Kritische Edition des vertonten Textes (Partiturtext)   Kritische Edition der Libretto-Vorlage Turin 1757 (Vorlage)  
SCENA XII
SCENA III
Annio, poi Servilia, indi Publio.
Annio, poi Servilia, indi Publio con guardie.
Annio
Annio
    Io Sesto non intendo…
"Già lo saprai per mio rossor"! Che arcano
605
si nasconde in que' detti! A quale oggetto
celarlo a me! Quel pallido sembiante,
quel ragionar confuso,
stelle, che mai vuol dir? Qualche periglio
sovrasta a Sesto. Abbandonar nol deve
610
un amico fedel. Sieguasi.
(Vuol partire.)
Ma qui Servilia viene.
Servilia
Servilia
Alfine,
Annio, pur ti riveggo.
440
Ah che tumulto orrendo!
Annio
Annio
Fuggi di qua, mio bene.
Ah mio tesoro,
quanto deggio al tuo amor! Torno a momenti.
Perdonami se parto.
Servilia
E perché mai
così presto mi lasci?
Servilia
Publio
Annio, che fai?
615
Roma tutta è in tumulto. Il Campidoglio
    Si teme che l'incendio
vasto incendio divora; e tu fra tanto
puoi star, senza rossore,
tranquillamente a ragionar d'amore?
Servilia
Numi!
Annio
(Or di Sesto i detti
620
più mi fanno tremar. Cerchisi…)
(In atto di partire.)
Servilia
E puoi
abbandonarmi in tal periglio?
Annio
(Oh dio!
Fra l'amico e la sposa
divider mi vorrei.) Prendine cura,
Publio, per me: di tutti i giorni miei
625
l'unico ben ti raccomando in lei.
(Parte frettoloso.)
SCENA IV
Servilia e Publio.
Servilia
Publio, che inaspettato
accidente funesto!
Publio
Ah voglia il cielo
non sia dal caso nato,
che un'opra sia del caso e che non abbia
ma con peggior disegno
forse più reo disegno
445
ad arte suscitato.
630
chi destò quelle fiamme!
Coro in distanza
Ah!
Publio
    V'è in Roma una congiura;
per Tito, ahimè, pavento.
Di questo tradimento
450
chi mai sarà l'autor?
Coro
Ah!
Servilia, Annio, Publio
Servilia
Le grida, ahimè! ch'io sento…
Ah tu mi fai
Coro
Ah!
Servilia, Annio, Publio
…mi fan gelar d'orror.
tutto il sangue gelar!
(Vitellia entra.)
Coro
455
Ah!
Publio
Torna, o Servilia,
a' tuoi soggiorni e non temer. Ti lascio
quei custodi in difesa e corro intanto
di Vitellia a cercar. Tito m'impone
635
d'aver cura d'entrambe.
Servilia
E ancor di noi
Tito si rammentò?
Publio
Tutto rammenta,
provvede a tutto: a riparare i danni,
a prevenir l'insidie, a ricomporre
gli ordini già sconvolti… Oh se 'l vedessi
640
della confusa plebe
gl'impeti regolar! Gli audaci affrena,
i timidi assicura: in cento modi
sa promesse adoprar, minacce e lodi.
Tutto ritrovi in lui: ci vedi insieme
645
il difensor di Roma,
il terror delle squadre,
l'amico, il prence, il cittadino, il padre.
Servilia
Ma sorpreso così, come ha saputo…
Publio
Eh Servilia, t'inganni.
650
Tito non si sorprende. Un impensato
colpo non v'è che nol ritrovi armato.
    Sia lontano ogni cimento,
l'onda sia tranquilla e pura,
buon guerrier non s'assicura,
655
non si fida il buon nocchier.
    Anche in pace, in calma ancora
l'armi adatta, i remi appresta,
di battaglia o di tempesta
qualche assalto a sostener.
(Parte.)
SCENA V
Servilia sola.
Servilia
660
Dall'adorato oggetto
vedersi abbandonar, saper che a tanti
rischi corre ad esporsi, in sen per lui
sentirsi il cor tremante e nel periglio
non poterlo seguir: questo è un affanno
665
d'ogni affanno maggior, questo è soffrire
la pena del morir senza morire!
    Almen se non poss'io
seguir l'amato bene,
affetti del cor mio,
670
seguitelo per me.
    Già sempre a lui vicino
raccolti amor vi tiene,
e insolito cammino
questo per voi non è.
(Parte.)
SCENA XIII
SCENA VI
Vitellia e poi Sesto.
Vitellia
Vitellia
    Chi per pietade, oh dio!
675
Chi per pietà m'addita
m'addita dov'è Sesto?
Sesto dov'è? Misera me! Per tutto
ne chiedo invano, invan lo cerco. Almeno
Tito trovar potessi.
(In odio a me son io
ed ho di me terror.)
Servilia, Annio, Publio
460
    Di questo tradimento
chi mai sarà l'autor?
Coro
Ah! Ah!
Servilia, Annio, Publio, Vitellia
Le grida, ahimè, ch'io sento…
Coro
Ah! Ah!
Servilia, Annio, Publio, Vitellia
465
…mi fan gelar d'orror.
Coro
Ah! Ah!
SCENA XIV
Detti e Sesto che scende dal Campidoglio.
Sesto
Sesto
(Senza veder Vitellia.)
    (Ah dove mai m'ascondo?
Ove m'ascondo!
Dove fuggo, infelice!
Apriti, o terra, inghiottimi,
e nel tuo sen profondo
470
rinserra un traditor.)
Vitellia
Vitellia
    Sesto!
Ah Sesto! Ah senti!
Sesto
680
Crudel, sarai contenta. Ecco adempito
il tuo fiero comando.
Vitellia
Ahimè, che dici!
Sesto
Sesto
Da me che vuoi?
Vitellia
Quai sguardi vibri intorno?…
Sesto
Mi fa terror il giorno.
Vitellia
    Tito?…
Già Tito… oh dio!
Sesto
La nobil alma
già dal trafitto seno
475
versò dal sen trafitto.
versa l'anima grande.
Servilia, Annio, Publio
Vitellia
Ah che facesti!
Qual destra rea macchiarsi
poté d'un tal delitto?
Sesto
Sesto
No, nol fec'io; ché, dell'error pentito,
685
a salvarlo correa; ma giunsi appunto
che un traditor del congiurato stuolo
da tergo lo feria. "Ferma", gridai;
ma 'l colpo era vibrato. Il ferro indegno
lascia colui nella ferita e fugge.
690
A ritrarlo io m'affretto;
ma con l'acciaro il sangue
n'esce, il manto m'asperge, e Tito, oh dio!
manca, vacilla e cade.
Vitellia
Ah ch'io mi sento
morir con lui!
Sesto
Pietà, furor mi sprona
695
l'uccisore a punir; ma il cerco invano,
già da me dileguossi. Ah principessa,
che fia di me? Come avrò mai più pace?
Quanto, ahi quanto mi costa
il desio di piacerti?
Vitellia
Anima rea,
700
piacermi! Orror mi fai. Dove si trova
mostro peggior di te? Quando s'intese
    Fu l'uom più scellerato,
colpo più scellerato? Hai tolto al mondo
l'orror della natura,
480
fu…
quanto avea di più caro, hai tolto a Roma
quanto avea di più grande. E chi ti fece
705
arbitro de' suoi giorni?
Di': qual colpa, inumano,
punisti in lui? L'averti amato? È vero,
questo è l'error di Tito;
ma punir nol dovea chi l'ha punito.
Sesto
710
Onnipotenti dèi! Son io? Mi parla
così Vitellia? E tu non fosti…
Vitellia
Vitellia
Taci,
Ah taci,
forsennato:
barbaro, e del tuo fallo
ah non ti palesar.
non volermi accusar. Dove apprendesti
a secondar le furie
715
d'un'amante sdegnata?
Qual anima insensata
un delirio d'amor nel mio trasporto
compreso non avrebbe? Ah! Tu nascesti
per mia sventura. Odio non v'è che offenda
720
al par dell'amor tuo. Nel mondo intero
sarei la più felice,
empio, se tu non eri. Oggi di Tito
la destra stringerei, leggi alla terra
darei dal Campidoglio, ancor vantarmi
725
innocente potrei. Per tua cagione
son rea, perdo l'impero,
non spero più conforto;
e Tito, ah scellerato! e Tito è morto.
    Come potesti, oh dio!
730
perfido traditor…
Ah che la rea son io!
Sento gelarmi il cor,
mancar mi sento.
    Pria di tradir la fé,
735
perché, crudel, perché…
Ah che del fallo mio
tardi mi pento!
Vitellia e Servilia, Sesto ed Annio, Publio
    Ah dunque l'astro è spento
di pace apportator.
Vitellia e Servilia, Sesto ed Annio, Publio, Coro in lontananza
Oh nero tradimento,
485
oh giorno di dolor!
(Parte.)
Fine dell'atto primo.