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No 53

     Gentilissimo e Carissimo Sigre
                                               Caversaccio 25 8bre 1853

     Dalla compitissima sua lettera sentii con piacere il felice viaggio
che la S. V. fece nel ritornare alla bella e deliziosa Milano;
devo però confessarci che il mio animo restò agittato e sospeso
per tutta quella giornata, nel vedere quel diluvio d’acqua, e
turbine di venti, ma ora ringrazio il Signore perchè lo abbia
accompagnato e protetto sino alla propria casa.
     Faccio mille ringraziamenti alla memoria e premura che conserva
per il più meschino di tutti li uomini, quale io mi professo.
     Ma veniamo alla casa, ed alle cose che lo terranno in questi giorni
occupato. Al Giovannino parlai subbito e nè sono assicurato
che vi saranno a tempo i documenti ricercati e necessari;
anzi vi avrebbe lo stesso pensato anche senza esserne avvisato
perchè pratico in queste compere e vendite, da vincerne l’ocu=
latezza de’ primi dottori in legge.
     Riguardo alle riparazioni, ed opere da farsi nella di Lei casa, non
sarà male che mandi a vederle questo capo Mastro detto Vedano,
ma sarei di parere che la S. V. non incontrasse impegni, per
l’esecuzione del lavoro con questa persona, per molte ragioni.
Primo perchè non essendo persona conosciuta al Broggi, forse
gli porrebbe qualche difficoltà. Secondo perchè facendoli quelli
del Paese, oltre alla premura maggiore che avrebbero nel fare
le opere, vi sarebbe grande risparmio nella giornata. Terzo perchè
essendo nell’inverno frastagliate dalle intemperie o nevi le
settimane, quelli del paese nè potranno mettere a profitto
le giornate opportune, lasciando le cattive o di nocumento al
lavoro. Del resto la S. V. è padrona di disporre con tutta
la pienezza del suo volere.
     Riguardo alla direzione del lavoro, potrebbe affidarlo tanto al Broggi
stesso, e cosi questo non presenterà alcuna difficoltà sul lasciar
aprire o chiudere aperture, ed essendo abbastanza avveduto nelle
opere da muratore, sono persuaso che farà eseguire il tutto
a suo maggior vantaggio Sigr Mozart; oppure il Giovannino nè
potrà essere un secondo proposto, ed io non mi rifiuto di guardare
perchè sieno osservate le dovute cautele ed ecconomia, ma l’ac=
cettare sopra di me tutta la risponsabilità mi potrebbe mettere
in qualche pericolo di rompere la bella armonia che godo coi,


INTERNATIONALE
STIFTUNG:
„MOZARTEUM”
1881
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miei parochiani.
     Riguardo alle piotte di Moltrasio, queste potrebbero convenire per
sottoporre alle grondaje de’ tetti, ma essendo pocchissima la traccia
e nelle opere addizionali, si potranno fare, quando nell’atto
pratico si vedano necessarie, oppure anche appena convenienti,
del resto per la cinta non le ritrovo addattate menomamente.
     Le latrine da costruirsi riescirebbero di maggior comodità, e pulite
se la S. V. volesse passare per la stanza del Giuseppe per andarvi
alla superiora, perchè allora si potrebbe sospendere la coritoja
o loggia che dalla di Lei stanza si dovrebbe costruire per mettere
alla stessa, tanto più che fatto riflesso coll’istesso Sigr Broggi
questa loggia toglierebbe molta luce alla cucina, e bellezza alla
casa, e potrebbe essere scala per i ladri, e spesa piuttosto vistosa,
più andando alla latrina tanto di giorno quanto di notte
sarebbe esposto alla vista di tutti quelli che sono in campagna,
che facendola dove mi propose il Broggi resterebbe chiuso,
e potrebbe vedere senza essere veduto, nè arreccherebbe alla
sua casa alcuna puzza benchè minima. Dunque sù questo
si attenderà un suo ordine.
     Al Sigr Somigliana nè posso parlare, nè credo dover scrivere
perchè si trova a Soresina per assistere alla Monacazione
di una sorella, e poi disse che potrà fare il pagamento per
la fine di Novembre, e così restarono intesi.
     A tutto questo devo aggiungere che la mia casa è una spelonca
silenziosa e muta dacchè la S. V. mi privò della dolce sua
compagnia, e le sere mi divennero eccessivamente longhe
non avendo più un competitore nella partita di trè sette,
ma l’aspetto presto, ed ora che è mio Parochiano spero di
poterlo vincere qualche volta di più, intanto col Felice
mi terrò in esercizio, e Lei venga provveduto di carte
che le frusteremo tutte, e si giuocheranno anche dei
centesimi tanti. Ma io rido, e sono solo che invece dovrei
pensare non tanto al giuoco quanto ad avere presto la di Lei
carissima e gentilissima persona.
     Eccoci una longa chiacchierata, ma la mia pocchezza, non sà
scrivere sette facciate di roba, quindi mi compatisca, e mi permetta
l’onore di dirmi
     di Lei
P. S. Al Caro Giuseppe tanti       obbo Servo ed Amico
     complimenti.                          Giuseppe Carini Pco
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[vacat]
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Al Pregiatissimo Sigr il Sigre
Carl Mozart
 = Strada della Cavalchina
N.o 1419.
Primo Piano
       Milano

Marke


COMO
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MILANO
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