Kritische Edition des vertonten Textes der Wiener Fassung mit gekürzter Scena ultima       Diplomatische Übertragung der autographen Partitur 
SCENA VI
 
Fscena VI.
Masetto, poi Zerlina con lanterna.
 
Masetto. poi Zerlina con Lanterna
Recitativo
 
Masetto
 
Mas:
(Gridando forte.)
 
(gridando forte)
Ahi ahi! la testa mia!
 
Ahi ahi! la testa mia!
Ahi ahi! le spalle e il petto!
 
ahi ahi! le spalle, e il petto!
Zerlina
 
Zerl:
Di sentire mi parve
 
di sentire mi parve
985
la voce di Masetto.
 
la voce di Masetto
Masetto
 
Mas:
Oh dio! Zerlina,
 
O Dio! Zerlina,
Zerlina mia! soccorso!
 
Zerlina mia! soccorso!
Zerlina
 
Zerl:
Cosa è stato?
 
cosa è stato!
Masetto
 
Mas:
L'iniquo, il scellerato
 
l'iniquo! il scellerato
mi ruppe l'ossa e i nervi.
 
mi ruppe l'ossa e i nervi:
Zerlina
 
Zerl:
Oh poveretta me! Chi?
 
oh poveretta me! chi?
Masetto
 
Mas:
Leporello
 
Leporello
990
o qualche diavol che somiglia a lui.
 
o qualche diavol che somiglia à lui.
Zerlina
 
Zerl:
Crudel! Non tel diss'io
 
crudel! non tel diss'io
che con questa tua pazza gelosia
 
che con questa tua pazza gelosia
ti ridurresti a qualche brutto passo?
 
ti riduresti à qualche brutto passo?
Dove ti duole?
 
dodove ti duole?
Masetto
 
Mas:
Qui.
 
qui.
Zerlina
 
Zerl:
995
E poi?
 
e poi?
Masetto
 
Mas:
Qui… e ancora… qui…
 
qui… e ancora… quì…
Zerlina
 
Zerl:
E poi non ti duol altro?
 
e poi non ti duol altro?
Masetto
 
Mas:
Duolmi un poco
 
duolmi un poco
questo piè, questo braccio e questa mano.
 
questo piè, questo braccio, e questa mano.
Zerlina
 
Zerl:
Via via, non è gran mal, se il resto è sano.
 
via via non è gran mal se il resto è sano.
Vientene meco a casa.
 
vientene meco à casa,
1000
Purché tu mi prometta
 
purchè tu mi prometta
d'essere men geloso,
 
d'essere men geloso;
io, io ti guarirò, caro il mio sposo.
 
io io ti quarirò caro il mio sposo.
No 18 Aria
 
FN:o 5.
Zerlina
 
Zerlina
 
    Vedrai, carino,
 
vedrai carino
se sei buonino,
 
se sei buonino
1005
che bel rimedio
 
che bel rimedio
ti voglio dar.
 
ti voglio dar.
    È naturale,
 
è naturale
non dà disgusto,
 
non dà disgusto,
e lo speziale
 
e lo speziale
1010
non lo sa far.Variante in den Wiederholungen:
non lo sa far, no.
 
non lo sà far. nò,
    È un certo balsamo
 
è un certo balsamo
che porto addosso,
 
che porto addosso
dare tel posso,
 
dare te 'l posso
se il vuoi provar.
 
se 'l vuoi provar.
1015
    Saper vorresti
 
saper voresti
dove mi sta?
 
dove mi stà?
Sentilo battere,
 
sentilo battere
(Facendogli toccar il core.)
 
(faccendogli toccar il core)
toccami qua!
 
Toccami quà.
(Parte con Masetto.)
 
(parte con Masetto)


Atrio terreno oscuro con tre porte in casa di Donn'Anna.
 
SCENA VII
 
Fscena VII.
 
Atrio oscuro. con tre Porte
Leporello, Donna Elvira; poi Donn'Anna, Don Ottavio con servi e lumi; poi Zerlina e Masetto.
 
Leporello. Donna Elvira. poi D: Anna, D: ottavio. poi Zerlina e Masetto
Recitativo
 
Leporello
 
Lep:
Di molte faci il lume
 
Di molte faci il lume
1020
s'avvicina, o mio ben: stiamci qui ascosi
 
s'avvicina, o mio ben: stiamci qui ascosi
fin che da noi si scosta.
 
fin che da noi si scosta.
Donna Elvira
 
D: Elv:
Ma che temi,
 
ma che temi,
adorato mio sposo?
 
adorato mio sposo:
Leporello
 
Lep:
Nulla… nulla…
 
nulla nulla
certi riguardi… Io vo' veder se il lume
 
certi riguardi… io vò veder se il lume
è già lontano… (Ah come
 
è già lontano… (ah come
1025
da costei liberarmi?)
 
da costei liberarmi)
Rimanti, anima bella…
 
rimanti anima bellarimanti anima bella…
(S'allontana.)
 
Donna Elvira
 
D: Elv:
Ah non lasciarmi!
 
ah non lasciarmi
No 19 Sestetto
 
FN:o 6 Sestetto.
Donna Elvira
 
D: Elvira
    Sola sola in buio loco
 
sola sola in bujo loco
palpitar il cor io sento,
 
palpitar il cor io sento,
e m'assale un tal pavento,
 
e m'assale un tal pavento
1030
che mi sembra di morir.
 
che mi sembra di morir –
Leporello
 
Leporello
(Andando a tentone etc.)
 
    Più che cerco, men ritrovo
 
più che cerco men ritrovo
questa porta sciagurata…
 
questa porta sciagurata
Piano piano, l'ho trovata,
 
piano piano l'ho trovata,
ecco il tempo di fuggir.
 
Ecco il tempo di fuggir.
(Sbaglia la porta.)
 
(Entrano vestiti a lutto Don Ottavio e Donn'Anna.)
 
Don Ottavio
 
D: ottavio
1035
    Tergi il ciglio, o vita mia,
 
Tergi il ciglio o vita mia
e dà calma al tuo dolore;
 
e dà' calma al tuo dolore
l'ombra omai del genitore
 
l'ombra omai del genitore
pena avrà de' tuoi martir.
 
pena avrà de' tuoi martir.
Donn'Anna
 
D: Anna
    Lascia, lascia alla mia pena
 
lascia lascia alla mia pena
1040
questo picciolo ristoro;
 
questo picciolo ristoro
sol la morte, o mio tesoro,
 
sola morte o mio Tesoro
il mio pianto può finir.
 
il mio pianto può finir.
Donna Elvira
 
D: Elvira
(Senza esser vista.)
 
    Ah dov'è lo sposo mio?
 
Ah dov'è lo sposo mio? –
Leporello
 
Leporello
(Dalla porta senza esser visto.)
 
Se mi trova, son perduto!
 
se mi trova son perduto!
 
Donna Elvira, Leporello
 
D: Elvira/Leporello
1045
(Una porta là vegg'io,
 
una porta là vegg'io
cheta cheta|cheto cheto vo' partir.)
 
cheta cheta|cheto cheto vò partir.
(Nel sortire s'incontrano in Zerlina e Masetto.)
 
Den Libretti-Drucken Wien 1787, Prag 1787 und Wien 1788 folgend, ergänzt NMA hier, mitten im Sestetto, die Angabe:
SCENA VIII
I suddetti, Zerlina, Masetto.

In seiner autographen Partitur hat Mozart allerdings das Sestetto wohl als einheitliche Nummer einer einzigen Szene konzipiert. So hat er die Angabe des Librettos SCENA VIII mit dem entsprechenden Hinweis auf die Personen ganz ausgelassen und stattdessen zu Beginn der SCENA VII die szenische Angabe "poi Zerlina e Masetto" hinzugefügt, um die Fortsetzung der SCENA VII ohne Szenenwechsel bei dem Eintritt von Zerlina und Masetto im Laufe des Sestettos explizit zu machen. Während die folgenden Szenen des Atto secondo in der Prager Fassung seiner autographen Partitur dann konsequent mit einer Zahl weniger nummeriert sind als im Libretto-Druck Prag 1787, ist er bei der Zählung der Szenen für die Wiener Fassung nicht ganz konsistent geblieben. Bei den folgenden beiden Szenen hat er die konsequente Zählung der ursprünglichen Prager Fassung belassen, also SCENA VIII und SCENA IX; spätestens ab der Szene der Donna Elvira (No 21a Recitativo strumentato ed Aria KV 540c) hat er aber irrtümlich die Zählung des Libretto-Drucks Wien 1788 übernommen. (Das Autograph der vier neuen Szenen nach SCENA IX ist verschollen und die Partiturabschriften E1 und F1 sind bei der Zählung dieser Szenen widersprüchlich, sodass der Fehler bei der Szenenzählung erst bei der Szene der Donna Elvira, deren Autograph erhalten ist, nachgewiesen werden kann.) Anders als NMA, folgt unsere Edition Mozarts ursprüngliche Szenenzählung in der autographen Partitur bis SCENA IX. Ab der darauffolgenen Szene der Wiener Fassung wird die Zählung konsequent bis zum Ende des Atto secondo fortgesetzt.
 
 
 
Masetto, Zerlina
 
Zerlina/Masetto
    Ferma, briccone,
 
ferma briccone
dove ten vai?
 
dove ten vai?
(Leporello s'asconde la faccia.)
 
 
Donn'Anna, Don Ottavio
 
D: Anna/D: ottavio
Ecco il fellone!…
 
Ecco il fellone!…
1050
Com'era qua!
 
com'era quà.
Donn'Anna, Don Ottavio, Masetto, Zerlina
 
D: Anna/Zerlina/D: ottavio/Masetto
    Ah mora il perfido
 
Ah mora il perfido
che m'ha tradito!
 
che m'ha tradito;
Donna Elvira
 
D: Elv:
È mio marito!
 
è mio marito!
Pietà, pietà!
 
pietà; pietà.
 
Donn'Anna, Don Ottavio, Masetto, Zerlina
 
D: Anna/Zerlina/D: ottavio/Masetto
(Sottovoce.)
 
sottovoce
1055
    È Donna Elvira
 
è Donna Elvira
quella ch'io vedo?
 
quella ch'io vedo?
Appena il credo!
 
appena il credo
(In atto di ucciderlo.)
 
No no, morrà!Variante in den Wiederholungen:
No, no, no, no, morrà.
 
Nò. Nò. Nò. Nò. morrà.
Leporello
 
Leporello
(Leporello si scopre e si mette in ginocchio davanti gli altri.)
 
(Quasi piangendo.)
 
(quasi piangendo)
    Perdon, perdono,
 
perdon perdono
1060
signori miei,
 
signori miei
quello io non sono,
 
quello io non sono
sbaglia costei;
 
sbaglia costei
viver lasciatemi,
 
viver lasciatemi
per carità!
 
per carità.
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
D: Anna/Zerlina/D: Elvira/D: ottavio/Masetto
 
sottovoce
1065
    Dèi! Leporello!
 
Dei! Leporello!
Che inganno è questo!
 
che inganno è questo!
Stupida|Stupido resto…
 
stupida|stupido resto…
che mai sarà?
 
che mai sarà!
Leporello
 
Leporello
    Mille torbidi pensieri
 
mille torbidi pensieri
1070
mi s'aggiran per la testa;
 
mi s'aggiran per la testa
se mi salvo in tal tempesta
 
se mi salvo in tal tempesta
è un prodigio in verità!Für die Wiener Fassung des Don Giovanni von 1788 hat Mozart die Takte 229–258 von No 19 Sestetto „Sola sola in buio loco“ mit Wiederholungen des letzten Verses von Leporello „è un prodigio in verità!“ und des letzten Verses der anderen fünf Rollen „che impensata novità!“ streichen lassen.
Die Kürzung ist nicht in der autographen Partitur belegt (vgl. Quelle A, Faszikel 5, folio 185v, folio 186r, folio 186v und folio 187r). Allerdings ist Mozarts „NB“ [„Nota bene“] bei der Streichung der Takte 63–74 in der Partiturabschrift für die Wiener Aufführungen des Don Giovanni (Quelle E1, Band IV, Blatt 80v, Eintrag in heller Tinte oberhalb der Akkolade zum Taktstrich 228/229) zu erkennen. Vgl. Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 47f, 228 und 250 (Berechtigungen und Ergänzungen zum Notenband, Seite 342–346, Takt 229–258. Siehe dazu auch Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 85f.
Ob die Streichung für die Wiener Erstaufführung am 7. Mai 1788 oder erst später für eine der 15 Wiederholungen bis zum 15. Dezember 1788 vorgenommen wurde, bleibt offen. Da sie im Unterschied zu anderen Kürzungen in der Arie No 12 „Batti, batti, o bel Masetto“ (Zerlina) und im Finale zum zweiten Akt nicht in der autographen Partitur (Quelle A) belegt ist, sondern direkt in die Aufführungspartitur (Quelle E1) notiert wurde, dürfte sie auf jeden Fall etwas später als die Streichungen in der autographen Partitur vorgenommen worden sein. Ob sie schon bei den Proben zur Wiener Premiere oder bei einer der darauffolgenden Wiederholungen stattgefunden hat, lässt sich dennoch nicht eruieren. In den Referenzpartituren F1 (Bd. 2, Bl. 87r–91r) und Melk II (Bd. 2, S. 174–181) ist keine Kürzung belegt.
 
è un prodigio in verità!
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
D: Anna/Zerlina/D: Elvira/D: ottavio/Masetto
    Mille torbidi pensieri
 
mille torbidi pensieri
mi s'aggiran per la testa;
 
mi s'aggiran per la testa:
1075
che giornata, oh stelle, è questa,
 
che giornata, o stelle è questa
 
sottovoce:
che impensata novità!Für die Wiener Fassung des Don Giovanni von 1788 hat Mozart die Takte 229–258 von No 19 Sestetto „Sola sola in buio loco“ mit Wiederholungen des letzten Verses von Leporello „è un prodigio in verità!“ und des letzten Verses der anderen fünf Rollen „che impensata novità!“ streichen lassen.
Die Kürzung ist nicht in der autographen Partitur belegt (vgl. Quelle A, Faszikel 5, folio 185v, folio 186r, folio 186v und folio 187r). Allerdings ist Mozarts „NB“ [„Nota bene“] bei der Streichung der Takte 63–74 in der Partiturabschrift für die Wiener Aufführungen des Don Giovanni (Quelle E1, Band IV, Blatt 80v, Eintrag in heller Tinte oberhalb der Akkolade zum Taktstrich 228/229) zu erkennen. Vgl. Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 47f, 228 und 250 (Berechtigungen und Ergänzungen zum Notenband, Seite 342–346, Takt 229–258. Siehe dazu auch Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 85f.
Ob die Streichung für die Wiener Erstaufführung am 7. Mai 1788 oder erst später für eine der 15 Wiederholungen bis zum 15. Dezember 1788 vorgenommen wurde, bleibt offen. Da sie im Unterschied zu anderen Kürzungen in der Arie No 12 „Batti, batti, o bel Masetto“ (Zerlina) und im Finale zum zweiten Akt nicht in der autographen Partitur (Quelle A) belegt ist, sondern direkt in die Aufführungspartitur (Quelle E1) notiert wurde, dürfte sie auf jeden Fall etwas später als die Streichungen in der autographen Partitur vorgenommen worden sein. Ob sie schon bei den Proben zur Wiener Premiere oder bei einer der darauffolgenden Wiederholungen stattgefunden hat, lässt sich dennoch nicht eruieren. In den Referenzpartituren F1 (Bd. 2, Bl. 87r–91r) und Melk II (Bd. 2, S. 174–181) ist keine Kürzung belegt.
 
che impensata novità –
(Donn'Anna parte coi servi.)
 
SCENA VIIINMA (entsprechend den Libretto-Drucken Wien 1787, Prag 1787 und Wien 1788): SCENA IX
 
Fscena VIII.
Donna Elvira, Don Ottavio, Leporello, Zerlina e Masetto.
 
Donna Elvira. D: ottavio. Leporello. Zerlina e Masetto.
Recitativo
 
Zerlina
 
Zerl:
Dunque quello sei tu che il mio Masetto
 
Dunque quello sei tu che il mio Masetto
poco fa crudelmente maltrattasti?
 
poco fà crudelmente maltrattasti?
Donna Elvira
 
D: Elv:
Dunque tu m'ingannasti, o scellerato,
 
Dunque tu m'ingannasti o scellerato
1080
spacciandoti con me da Don Giovanni?
 
spacciandoti con me da Don Giovanni?
Don Ottavio
 
D: ott:
Dunque tu in questi panni
 
dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento!
 
venisti qui per qualche Tradimento!
Zerlina
 
Zerl.
A me tocca punirlo!
 
à me tocca punirlo!
Donna Elvira
 
D: Elv:
Anzi a me!
 
anzi à me.
Don Ottavio
 
D: ott:
No no, a me!
 
nò nò, à me.
Masetto
 
Mas:
1085
Accoppatelo meco tutti tre.
 
accopatelo meco tutti tre.
 
FN:o 7.
Leporello
 
Leporello
 
(à D: ottavio e Donna Elvira)
Ah pietà… compassion… misericordia!
 
Ah pietà signori miei
 
ah pietà pietà di me.
Don Ottavio
 
Non la sperar.
 
 
dò ragione à voi e lei
Leporello
 
Udite…
 
mà il delitto mio non é
in questo loco…
 
era aperta la porta… Don Giovanni
 
Il Padron con prepotenza
pose a me questi panni, ed io con lei…
 
l'innocenza mi rubò.
 
(piano à Donna Elvira)
1090
Scusate, io non ci ho colpa… In quel momento
 
Donna Elvira compatite
capitaste coi servi… il lume fuggo…
 
già capite come andò.
 
(a Zerlina)
 
di Masetto non sò nulla
 
(accennando Donna Elvira)
 
vel dirà questa fanciulla
 
è un'oretta circumcirca
 
che con lei girando vò.
 
(à D: ottavio con confusione)
 
à voi signore
 
non dico niente…
 
certo timore…
 
certo accidente…
 
di fuori chiaro…
 
di dentro scuro…
sbaglio le stanze… giro… giro… giro…
 
non c'è riparo…
mi schernisco… m'intoppo… in altri incontro…
 
la porta… il muro…
 
(additando la porta dov'erasi chiuso per errore)
    Di là mi volgo,
 
vò da quel lato…
1095
mi caccio qua,
 
poi quì celato…
 
l'affar si sà…
 
(s'avvicina con destrezza alla porta e (fugge)
ma s'io sapeva,
 
mà s'io sapeva
fuggia per là.
 
fuggia per quà.
(Fugge.)
 
SCENA IXNMA (entsprechend den Libretto-Drucken Prag 1787 und Wien 1788): SCENA X
 
Fscena IX.
Donna Elvira, Don Ottavio, Zerlina e Masetto.
 
D: Elvira. D: ottavio. Zerlina e Masetto.
Recitativo
 
Donna Elvira
 
D: Elv:
Ferma, perfido, ferma…
 
ferma perfido ferma…
Masetto
 
Mas:
Il birbo ha l'ali ai piedi…
 
il birbo ha l'ali ai piedi…
Zerlina
 
Zer:
Con qual arte
 
con qual arte
1100
si sottrasse l'iniquo!…
 
si sotterasse l'iniquo!…
 
Don Ottavio
 
D: ottavio:
Amici miei,
 
amici miei
dopo eccessi sì enormi
 
dopo eccessi si enormi
dubitar non possiam che Don Giovanni
 
dubitar non possiam che Don Giovanni
non sia l'empio uccisore
 
non sia l'empio uccisore
del padre di Donn'Anna. In questa casa
 
del Padre di Donn'Anna: in questa casa
1105
per poche ore fermatevi… un ricorso
 
per poche ore fermatevi… un ricorso
vo' far a chi si deve, e in pochi istanti
 
vò far à chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
 
vendicarvi prometto;
Così vuole dover, pietade, affetto.
 
così vuole dover, pietade, affetto.
 
FN:o 8.
 
D: ottavio
 
Il mio Tesoro intanto
 
andate à consolar.
 
e del bel ciglio il pianto
 
cercate di asciughardi asciugar –
 
ditele che i suoi torti
 
à vendicar io vado
 
che sol di stragi e mortei
 
nunzio vogl'io tornar.
(Partono.)
 
SCENA XNMA: SCENA Xa
 
Zerlina e Leporello.
 
Recitativo
 
Zerlina
 
(Con coltello alla mano conduce fuori Leporello per i capelli.)
 
Restate qua.
 
Leporello
 
Per carità, Zerlina.
 
Zerlina
 
1110
Eh non c'è carità pei pari tuoi!
 
Leporello
 
Dunque cavar mi vuoi…
 
Zerlina
 
…i capelli, la testa, il core e gli occhi.
 
Leporello
 
(Vuol farle alcune smorfie.)
 
Senti, carina mia…
 
Zerlina
 
(In atto minaccioso lo respinge.)
 
Guai se mi tocchi!
 
Vedrai, schiuma de' birbi,
 
1115
qual premio n'ha chi le ragazze ingiuria.
 
Leporello
 
(Liberatemi, o dèi, da questa furia.)
 
Zerlina
 
(Si strascina dietro per tutta la scena Leporello.)
 
Masetto… Olà! Masetto!
 
Dove diavolo è ito… Servi… gente…
 
Nessun vien… nessun sente…
 
 
Leporello
 
1120
Fa' piano, per pietà… non strascinarmi
 
a coda di cavallo.
 
Zerlina
 
Vedrai, vedrai come finisce il ballo.
 
Presto, qua quella sedia.
 
Leporello
 
Eccola.
 
Zerlina
 
Siedi.
 
Leporello
 
Stanco non son.
 
Zerlina
 
Siedi, o con queste mani
 
1125
ti strappo il cor e poi lo getto a' cani.
 
Leporello
 
(Siede.)
 
Siedo, ma tu, di grazia,
 
metti giù quel rasoio.
 
Mi vuoi forse sbarbar?
 
Zerlina
 
Sì, mascalzone!
 
Io sbarbare ti vo' senza sapone.
 
Leporello
 
1130
Eterni dèi!
 
Zerlina
 
Dammi la man.
 
Leporello
 
La mano.
 
Zerlina
 
L'altra.
 
Leporello
 
Ma che vuoi farmi?
 
Zerlina
 
Voglio far, voglio far quello che parmi.
 
 
No 21a Duetto KV 540b
 
(Zerlina lega Leporello alla sedia.)
 
Leporello
 
    Per queste tue manineIm Haupttext wird die Variante nach den Quellen F1, Melk II und B3 entsprechend dem Libretto-Druck Wien 1788 übernommen. (Der Plural im zweiten Vers der Strophe "candide e tenerelle" reimt sich so auf den dritten Vers "per questa fresca pelle".)

Variante nach Quelle E1:
Per questa tua manina

In Mozarts eigenhändigem Werkverzeichnis (möglicherweise aus dem Gedächtnis eingetragen):
Per quelle tue manine
 
candide e tenerelle,Im Haupttext wird die Variante nach den Quellen F1, Melk II und B3 entsprechend dem Libretto-Druck Wien 1788 übernommen. (Der Plural im Vers "candide e tenerelle" reimt sich so auf den folgenden Vers "per questa fresca pelle".)

Variante nach der Quelle E1:
candida e tenerella,
 
1135
per questa fresca pelle,
 
abbi pietà di me!
 
Zerlina
 
    Non v'è pietà, briccone,
 
son una tigre irata,
 
un aspide, un leone,
 
1140
no no, pietà non v'è.
 
Leporello
 
    Ah di fuggir si provi!
 
Zerlina
 
Sei morto se ti movi.
 
 
Leporello
 
Barbari, ingiusti dèi!
 
In mano di costei
 
1145
chi capitar mi fe'?
 
Zerlina
 
Barbaro traditore,
 
del tuo padrone il core
 
avessi qui con te!
 
 
Leporello
 
    Deh non mi stringer tanto!
 
1150
L'anima mia sen va.
 
Zerlina
 
(Lo lega con molta forza.)
 
Sen vada o resti, intanto
 
non partirai di qua.
 
 
Leporello
 
    Che stretteIn den Quellen F1 und Melk II zunächst der Singular „stretta“, in den beiden Wiederholungen des Verses dann Plural „strette“.
In den Quellen E1 und B3 immer Plural „strette“ wie im Libretto-Druck Wien 1788.
… oh dèi, che botte!…
 
È giorno o ver è notte…
 
1155
Che scosse di tremuoto!
 
Che buia oscurità!
 
Zerlina
 
    Di gioia e di diletto
 
sento brillarmi il petto;
 
così, così cogl'uominiIm Haupttext die Variante nach Quelle E1.

Variante nach den Quellen F1 und Melk II (mit „cogli“ ohne Elision entsprechend dem Libretto-Druck Wien 1788):
così, così cogli uomini
,
 
1160
così, così si fa.
 
 
(Parte.)
 
SCENA XINMA: SCENA Xb
 
Recitativo
 
Leporello solo.Im Haupttext ist die Variante nach Quelle E1 ohne Leporellos Bitte an einen Statisten um Wasser zu Beginn der Szene ediert.

Zusatzvariante nach den Quellen F1 und Melk II (mit Leporellos Bitte an einen Diener, ihm Wasser zu reichen):

Recitativo
Leporello e un servo.
Leporello
(al servo)
Amico, per pietà
un poco d’acqua fresca, o ch’io mi moro.
(Parte il servo.)

Zusatzvariante nach dem Libretto-Druck Wien 1788 (mit Leporellos Bitte an einen Bauern, ihm Wasser zu reichen):

Recitativo
Leporello e un contadino.
Leporello
(al contadino)
Amico, per pietà
un poco d’acqua fresca, o ch’io mi moro.
(Parte il contadino.)

NMA folgt Quelle F1, bezieht die Ansprache Leporellos jedoch nicht auf den stummen Diener wie in Quelle F1, sondern auf den Bauern wie im Libretto-Druck Wien 1788 (vgl. Wolfgang Amadeus Mozart, Don Giovanni (Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 1968, S. 509.
Vgl. dazu auch Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, „Vorwort“ zu Don Giovanni (Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17), Kassel 1968, S. XIV, Punkt b sowie ders., Kritischer Bericht (Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17), Kassel 2003, S. 188.

Weder in der Aufführungspartitur (Quelle E1) noch in den Referenzpartituren (Quellen F1 und Melk II) für die Wiener Fassung wird auf die Anwesenheit eines Bauern hingewiesen. Lediglich der Libretto-Druck Wien 1788 nennt explizit einen Bauern („contadino“) als Statisten: In Scena X hilft er zunächst Zerlina, den geflohenen und von Zerlina selbst wieder aufgegriffenen Leporello an einem Stuhl in Donn’Annas Haus festzubinden; zu Beginn der folgenden Scena XI wird er dann von dem (immer noch festgebundenen) allein zurückgelassenen Leporello gebeten, ih twas Wasser zu reichen. In den Referenzpartituren F1 und Melk II wird in Scena X keine Person erwähnt, die Zerlina beim Festbinden von Leporello hilft. Nur zu Beginn des Rezitativs der Scena XI wendet sich Leporello an einen Statisten, jedoch richtet sich seine Bitte um Wasser nicht an einen Bauern, sondern an einen nicht näher charakterisierten Diener („servo“). In der Aufführungspartitur E1 fehlt wie erwähnt auch dieser letzte Hinweis auf einen Komparsen, da das Rezitativ der Scena XI in dieser Quelle direkt mit dem vierten Takt ganz ohne Leporellos Bitte um Wasser ansetzt.

Die zeitliche Reihenfolge in der Entstehung dieser drei möglichen Varianten des Rezitativs in Scena XI (mit einem Bauern wie im Libretto-Druck, mit einem Diener wie in den Referenzpartituren oder ganz ohne einen Statisten wie in der Aufführungspartitur) lässt sich nicht mit Gewissheit eruieren. Einige Quellenbefunde legen jedoch die Vermutung nahe, dass die Variante ohne Leporellos Bitte an den Statisten um asser in der Aufführungspartitur E1 die Fassung letzter Hand darstellt, die dann auch bei der Wiener Premiere am 7. Mai 1788 und bei den folgenden Wiederholungen der Oper erklungen ist.

Zunächst soll allgemein die Frage geklärt werden, ob die Variante ohne einen Statisten in der Aufführungspartitur E1 am Anfang oder am Ende des Bearbeitungsprozesses steht. Stellt sie die ursprüngliche Fassung dar, so müssten die zwei weiteren Varianten mit einem Statisten (einem Bauern im Libretto bzw. einem Diener in den Referenzpartituren F1 und Melk II) im Rahmen einer Ergänzung erfolgt sein; stellt sie hingegen das Endergebnis des Bearbeitungsprozesses dar, müsste sie durch eine Kürzung der früheren Varianten mit einem Statisten vorgenommen worden sein. Für eine spätere Ergänzung der Statistenrolle könnte sprechen, dass – dramaturgisch gesehen – Zerlina in Scena X die Unterstützung eines Dritten gelegen kommen würde, um Leporello am Stuhl in Donn’Annas Haus festzubinden. Hypothetich ist nämlich durchaus denkbar, dass in einem ersten Entwurf der neuen Szenen X und XI, z.B. im Libretto-Entwurf für die Wiener Fassung, zunächst das Festbinden von Leporello allein durch Zerlina vorgesehen war und erst im Nachhinein die Statistenrolle des Bauern ergänzt wurde, nachdem man zu dem Schluss gekommen war, dass Zerlinas Aktion ohne fremde Hilfe dramaturgisch wenig plausibel wirken würde. Im Fall dieses hypothetischen Entstehungsprozesses stellte die Variante ohne Statisten in der Aufführungspartitur E1 die ursprüngliche Fassung dar, die dann in den Referenzpartituren F1 und Melk II bzw. im Druck des Librettos Wien 1788 um einen Statisten erweitert worden wäre. Für diese Annahme finden sich allerdings keine Indizien in den Quellen. Wäre die Statistenrolle zu einem späteren Zeitpunkt ergänzt worden, um Zerlina beim Festbinden von Leporello eine Hilfe zur Seite zu stellen, wäre diese Rolle in den Referenzpartituren F1 und Melk II nicht erst in Scena XI eingeführt woren, wo Leporello bereits am Stuhl festgebunden ist, sondern bereits in Scena X, in der Zerlina Unterstützung benötigt. In beiden Partiturabschriften fehlt aber gerade in Scena X jeder Hinweis auf einen Statisten. Stattdessen tritt ein Diener erst zu Beginn der Scena XI auf, in der seine Hilfe nicht mehr erforderlich ist. Auch in dramaturgischer Hinsicht bleibt fraglich, ob Zerlina überhaupt der Unterstützung des Bauern bedarf, nachdem sie – übrigens laut Libretto-Druck mit einem Messer bewaffnet – bereits selbstständig Leporello gefangen genommen und an den Haaren in Donn’Annas Haus gezerrt hat. Ein weiterer Quellenbefund scheint diese Hypothese endgültig zu widerlegen: In der Aufführungspartitur E1 deutet der unklare Anschluss des Rezitativs von Scena XI an das vorausgehende Duetto der Scena X indirekt darauf hin, dass die drei hier fehlenden Anfangstakte mit Leporellos Bitte an den Statisten durch eine Tilgung bei der Erstellung dieser Partiturabschrift weggelassen worden sind: Im Continuo steht ier vor der ganzen Note des Anfangstaktes e eine ganze Note g mit Taktstrich, die nicht in das C-Metrum des Taktes passt (vgl. dazu Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 188). Dementsprechend dürfte die Variante der Quelle E1 nicht am Anfang eines Ergänzungsvorganges, sondern am Ende eines Kürzungsprozesses gestanden haben, bei dem die in den anderen Quellen noch vorhandene Statistenrolle dann komplett ausgelassen wurde. Schon das Fehlen eines Statisten in Scena X sowohl in der Aufführungspartitur E1 als auch in den Referenzpartituren F1 und Melk II weist darauf hin, dass in der Partitur, anders als im Libretto, der mit einem Messer bewaffneten Zerlina durchaus zugetraut wurde, Leporello ohne fremde Hilfe festzubinden, sodass der Auftritt eines Komparsen hier nich ehr nötig wurde. Wenn dem so ist, wurde Leporellos Bitte um Wasser an einen in Donn’Annas Haus plötzlich auftauchenden Bauern („contadino“) im Rezitativ der folgenden Scena XI insofern problematisch, als das unaufgeforderte Erscheinen eines Bauern im Hause einer Adligen wenig opportun und daher dramaturgisch wenig plausibel wäre: Die Substitution des Bauern durch einen Diener aus Donn’Annas Haus („un servo“) zu Beginn der Scena XI in den Referenzpartituren F1 und Melk II stellte dann einen ersten Schritt dar, um den wenig logischen Eintritt eines Bauern, wie er sich aus dem ursprünglichen Handlungsstrang des Librettos ergab, zu korrigieren, nachdem die Statistenrolle in der vorausgehenden Scena X gänzlich weggefallen war. (Vgl. Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 79: „With a ‘servo’ rather than a ‘contadino’, at least a member of the indoor establishment would have been involved.“) Bei der Erstellung der Aufführungspartitur E1 wurde schließlich Leporellos Bitte an einen Diener zu Beginn der Scena XI aus den Quellen F1 und Melk II gänzlich ausgespart. Wahrscheinlich wurde diese Stelle – als Relikt einer in der vorausgehenden Szene nicht mehr erforderlichen Statistenrolle – für dramaturgisch obsolet gehalten. Wie die erwähnten Anzeichen einer Tilgung dieser Passage im Anschluss des Rezitativs an das vorausgehende Duetto in Quelle E1 bestätigen, spricht also vieles dafür, dass die Statistenrolle im Rezitativ der Scena XI nicht im letzten Moment ergänzt wurde. Vielmehr dürfte sie umgekehrt kurz vor der Aufführung der Oper ausgelassen worden sein, nachdem sie zunächst im ursprünglichen Libretto als Bauer aus der vorausgehenden Scena X weitergeführt worden war und dann in den Referenzpartituren F1 und Melk II aufgrund ihrer Auslassung in Scena X durch einen adäquateren Diener ersetzt worden war. Da die Aufführungspartitur E1 das Rezitativ der Scena XI direkt in der gekürzten Variante, also ohne Statisten, überliefert, erscheint es schließlich sehr wahrscheinlich, dass die Auslassung von Leporellos Bitte um Wasser (entsprechend den ersten drei Takten der Quellen F1 und Melk II) bereits vor der Wiener Erstaufführung am 7. Mai 1788 vorgenommen wurde. Wäre sie erst bei einer der 15 Wiederholungen der Oper bis zum 15. Dezember 1788 ausgelassen worden, wären die ersten drei gestrichenen Takte des Rezitativs in der Aufführungspartitur dokumentiert.

Demzufolge wird die Variante ohne Bitte an den Statisten nach Quelle E1 im Haupttext der Edition angezeigt. Die zwei weiteren Versionen nach den Quellen F1 und Melk II (mit einem Diener) bzw. nach dem Libretto-Druck Wien 1788 (mit einem Bauern) werden dennoch als mögliche Varianten in dieser Fußnote ediert.
 
 
 
Guarda un po' come stretto
 
mi legò l'assassina! Se potessi
 
liberarmi coi denti… Oh venga il diavolo
 
a disfar questi gruppi!… Io vo' vedere
 
1165
di rompere la corda… Come è forte…
 
Paura della morte,
 
e tu Mercurio, protettor de' ladri,
 
proteggi un galantuom… Coraggio… Bravo!…
 
Ciel, che veggio!… Non serve…
 
1170
Pria che costei ritorni
 
bisogna dar di sprone alle calcagna
 
e strascinar se occorre una montagna.
 
(Tira forte, cade la finestra ove sta legato il capo della corda: Leporello fugge strascinando seco sedia e porta.)
 
SCENA XIINMA: SCENA Xc
 
Recitativo
 
Zerlina, Donna Elvira, poi Masetto con due contadini.
 
Zerlina
 
Andiam, andiam, signora,
 
vedrete in qual maniera
 
1175
ho concio il scellerato.
 
Donna Elvira
 
Ah sopra lui
 
si sfoghi il mio furor.
 
Zerlina
 
Stelle! in qual modo
 
si salvò quel briccon?
 
Masetto
 
No, non si trova
 
un'anima più nera.
 
Zerlina
 
Ah Masetto, Masetto,
 
1180
dove fosti finor?
 
Masetto
 
Un'infelice
 
volle il ciel ch'io salvassi.
 
Era io sol pochi passi
 
lontan da te, quando gridare io sento
 
nell'opposto sentiero.
 
1185
Con lor v'accorro, veggio
 
una donna che piange
 
ed un uomo che fugge: vo' inseguirlo,
 
mi sparisce dagl'occhi,
 
ma da quel che mi disse la fanciulla
 
1190
ai tratti, alle sembianze, alle maniere
 
lo credo quel briccon del cavaliere.
 
Zerlina
 
È desso senza fallo. Anche di questo
 
informiam Don Ottavio: a lui si aspetta
 
far per noi tutti o domandar vendetta.
 
(Zerlina e Masetto partono.)Variante nach Quelle F1:
(Parton Zerlina e Masetto.)
 
SCENA XIIINMA: SCENA Xc
 
Fscena XIV.
Donna Elvira sola.
 
Elvira sola.
No 21b Recitativo strumentatoNMA: Recitativo accompagnato ed Aria KV 540c
 
N 8
Recitativo strumentatoNMA: Recitativo accompagnato
 
Donna Elvira
 
Donna Elvira
1195
In quali eccessi, oh numi, in quai misfatti
 
In quali Eccessi, o Numi. in quai misfatti
orribili, tremendi
 
orribili tremendi
è avvolto il sciagurato!… Ah no, non puote
 
è avvolto il sciagurato! Ah nò non puote
tardar l'ira del cielo!…
 
tardar l'ira del Cielo!…
la giustizia tardar! Sentir già parmi
 
la giustizia tardar! sentir già parmi
1200
la fatale saetta
 
la fatale saetta
che gli piomba sul capo!… Aperto veggio
 
che gli piomba sul Capo!… aperto veggioaperto veggio
il baratro mortal… Misera Elvira,
 
il baratro mortal… misera Elvira,
che contrasto d'affetti in sen ti nasce!…
 
che contrasto d'affetti in sen ti nasce!…
Perché questi sospiri e queste ambasce?
 
perchè questi sospiri, e queste ambasce? –
Aria
 
F
Donn'Elvira
 
Donn'Elvira
1205
    Mi tradì quell'alma ingrata,
 
mi tradì quell'alma ingrata,
infelice, oddio, mi fa;
 
infelice oddio mio mi fà.
ma tradita e abbandonata
 
ma tradita, e abbandonata
provo ancor per lui pietà.
 
provo ancor per lui pietà.
    Quando sento il mio tormento,
 
quando sento il mio Tormento
1210
di vendetta il cor favella;
 
di vendetta il cor favella
ma se guardo il suo cimento,
 
mà se guardo il suo cimento
palpitando il cor mi va.
 
palpitando il cor mi và.
(Parte.)
 
SCENA XIVNMA (entsprechend den Libretto-Drucken Wien 1787 und Prag 1787): SCENA XI
 
Don Giovanni entra pel muretto ridendo, indi Leporello.
 
Recitativo
 
Don Giovanni
 
(Ridendo forte.)
 
Ah ah ah ah, questa è buona:Im Haupttext Variante mit einer zusätzlichen metrischen Silbe nach den Quellen B1, E1, F1, Melk I und Melk II (so auch NMA).

Variante nach den Quellen C1 und D1 wie in den Libretto-Drucken Wien 1787, Prag 1787 und Wien 1788:
Ah ah ah, questa è buona:
 
or lasciala cercar. Che bella notte!
 
1215
È più chiara del giorno; sembra fatta
 
per gir a zonzo a caccia di ragazze.
 
È tardi?
 
(Guarda sull'orologio.)
 
Oh ancor non sono
 
due della notte; avrei
 
voglia un po' di saper come è finitoVariante nach Quelle E1:
voglia un po' di saper com'è finito
 
1220
l'affar tra Leporello e Donna Elvira:
 
s'egli ha avuto giudizio…
 
Leporello
 
(In strada.)
 
Alfin vuole ch'io faccia un precipizio.
 
Don Giovanni
 
È desso. Oh Leporello!
 
Leporello
 
(Dal muretto.)
 
Chi mi chiama?
 
Don Giovanni
 
Non conosci il padron?
 
Leporello
 
1225
Così nol conoscessi!
 
Don Giovanni
 
Come, birbo?
 
Leporello
 
(Entra.)
 
Ah siete voi, scusate.
 
Don Giovanni
 
Cosa è stato?
 
Leporello
 
Per cagion vostra io sonoIm Haupttext die Variante nach Quelle E1.

Variante nach den Quellen F1 und Melk I:
son
in questo stato.
 
Don Giovanni
 
Cos'è tal bizzarria? Sei matto?
 
Leporello
 
Matto?
 
Io credo, perdonate,
 
1230
che il matto siate voi…
 
Don Giovanni
 
Ehi Leporello!
 
Leporello
 
Mancheria che mi deste
 
una mancia di pugni.
 
Don Giovanni
 
Non mi far di quei grugni e dimmi un poco:
 
come fu questa scena?
 
Leporello
 
In questo loco?
 
1235
Sortiam di qui, datemi i miei vestiti,
 
poi tutto vi dirò.
 
(Si cangiano d'abito.)
 
Don Giovanni
 
Questi vestiti
 
meritan, Leporello, una pensione.
 
Di tante istorielle
 
che accadute mi son per loro merto
 
1240
una sol ten vo' dir.
 
Donnesca al certo.
 
Don Giovanni
 
C'è dubbio? Una fanciulla
 
bella, giovin, galante
 
per la strada incontrai; le vado appresso,
 
la prendo per la man, fuggir mi vuole,Variante mit einer überzähligen metrischen Silbe nach den Quellen B1, D1, F1 und Melk II:
la prendo per la mano, fuggir mi vuole,
 
1245
dico poche parole, ella mi piglia…
 
sai per chi?
 
Leporello
 
Non lo so.
 
Don Giovanni
 
Per Leporello.
 
Leporello
 
Per me?
 
Don Giovanni
 
Per te.
 
Leporello
 
Va bene.
 
Don Giovanni
 
Per la mano
 
essa allora mi prende…
 
Leporello
 
Ancora meglio.
 
Don Giovanni
 
M'accarezza, mi abbraccia…
 
1250
"Caro il mio Leporello…
 
Leporello mio caro…" Allor m'accorsi
 
ch'era qualche tua bella.
 
Leporello
 
Oh maledetto!
 
Don Giovanni
 
Dell'inganno approfitto. Non so come
 
mi riconosce: grida, sento gente,
 
1255
a fuggire mi metto, e pronto pronto
 
per quel muretto in questo loco io monto.
 
Leporello
 
E mi dite la cosa
 
con tale indifferenza!
 
Don Giovanni
 
Perché no?
 
Leporello
 
Ma se fosse
 
1260
costei stata mia moglie!
 
Don Giovanni
 
Meglio ancora!
 
(Ride molto forte.)
 
Il Commendatore
 
Di rider finirai pria dell'aurora.
 
Don Giovanni
 
Chi ha parlato?
 
Leporello
 
(Con atti di paura.)
 
Ah qualch'animaVariante nach den Quellen C1, D1 und Melk I:
Ah qualche anima
 
sarà dell'altro mondo
 
che vi conosce a fondo.
 
Don Giovanni
 
Taci, sciocco!
 
(Mette mano alla spada, cerca qua e là pel seplocreto dando diverse percosse alle staute etc.)
 
1265
Chi va là! Chi va là!
 
Il Commendatore
 
Ribaldo audace,
 
lascia a' morti la pace.
 
Leporello
 
Ve l'ho detto.
 
Don Giovanni
 
(Con indifferenza e sprezzo.)
 
Sarà qualcun di fuori
 
che si burla di noi…
 
Ehi, del Commendatore
 
1270
non è questa la statua? Leggi un poco
 
quella iscrizion.
 
Leporello
 
Scusate…
 
non ho imparato a leggere
 
ai raggi della luna…Variante nach den Quellen C1, D1 und Melk I:
a' raggi della luna…
 
Don Giovanni
 
Leggi, dico.
 
Leporello
 
(Legge.)
 
"Dell'empio che mi trasse al passo estremo
 
1275
qui attendo la vendetta."
 
Udiste? Io tremo!
 
Don Giovanni
 
Oh vecchio buffonissimo!
 
Digli che questa sera
 
l'attendo a cena meco.
 
Leporello
 
Che pazzia! Ma vi par… Oh dèi, mirate
 
1280
che terribili occhiate egli ci dà!
 
Par vivo! Par che senta
 
e voglia parlar…Variante nach den Quellen C1 und D1 (so auch NMA):
e che voglia parlar…
 
Don Giovanni
 
Orsù, va' là,
 
o qui t'ammazzo e poi ti seppellisco.
 
Leporello
 
(Tremando.)
 
Piano piano, signor, ora ubbidisco.Variante nach den Quellen C1, D1 und Melk I:
Piano piano, signore, ora ubbidisco.
 
No 22 Duetto
 
FAtto II:do
N: 9.11
Leporello
 
Leporello:
1285
    O statua gentilissima
 
O statua gentilissima
del gran Commendatore…
 
del gran Comendatore…
Padron… mi trema il core,
 
padron… mi trema il core
non posso terminar.
 
non posso terminar
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
    Finiscila, o nel petto
 
finiscila o nel petto
1290
ti metto questo acciar.
 
ti metto questo acciar.
 
Leporello
 
Leporello:
Che impiccio, che capriccio!
 
che impiccio, che capricio,
Io sentomi gelar.
 
io sentomi gelar.
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
Che gusto, che spassetto!
 
che gusto che spassetto!
Lo voglio far tremar.
 
lo voglio far tremar,
 
Leporello
 
Leporello:
1295
    O statua gentilissima,
 
O statua gentilissima
benché di marmo siate…
 
benchè di marmo siete…
(A Don Giovanni.)
 
Ah padron… padron mio, mirate
 
ah padron… padron mio mirate
che seguita a guardar.
 
che seguita a guardar.
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
    Mori, mori…
 
mori mori…
Leporello
 
Leporello:
No… No no, attendete…
 
nò… nò nò attendete…
1300
Signor, il padron mio…
 
Signor il padron mio
badate ben, non io,
 
badate ben non io
vorria con voi cenar.
 
vorria con voi cenar
(La statua china la testa.)
 
(la statua china la testa)
    Ah ah ah!
 
ah ah ah
Che scena è questa?
 
che scena è questa
Oh ciel, chinò la testa!
 
o ciel chinò la testa!
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
1305
Va' là, che se' un buffone…
 
và la che se' un buffone,
Leporello
 
Leporello:
Guardate ancor, padrone.
 
guardate ancor padrone.
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
E che degg'io guardar?
 
e che degg'io guardar.
Leporello
 
Leporello:
    Colla marmorea testa
 
colla marmorea testa
ei fa
 
ei fà
(Imita la statua.)
 
(imita la statua)
così, così.
 
così così.
(La statua china qui la testa.)
 
(la statua china quì la testa)
 
Don Giovanni, Leporello
 
D: Giovanni:/Leporello
(Vedendo il chino.)|
 
(vedendo il chino)|
1310
Colla marmorea testa
 
colla marmorea testa
ei fa così, così.
 
ei fa così così
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
(Alla statua.)
 
(alla statua)
Parlate, se potete:
 
parlate se potete:
verrete a cena?
 
verrete a cena?
La statua del Commendatore
 
(la statua)
Sì.
 
 
Leporello
 
Leporello:
    Mover mi posso appena…
 
mover mi posso appena…
1315
mi manca, oh dèi, la lena!Variante in den Wiederholungen:
mi manca, oh dèi, la lena…
 
mi manca o Dei la lena!
Per carità… partiamo…Variante in den Wiederholungen:
per carità… partiam…
 
per carità… partiamo…
andiamo via di qui.
 
andiamo via di quìdi quì
Don Giovanni
 
D: Giovanni:
    Bizzarra è inver la scena…
 
parbizzarra è inver la scena
verrà il buon vecchio a cena…
 
verrà il buon vecchio a cena
1320
A prepararla andiamo…
 
a prepararla andiamo
partiamo via di qui.
 
partiamo via di quì.
 
(Partono.)
 


Camera tetra.
 
SCENA XVNMA (entsprechend dem Libretto-Druck Prag 1787): SCENA XII
 
Fscena XIVI
 
Camera Tetra.
Donn'Anna e Don Ottavio.
 
D: Anna, e D: Ottavio.
Recitativo
 
Don Ottavio
 
D: ott:
Calmatevi, idol mio: di quel ribaldo
 
Calmatevi Idol mio; di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi;
 
vedrem puniti in breve i gravi eccessi;
vendicati sarem.
 
vendicati sarem.
Donn'Anna
 
D: Anna:
Ma il padre, oddio!
 
ma il Padre, oddio!
Don Ottavio
 
D: ott:
1325
Convien chinare il ciglio
 
convien chinare il ciglio
ai voleri del ciel: respira, o cara!
 
ai voleri del ciel; respira, o cara,
Di tua perdita amara
 
di tua perdita amara
fia domani, se vuoi, dolce compenso
 
fia Domani se vuoi dolce compenso
questo cor, questa mano…
 
questo cor, questa mano…
1330
che il mio tenero amor…
 
che il mio tenero amor.
Donn'Anna
 
D: Anna.
Oh dèi, che dite?…
 
Oh Dei, che dite?…
In sì tristi momenti…
 
in si tristi momenti…
Don Ottavio
 
D: ott:
E che? Vorresti
 
e che? vorresti
con indugi novelli
 
con indugi novelli
accrescer le mie pene?
 
accrescer le mie pene?
Crudele!
 
Fcrudel!crudele!
No 23 Recitativo strumentatoNMA: Recitativo accompagnato e Rondò
 
Recitativo strumentatoNMA: Recitativo accompagnato
 
FAtto II:do
Recitativo:
Donn'Anna
 
D: Anna:
1335
Crudele!
 
crudele! –
Ah no, mio bene!
 
ah nò mio bene!
Troppo mi spiace
 
troppo mi spiace
allontanarti un ben che lungamente
 
allontanarti un ben che lungamente
la nostr'alma desia… ma il mondo… oh dio…
 
la nostr'alma desia… mà il mondo… oh Dio – –
Non sedur la costanza
 
non sedur la mia costanza
1340
del sensibil mio core!
 
del sensibil mio core!
Abbastanza per te mi parla amore.
 
abbastanza per te mi parla amore.
Rondò
 
FAtto II:do
N:o 102 Rondò.
Donn'Anna
 
D: Anna
 
sottovoce:
    Non mi dir, bell'idol mio,
 
Non mi dir bel idol mio,
che son io crudel con te;
 
che son io crudel con te
tu ben sai quant'io t'amai,
 
tu ben sai quant'io t'amai
1345
tu conosci la mia fé.
 
tu conosci la mia fè.
    Calma, calma il tuo tormento,
 
calma calma il tuo tormento
se di duol non vuoi ch'io mora;
 
se di duol non vuoi ch'io mora
forse un giorno il cielo ancoraVariante in den Wiederholungen:
forse il cielo un giorno
 
forse un giorno il cielo ancora
sentirà pietà di me.
 
sentira pietà di me
(Parte.)
 
 
Fscena XIIVII
 
D: ottavio solo.
Recitativo
 
Don Ottavio
 
D: ott:
1350
Ah si segua il suo passo: io vo' con lei
 
Ah si segua il suo passo: io vò con lei
dividere i martiri;
 
dividere i martiri,
saran meco men gravi i suoi sospiri.
 
saran meco men gravi i suoi sospiri.
(Parte.)
 
 
FN:o 11 finale


Sala, una mensa preparata per mangiare.
 
SCENA XVINMA (entsprechend dem Libretto-Druck Wien 1787): SCENA XIII
 
scena XII:
No 24 Finale
 
Don Giovanni, Leporello, alcuni suonatori.
 
Don Giovanni
 
D: Giovanni
    Già la mensa è preparata,
 
Già la mensa è preparata
voi suonate, amici cari:
 
voi suonate amici cari
1355
già che spendo i miei danari,
 
già che spendo i miei danaridanari
io mi voglio divertir.
 
io mi voglio divertir.
Leporello, presto, in tavola!
 
leporello presto in tavola;
Leporello
 
Leporello
Son prontissimo a servir.
 
son prontissimo à servir.
(I servi portano in tavola mentre Leporello vuol uscire.)
 
(I suonatori cominciano a suonare e Don Giovanni mangia.)
 
Bravi! "Cosa rara"!
 
bravi! cosa rara! –
Don Giovanni
 
D: Giovanni
1360
    Che ti par del bel concerto?
 
che ti par del bel concerto?
Leporello
 
Leporello
È conforme al vostro merto.
 
è conforme al vostro merto.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Ah che piatto saporito!Variante in den Wiederholungen:
Oh che piatto saporito!
 
ah che piato saporito
Leporello
 
Leporello
(A parte.)
 
(a parte)
Ah che barbaro appetito!
 
Ah che barbaro appetito!
 
Leporello
 
Che bocconi da gigante,
 
che bocconi da gigante,
1365
mi par proprio di svenir.Variante in den Wiederholungen:
Che bocconi da gigante!
Mi par proprio di svenir.
 
mi par proprio di svenir.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
 
Nel veder i miei bocconi
 
nel veder i miei bocconi
gli par proprio di svenir.
 
gli par proprio di svenir.
 
Don Giovanni
 
    Piatto!
 
Piato.
Leporello
 
Leporello
Servo.
 
servo.
Evvivano i "Litiganti"!
 
e vivano i littiganti!
Don Giovanni
 
D: Giovanni
1370
Versa il vino.
 
versa il vino.
(.)
 
Eccellente marzimino!
 
Eccellente marzimino!
 
Leporello
 
Leporello
fretta gli avanzi di Don Giovanni.)
 
(Questo pezzo di fagiano
 
questo pezzo di fagiano
piano piano vo' inghiottir.)
 
piano piano vo inghiottir.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
(Sta mangiando, quel marrano;
 
stà mangiando quel marrano
1375
fingerò di non capir.)
 
fingerò di non capir.
 
Leporello
 
FLeporello
Questa poi la conosco purtroppo.
 
questa poi la conosco purtroppo
Don Giovanni
 
D: Giovanni
(Lo chiama senza guardarlo.)
 
    Leporello.
 
Leporello.
Leporello
 
Leporello
(risponde colla bocca piena..)
 
(colla bocca piena)
Padron mio…
 
Padron mio:
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Parla schietto, mascalzone!
 
parla schietto mascalzone:
Leporello
 
Leporello
(Sempre mangiando.)
 
Non mi lascia una flussione
 
non mi lascia una flussione
1380
le parole proferir.
 
le parole proferir
Don Giovanni
 
D: Giovanni
    Mentre io mangio, fischia un poco.
 
mentre io mangio fischia un poco
Leporello
 
Leporello
Non so far…
 
non sò far:
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Cos'è?
 
cos'è? –
(Lo guarda e s'accorge che mangia.)
 
(s'accorge che mangia)
Leporello
 
Leporello
Scusate, scusate.
 
scusate, scusate;
 
Leporello
 
Leporello
Sì eccellente è il vostro cuoco,
 
si eccellente è il vostro cuoco,
che lo volli anch'io provar.
 
che lo volli anch'io provar
Don Giovanni
 
D: Giovanni
1385
Sì eccellente è il cuoco mio,
 
si eccellente è il cuoco mio
che lo volle anch'ei provar.
 
che lo volle anch'ei provar.
 
SCENA XVIINMA (entsprechend den Libretto-Drucken Wien 1787 und Prag 1787): SCENA XIV
 
Fscena XIII.
I suddetti, Donna Elvira.
 
Donna Elvira
 
D: Elvira
(Entra disperata.)
 
(entra disperata)
    L'ultima prova
 
l'ultima prova
dell'amor mio
 
dell'amor mio
ancor vogl'io
 
ancor vogl'io
1390
fare con te.
 
fare con te.
    Più non rammento
 
più non rammento
gl'inganni tuoi,
 
gl'inganni tuoi
pietade io sento…
 
pietade io sento
 
Don Giovanni, Leporello
 
D: Giovanni/Leporello
(Sorgendo.)|
 
(sorgendo)|
Cos'è? Cos'è?
 
cos'è? cos'è?
Donna Elvira
 
D: Elvira
(S'inginocchia.)
 
(s'inginocchia)
1395
    Da te non chiede
 
da te non chiede
quest'alma oppressa
 
quest'alma oppressa
della sua fede
 
della tua fede
qualche mercé.
 
qualche mercè.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
    Mi maraviglio!
 
mi maraviglio!
1400
Cosa volete?
 
cosa volete?
Se non sorgete,
 
se non sorgete
non resto in piè!
 
non resto in piè.
(S'inginocchia.)
 
(s'inginocchia.)
 
Donna Elvira
 
D: Elvira
    Ah non deridere
 
Ah non deridere
gli affanni miei!
 
gli affanni miei!
Leporello
 
Leporello
1405
(Quasi da piangere
 
quasi da piangere
mi fa costei.)
 
mi fà costei
Don Giovanni
 
D: Giovanni
(Sorgendo fa sorgere Donna Elvira.)
 
(sorgendo fa sorgere D: Elv)
(sempre con affettata tenerezza.)
 
Io te deridere?
 
Io te deridere?
Cieli! perché?
 
Cieli! perchè?
 
    Che vuoi, mio bene?
 
che vuoi mio bene?
Donna Elvira
 
D: Elvira
1410
Che vita cangi.
 
che vita cangi.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Brava!
 
brava!
 
Donna Elvira, Leporello
 
Leporello/D: Elvira
Cor perfido!
 
Cor Perdfido!
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Lascia ch'io mangi;
 
lascia ch'io mangi;
(Torna a sedere, a mangiare etc.)
 
e se ti piace,
 
e se ti piace
mangia con me.
 
mangia con me.
 
Donna Elvira
 
D: Elvira
1415
    Restati, barbaro,
 
restati barbaro
nel lezzo immondo,
 
nel lezzo immondo
esempio orribile
 
esempio orribile
d'iniquità!
 
d'iniquità.
Leporello
 
Leporello
    Se non si muove
 
se non si muove
1420
nel suo dolore
 
nel suo dolore
di sasso ha il core
 
di sasso hà il core
o cor non ha.
 
o cor non hà.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
(Bevendo etc.)
 
    Vivan le femmine,
 
vivan le femmine,
viva il buon vino,
 
viva il buon vino,
1425
sostegno e gloria
 
sostegno e gloria
d'umanità!
 
d'umanità!
 
Donna Elvira
 
FD: Elvira
(Sorte, poi rientra mettendo un grido orribile e fugge dall'altra parte.)
 
(sorte)
 
rientra, e fugge dall'altra parte)
    Ah!
 
Ah –
 
Don Giovanni, Leporello
 
D: Giovanni/Leporello
Che grido è questo mai!Variante in den Wiederholungen:
Che grido!
 
che grido è questo mai!
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Va' a veder che cosa è stato.
 
và a veder che cosa è stato.
Leporello
 
Leporello
(Sorte e prima di tornare mette un grido ancora più forte.)
 
(sorte, e prima di tornare mette un grido)
Ah!
 
Ah –
(Entra spaventato e chiude l'uscio.)
 
(entra spaventato e chiude l'uscio)
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Che grido indiavolato!
 
che grido indiavolato!
1430
Leporello, che cos'è?
 
Leporello che cos'è?
Leporello
 
Leporello
    Ah signor… per carità!…
 
Ah signor… per carità!…
Non andate fuor di qua!…
 
non andate fuor di quà!…
L'uom di sasso… l'uomo bianco…
 
l'uom di sasso… l'uomo bianco…
Ah padrone!… io gelo… io manco…
 
Ah Padrone!… io gelo… io manco…
1435
Se vedeste che figura!…
 
se vedeste che figura! –
Se sentiste come fa!
 
se sentiste come fà.
(Si sente il moto de' piedi etc.)
 
Ta ta ta ta ta ta ta ta.
 
ta ta ta ta ta ta ta ta
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Non capisco niente affatto:
 
non capisco niente affatto:
tu sei matto in verità!
 
tu sei matto in verità.
(Si sente battere fortissimo alla porta che chiuse Leporello.)
 
(si sente battere alla porta)
Leporello
 
Leporello
1440
    Ah sentite!
 
ah sentite
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Qualcun batte.
 
qualchun batte
Apri…
 
apri…
(Seguitano a batter più forte.)
 
Leporello
 
Leporello
(Tremando.)
 
(tremando)
Io tremo…
 
io tremo
 
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Apri, dico.Variante in den Wiederholungen:
Apri.
 
apri dico:
 
Leporello
 
Leporello
(S'allontana impaurito.)
 
Ah…
 
Ah…
 
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Matto! Per togliermi d'intrico
 
matto! per togliermi d'intrico
ad aprir io stesso andrò.
 
ad aprir io stesso andrò.
(Piglia un lume e va per aprire etc.)
 
(piglia lume e ) và per aprire)
Leporello
 
Leporello
(S'asconde sotto la tavola.)
 
1445
Non vo' più veder l'amico,
 
non vò più veder l'amico
pian pianin m'asconderò.
 
pian pianin m'asconderò
 
 
(Don Giovanni apre.)
 
([D: Giovanni] apre)
SCENA XVIIINMA (entsprechend den Libretto-Drucken Wien 1787 und Prag 1787): SCENA XV
 
Fscena XIV.
I suddetti, il Commendatore.
 
Il Commendatore
 
Comendatore
    Don Giovanni, a cenar teco
 
Don Giovanni à cenar teco
m'invitasti, e son venuto.
 
m'invitasti e son venuto
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Non l'avrei giammai creduto,
 
non l'avrei giammai creduto,
1450
ma farò quel che potrò!
 
ma farò quel che potrò!
 
    Leporello! un'altra cena
 
Leporello un'altra cena
fa' che subito si porti.
 
fà che subito si porti;
Leporello
 
Leporello
(Mezzo fuori col capo dalla mensa.)
 
Ah padron! siam tutti morti!
 
ah padron! siam tutti morti
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Vanne, dico…
 
vanne dico…
(Leporello con molti atti di paura esce e va per partire.)
 
Il Commendatore
 
Comendatore
Ferma un po'.
 
ferma un pò.
1455
    Non si pasce di cibo mortale
 
non si pasce di cibo mortale
chi si pasce di cibo celeste:
 
chi si pasce di cibo celeste
altre cure più gravi di queste,
 
altre cure più gravi di queste
altra brama quaggiù mi guidò!
 
altra brama quaggiù mi guidò!
Leporello
 
Leporello
(Tremando.)
 
La terzana d'avere mi sembra,
 
la terzana d'avere mi sembra
1460
e le membra fermar più non so.
 
e le membra fermar più non sò.
 
Don Giovanni
 
D: Giovanni
    Parla, dunque: che chiedi, che vuoi?
 
Parla dunque: che chiedi, che vuoi?
 
Il Commendatore
 
Comendatore
Parlo, ascolta, più tempo non ho.
 
Parlo, ascolta, Più tempo non hò.
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Parla, parla, ascoltando ti sto.Für die Wiener Fassung des Don Giovanni von 1788 hat Mozart die Takte 478–482 des Finales mit einer Wiederholung des Verses „Parla, parla, ascoltando ti sto.“ (Don Giovanni) und mit dem Vers „Ah le membra fermar più non so.“ (Leporello) gestrichen. Vgl. dazu NMA, S. 433–434. Die Kürzung ist sowohl in der autographen Partitur (Quelle A, Faszikel 7, folio 250v und folio 251r) als auch in der Partiturabschrift für die Wiener Aufführungen des Don Giovanni (Quelle E1, vgl. Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 49) belegt. Vgl. dazu auch Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 85f. Ob die Streichung für die Wiener Erstaufführung am 7. Mai 1788 oder erst später für eine der 15 Wiederholungen bis zum 15. Dezember 1788 vorgenommen wurde, bleibt offen. In den Referenzpartituren F1 (Bd. 2, Bl. 217v–218v) und Melk II (Bd. 2, S. 420–422) ist keine Kürzung belegt.
 
parla parla ascoltando ti stòDie Streichung der Takte 478-482 ist von Mozart für die Wiener Fassungen vorgenommen worden. parla ascoltando ti stò
Leporello
 
LeporelloDie Streichung der Takte 478-482 ist von Mozart für die Wiener Fassungen vorgenommen worden.
Ah le membra fermar più non so.
 
Ah le membra fermar più non sò.Die Streichung der Takte 478-482 ist von Mozart für die Wiener Fassungen vorgenommen worden.
 
Il Commendatore
 
Comendatore
1465
    Tu m'invitasti a cena,
 
tu m'invitasti à cena
il tuo dover or sai:
 
il tuoil tuo dover or sai
rispondimi, verrai
 
rispondimi verrai
tu a cenar meco?
 
tu à cenar meco?
Leporello
 
Leporello
(Da lontano tremando.)
 
(da lontano tremando)
Oibò!
 
oibò
    Tempo non ha, scusate.
 
tempo non hà scusate.
 
D: GiovanniDie Streichung der Takte 503-506 ist von Mozart für die Wiener Fassungen vorgenommen worden.
1470
A torto di viltateFür die Wiener Fassung des Don Giovanni von 1788 hat Mozart die Takte 503–506 des Finale zum zweiten Akt mit der Vertonung der Verse „A torto di viltade / tacciato mai sarò“ (Don Giovanni) gestrichen. Vgl. dazu NMA, S. 436–437. Die Kürzung ist sowohl in der autographen Partitur (Quelle A, Faszikel 7, folio 252r) als auch in der Partiturabschrift für die Wiener Aufführungen des Don Giovanni (Quelle E1, vgl. Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 49) belegt. Vgl. dazu auch Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 85f. Ob die Streichung für die Wiener Erstaufführung am 7. Mai 1788 oder erst später für eine der 15 Wiederholungen bis zum 15. Dezember 1788 vorgenommen wurde, bleibt offen. In den Referenzpartituren F1 (Bd. 1, Bl. 221r–221v) und Melk II (Bd. 2, S. 427–428) ist keine Kürzung belegt.
 
à torto di viltateDie Streichung der Takte 503-506 ist von Mozart für die Wiener Fassungen vorgenommen worden.
 
tacciato mai sarò!Die Streichung der Takte 503-506 ist von Mozart für die Wiener Fassungen vorgenommen worden.
Il Commendatore
 
Comendatore
Risolvi.
 
risolvi:
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Ho già risolto.
 
hò già risolto.
Il Commendatore
 
Comendatore
Verrai?
 
verrai.
Leporello
 
Leporello
(A Don Giovanni.)
 
(à D: Giov:)
Dite di no.
 
dite di nò
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Ho fermo il core in petto:
 
hò fermo il core in pettio:
1475
non ho timor, verrò!
 
non hò timor, verrò
Il Commendatore
 
Comendatore
    Dammi la mano in pegno.
 
dammi la mano in pegno
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Eccola.
 
Eccola
(Grida forte.)
 
Ohimè!
 
oimè.
Il Commendatore
 
Comendatore
Cos'hai?
 
cos'hai?
Don Giovanni
 
D: Giovanni
Che gelo è questo mai?
 
che gelo è questo mai?
Il Commendatore
 
Comendatore
Pentiti, cangia vita:
 
Pentiti cangia vita:
1480
è l'ultimo momento!
 
e l'ultimo momento
Don Giovanni
 
D: Giovanni
(Vuol sciogliersi, ma invano.)
 
No no, ch'io non mi pento;
 
nò nò ch'io non mi pento
 
vanne lontan da me!
 
vanne lontan da me
Il Commendatore
 
Comendatore
    Pentiti, scellerato!
 
Pentiti scellerato!
Don Giovanni
 
D: Giovanni
No, vecchio infatuato!
 
Nò vecchio infatuato!
Il Commendatore
 
Comendatore
1485
Pentiti!
 
pentiti:
Don Giovanni
 
D: Giovanni
No.
 
No:
 
Il Commendatore, Leporello
 
Comendatore/Leporello
Sì.
 
sì:
Don Giovanni
 
D: Giovanni
No.
 
Nò:
Il Commendatore
 
Comendatore
Ah tempo più non v'è.
 
Ah tempo più non v'è.
(Parte.)
 
(parte)
(Foco da diverse parti, tremuoto etc.)
 
F
 
Don Giovanni
 
D: Giovanni
    Da qual tremore insolito
 
da qual tremore insolito
sento assalir gli spiriti!
 
sento assalir gli spiriti
Dond'escono quei vortici
 
dond'escono quei vortici
1490
di foco pien d'orror?Variante in den Wiederholungen:
Da qual tremore insolito
sento assalir gli spiriti
dond'escono quei vortici
di foco pien d'orror!
 
di foco pien d'orror!
Coro
 
(Coro)
(Di sotterra con voci cupe.)
 
Tutto a tue colpe è poco;
 
tutto à tue colpe è poco
vieni, c'è un mal peggior.
 
vieni c'è un mal peggior.
 
Don Giovanni
 
D: Giovanni
    Chi l'anima mi lacera?
 
chi l'anima mi lacera!
Chi m'agita le viscere?
 
chi m'agita le viscere!
1495
Che strazio, ohimè, che smania!
 
che strazio oimè che smania!
Che inferno! che terror!Variante in den Wiederholungen:
Ah! Che inferno! che terror!
 
che inferno! che terror!
Leporello
 
Leporello
    Che ceffo disperato!
 
che ceffo disperato!
Che gesti da dannato!
 
che gesti da dannato
Che gridi, che lamenti!
 
che gridi, che lamenti!
1500
Come mi fa terror!
 
come mi fà terror.
Coro
 
Coro
Tutto a tue colpe è poco;
 
tutto à tue colpe è poco
vieni, c'è un mal peggior.
 
vieni c'è un mal peggior.
 
(Il foco cresce. Don Giovanni si sprofonda.)
 
 
 
Don Giovanni, Leporello
 
D: Giovanni/Leporello/NBD: Anna./D: Elv:/Zerl:/D: ottv:
Ah!
 
Ah! –
(Don Giovanni resta inghiottito dalla terra.)
 
([Don Giovanni] resta inghiottito)
SCENA ULTIMAIm ursprünglichen Finale des Atto secondo hat Mozart in seiner autographen Partitur (Quelle A) zwei alternative Varianten für die Wiener Fassung notiert:

a. Streichung der Scena ultima (Takte 603–871)
Zu Takt 596 hat Mozart in Bl. 257v in hellerer Tinte den Auftritt der anderen Hauptpersonen (ohne Masetto, da auch in Wien ein einziger Sänger sowohl die Rolle des in der Szene anwesenden Commendatore als auch die des Masetto übernahm) eingetragen, die mit einem D-Dur-Akkord in Leporellos Aufschrei „Ah!“ einsetzen (Quelle A, Faszikel 7, folio 257v). Vgl. dazu Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, „Vorwort“ zu Don Giovanni, Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17), Kassel 1968, S. XIII, Punkt a. Die Änderung entspricht der abschließenden Szenenanweisung des Libretto-Drucks Wien 1788 (Quelle W2): Il foco cresce D. Gio. / si sprofonda: nel momento stesso es- / con tutti gli altri: guardano, met- / ton un alto grido. fuggono, e cala / il sipario. / Fine. Damit verweist Mozart in seiner autographen Partitur auf den Wegfall der gesamten Scena ultima (T. 603–871), wie dieser nicht nur im Libretto der Wiener Aufführung (Quelle W2), sondern auch in der Abschrift der Partitur dokumentiert ist, die in der Kopiaturwerkstatt von Laurent (Lorenz) Lausch wohl im gleichen Jahr in Wien angefertigt wurde (Quelle F1). Der Wegfall der gesamten Scena ultima ist ebenfalls in der Partiturabschrift Melk II, der Schwesterkopie der Quelle F1, belegt.
Den Nachtrag der anderen Hauptrollen hat Mozart selbst dann in seiner autographen Partitur (Quelle A) mit der gleichen hellen Tinte gestrichen, als ob er den Wegfall der Scena ultima wieder rückgängig machen wollte.

b. Kürzung der Scena ultima (Takte 689–749)
In der Scena ultima hat Mozart die ursprünglichen Takte 689–749 des Finales (vom Vers „Ah certo è l’ombra“ bis „con Proserpina e Pluton;“) gestrichen und in einem neuen Einzelblatt (Bl. 263, in der gleichen Papiersorte der Wiener Ersatznummer 10a und 21b) eine zehntaktige Kurzversion der Passage ohne die Verse „Or che tutti, o mio tesoro,“ bis „a trovar padron miglior“ neu komponiert (vgl. Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, „Vorwort“ zu Don Giovanni, Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 1968, S. XIII, Punkt b).

Beide Varianten sind auch in der Wiener Abschrift der Partitur aus dem Jahre 1788 dokumentiert, die in der Kopiaturwerkstatt von Wenzel Sukowaty wohl auf Mozarts Anweisung für die Wiener Aufführungen angefertigt wurde (Quelle E1, vgl. Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 49). Die Wiener Abschrift zeigt im Finale auch Spuren einer Streichung der Takte 724–730 innerhalb des größeren Strichs der Takte 689–749 (Punkt b). Da diese kleine Streichung nur in der Violino-primo-Stimme übertragen wurde, aber in allen anderen Orchesterstimmen fehlt (Quelle E2, vgl. Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 50), stellt sie möglicherweise einen ersten Kürzungsversuch dar, der dann durch die größere Kürzung der Passage obsolet und daher nicht weiterverfolgt wurde. Eine Mitwirkung Mozarts an diesem kleineren Streichungsvorschlag lässt sich nicht ganz ausschließen. Vgl. dazu Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 105f., dagegen aber: Wolfgang Rehm, Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 47. Da allerdings in Mozarts autographer Partitur nur die größere Streichung der Takte 689–749 belegt ist und die kleinere Streichung auch in den Orchesterstimmen der Wiener Abschrift (mit Ausnahme von Violino primo) nicht weiter notiert wurde, stellt dieser angedeutete Streichungsvorschlag, anders als die größere Kürzung der Passage, wohl keine definitive Variante zum Finale des Atto secondo dar.

Welche der beiden Alternativen für die Wiener Fassung (a. Streichung, b. Kürzung der Scena ultima) zuerst notiert wurde und ob bzw. bei welcher der Wiener Aufführungen der Oper 1788 sie jeweils erklangen, lässt sich nicht eindeutig eruieren. Die erste Variante ganz ohne Scena ultima (a) dürfte für die Wiener Erstaufführung am 7. Mai 1788 gedacht worden sein, da sie dem Libretto-Druck Wien 1788 (Quelle W2) entspricht, der am Abend der Premiere im Burgtheater für 20 Kreuz angeboten wurde (vgl. den Anschlagzettel der Wiener Erstaufführung, in: Wolfgang Plath und Wolfgang Rehm, „Vorwort“ zu Don Giovanni, Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 1968, S. XI; vgl. dazu auch ders., Kritischer Bericht, Neue Mozart-Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/17, Kassel 2003, S. 59, Punkt 4). Hätte die Scena ultima bei der Wiener Premiere gespielt werden sollen, hätte ihr Text im Libretto, das extra für diese Aufführung gedruckt und direkt an der Kasse verkauft wurde, wohl nicht gefehlt. Vor allem aber hätte der in Operntexten der Zeit ungewöhnliche explizite Hinweis auf das Fallen des Vorhangs am Ende des Wiener Libretto-Drucks („e cala il sipario. Fine.“ / „und der Vorhang fällt. Ende.“) überhaupt keinen Sinn gemacht, wenn die Scena ultima doch aufgeführt worden wäre (vgl. dazu Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 108).

Ob die Variante mit gekürzter Scena ultima (b) vor der Premiere als Zwischenlösung zur endgültigen Streichung der gesamten Szene vor der Wiener Erstaufführung entstanden ist oder ob die gekürzte Scena ultima erst bei einer der Wiener Aufführungen nach der Premiere wiederhergestellt wurde, bleibt offen. Für die erste Hypothese spricht, dass die Wiener Fassung in späteren Abschriften (außer der Quelle E1) ohne Scena ultima überliefert ist (vgl. Ian Woodfield, The Vienna Don Giovanni, Woodbridge 2010, S. 110). So fehlt wie erwähnt die Scena ultima in beiden Referenzpartituren F1 und Melk II. Darüber hinaus scheint eine prozessuale Entwicklung, bei der zunächst ein kleiner Strich vorgeschlagen (Quelle E1, Takte 724–730), dann eine größere Kürzung vorgenommen wurde (Quelle A und Quelle E1, Takte 689–749) und schließlich der Wegfall der gesamten Scena ultima vor der Premiere erfolgte, als konkreter Streichungsvorgang durchaus plausibel (vgl. Woodfield, ibidem). Andererseits hat Mozart wie erwähnt auf Blatt 257v seiner autographen Partitur den Nachtrag mit den Stimmen der anderen Rollen für die Wiener Fassung ohne Scena ultima mit der gleichen hellen Tinte wieder gestrichen (Quelle A, Faszikel 7, folio 257v). Es ist also nicht auszuschließen, dass Mozart den Wegfall der Scena ultima im Verlauf der folgenden 15 Reprisen der Oper im Jahr 1788 wieder rückgängig gemacht habe. Bei diesen Wiener Wiederaufführungen mit der wiederhergestellten Scena ultima könnte er dann die Variante mit der Kurzversion der Scena ultima (b) ausprobiert haben, vielleicht um die Länge des zweiten Aktes zu reduzieren, der durch die neuen Wiener Nummern (Scene IX–XV) deutlich umfangreicher geworden war als in der ursprünglichen Prager Fassung. Denkbar ist schließlich auch, dass in einer der Wiener Aufführungen nach der Premiere die Scena ultima ohne jegliche Kürzung in ihrer ursprünglichen Prager Gestalt erklungen ist, auch wenn diese Möglichkeit aufgrund der daraus resultierenden Länge des zweiten Aktes als eher unwahrscheinlich erscheint.

Um allen Alternativen des Wiener Finales gerecht zu werden, bietet unsere Edition – neben der Prager Fassung des vertonten Textes mit ungekürzter Scena ultima – drei getrennte Versionen des vertonten Textes der Wiener Fassung: ganz ohne Scena ultima (Wien 1), mit Scena ultima in der Kurzversion (Wien 2a) und mit ungekürzter Scena ultima (Wien 2b). Kleinere Varianten in den überlieferten Quellen der Wiener Fassung sind hingegen in jeder der drei Versionen gleichermaßen in Kommentaren ediert.
 
Fscena ultima:
Leporello, Donn'Anna, Donna Elvira, Don Ottavio, Masetto, Zerlinacon ministri di giustizia.
 
 
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
Zerlina./D: Elvira./D: Ottavio./Masetto.
    Ah dove è il perfido,
 
Ah dove è il perfido
1505
dov'è l'indegno?
 
dov'è l'indegno,
Tutto il mio sdegno
 
tutto il mio sdegno
sfogar io vo'.
 
sfogar io vò.
Donn'Anna
 
Donn'Anna.
    Solo mirandolo
 
solo mirandolo
stretto in catene,
 
stretto in catene
1510
alle mie pene
 
alle mie pene
calma darò.
 
calma darò.
Leporello
 
Leporello.
    Più non sperate…
 
più non sperate
di ritrovarlo…
 
di ritrovarlo
più non cercate:
 
più non cercate
1515
lontano andò.
 
lontano andò.
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
Donn'Anna./Zerlina./D: Elvira./D: Ottavio./Masetto.
    Cos'è? Favella…
 
Cos'è favella?
Leporello
 
Leporello.
Venne un colosso…
 
venne un Colosso…
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
Donn'Anna./Zerlina./D: Elvira./D: Ottavio./Masetto.
Via, presto, sbrigati…Variante in den Wiederholungen:
Presto, favella, sbrigati…
 
via presto sbrigati…
Leporello
 
Leporello.
Ma se non posso…
 
ma se non posso…
1520
Tra fumo e foco…
 
tra fumo e foco…
badate un poco…
 
badate un poco…
l'uomo di sasso…
 
l'uomo di sasso…
fermate il passo…
 
fermate il passo…
giusto là sotto…
 
giusto la sotto…
1525
diede il gran botto…
 
diede il gran botto…
giusto là il diavolo
 
giusto là il diavolo
sel trangugiò.
 
se 'l trangugiò
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
Donn'Anna./Zerlina./D: Elvira./D: Ottavio./Masetto.
    Stelle! che sento!
 
stelle! che sento!
Leporello
 
Leporello.
Vero è l'evento.
 
vero è l'evento:
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina
 
Donn'Anna./Zerlina./D: Elvira./D: Ottavio./Masetto.
1530
Ah certo è l'ombra
 
Ah certo è l'ombraAh certo è l'ombra
che m|l'incontrò!
 
che m|l'incontrò!che m|l'incontrò!
 
D: Ottavio.
 
or che tutti o mio tesoro
 
vendicati siam dal Cielo,
 
porgi porgi à me un ristoro
 
non fami far languire ancor.
 
Donn'Anna.
 
lascia o caro un anno ancora
 
allo sfogo del mio cor.
 
Donn'Anna./D: Ottavio.
 
al desio di chi mt|tm'adora
 
ceder deve un fido amor.
 
D: Elvira.
 
io men vado in un ritiro
 
à finir la vita mia.
 
 
Zerlina./Masetto.
 
noi Masetto|Zerlina à casa andiamo
 
à cenar in compagnia:
 
Leporello.
 
ed io vado all'osteria
 
à trovar padron miglior.
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Leporello, Masetto, Zerlina
 
Zerlina./Leporello./Masetto.Donn'Anna./Zerlina./Elvira./D: Ottavio./Leporello./Masetto.
    Resti dunque quel birbon
 
resti dunque quel birbonResti dunque quel birbon,
con Proserpina e Pluton;
 
con proserpina e Pluton;con Proserpina e Pluton,
e noi tutti, o buona gente,
 
e noi tutti o buona gente
1535
ripetiam allegramente
 
ripetiam allegramente
l'antichissima canzon.
 
l'antitichissima canzon.
Donn'Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Leporello, Masetto, Zerlina
 
Donn'Anna./D: Elvira/Zerlina/D: Ott:vo/Masetto:/Leporello.
 
sottovoce
    Questo è il fin di chi fa mal:Variante in den Wiederholungen:
Questo è il fin:
 
questo è il fin di chi fà malfin di chi fà mal
e de' perfidi la morte
 
e de' perfidi la morte
alla vita è sempre ugual.
 
alla vita è semprepre ugual.
Fine dell'opera.