vedo, meschino,
che tu hai molta fame; e dopo cena
io bisogno ho di te. Siedi pertanto,
e meco mangia qui.
Pasquariello
Dite davvero?
Don Giovanni
740
Siedi e mangia.
Pasquariello
(Siede alla tavola.)
Ubbidisco al dolce impero.
Ehi, Lanterna? Posata e tovagliolo.
Lanterna
(Gode il favor sovrano
solo costui perché gli fa il mezzano.)
Don Giovanni
745
Olà! Finché si mangia
voglio che il mio concerto di stromenti
sentir si faccia.
Pasquariello
Bravo! Ottimamente!
Mangieremo così più allegramente.
(Segue concerto di stromenti. Don Giovanni e Pasquariello mangiano. Lanterna a misura che Pasquariello gira la testa subito gli cambia il piatto.)
Pasquariello
Ma potere del mondo!
750
Sei troppo attento per cambiar di tondo!
Guarda, Lanterna mio, che nel mostaccio
questo piatto tal quale or or ti caccio.
Don Giovanni
Da bere.
(Viene servito.)
Pasquariello
Animo, presto,
da bere ancora a me.
(Un servitore gli presenta un bicchiere. Pasquariello vuol bere e Don Giovanni lo trattiene.)
Don Giovanni
Fermati, piano.
Pasquariello
755
Cosa c'è?
Don Giovanni
Pria di bere
un brindisi hai da fare.
Pasquariello
Ora vengo… Aspettate… L'ho trovato…
"Alla salute del mio signor nonno."
Don Giovanni
Oibò, oibò.
Pasquariello
Ma dunque
760
a chi farlo conviene?
Don Giovanni
L'hai da far… L'hai da far… Sentimi bene.
    Far devi un brindisi alla città
che noi, viaggiando di qua e di là,
abbiamo trovato ch'è la miglior.
765
    Dove le femmine, tutte graziose,
son le più belle, le più vezzose,
le più adorabili del sesso lor.
Pasquariello
    Questo vostr'estro non disapprovo.
Senza pensarci di già la trovo;
770
e ci scommetto che già la so.
    Quest'è in Italia.
Don Giovanni
Dici benissimo.
Pasquariello
Questa è Venezia.
Don Giovanni
Bravo bravissimo!
Tu già l'hai detta.
Pasquariello
Oh benedetta!
Pasquariello
Io farò il brindisi come potrò.
Don Giovanni
775
Via, su, fa il brindisi, ch'io sentirò.
Lanterna
Io "viva" al brindisi risponderò.
Pasquariello
    Faccio un brindisi di gusto
a Venezia singolar.
Nei signori il cor d'Augusto
780
si va proprio a ritrovar.
    V'è nell'ordine civile
quel che v'ha di più gentile,
e nel ceto anche inferiore
v'è buon core e il buon trattar.
(Suonano gli stromenti da fiato; Pasquariello vuoi bere e Don Giovanni lo trattiene.)
Don Giovanni
785
    Piano, piano.
Pasquariello
Cos'è stato?
Don Giovanni
Tu ti scordi del bel sesso.
Pria di ber anche allo stesso
devi il brindisi indrizzar.
Pasquariello
    Sì signore.
(Beve tutto il vino.)
Don Giovanni
Cosa fai?
Don Giovanni
Pasquariello
790
Rifondete adesso il vino:
mascolino e femminino
non vo' insieme mescolar.
(Vien riempito di nuovo il bicchier di Pasquariello.)
    Vivan le femmine,
    Alle donne veneziane
viva il buon vino,
questo brindisi or presento,
sostegno, gloria
795
che son piene di talento,
d'umanità!
di bellezza e d'onestà.
    Son tanto leggiadre
con quei zendaletti,
che solo a guardarle
800
vi movon gli affetti.
    Se poi le trattate,
il cor ci lasciate:
non han che dolcezza,
che grazia e bontà.
(Suonano li strumenti. Pasquariello beve.)
(In questo si sente a battere replicatamente alla porta.)
Lanterna
805
    Signor… Signor, sentite.
Don Giovanni
A un'ora sì importuna.
non ha creanza alcuna
chi a batter vien così.
Lanterna
    Sentite nuovamente.
Don Giovanni
810
Va' a dire all'insolente
che adesso non ricevo,
che torni al nuovo dì.
(Lanterna parte, poi torna spaventato correndo e casca in terra.)
Pasquariello
    Ma se per accidente
mai fosse qualche bella?
Don Giovanni, Pasquariello
815
Si cangieria favella
e si faria star qui.
Donna Elvira
Lanterna
(Sorte, poi rientra mettendo un grido orribile e fugge dall'altra parte.)
1310
    Ah!
    Ahimè! Ahimè!
Don Giovanni, Leporello
Don Giovanni
Che grido è questo mai!
Cos'hai?
Lanterna
Ahimè!
Don Giovanni
Pasquariello
Va' a veder che cosa è stato.
Ma cosa è stato?
Leporello
(Sorte e prima di tornare mette un grido ancor più forte.)
Ah!
Don Giovanni
Don Giovanni
Che grido indiavolato!
Costui è spiritato:
Leporello, che cos'è?
820
va tu a veder cos'è.
(Pasquariello parte, poi subito ritorna spaventato ancor esso.)
(A Lanterna.)
    Via, parla, su, animale,
che cosa hai tu veduto?
Leporello
Pasquariello
(Entra spaventato e chiude l'uscio.)
    Ah signor… per carità!…
Ahimè! ch'è qui quel tale…
1315
Non andate fuor di qua!…
L'uom di sasso… l'uomo bianco…
Quel tale si è venuto…
Ah padrone!… io gelo… io manco…
825
Cioè quello… Ahimè, che spasimo!
Se vedeste che figura!…
Oh poveretto me!…
Se sentiste come fa!
1320
Ta ta ta ta ta ta ta.
Don Giovanni
Non capisco niente affatto:
tu sei matto in verità!
(Battono alla porta.)
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 kommt das Klopfen des Komturs an der Tür bereits unmittelbar nach dem Brindisi auf die Frauen vor.stage313a{(In questo si sente a battere replicatamente alla porta.)}
Leporello
Lanterna
    Ah sentite!
    Signor… Signor, sentite.
Don Giovanni
Don Giovanni
A un'ora sì importuna.
non ha creanza alcuna
Qualcun batte.
chi a batter vien così.
Apri…
Leporello
Lanterna
Io tremo…
    Sentite nuovamente.
Don Giovanni
Apri, ti dico.
Leporello
1325
Ah…
Don Giovanni
Per togliermi d'intrico
ad aprir io stesso andrò.
(Don Giovanni prende il lume e va per affacciarsi alla porta; in questo il Comendatore: Pasquariello si caccia sotto la tavola.)
Leporello
(S'asconde sotto la tavola.)
Non vo' più veder l'amico,
pian pianin m'asconderò.
(Don Giovanni piglia il lume e va ad aprire etc.)
SCENA XV
SCENA XXIV
I suddetti, Il Commendatore.
Il Comendatore e detti.
Il Commendatore
    Don Giovanni, a cenar teco
1330
m'invitasti, e son venuto.
Don Giovanni
Don Giovanni
Non l'avrei giammai creduto,
Siedi Comendator. Mai fin ad ora
credere non potei che dal profondo
tornasser l'ombre ad apparir nel mondo.
ma farò quel che potrò!
830
Se creduto l'avessi,
    Leporello! un'altra cena
troveresti altra cena.
fa' che subito si porti.
Pure, se di mangiar voglia ti senti,
mangia; che quel che c'è t'offro di core;
e teco mangierò senza timore.
Leporello
(Mezzo fuori col capo dalla mensa.)
1335
Ah padron! siam tutti morti!
Don Giovanni
Vanne, dico…
(Leporello con molti atti di paura esce e va per partire.)
Il Commendatore
Commendatore
Ferma un po'.
    Non si pasce di cibo mortale
835
    Di vil cibo non si pasce
chi si pasce di cibo celeste:
chi lasciò l'umana spoglia.
altre cure più gravi di queste,
A te guidami altra voglia,
1340
altra brama quaggiù mi guidò!
ch'è diversa dal mangiar.
Don Giovanni
    Pasquariello? Dove sei?
840
Torna subito al tuo sito.
Pasquariello
Non mi sento più appetito.
Don Giovanni
Vieni fuori, non tardar.
(Pasquariello esce e si mette in disparte.)
Leporello
Pasquariello
La terzana d'avere mi sembra,
Se la febbre avessi indosso
e le membra fermar più non so.
non potrei così tremar.
Don Giovanni
Don Giovanni
(Al Comendatore.)
845
    Tu non mangi, tu non bevi:
    Parla, dunque: che chiedi, che vuoi?
cosa brami or qui da noi?
Canti e suoni, se tu vuoi,
io ti posso far servir.
Commendatore
    Fa' pur quello che ti aggrada.
Don Giovanni
850
Pasquariello, fatti avanti.
Don Giovanni
Che si suoni e che si canti
per poterlo divertir.
Pasquariello
Tutti i muscoli ho tremanti,
non poss'io più bocca aprir.
Commendatore
Commendatore
Parlo, ascolta, più tempo non ho.
855
    Basta così. M'ascolta.
Don Giovanni
1345
Parla, parla, ascoltando ti sto.
Leporello
Ah le membra fermar più non so.
Commendatore
    Tu m'invitasti a cena,
Tu m'invitasti a cena,
il tuo dovere or sai:
ci venni senza pena:
rispondimi, verrai
or io te inviterò.
1350
tu a cenar meco?
Verrai tu a cena meco?
Leporello
Pasquariello
(Da lontano tremando.)
Oibò!
860
Oibò, signor,
    Tempo non ha, scusate.
non può.
Don Giovanni
A torto di viltate
tacciato mai sarò!
Commendatore
Risolvi.
Don Giovanni
Ho già risolto.
Commendatore
1355
Verrai?
Leporello
(A Don Giovanni.)
Dite di no.
Don Giovanni
Don Giovanni
Ho fermo il core in petto:
    Non ho timore in petto:
non ho timor, verrò!
sì, che il tuo invito accetto.
Verrò col servo.
Pasquariello
Oibò.
Commendatore
Commendatore
    Dammi la mano in pegno.
    Dammi la man per pegno.
Don Giovanni
Don Giovanni
Eccola.
865
Eccola…
(Grida forte.)
Ohimè!
Ohimè, qual gelo!
Il Commendatore
Cos'hai?
Don Giovanni
1360
Che gelo è questo mai?
Il Commendatore
Commendatore
Pentiti, cangia vita:
Pentiti; e temi il cielo,
è l'ultimo momento!
che stanco è ormai di te.
Don Giovanni
Don Giovanni
(Vuol sciogliersi, ma invano.)
No no, ch'io non mi pento;
vanne lontan da me!
    Lasciami, vecchio insano.
Il Commendatore
Commendatore
Empio, ti scuoti in vano.
1365
    Pentiti, scellerato!
870
Pentiti, Don Giovanni.
Don Giovanni
Don Giovanni
No, vecchio infatuato!
Ahi! quai crudeli affanni,
ma il cor non trema in me.
Il Commendatore
Commendatore
Pentiti!
Termina, o tristo, gli anni,
vedi il tuo fin qual'è.
Pasquariello
875
Ah! di teriaca i panni
m'empio di sotto affé.
Don Giovanni
No.
Il Commendatore, Leporello
Sì.
Don Giovanni
No.
Il Commendatore
Ah tempo più non v'è.
(Foco da diverse parti, tremuoto etc.)
(Segue trasformazione della camera in infernale, restandovi solo le prime quinte dove Pasquariello spaventato si rifugia.)
(Don Giovanni tra le Furie.)
Don Giovanni
    Da qual tremore insolito
1370
sento assalir gli spiriti!
Donde escono quei vortici
di foco pien d'orror?
Coro
(Di sotterra con voci cupe.)
Tutto a tue colpe è poco;
vieni, c'è un mal peggior.
Don Giovanni
Don Giovanni
1375
    Chi l'anima mi lacera?
    Ahi, che orrore! che spavento!
Chi m'agita le viscere?
Ah, che barbaro tormento!
Che strazio, ohimè, che smania!
Che insoffribile martir!
Che inferno! che terror!
880
    Mostri orrendi, furie irate,
di straziarmi deh cessate!
Ah non posso più soffrir.
Leporello
    Che ceffo disperato!
1380
Che gesti da dannato!
Che gridi, che lamenti!
Come mi fa terror!
Coro
Tutto a tue colpe è poco;
vieni, c'è un mal peggior.
(Il foco cresce. Don Giovanni si sprofonda.)
(Sparisce l'infernale e torna come prima la camera di Don Giovanni.)
Don Giovanni, Leporello
1385
Ah!
SCENA ULTIMA
SCENA ULTIMA
Leporello, Donn'Anna, Donna Elvira, Don Ottavio, Masetto, Zerlinacon ministri di giustizia.
Lanterna, Maturina, Donna Elvira, Donna Ximena, Duca Ottavio, Pasquariello.
Donna Elvira, Donna Ximena, Duca Ottavio, Maturina
    Qual strepito è questo che abbiamo sentito!
Lanterna che dice, che qui ci chiamò?
Pasquariello
885
Ohimè! già son morto: già sono arrostito.
Un pelo, un capello in me più non ho.
Lanterna
Qui qui l'ho veduto, ed io son fuggito.
Lui dicavi il resto, ch'io niente più so.
Pasquariello
I diavoli, il foco, il Comendatore
890
Sentite il fetore, che indosso averò.
Duca Ottavio
    Che diavolo dici?
Donna Elvira
Tu fai confusione.
Tutti salvo Leporello
Donna Ximena
    Ah dove è il perfido,
Dov'è Don Giovanni?
Maturina
dov'è l'indegno?
Dov'è il tuo padrone?
Tutto il mio sdegno
sfogar io vo'.
Donn'Anna
1390
    Solo mirandolo
stretto in catene,
alle mie pene
calma darò.
Leporello
Pasquariello
Signori, aspettate, ch'io tutto dirò.
    Più non sperate…
    Di lui, pian pian vel dico,
1395
di ritrovarlo…
895
non se ne parli più.
più non cercate:
Coi brutti barabai
lontano andò.
qui se n'è andato giù.
Ah! non avessi mai
veduto quel che fu.
900
    E chi non crede al caso
a me che accosti il naso,
che dell'odor diabolico
io credo ancor d'aver.
Tutti salvo Leporello
    Cos'è? Favella…
Leporello
Venne un colosso…
Tutti salvo Leporello
1400
Via, presto, sbrigati…
Leporello
Ma se non posso…
Tra fumo e foco…
badate un poco…
l'uomo di sasso…
1405
fermate il passo…
giusto là sotto…
diede il gran botto…
giusto là il diavolo
sel trangugiò.
Tutti salvo Leporello
Gli altri
1410
    Stelle! che sento!
Misero! Resto estatica|estatico
905
Ma è meglio di tacer.
Leporello
Vero è l'evento.
Donna Elvira, Tutti salvo Leporello
Ah certo è l'ombra
che mi|l' incontrò!
Don Ottavio
    Or che tutti, o mio tesoro,
1415
vendicati siam dal cielo,
porgi, porgi a me un ristoro,
non mi far languire ancor.
Donn'Anna
    Lascia, o caro, un anno ancora
allo sfogo del mio cor.
Donn'Anna, Don Ottavio
1420
Al desio di chi m|t'adora
ceder deve un fido amor.
Donna Elvira
    Io men vado in un ritiro
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 drückt Donna Elvira ihre Absicht, in ein Kloster zu gehen, bereits in Scena XXII (= II/14 in Da Pontes Libretto) bei ihrem letzten Treffen mit Don Giovanni während des Abendessens aus. text069x{in un ritiro io vo a passar la vita.}
a finir la vita mia.
Masetto, Zerlina
Noi, Masetto|Zerlina, a casa andiamo
1425
a cenar in compagnia.
Leporello
Ed io vado all'osteria
a trovar padron miglior.
Leporello, Masetto, Zerlina
Tutti
    Resti dunque quel birbon
    Più non facciasi parola
con Proserpina e Pluton;
del terribile successo;
1430
e noi tutti, o buona gente,
ma pensiamo invece adesso
ripetiam allegramente
di poterci rallegrar…
l'antichissima canzon.
910
Che potressimo mai far?
Donne
    A a a, io vo' cantare,
io vo' mettermi a saltar.
Duca Ottavio
La chitarra io vo' suonare.
Lanterna
Io suonar vo' il contrabasso.
Pasquariello
915
Ancor io per far del chiasso
il fagotto vo' suonar.
Duca Ottavio
    Tren, tren, trinchete, trinchete tré.
Lanterna
Flon, flon, flon, flon, flon, flon.
Pasquariello
Pu, pu, pu, pu, pu, pu, pu.
Tutti
Tutti
    Questo è il fin di chi fa mal:
920
    Che bellissima pazzia!
e de' perfidi la morte
Che stranissima armonia!
1435
alla vita è sempre ugual.
Così allegri si va a star.
FINE
Fine.