Kritische Edition des Libretto-Drucks Prag 1787 (Libretto Prag 1787)   Kritische Edition der Libretto-Vorlage Venedig 1787 (Vorlage)   Kreuzverweise zur Vorlage Venedig 1787 in Da Pontes Libretto (Kreuzverweise)  
SCENA VII
Leporello, Donna Elvira; poi Donn'Anna, Don Ottavio con servi e lumi.
Leporello
Di molte faci il lume
s'avvicina, o mio ben: stiamo qui un poco
fin che da noi si scosta…
Donna Elvira
Ma che temi,
adorato mio sposo?
Leporello
Nulla… nulla…
1000
certi riguardi… Io vo' veder se il lume
è già lontano… (Ah come
da costei liberarmi?)
Rimanti, anima bella.
(S'allontana.)
Donna Elvira
Ah non lasciarmi!
    Sola sola in buio loco
1005
palpitar il cor mi sento,
e m'assale un tal spavento,
che mi sembra di morir.
Leporello
(Andando a tentone etc.)
    Più che cerco, men ritrovo
questa porta sciagurata…
1010
Piano piano, l'ho trovata,
ecco il tempo di fuggir.
(Sbaglia la porta.)
(Entrano vestiti a lutto Don Ottavio e Donn'Anna.)
Don Ottavio
    Tergi il ciglio, o vita mia,
e dà calma al tuo dolore;
l'ombra, oddio, del genitore
1015
più non vuole il tuo martir.
Donn'Anna
    Lascia almen alla mia pena
questo picciolo ristoro;
sol la morte, o mio tesoro,
il mio pianto può finir.
Donna Elvira
(Senza esser vista.)
1020
    Ah dov'è lo sposo mio?
Leporello
(Dalla porta, senza esser visto.)
Se mi trova, son perduto!
Donna Elvira, Leporello
(Una porta là vegg'io,
cheto cheto|[cheta cheta] io vo' partir.)
(Nel sortire s'incontrano in Zerlina e Masetto.)
SCENA VIII
I suddetti, Zerlina, Masetto.
Masetto, Zerlina
    Ferma, briccone,
1025
dove ten vai?
(Leporello s'asconde la faccia.)
Donn'Anna, Don Ottavio
Ecco il fellone!…
Come, era qua!
    Ah mora il perfido
che m'ha tradito!
Donna Elvira
1030
È mio marito!
Pietà, pietà!
Donn'Anna, Don Ottavio, Masetto, Zerlina
    È Donna Elvira
quella ch'io vedo?
Appena il credo!
Don Ottavio
(In atto di ucciderlo.)
1035
No no, morrà!
Leporello
(Si scopre e si mette in ginocchio davanti gli altri.)
    Perdon, perdono,
signori miei,
quello io non sono,
sbaglia costei;
1040
la vita chiedovi,
per carità!
Tutti salvo Leporello
    Dèi! Leporello!
Che inganno è questo!
Stupido|[Stupida] resto…
1045
che mai sarà?
    Mille torbidi pensieri
mi s'aggiran pel cervello;
che disordin è mai quello,
che impensata novità!
Leporello
1050
    Mille torbidi pensieri
mi s'aggiran per la testa;
se mi salvo in tal tempesta
è un prodigio in verità!
(Donn'Anna parte coi servi.)
SCENA IX
Zerlina, MasettoDonna Elvira, Don Ottavio, Leporello.
Zerlina
Dunque quello sei tu che il mio Masetto
1055
poco fa crudelmente maltrattasti!
Donna Elvira
Dunque tu m'ingannasti, o scellerato,
spacciandoti con me da Don Giovanni?
Don Ottavio
Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento?
Donna Elvira
1060
A me tocca punirti!
Don Ottavio
Anzi a me!
Zerlina
No no, a me!
Masetto
Accoppatelo meco tutti tre.
Leporello
    Ah pietà, signori miei,
ah pietà, pietà di me!
1065
Do ragione a voi, a lei,
ma il delitto mio non è.
    Il padron con prepotenza
l'innocenza mi rubò.
Donna Elvira, compatite:
1070
voi capite come andò.
    Di Masetto non so nulla,
vel dirà questa fanciulla:
è un'oretta circumcirca
che con lei girando vo.
1075
    A voi, signore,
non dico niente…
certo timore…
certo accidente…
di fuori chiaro,
1080
di dentro oscuro…
non c'è riparo…
la porta, il muro…
Vo da quel lato…
poi qui celato…
1085
L'affar si sa…
ma s'io sapeva
fuggia per qua.
(Parte.)
SCENA X
Donna Elvira, Zerlina, Masetto, Don Ottavio.
Donna Elvira
Ferma, perfido, ferma…
Masetto
Il birbo ha l'ali ai piedi…
Zerlina
Con qual arte
1090
si sottrasse l'iniquo!…
Don Ottavio
Amici miei,
dopo eccessi sì enormi
dubitar non possiam che Don Giovanni
non sia l'empio uccisore
del padre di Donn'Anna. In questa casa
1095
per poche ore fermatevi… Un ricorso
vo' far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto:
così vuole dover, pietade, affetto.
    Il mio tesoro intanto
1100
andate a consolar,
e del bel ciglio il pianto
cercate di asciugar.
    Ditele che i suoi torti
a vendicar io vado,
1105
che sol di stragi e morti
nunzio voglio io tornar.
(Partono.)


Loco chiuso. In forma di sepolcreto etc. diverse statue equestri: statua del Commendatore.
SCENA XI
SCENA XIX
Luogo rimoto circondato di cipressi, dove nel mezzo si erige una cupola sostenuta da colonne con urna sepolcrale, sopra la quale statua equestre del Comendatore.
Il Duca Ottavio con carta in mano, ed un incisore.
Questo mausoleo, che ancor vivente
l'eroe Comendatore
apprestare si fece,
un mese non è ancor ch'è terminato,
545
ed oh! come ben presto
servì di tomba a lui che l'ha ordinato.
Su quella base intanto
a caratteri d'oro
sian queste note incise.
(Dà la carta allo scultore, che va a formar l'iscrizione.)
550
Tremi pur chi l'uccise,
se avvien che l'empio mai
di qua passi e le scorga.
E apprenda almen che, se occultar si puote
alla giustizia umana,
555
non sfuggirà del ciel l'ira sovrana.
(Parte.)
SCENA XX
Don Giovanni entra pel muretto ridendo, indi Leporello.
Don Giovanni e Pasquariello.
Don Giovanni
Ah ah ah, questa è buona:
or lasciala cercar. Che bella notte!
È più chiara del giorno; sembra fatta
1110
per gir a zonzo a caccia di ragazze.
È tardi?
(Guarda sull'orologio.)
Oh ancor non sono
due della notte; avrei
voglia un po' di saper come è finito
l'affar tra Leporello e Donna Elvira:
1115
s'egli ha avuto giudizio…
Leporello
Alfin vuole ch'io faccia un precipizio.
Don Giovanni
È desso. Oh Leporello!
Leporello
Chi mi chiama?
Don Giovanni
Non conosci il padron?
Leporello
Così nol conoscessi!
Don Giovanni
Come, birbo?
Leporello
1120
Ah siete voi, scusate.
Don Giovanni
Cosa è stato?
Leporello
Per cagion vostra io fui quasi accoppato.
Don Giovanni
Ebben, non era questo
un onore per te?
Leporello
Signor, vel dono.
Don Giovanni
Via via, vien qua, che belle cose
1125
ti deggio dir.
Leporello
Ma cosa fate qui?
Don Giovanni
Vien dentro e lo saprai.
Diverse istorielle
che accadute mi son da che partisti
ti dirò un'altra volta: or la più bella
1130
ti vo' solo narar.
Leporello
Donnesca al certo.
Don Giovanni
C'è dubbio? Una fanciulla
bella, giovin, galante
per la strada incontrai; le vado appresso
la prendo per la man, fuggir mi vuole,
1135
dico poche parole, ella mi piglia…
sai per chi?
Leporello
Non lo so.
Don Giovanni
Per Leporello.
Leporello
Per me?
Don Giovanni
Per te.
Leporello
Va bene.
Don Giovanni
Per la mano
essa allora me prende…
Leporello
Ancora meglio.
Don Giovanni
M'accarezza, mi abbraccia…
1140
"Caro il mio Leporello…
Leporello mio caro…" Allor m'accorsi
ch'era qualche tua bella.
Leporello
Oh maledetto!
Don Giovanni
Dell'inganno approfitto. Non so come
mi riconosce: grida, sento gente,
1145
a fuggire mi metto, e pronto pronto
per quel muretto in questo loco io monto.
Leporello
E mi dite la cosa
con tale indifferenza!
Don Giovanni
Perché no?
Leporello
Ma se fosse
1150
costei stata mia moglie!
Don Giovanni
Meglio ancora!
(Ride molto forte.)
Pasquariello
Io non so, detto sia
con vostra permissione,
(se dir me lo lasciate)
qual diavolo di uom, signor, voi siate.
Don Giovanni
560
E perché?
Pasquariello
Non parliamo
delle amorose imprese,
che già son bagatelle…
Don Giovanni
Oh! bagatelle
sicurissimamente. E che?
Pasquariello
Parliamo…
Zitto… Aspettate… Piano… Non vi basta
(Lo scultore in questo frattempo avendo formata l'iscrizione parte.)
565
che l'abbiate ammazzato,
che vi viene anche voglia
di andar vedere la sua sepoltura?
Ma questo non è un far contro natura?
Don Giovanni
Che stolido! Che sciocco!
570
Che male c'è se vengo
a veder per diporto
come sta ben di casa ora ch'è morto?
(Additando il mausoleo.)
Ecco, ecco.
Pasquariello
Oh cospetto!… Ora vedete:
tanti, ma tanti ricchi
575
per viver nobilmente
guardan perfino un soldo; e poi non guardano
di spendere a migliaia li ducati
per star con nobiltà dopo crepati.
Il Commendatore
Di rider finirai pria dell'aurora.
Don Giovanni
Chi ha parlato?
Leporello
(Con atti di paura.)
Ah qualche anima
sarà dell'altro mondo
che vi conosce a fondo.
Don Giovanni
Taci, sciocco!
(Mette mano alla spada, cerca qua e là pel sepolcreto dando diverse percosse alle statue etc.)
1155
Chi va là! Chi va là!
Il Commendatore
Ribaldo audace,
lascia a' morti la pace.
Leporello
Ve l'ho detto.
Don Giovanni
Don Giovanni
(Con indifferenza e sprezzo.)
Sarà qualcun di fuori
che si burla di noi…
Ehi, del Commendatore
1160
non è questa la statua? Leggi un poco
Bravo! Qui dici bene. Ma vediamo
quella iscrizion.
580
quell'iscrizion maiuscola.
Leporello
Scusate…
non ho imparato a leggere
a' raggi della luna…
Don Giovanni
Leggi, dico.
Leporello
(Legge.)
(Legge.)
"Dell'empio che mi trasse al passo estremo
"Di colui che mi trasse a morte ria,
1165
qui attendo la vendetta."
dal ciel qui aspetto la vendetta mia."
Udiste? Io tremo!
Don Giovanni
Oh vecchio buffonissimo!
Oh vecchio stolto! E ancor di lui più stolto
Digli che questa sera
quel che la fece incidere!
l'attendo a cena meco.
585
La vendetta dal ciel? Mi vien da ridere.
In Bertatis Libretto-Vorlage 1787 kommt Don Gioanni Aufforderung an Leporello, den Komtur zum Abendessen einzuladen, erst nachdem Leporello auf die Lebendigkeit der Staute zeigt, vor.meco l'invita questa sera a cena.
Leporello
Pasquariello
Che pazzia! Ma vi par… Oh dèi, mirate
Ah! Signor, che mai dite!
1170
che terribili occhiate egli ci dà!
Osservate… osservate che la statua
Par vivo! Par che senta!
par proprio che vi guardi
E che voglia parlar…
con due occhi di foco al naturale.
Don Giovanni
590
Ah ah ah! Che animale!
Va', va' a dire alla statua
che della sua minaccia io non m'offendo,
anzi rido. E perché veda ch'io rido
di questo a bocca piena,
595
meco l'invita questa sera a cena.
Pasquariello
Chi?
Don Giovanni
Il Comendatore.
Pasquariello
Eh, via!
Don Giovanni
Don Giovanni
Orsù, va' là,
Invitalo, dico: animo, presto.
o qui t'ammazzo e poi ti seppellisco.
Leporello
Pasquariello
Piano piano, signore, ora ubbidisco.
Ora vedete che capriccio è questo!
1175
    O statua gentilissima
    Signor Comendatore
del gran Commendator…
600
(Io rido da una parte,
Padron… mi trema il core,
dall'altra ho poi timore,
non posso terminar.
e in dubbio me ne sto.)
Don Giovanni
Don Giovanni
    Finiscila, o nel petto
E quanto ancora aspetti?
1180
ti metto questo acciar.
Che gusto, che spassetto!
lo voglio far tremar.
Leporello
Che impiccio, che capriccio!
io sentomi gelar.
Leporello
1185
    O statua gentilissima,
benché di marmo siate…
(A Don Giovanni.)
Ah padron mio, mirate
che seguita a guardar.
Don Giovanni
    Mori…
Leporello
Pasquariello
No no, attendete…
Adesso lo farò.
1190
Signor, il padron mio…
605
    A cena questa sera
badate ben, non io,
vorria con voi cenar.
v'invita il mio padrone,
se avete permissione
di movervi di qui.
(La statua china la testa replicatamente.)
    Ah ah!
    Ahi, ahi, ahi, ahi!
Don Giovanni
Don Giovanni
Che scena è questa?
Cos'hai?
Leporello
Pasquariello
Oh ciel, chinò la testa!
610
La testa sua è movibile,
e fecemi così.
Don Giovanni
Don Giovanni
1195
Va' là, che se' un buffone…
    Va' via, che tu sei matto.
Leporello
Pasquariello
Guardate ancor, padrone.
Così, così mi ha fatto.
Don Giovanni
No.
Pasquariello
Sì.
Don Giovanni
No.
Pasquariello
Sì.
Don Giovanni
No.
Pasquariello
Sì.
Don Giovanni
E che deggio guardar?
Don Giovanni, Leporello
Don Giovanni, Pasquariello
    Colla marmorea testa
615
    Che ostinazion frenetica!
ei fa così, così.
Che capo è mai quel lì!
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 kommt Pasquariellos Verweis auf die Kopfbewegung der Statue ("così") mehrmals wiederholt, bevor Don Gioanni die Staute zum Abendessen einlädt.e fecemi così.Così, così mi ha fatto.
Don Giovanni
Don Giovanni
    Aspetta, o stolido, che per convincerti
1200
Parlate, se potete:
io colla statua favellerò.
verrete a cena?
V'invito a cena, Comendatore,
620
se ci venite mi fate onore.
Ci venirete?
Il Commendatore
La statua
Sì.
Ci venirò.
Leporello
Pasquariello
    Mover mi posso appena…
mi manca, oh dèi, la lena!
Per carità… partiamo…
    Ah! mio signore, per carità.
1205
andiamo via di qui.
Andiamo subito lontan di qua.
Per me certissimo più non ci sto.
Don Giovanni
Don Giovanni
    Bizzarra è inver la scena…
625
    Un'illusione quest'è di già.
verrà il buon vecchio a cena…
Non posso crederla mai verità.
Di te il più stolido trovar non so.
A prepararla andiamo…
partiamo via di qui.
(Partono.)
(Parte.)


Camera tetra.
SCENA XII
Donn'Anna, Don Ottavio.
Don Ottavio
1210
Calmatevi, idol mio: di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi;
vendicati sarem.
Donn'Anna
Ma il padre, oddio!
Don Ottavio
Convien chinare il ciglio
ai voleri del ciel: respira, o cara!
1215
Di tua perdita amara
fia domani un compenso
questo cor, questa mano…
che il mio tenero amor…
Donn'Anna
Oh dèi! Che dite
in sì tristi momenti…
Don Ottavio
E che? Vorresti
1220
con indugi novelli
accrescer le mie pene?
Crudele!
Donn'Anna
Ah no, mio bene!
Troppo mi spiace
allontanarti un ben che lungamente
1225
la nostra alma desia… ma il mondo… oddio…
Non sedur la costanza
del sensibil mio core!
Abbastanza per te mi parla amore.
    Non mi dir, bell'idol mio,
1230
che son io crudel con te;
tu ben sai quant'io t'amai,
tu conosci la mia fé.
    Calma, calma il tuo tormento,
se di duol non vuoi ch'io mora;
1235
forse un giorno il cielo ancora
sentirà pietà di me.
(Parte.)
Don Ottavio
Ah si segua il suo passo: io vo' con lei
dividere i martiri;
saran meco men gravi i suoi sospiri.
(Parte.)


Sala, una mensa preparata per mangiare.


Camera di Don Giovanni.
SCENA XXI
Lanterna che apparecchia la tavola, poi Donna Elvira.
Lanterna
È la gran vita quella di servire
a un padron come il mio! Qui non si trova
630
mai ora destinata
né al dormir né al mangiare.
E quello che fa lui bisogna fare.
Guai a chi fa al contrario!
Quello ch'è peggio, non vien mai il salario.
635
Qualche mancia così per estro pazzo;
ma assai più del denaro è lo strapazzo.
(Si sente a battere.)
Picchiano… E chi mai diavolo vuol essere?
Vediamo.
(Va ad aprire e nel vedere Donna Elvira resta sorpreso.)
Oh poffar Bacco!
Illustrissima? Voi?
Donna Elvira
La tua sorpresa
640
non è senza ragione.
Avverti ch'io qui sono il tuo padrone.
Lanterna
Non è ancora arrivato,
vel giuro in verità… Ma zitto… Io credo
che giusto adesso arrivi… È lui sicuro
645
ed in cucina io me ne vado tosto,
perché si appronti subito l'arrosto.
(Parte.)
SCENA XIII
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 ist die Reihenfolge der Scena mit Don Giovannis Abendessen (SCENA XXIII = Da Pontes II/13) und der Scena mit Donna Elviras Eintritt (SCENA XXII = Da Pontes II/14) umgekehrt.SCENA XXIII
Finale
Don Giovanni, Leporello, alcuni suonatori.
Don Giovanni, Pasquariello e Lanterna.
Don Giovanni
Don Giovanni
(Va a sedere alla tavola.)
1240
    Già la mensa è preparata,
voi suonate, amici cari:
già che spendo i miei danari,
io mi voglio divertir.
Leporello, presto, in tavola!
Presto, presto, alla cena.
Leporello
Pasquariello
1245
Son prontissimo a ubbidir.
Sì signor, sì signore.
(I servi portano in tavola mentre Leporello vuol uscire.)
(Lanterna porge le pietanze a Pasquariello e questo le mette in tavola.)
(I suonatori cominciano a suonare, e Don Giovanni mangia.)
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 kommt der Verweis auf das Tefelkonzert erst später als in Da Pontes Libretto vor.(Segue concerto di stromenti. Don Giovanni e Pasquariello mangiano. Lanterna a misura che Pasquariello gira la testa subito gli cambia il piatto.)
Don Giovanni
    Che ti par del bel concerto?
Leporello
È conforme al vostro merto.
Don Giovanni
Ah che piatto saporito!
Leporello
(A parte.)
Ah che barbaro appetito!
Leporello
1250
Che bocconi da gigante,
mi par proprio di svenir.
Don Giovanni
(A parte.)
Nel veder i miei bocconi
gli par proprio di svenir.
Don Giovanni
    Piatto!
Leporello
Servo.
Don Giovanni
Don Giovanni
Versa il vino.
Da bere.
(Leporello versa il vino nel bicchiere.)
(Viene servito.)
1255
Eccellente marzimino!
Leporello
(Cangia il piatto a Don Giovanni e mangia in fretta etc.)
(Nel mettere un piatto sulla tavola si prende una polpetta e la mette in bocca.)
(Questo pezzo di fagiano
piano piano vo' inghiottir.)
Don Giovanni
(Sta mangiando, quel marrano;
fingerò di non capir.)
Don Giovanni
Don Giovanni
(Lo chiama senza guardarlo.)
1260
    Leporello.
Che cos'hai? Tu mi sembra
ch'abbi una guancia gonfia.
Da quando in qua? Cos'hai?
Leporello
Pasquariello
(Risponde colla bocca piena.)
Padron mio…
Niente, signore.
Don Giovanni
Don Giovanni
Ti è venuto un tumor? Lascia ch'io senta.
(Si alza e gli tocca la guancia. Prende il coltello. Pasquariello sputa la polpetta.)
È un tumoreIn Da Pontes Libretto "flussione". sicuro;
e tagliarlo convien perch'è maturo.
Parla schietto, mascalzone!
Ah! Briccone che sei!
Leporello
Non mi lascia una flussione
le parole proferir.
Don Giovanni
    Mentre io mangio, fischia un poco.
Leporello
1265
Non so far…
Don Giovanni
(Lo guarda e s'accorge che sta mangiando.)
Cos'è?
Leporello
Pasquariello
Scusate.
In verità, signore,
Sì eccellente è il vostro cuoco,
ch'io soltanto volea sentir un poco
che lo volli anch'io provar.
se troppo sal ci aveva posto il cuoco.
Don Giovanni
Don Giovanni
Sì eccellente è il cuoco mio,
Bene, bene. Ora via: vedo, meschino,
che lo volle anch'ei provar.
che tu hai molta fame; e dopo cena
io bisogno ho di te. Siedi pertanto,
e meco mangia qui.
SCENA XIV
SCENA XXII
I suddetti, Donna Elvirach'entra disperatamente.
Don Giovanni e Donna Elvira. Pasquariello in disparte.
Don Giovanni
Voi, Donna Elvira, qui! Brava! La vostra
è una sorpresa amena.
Meco così restar potrete a cena.
Donna Elvira
Donna Elvira
1270
    L'ultima prova
dell'amor mio
ancor vogl'io
fare con te.
    Più non rammento
650
No, Don Giovanni. In me vedete adesso
1275
gli inganni tuoi,
un'altra Donna Elvira,
pietade io sento…
dalla prima diversa. Io già non vengo
né più a rimproverarvi,
Don Giovanni, Leporello
(Don Giovanni sorge.)
Cos'è, cos'è?
Donna Elvira
(S'inginocchia.)
    Da te non chiede
né più a cercar da voi l'adempimento
quest'alma oppressa
655
del vostro giuramento,
1280
della sua fede
ma l'interesse vostro, il vostro bene
qualche mercé.
solo mi guida a voi, che ho tanto amato;
e tutto obblio quel ch'è fra noi passato.
Pasquariello
(Povera donna!)
Don Giovanni
Don Giovanni
    Mi maraviglio!
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 drückt Don Giovanni seine Überraschung für Donna Elviras Erscheinen gleich am Anfang der Szene aus.è una sorpresa amena.
Cosa volete?
Dite.
(S'inginocchia davanti Donna Elvira.)
Se non sorgete,
1285
non resto in piè!
Dopo alcun tratto sorgon ambidue.)
Donna Elvira
Donna Elvira
    Ah non deridere
A me dei vostri
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 merkt Donna Elvira erst am Ende der Szene, dass Don Giovanni sich über sie lustig macht.di me vi ridete:
gli affani miei!
660
pervertiti costumi
tutto è noto il complesso. Ah! che perfino
da ognun voi l'uccisore
siete creduto del Comendatore.
L'error de' vostri falli
665
scosse il mio core; e del mio error pentita
in un ritiro io vo a passar la vita.
Ma un estremo dolore
nel mio ritiro ancora io sentirei
se voi, che tanto amai,
670
diveniste, assai presto,
un esempio funesto
di quell'alta giustizia e di quell'ira
che sovra di sé ogn'empio alfin s'attira.
Leporello
Pasquariello
(Quasi da piangere
(Povera donna!)
mi fa costei.)
Don Giovanni
Don Giovanni
(Sempre con affettata tenerezza.)
1290
Io te deridere?
Cielo! perché?
    Che vuoi, mio bene?
Avanti.
Donna Elvira
Donna Elvira
Ah! in ricompensa
675
di tanto amor ch'ebbi per voi, non chiedo
che il vostro pentimento.
Non per me, ma per voi. Sì, vi scongiuro
colle lagrime agli occhi,
per quell'amor che per me aveste un giorno,
680
per quel ch'è più capace
di toccare il cor vostro,
che richiamando la virtù smarrita
Che vita cangi.
pensar vogliate ad emendar la vita.
Pasquariello
(Povera donna!)
Don Giovanni
Don Giovanni
Brava!
Proseguite.
Donna Elvira, Leporello
Donna Elvira
Cor perfido!
Ho detto
685
quello ch'io dir voleva.
Don Giovanni
Don Giovanni
1295
Lascia ch'io mangi;
Ebben, fa tardi,
o cara Donna Elvira;
(Torna a sedere, a mangiare etc.)
e se ti piace,
e perciò anch'io
vi prego, vi scongiuro,
per quell'amor che per me aveste un giorno,
e per quel che il cor vostro
690
più movere potria,
mangia con me.
di alloggiar questa notte in casa mia.
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 lädt Don Giovanni Donna Elvira gleich zu Beginn der Szene zum Abendessen ein.Meco così restar potrete a cena.
Donna Elvira
Donna Elvira
No, Don Giovanni, no. La mia carrozza
mi attende. Io vado. E se voi stesso amate,
a voi soltanto, e non più a me, pensate.
695
    Sposa più a voi non sono,
spento è già in me l'ardore:
placido sento il core,
l'alma tranquilla ho in me.
    Ben v'amerò lontana,
700
se alla virtù tornate.
    Restati, barbaro,
Io parto. Addio. Restate,
nel lezzo immondo,
fermo tenete il piè…
(A Don Giovanni che con caricatura vorebbe accompagnarla.)
    Ah! vedo che, misero,
di me vi ridete:
1300
esempio orribile
705
di tigre le viscere
d'iniquità!
già vedo che avete.
Ma forse che il fulmine
lontano non è.
Leporello
    Se non si muove
al suo dolore,
di sasso ha il core
1305
o cor non ha.
(Parte.)
SCENA XXIII
Don Giovanni, Pasquariello e Lanterna.
Don Giovanni
Lo sai tu, Pasquariello,
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che la sua voce languida
e quegli occhi piangenti
m'aveano quasi quasi in sen svegliato
un resto ancora dell'estinto affetto?
Pasquariello
Ma però tutto al vento è quel che ha detto.
Don Giovanni
(Va a sedere alla tavola.)
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Presto, presto, alla cena.
Pasquariello
Sì signor, sì signore.
Don Giovanni
Per altro, Pasquariello,
pensar bisogna ad emendarsi.
Pasquariello
Oh! questo
è quel che anch'io diceva.
Don Giovanni
In fede mia
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che bisogna pensarci. Altri trent' anni
di bella vita, e poi
sicuramente penseremo a noi.
(Lanterna porge le pietanze a Pasquariello e questo le mette in tavola.)
Pasquariello
Tutto sta, signor mio,
che il conto non falliate…
Don Giovanni
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Eh? Che vorresti dir?
Pasquariello
Niente. Cenate.
(Nel mettere un piatto sulla tavola si prende una polpetta e la mette in bocca.)
Don Giovanni
Che cos'hai? Tu mi sembra
ch'abbi una guancia gonfia.
Da quando in qua? Cos'hai?
Pasquariello
Niente, signore.
Don Giovanni
Ti è venuto un tumor? Lascia ch'io senta.
(Si alza e gli tocca la guancia. Prende il coltello. Pasquariello sputa la polpetta.)
730
È un tumore sicuro;
e tagliarlo convien perch'è maturo.
Ah! Briccone che sei!
Pasquariello
In verità, signore,
ch'io soltanto volea sentir un poco
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se troppo sal ci aveva posto il cuoco.
Don Giovanni
Bene, bene. Ora via: vedo, meschino,
che tu hai molta fame; e dopo cena
io bisogno ho di te. Siedi pertanto,
e meco mangia qui.
Pasquariello
Dite davvero?
Don Giovanni
740
Siedi e mangia.
Pasquariello
(Siede alla tavola.)
Ubbidisco al dolce impero.
Ehi, Lanterna? Posata e tovagliolo.
Lanterna
(Gode il favor sovrano
solo costui perché gli fa il mezzano.)
Don Giovanni
745
Olà! Finché si mangia
voglio che il mio concerto di stromenti
sentir si faccia.
Pasquariello
Bravo! Ottimamente!
Mangieremo così più allegramente.
(Segue concerto di stromenti. Don Giovanni e Pasquariello mangiano. Lanterna a misura che Pasquariello gira la testa subito gli cambia il piatto.)
Pasquariello
Ma potere del mondo!
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Sei troppo attento per cambiar di tondo!
Guarda, Lanterna mio, che nel mostaccio
questo piatto tal quale or or ti caccio.
Don Giovanni
Da bere.
(Viene servito.)
Pasquariello
Animo, presto,
da bere ancora a me.
(Un servitore gli presenta un bicchiere. Pasquariello vuol bere e Don Giovanni lo trattiene.)
Don Giovanni
Fermati, piano.
Pasquariello
755
Cosa c'è?
Don Giovanni
Pria di bere
un brindisi hai da fare.
Pasquariello
Ora vengo… Aspettate… L'ho trovato…
"Alla salute del mio signor nonno."
Don Giovanni
Oibò, oibò.
Pasquariello
Ma dunque
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a chi farlo conviene?
Don Giovanni
L'hai da far… L'hai da far… Sentimi bene.
    Far devi un brindisi alla città
che noi, viaggiando di qua e di là,
abbiamo trovato ch'è la miglior.
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    Dove le femmine, tutte graziose,
son le più belle, le più vezzose,
le più adorabili del sesso lor.
Pasquariello
    Questo vostr'estro non disapprovo.
Senza pensarci di già la trovo;
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e ci scommetto che già la so.
    Quest'è in Italia.
Don Giovanni
Dici benissimo.
Pasquariello
Questa è Venezia.
Don Giovanni
Bravo bravissimo!
Tu già l'hai detta.
Pasquariello
Oh benedetta!
Pasquariello
Io farò il brindisi come potrò.
Don Giovanni
775
Via, su, fa il brindisi, ch'io sentirò.
Lanterna
Io "viva" al brindisi risponderò.
Pasquariello
    Faccio un brindisi di gusto
a Venezia singolar.
Nei signori il cor d'Augusto
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si va proprio a ritrovar.
    V'è nell'ordine civile
quel che v'ha di più gentile,
e nel ceto anche inferiore
v'è buon core e il buon trattar.
(Suonano gli stromenti da fiato; Pasquariello vuoi bere e Don Giovanni lo trattiene.)
Don Giovanni
785
    Piano, piano.
Pasquariello
Cos'è stato?
Don Giovanni
Tu ti scordi del bel sesso.
Pria di ber anche allo stesso
devi il brindisi indrizzar.
Pasquariello
    Sì signore.
(Beve tutto il vino.)
Don Giovanni
Cosa fai?
Don Giovanni
Pasquariello
790
Rifondete adesso il vino:
mascolino e femminino
non vo' insieme mescolar.
(Vien riempito di nuovo il bicchier di Pasquariello.)
    Vivan le femmine,
    Alle donne veneziane
viva il buon vino,
questo brindisi or presento,
sostegno, gloria
795
che son piene di talento,
d'umanità!
di bellezza e d'onestà.
    Son tanto leggiadre
con quei zendaletti,
che solo a guardarle
800
vi movon gli affetti.
    Se poi le trattate,
il cor ci lasciate:
non han che dolcezza,
che grazia e bontà.
(Suonano li strumenti. Pasquariello beve.)
(In questo si sente a battere replicatamente alla porta.)
Lanterna
805
    Signor… Signor, sentite.
Don Giovanni
A un'ora sì importuna.
non ha creanza alcuna
chi a batter vien così.
Lanterna
    Sentite nuovamente.
Don Giovanni
810
Va' a dire all'insolente
che adesso non ricevo,
che torni al nuovo dì.
(Lanterna parte, poi torna spaventato correndo e casca in terra.)
Pasquariello
    Ma se per accidente
mai fosse qualche bella?
Don Giovanni, Pasquariello
815
Si cangieria favella
e si faria star qui.
Donna Elvira
Lanterna
(Sorte, poi rientra mettendo un grido orribile e fugge dall'altra parte.)
1310
    Ah!
    Ahimè! Ahimè!
Don Giovanni, Leporello
Don Giovanni
Che grido è questo mai!
Cos'hai?
Lanterna
Ahimè!
Don Giovanni
Pasquariello
Va' a veder che cosa è stato.
Ma cosa è stato?
Leporello
(Sorte e prima di tornare mette un grido ancor più forte.)
Ah!
Don Giovanni
Don Giovanni
Che grido indiavolato!
Costui è spiritato:
Leporello, che cos'è?
820
va tu a veder cos'è.
(Pasquariello parte, poi subito ritorna spaventato ancor esso.)
(A Lanterna.)
    Via, parla, su, animale,
che cosa hai tu veduto?
Leporello
Pasquariello
(Entra spaventato e chiude l'uscio.)
    Ah signor… per carità!…
Ahimè! ch'è qui quel tale…
1315
Non andate fuor di qua!…
L'uom di sasso… l'uomo bianco…
Quel tale si è venuto…
Ah padrone!… io gelo… io manco…
825
Cioè quello… Ahimè, che spasimo!
Se vedeste che figura!…
Oh poveretto me!…
Se sentiste come fa!
1320
Ta ta ta ta ta ta ta.
Don Giovanni
Non capisco niente affatto:
tu sei matto in verità!
(Battono alla porta.)
In Bertatis Libretto-Vorlage Venedig 1787 kommt das Klopfen des Komturs an der Tür bereits unmittelbar nach dem Brindisi auf die Frauen vor.(In questo si sente a battere replicatamente alla porta.)
Leporello
Lanterna
    Ah sentite!
    Signor… Signor, sentite.
Don Giovanni
Don Giovanni
A un'ora sì importuna.
non ha creanza alcuna
Qualcun batte.
chi a batter vien così.
Apri…
Leporello
Lanterna
Io tremo…
    Sentite nuovamente.
Don Giovanni
Apri, ti dico.
Leporello
1325
Ah…
Don Giovanni
Per togliermi d'intrico
ad aprir io stesso andrò.
(Don Giovanni prende il lume e va per affacciarsi alla porta; in questo il Comendatore: Pasquariello si caccia sotto la tavola.)
Leporello
(S'asconde sotto la tavola.)
Non vo' più veder l'amico,
pian pianin m'asconderò.
(Don Giovanni piglia il lume e va ad aprire etc.)
SCENA XV
SCENA XXIV
I suddetti, Il Commendatore.
Il Comendatore e detti.
Il Commendatore
    Don Giovanni, a cenar teco
1330
m'invitasti, e son venuto.
Don Giovanni
Don Giovanni
Non l'avrei giammai creduto,
Siedi Comendator. Mai fin ad ora
credere non potei che dal profondo
tornasser l'ombre ad apparir nel mondo.
ma farò quel che potrò!
830
Se creduto l'avessi,
    Leporello! un'altra cena
troveresti altra cena.
fa' che subito si porti.
Pure, se di mangiar voglia ti senti,
mangia; che quel che c'è t'offro di core;
e teco mangierò senza timore.
Leporello
(Mezzo fuori col capo dalla mensa.)
1335
Ah padron! siam tutti morti!
Don Giovanni
Vanne, dico…
(Leporello con molti atti di paura esce e va per partire.)
Il Commendatore
Commendatore
Ferma un po'.