Kritische Edition des vertonten Textes (Partiturtext)   Kritische Edition der Libretto-Vorlage Turin 1757 (Vorlage)  
SCENA XIII
SCENA VI
Vitellia e poi Sesto.
Vitellia
Vitellia
    Chi per pietade, oh dio!
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Chi per pietà m'addita
m'addita dov'è Sesto?
Sesto dov'è? Misera me! Per tutto
ne chiedo invano, invan lo cerco. Almeno
Tito trovar potessi.
(In odio a me son io
ed ho di me terror.)
Servilia, Annio, Publio
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    Di questo tradimento
chi mai sarà l'autor?
Coro
Ah! Ah!
Servilia, Annio, Publio, Vitellia
Le grida, ahimè, ch'io sento…
Coro
Ah! Ah!
Servilia, Annio, Publio, Vitellia
465
…mi fan gelar d'orror.
Coro
Ah! Ah!
SCENA XIV
Detti e Sesto che scende dal Campidoglio.
Sesto
Sesto
(Senza veder Vitellia.)
    (Ah dove mai m'ascondo?
Ove m'ascondo!
Dove fuggo, infelice!
Apriti, o terra, inghiottimi,
e nel tuo sen profondo
470
rinserra un traditor.)
Vitellia
Vitellia
    Sesto!
Ah Sesto! Ah senti!
Sesto
680
Crudel, sarai contenta. Ecco adempito
il tuo fiero comando.
Vitellia
Ahimè, che dici!
Sesto
Sesto
Da me che vuoi?
Vitellia
Quai sguardi vibri intorno?…
Sesto
Mi fa terror il giorno.
Vitellia
    Tito?…
Già Tito… oh dio!
Sesto
La nobil alma
già dal trafitto seno
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versò dal sen trafitto.
versa l'anima grande.
Servilia, Annio, Publio
Vitellia
Ah che facesti!
Qual destra rea macchiarsi
poté d'un tal delitto?
Sesto
Sesto
No, nol fec'io; ché, dell'error pentito,
685
a salvarlo correa; ma giunsi appunto
che un traditor del congiurato stuolo
da tergo lo feria. "Ferma", gridai;
ma 'l colpo era vibrato. Il ferro indegno
lascia colui nella ferita e fugge.
690
A ritrarlo io m'affretto;
ma con l'acciaro il sangue
n'esce, il manto m'asperge, e Tito, oh dio!
manca, vacilla e cade.
Vitellia
Ah ch'io mi sento
morir con lui!
Sesto
Pietà, furor mi sprona
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l'uccisore a punir; ma il cerco invano,
già da me dileguossi. Ah principessa,
che fia di me? Come avrò mai più pace?
Quanto, ahi quanto mi costa
il desio di piacerti?
Vitellia
Anima rea,
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piacermi! Orror mi fai. Dove si trova
mostro peggior di te? Quando s'intese
    Fu l'uom più scellerato,
colpo più scellerato? Hai tolto al mondo
l'orror della natura,
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fu…
quanto avea di più caro, hai tolto a Roma
quanto avea di più grande. E chi ti fece
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arbitro de' suoi giorni?
Di': qual colpa, inumano,
punisti in lui? L'averti amato? È vero,
questo è l'error di Tito;
ma punir nol dovea chi l'ha punito.
Sesto
710
Onnipotenti dèi! Son io? Mi parla
così Vitellia? E tu non fosti…
Vitellia
Vitellia
Taci,
Ah taci,
forsennato:
barbaro, e del tuo fallo
ah non ti palesar.
non volermi accusar. Dove apprendesti
a secondar le furie
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d'un'amante sdegnata?
Qual anima insensata
un delirio d'amor nel mio trasporto
compreso non avrebbe? Ah! Tu nascesti
per mia sventura. Odio non v'è che offenda
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al par dell'amor tuo. Nel mondo intero
sarei la più felice,
empio, se tu non eri. Oggi di Tito
la destra stringerei, leggi alla terra
darei dal Campidoglio, ancor vantarmi
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innocente potrei. Per tua cagione
son rea, perdo l'impero,
non spero più conforto;
e Tito, ah scellerato! e Tito è morto.
    Come potesti, oh dio!
730
perfido traditor…
Ah che la rea son io!
Sento gelarmi il cor,
mancar mi sento.
    Pria di tradir la fé,
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perché, crudel, perché…
Ah che del fallo mio
tardi mi pento!
Vitellia e Servilia, Sesto ed Annio, Publio
    Ah dunque l'astro è spento
di pace apportator.
Vitellia e Servilia, Sesto ed Annio, Publio, Coro in lontananza
Oh nero tradimento,
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oh giorno di dolor!
(Parte.)
Fine dell'atto primo.