Kritische Edition des vertonten Textes (Partiturtext)   Kritische Edition des Librettos (Libretto)  
ATTO PRIMO
ATTO PRIMO
Anticamera nobile che introduce l'appartamenti.
Anticamera nobile che introduce l'appartamenti.
SCENA PRIMA
SCENA PRIMA
Bocconio in atto d'alzarsi dalla toelette, camerieri che finiscono di vestirlo. Bettina e Don Asdrubale seduti a tavolino giocando alle carte, e Pulcherio in piedi.
Bocconio in atto d'alzarsi dalla toelette, camerieri che finiscono di vestirlo. Bettina e Don Asdrubale seduti a tavolino giocando alle carte, e Pulcherio in piedi.
N° 1 Quartetto
PulcherioIm autographen Partitur-Entwurf hat Mozart in Takt 8 (16 Takte vor Pulcherios Auftritt mit dem Vers „Ah ah ah ah – oh che ridere! Voi siete sposo?“ in Takt 24) oberhalb der Akkolade folgende Szenenanweisung notiert: „S’apre il teatro.“
Pulcherio
    Ah ah ah ah – oh che ridere! Voi siete sposo?Varianten in den Textwiederholungen:
Oh che ridere! Voi siete sposo?
Ah che ridere! Voi siete sposo?
    Ah ah, che ridere! Voi siete sposo?
Bocconio
Bocconio
Che c'è da ridere! Quale stupor?
Che c'è da ridere, quale stupor?
5
Le frezze amabili del dio bendato
5
Le frezze amabili del dio bendato
m'hanno ferito, piagato il cor.
m'hanno ferito, piagato il cor.
Pulcherio
Pulcherio
    Povera giovane! Scusate, amico:
    Povera giovane! Scusate, amico:
un sposo antico ritroverà.Variante in den Textwiederholungen:
un sposo antico!
un sposo antico ritroverà.
Bocconio
Bocconio
(Con ironia.)
(Ironicamente e alquanto alterato.)
Seguiti, seguiti, ch'è verità.
Seguiti, seguiti, ch'è verità.
Don Asdrubale, Bettina
Don Asdrubale, Bettina
(Guardando Bocconio.)
(Guardando Bocconio.)
10
Cervel più stolido, no, non si dà.Variante in den Textwiederholungen:
Cervel più stolido non si dà.
10
Cervel più stolido, no, non si dà.
Pulcherio
Pulcherio
(Ridendo.)
(Ridendo.)
Povera giovane! mi fa pietà.Variante in den Textwiederholungen:
Povera giovane! mi fa pietà, ah ah ah ah ah ah ah ah.
Povera giovane! mi fa pietà.
Bocconio
Bocconio
(A Pulcherio.)
(A Pulcherio.)
    Ma lei mi secca: che cosa vuole?
    Ma lei mi secca: che cosa vuole?
Lei spreghi altrove le sue parole:
Lei spreghi altrove le sue parole:
con più chiarezza s'ha da parlar.
con più chiarezza s'ha da parlar.
Pulcherio
Pulcherio
(Osservando, ridendo sopra la toelette.)
(Osservando sopra la toelette e ridendo.)
15
    Bell'orologio! bello, bellissimo!
15
    Bell'orologio! bello, bellissimo!
E quest'anello è pur ricchissimo:
E quest'anello pur è ricchissimo:
sarà di Francia, così mi par.
sarà di Francia, così mi par.
Bocconio
Bocconio
    O Francia o Tunisi, lo lasci stare.
    O Francia o Tunisi, lo lasci stare.
(Costui qua venne per criticare,
(Costui qua venne per criticare,
20
e già la bile saltar mi fa.)
20
e già la bile saltar mi fa.)
(Avvisato d'un servo.)
(Viene un servo e dà avviso ch'arriva la sposa.)
Pulcherio
Pulcherio
    Signor, correte subito:
    Signor, correte subito:
la sposa arriva già.
la sposa arriva già.
Bocconio
Bocconio
Finitela, sbrigatevi:
Finitela, sbrigatevi:
i miei brillanti qua.
i miei brillanti qua.
(I camerieri gli recano confusamente le cose che richiede.)
(I camerieri gli recano confusamente le cose che richiede.)
Don Asdrubale
Don Asdrubale
25
    Signor, io parlo chiaro:
25
    Amico, io parlo chiaro:
se più civil non siete,
se più civil non siete,
la sposa annoiarete,
la sposa annoiarete,
disordin vi sarà.
disordin vi sarà.
Bocconio
Bocconio
    Andate tutti al diavolo!
    Andate tutti al diavolo!
30
Presto, la spada qua.
30
Presto, la spada qua.
Bettina
Bettina
    Se or ora non mi date
    Se or ora non mi date
lo sposo a genio mio,
lo sposo a genio mio,
gran chiasso, signor zio,
gran chiasso, signor zio,
la sposa troverà.
la sposa troverà.
Bocconio
Bocconio
35
    Nipote! Ni-Ni-Nipote! Nipote del demonio…
35
    Nipote del demonio…
Presto, il cappello qua.
Presto, il cappello qua.
Pulcherio
Pulcherio
    Se voi non la finite,
    Se voi non la finite,
se voi non vi sbrigate,
se voi non vi sbrigate,
se incontro non le andate,
se incontro non le andate,
40
la sposa griderà.
40
la sposa griderà.
Bocconio
Bocconio
    Che seccature orribili!
    Che seccature orribili!
Uomini incivilissimi…
Uomini incivilissimi…
Servi maledettissimi…
Servi maledettissimi…
Presto, la spada qua.
Presto, la spada qua.
Don Asdrubale, Bettina, Pulcherio
Don Asdrubale, Bettina, Pulcherio
45
    Cervel più stolido,
45
    Cervel più stolido,
no, non si dà.
no, non si dà.
(Partono tutti fuor che Bocconio e Don Asdrubale.)
(Partono tutti fuor che Bocconio e Don Asdrubale.)
SCENA II
Bocconio e Don Asdrubale.
Bocconio
(Specchiandosi.)
Io sposo antico? È falso, è una menzogna:
sembro proprio un Adone, e in questo specchio
vedo, vedo ben io che non son vecchio.
Don Asdrubale
50
Perché non dar marito
alla vostra nipote? Ella non soffre
di star con altra donna.
Bocconio
Eh siete un pazzo.
(Chiamando forte.)
Servi… incontro alla sposa.
Don Asdrubale
Io pazzo? A me,
che l'ingiurie non soffro, un tal affronto?
55
Presto la spada: a noi; rendete conto.
Bocconio
(Con timore.)
Ma vien la sposa…
Don Asdrubale
Ebben, sospendo il colpo,
ma saprò vendicarmi.
Bocconio
E vi par tempo
di sbudellarsi?
Don Asdrubale
Anima vile.
Bocconio
È vero,
Don Asdrubale mio: la sposa, amore
60
m'hanno un poco stordito.
Ho il sangue in moto…
Don Asdrubale
Vecchio scimunito.
(Parte.)
Bocconio
Se non fosse ch'adesso… Ah stiamo quieti…
(Specchiandosi di nuovo.)
Ricomponiamo il volto… che la sposa
non mi trovi adirato… Sì, sto bene.
65
Servi… canaglia… andiamo… Ah che già viene.
SCENA III
SCENA III
Eugenia accompagnata da Gervasio suo tutore e da di lei servi.
N° 2 Aria
Eugenia
Eugenia
    Nacqui all'aura trionfale
    Nacqui all'aura trionfale
del romano Campidoglio;
del romano Campidoglio;
e non trovo per le scale
e non trovo per le scale
50
chi mi venga ad incontrar?
chi mi venga ad incontrar?
    Ah! – Ah! son qual furia delirante,Variante in den Textwiederholungen:
Son qual furia delirante,
70
    Son qual furia delirante,
questa ingiuria io non sopportoVariante in den Textwiederholungen:
quest'ingiurie non sopporto
queste ingiurie non sopporto
e al Tarpeo vuo' in quest'istante
e al Tarpeo vuo' in quest'istante
per le poste ritornar.
per le poste ritornar.
Bocconio
(Accostandosi bel bello e facendo continue riverenze ad Eugenia e Gervasio.)
(È rabbiosa, ma è bella;
75
vediamo a poco a poco…)
Eugenia
Ov'è il padrone
di questa casa? Come!
Giunge una sposa, e non si degna alcuno
di venirla a incontrar? Signor tutore,
io l'ho con voi: sì sì, per voi… cospetto!
80
mi son sacrificata.
Gervasio
Colle buone, signora:
vedete pria lo sposo,
e dopo mi direte
che v'ho sacrificata.
Eugenia
(A Bocconio.)
Ma voi chi siete?
85
Dov'è lo sposo? Presto, rispondete.
Bocconio
Sappia la mia signora… (È bella, è bella,
ma è fieretta e tiranna.)
Sappia ch'io sono…
Eugenia
(Con dispetto.)
Chi! Forse lo sposo?
Gervasio
(Ad Eugenia in disparte.)
Abbiate più prudenza.
(A Bocconio.)
90
Ebben, via, palesatevi.
Bocconio
Oh non signora. (Ohimè!
Brutto principio.)
Eugenia
È vago, è giovinetto
questo signor Bocconio,
95
cui vuol il fato che la destra io dia?
Bocconio
(Pavoneggiandosi.)
Dirò, signora mia,
né giovane né vecchio;
è piuttosto bellino: si figuri,
di questo taglio…
Gervasio
(Oh sciocco!
100
Vuol del tutto l'affar precipitare.)
Eugenia
Presto, signor tutore,
senz'altro ricercar andiamo, andiamo;
voi m'avete tradita.
Gervasio
Tu sei una capricciosa.
Bocconio
105
Ma senta, in grazia… (Ah che bellezza ardita!)
Eugenia
Voi chi siete? Sbrigatevi:
siete qualche buffone,
siete il pazzo di casa?
Bocconio
(I complimenti
son gentili davvero.)
Eugenia
(Ah perché mai
110
morì in battaglia ucciso
Don Asdrubale mio!)
SCENA IV
SCENA IV
Pulcherio e detti.
Pulcherio
Signora, io vengo
ad umiliarle i miei rispetti.
Eugenia
(A Bocconio.)
È questi
lo sposo?
Bocconio
Non mi pare.
Pulcherio
Come!
Bocconio
(Piano a Pulcherio.)
(Quieto,
per carità.)
Pulcherio
Signora,
115
io rispetto le donne, non le sposo.
Amo la libertà; questi è il marito
ch'a lei fu destinato.
Bocconio
S'inganna.
Resti pur persuasa
ch'io son il pazzo ed il buffon di casa.
Eugenia
120
Ed io, che nata sono
cittadina romana,
ho da sposar costui? No, non sia mai!
(Al tutore.)
Presto, partiamo…
Gervasio
Ma dov'è la creanza?
Bocconio
(Piano a Pulcherio.)
Amico, hai fatto assai.
Pulcherio
125
Allegramente, amico. Io tutta l'arte
non so d'amor, ma credo che umiliandosi,
piangendo, sospirando… Via, signora,
guardatelo anche voi…
(A Bocconio.)
Quanto è bellina!
Che ne dite? Vi piace? Ah son pur vaghi
130
que' due lucenti rai…
(Sposala pur, che te n'accorgerai.)
N° 3 Aria
Pulcherio
(A Bocconio, accennandogli Eugenia.)
(A Bocconio, accennandogli Eugenia.)
55
    Dove mai trovar quel ciglio?Variante in den Textwiederholungen:
Dove mai trovar quel ciglio!
    Dove mai trovar quel ciglio?
Dove un labro così bello!
Dov'un labro così bello!
Ah che un viso come quelloVariante in den Textwiederholungen:
Ah! che un viso come quello
Ah ch'un viso come quello
sulla terra non si dà.
135
sulla terra non si dà.
(Ad Eugenia.)
(Ad Eugenia.)
    Che sposino, che visino!
    Che sposino, che visino!
60
Che bel taglio di marito!
Che bel taglio di marito!
È il modello degli amanti,
È il modello degl'amanti,
è l'Adon di quest'età.
è l'Adon di quest'età.
    Di veder già mi figuro
140
    Di veder già mi figuro
nei teatri e ne' festini
ne' teatri e ne' festini
65
petitmetri e parigini
petitmetri e parigini
far saluti spasimati,
far saluti spasimati,
baciamani caricati
baciamani caricati
e far plauso tutti quanti
145
e far plauso tutti quanti
a sì amabile beltà.
a sì amabile beltà.
70
    (Che litigi, che gran pianti
    (Che litigi, che gran pianti
io fra lor prevedo già.)
io fra lor prevedo già.)
(Parte.)Die Angabe zum Abgang von Pulcherio ist in den Quellen an unterschiedlichen Stellen positioniert: Während sie in Mozarts autographem Partitur-Entwurft und in der Libretto-Vorlage Le donne rivali vor der letzten Quartine der Arie gesetzt wird, erscheint sie im handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso erst am Ende der Arie. Entsprechend der Quellen ist die Szenenanweisung in den edierten Texten der drei Fassungen an unterschiedlichen Stellen gesetzt worden.
(Prima d'entrare dice da sé:)
(Prima d'entrar dentro.)
    (Quello sbuffa, questa tace,
    (Quello sbuffa, questa tace,
questo smania, quella freme,
150
questo smania, quella freme,
ed intanto io godo in pace
ed intanto io godo in pace
75
la mia cara libertà.)
la mia cara libertà.)
(Parte.)Die Angabe zum Abgang von Pulcherio ist in den Quellen an unterschiedlichen Stellen positioniert: Während sie in Mozarts autographem Partitur-Entwurft und in der Libretto-Vorlage Le donne rivali vor der letzten Quartine der Arie gesetzt wird, erscheint sie im handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso erst am Ende der Arie. Entsprechend der Quellen ist die Szenenanweisung in den edierten Texten der drei Fassungen an unterschiedlichen Stellen gesetzt worden.
SCENA V
Bocconio, Eugenia, Gervasio.
Bocconio
(Non si è portato male
l'amico.)
Gervasio
(Piano ad Eugenia.)
Vuo' che con lui più placida
155
ti mostri.
Eugenia
(Piano al tutore.)
Ebben, giacché così volete,
più placida con lui mi mostrerò;
ma che gli dia la destra, oh questo no.
Gervasio
(Con superiorità.)
Si ricordi, o signora,
che come suo tutore
160
posso ognor comandarle;
ch'è fissato il contratto
(Accennando Bocconio.)
e che questi esser dev'il di lei sposo:
uomo splendido, sano e facoltoso.
Bocconio
(Parliamo con linguaggio
165
roman capitolino.) Alma Giunone,
onor del Teverone!…
Eugenia
Grazie. (Che bestia!)
Bocconio
Ma mi osservi un poco,
che in me, non fo per dire,
vedrà un Monte Tarpeo.
Eugenia
Grazie. (E il mio caro
170
Don Asdrubale è morto!)
Bocconio
Per voi spasimo:
sì, vi stimo, carina,
più di Romolo e Remo.
Eugenia
Grazie.
Bocconio
Non tante grazie;
un poco di giustizia.
Eugenia
Volontieri;
175
ma pria voglio un favor.
Bocconio
Che non farei,
o mia cara, per lei! Vuol ch'io men vada
vestito di lustrino
ai dieci di gennaro? e a mezzo luglio
incappottato stia con tutta pace
180
a far vetri e bicchieri alla fornace?
Eugenia
Oibò, sarebbe troppo;
vuo' che più non diciate una parola.
Bocconio
Ah vorrei dirne almen un'altra sola.
    A voi, sposina affabile,
185
onor dei sette colli,
prima che il sol tracolli
la destra io voglio dar.
    E spero che Pasquino,
Marforio e Babbuino,
190
Luigi della Toga,
e la matron Lucrezia,
non lo crediate inezia,
m'avran da ringraziar.
(S'accosta, ma Eugenia lo guarda con fierezza.)
    Che sguardo senatorio!
195
Che bello sguardo eroico!
Ma sono stillettate,
sposina, quell'occhiate;
si seccarebbe il Tevere
degl'occhi al fiammeggiar.
(Vedendo ch'Eugenia ride, prende coraggio.)
200
    Ah cara, al vostro ridere
Amore si moltiplica;
Amore, qual tarantola,
mi viene a morsicar.
(Parte.)
Eugenia
Signor tutore, che ne dite? È sposo
205
quegli da destinarsi a una ragazza?
Eh non sono sì pazza.
Non vo appresso ai denari,
e non pensar vilmente le mie pari.
(Parte.)
Gervasio
Oh questa sì ch'è bella!
210
Le trovo un ricco sposo,
un sciocco, è ver, né giovane,
da farne appunto tutto ciò che vuole;
per capriccio il rifiuta;
e sol mi lascia qui senza parole.
215
    Pesto l'acqua nel mortaro,
cerco il fondo in mezzo al mar;
se la prego non m'ascolta,
se la sgrido si rivolta,
non so più cosa mi far.
220
    Guardisi dunque che non mi salga
la bile in testa, lo sdegno al core,
ch'allor tutt'impeto, tutto furore,
la farò piangere, farò tremar.
(Parte.)


Parte di giardino in casa di Bocconio.
SCENA VI
Bettina e Pulcherio, poi Don Asdrubale.
Pulcherio
Ah signora Bettina,
225
sono amico di casa, e mi rincresce
d'udir questi sconcerti.
Bettina
No, non voglio
che mio zio prenda moglie; ha da pensare
prima a me. Far la serva,
esser soggetta a una romana? Io schiatto,
230
sono fuori di me… Vecchiaccio matto.
Pulcherio
Ma la sposa è venuta;
cosa se n'ha da far?
Bettina
Ritorni a Roma.
Pulcherio
E il contratto di nozze?
Bettina
Si laceri.
Pulcherio
Un affronto
235
ad una gentildonna?
Bettina
Se lei è gentildonna, io son sorella
d'un uffizial che in Spagna
fa ogni giorno prodezze.
Pulcherio
(Lo vedete
come pensan le donne?
240
Alla larga.) Ma avete
qualche partito pronto?
Bettina
A dirla, io spero
d'esser amata assai da Don Asdrubale,
anzi more per me.
Pulcherio
Fa male, male.
Oh lo credea più coraggioso e forte:
245
per una donna udir parlar di morte!
SCENA VII
Don Asdrubale in attenzione e detti.
Bettina
Sì che tutti hanno un cor di diaspro
come l'avete voi.
Pulcherio
Gli perdo il credito.
Don Asdrubale è un sciocco.
Don Asdrubale
Padron mio,
di chi parlate?
Pulcherio
Oh bella!
250
Parlo di voi.
Don Asdrubale
Spiegatevi.
Pulcherio
Un uffizial che vuo' prodursi in guerra
non deve perder tempo in amorose,
inutili follie.
Don Asdrubale
Dunque io son sciocco?
Vediamolo.
(Cava la spada.)
Pulcherio
Son pronto,
255
ma avete torto.
Bettina
E torto grande, come!
Sempre risse e disfide,
sempre la spada in mano,
sempre rodomontate; si potrebbe
piuttosto far così: scrivere in Spagna
260
a mio fratel, bravissimo uffiziale,
acciò ci sappia dir se in tali casi
c'entra il duello.
Pulcherio
(Rimette la spada nel fodero.)
Sì, scrivete dunque,
c'abbiamo tempo.
Don Asdrubale
Dunque con più comodo
poi la discorreremo.
Bettina
Sentite: io voglio
265
che voi v'interessiate
perché mio zio non sposi
quella romana.
Don Asdrubale
Oh buona!
Come s'avrebbe a far? Non è possibile.
Pulcherio
(Donna insomma vuol dir danno insoffribile.)
Bettina
270
Lei sposa, lei padrona? È robba mia,
di mio fratel, quanto voi qua vedete;
e poi non lo sapete
cosa son le romane? Figuratevi
ch'ella qui venga; udite
275
come io le parlo e come mi risponde
chi nacque del gran Tebro in su le sponde.
(Con caricatura,come se salutasse la sposa.)
    Serva sua, m'inchino a lei
con rispetto e civiltà.
E la sciocca, ci scommetto,
280
seria seria, a mezza bocca,
così a me risponderà:
(Con sostenutezza, contrafacendo la sposa.)
    "Riverisco, bella figlia;
siete voi la cameriera?"
Parli bene, che maniera;
285
la padrona io sono qua.
(Come sopra.)
    "Sposo mio, quant'è sguaiata!
È malissimo educata."
Vi scapiglio, signorina;
non è modo di parlar.
(Come sopra.)
290
"Mi fa rider, poverina;
quest'è pazza da legar."
    Che vi par? Si può soffrire?
Non è questo un grand'ardire?
Lo vedrete, che fracasso,
295
che scompiglio, che sconquasso…
    Non signor, non ce la voglio,
torni pure al Campidoglio,
voglio io sola comandar!
(Parte.)
Don Asdrubale
Sodisfarla io vorrei, ma in qual maniera?
Pulcherio
300
Basta, ci pensaremo.
Don Asdrubale
Sì, pensateci, e poi ci batteremo.
(Partono.)
SCENA VIII
Gervasio e Metilde.
Gervasio
Delle future nozze,
Metilde, che vi pare?
Metilde
In quanto a me, rispondo
305
che partito migliore
non si poteva a Eugenia inver offrire,
che voi trovato un marito gl'avete
certamente alla moda.
Gervasio
Ed ella ha cuor di dirmi
310
che l'ho sagrificata.
Metilde
Parmi che ciò sia falso;
ma alfin vorrei che Bocconio sposasse
e così Don Asdrubale lasciasse.
Gervasio
Forse con egli avete qualche idea?
Metilde
315
Orsù, parliamo d'altro.
Gervasio
Secondiamola:
amabile ragazza,
voi, che ben possedete
la musica ed il ballo,
fatemi in qualche modo almen passare
320
la gran bile che presi
coll'indiscreta Eugenia.
Metilde
Ah la musica è sola
tutta la mia passion: trilli, mordenti,
belle messe di voce, appoggiature
325
sono il mio forte.
Gervasio
(Al povero mio core
piace la sola profession d'amore.)
Fatemi dunque voi
sentire qualche arietta.
Metilde
Una ne canterò bella e perfetta.
Gervasio
330
Al certo non sarebbe
quella gran virtuosa,
se in ogni di lei azione
al vero segno non colpisse giusto.
Metilde
Ascoltate se l'aria è di buon gusto.
335
Hem, hem… La… la… la… la…
Della stagione il strano cambiamento
la voce delicata m'oltraggiò;
ma in miglior occasion vi servirò.
    Le virtuose
340
che son famose
in la, mi, re,
son tutte state
sotto di me.
    Le note ferme,
345
le fulminate,
trilli, cadenze,
arcisaltate,
tutto han potuto
da me imparar.
350
    E quelle ancora,
che già san l'arte,
in ogni recita
inver mi chiamano
la loro parte
355
sempre a passar.
(Parte.)
Gervasio
(Con ironia.)
Oh che gran virtuosa!
Ella è gia veramente
nell'armonia eccellente;
ma pur non so se simil armonia
360
o il suo cantar al cerebro in quest'atto
maggior bile salir m'abbia inver fatto.
(Parte.)


Appartamenti.
SCENA IX
SCENA IX
Eugenia, poi Bocconio, indi Don Asdrubale.
Eugenia
No, non mi persuade
il mio signor tutore.
Ch'io sposi un petulante, un vecchio stolto?
365
Le sue ragion non curo e non le ascolto.
Bocconio
Guardate quest'anello,
adorata sposina! Che contorno!
Che marmoreo brillante!
Lo portava il Mogolle nel turbante.
Eugenia
370
Grazie, grazie.
Bocconio
(Torniamo
da capo colle grazie.) Ma prendetelo,
non fate cerimonie.
Don Asdrubale
Mi permetta,
signorina, ch'anch'io…
(Con gran sorpresa.)
(Cieli! che vedo!
Eugenia…)
Eugenia
(Fa lo stesso.)
(Don Asdrubale!
375
Vive… respira ancora?)
Bocconio
(Il duellista,
lo spadaccino vi mancava adesso.)
Don Asdrubale
(Che confusion!)
Eugenia
Soccorso… io moro adesso…
(S'abbandona sopra una sedia.)
Bocconio
Ah sposa… sposa… aiuto…
Che siete un basilisco?
380
L'avete attossicata
con quegl'occhiacci… Servi, un odorifero…
carta bruciata… un brodo…
(Entra confuso.)
Don Asdrubale
Eugenia in questa casa?
Mentr'ora andavo in Roma per sposarla,
385
di Bocconio consorte ho da mirarla?
Che gelosia… Che rabbia… E non l'uccido?
Ah mancami il coraggio:
perfida donna!
(Si getta disperato sopra una sedia.)
Eugenia
Ohimè!
Chi mi richiama al giorno?
390
Dove son!… Don Asdrubale,
tu in Livorno, tu vivo?
Don Asdrubale
(Alzandosi attonito.)
Sì, spergiura…
Bocconio
Ecco qui l'acqua vulneraria… Oh buona!
Voi state dritta in piedi… egli a sedere!…
Voi porpurea qual rosa porporina…
395
egli con faccia lusca e cenerina?
N° 4 Terzetto
(Ciascun da sé.)
(Ciascun da sé.)
Bocconio
Bocconio
    Che accidenti! Che tragedia!
    Che accidenti! Che tragedia!
Son confuso… cosa fo?
Son confuso… cosa fo?
Don Asdrubale
Don Asdrubale
Perdo il senno… son perplesso
Perdo il senno… son perplesso
e risolvermi non so.
e risolvermi non so.
Bocconio
Bocconio
80
Sta' a veder ch'io dormo adesso
400
Sta' a veder ch'io dormo adesso
e sognando me ne sto.
e sognando me ne sto.
Eugenia
Eugenia
    Vive ancora, e morto egl'era?
    Vive ancora, e morto egl'era?
Don Asdrubale
Don Asdrubale
Il mio amor da lei che spera?
Il mio amor da lei che spera?
Bocconio
Bocconio
Sviene lei, poi questo qua!
Sviene lei, poi questo qua!
Eugenia, Don Asdrubale
Eugenia, Don Asdrubale
85
    Tetro orror il cor mi serra,Variante in den Textwiederholungen:
Ah tetro orror il cor mi serra,
405
    Tetro orror il cor mi serra,
già lo sento palpitar.
già lo sento palpitar.
Bocconio
Bocconio
Una sincope m'afferra,
Una sincope m'afferra,
qui non v'è che replicar.
qui non v'è che replicar.
a tre
a tre
    Crudo Amore, stelle irate,Variante in den Textwiederholungen:
Crudo ciel! Stelle irate!
    Crudo amore, stelle irate,
90
perché mai così spietate?
410
perché mai così spietate?
Questa pena è troppo barbara;
Questa pena è troppo barbara;
questa è troppa crudeltà.Variante in den Textwiederholungen:
quest'è troppa crudeltà.
quest'è troppa crudeltà.
Bocconio
(A Don Asdrubale.)
Ma spiegatemi un poco…
Don Asdrubale
Io non mi spiego,
non rendo conto e, se volete niente,
415
sapete com'io faccio…
Bocconio
(E sempre insulta,
sempre spada alla mano.) Almeno voi,
sposina mia carina…
Eugenia
Taci.
Bocconio
La bocca è fatta…
Eugenia
È fatta per tacer. Non voglio ciarle,
420
non voglio udir contrasti:
sia per l'ultima volta, e ciò ti basti.
Bocconio
(Che gran bel matrimonio!)
Don Asdrubale
Mi rallegro,
signora sposa.
Eugenia
Mi consolo anch'io
veder ch'è vivo e sano… ma poteva
425
scrivere almen due righe…
Don Asdrubale
Perché scrivere,
se venivo io medesimo
a trovar la crudele
che m'ha ingannato?
Bocconio
Un quarto,
anzi un sesto di sillaba
430
potrei, se fosse lecito…
Eugenia
Tacete.
Don Asdrubale
Volete ch'io v'uccida?
(Accenna la spada.)
La vedete?
Bocconio
Eh la vedo…
Eugenia
(Che provi
un affanno egl'ancora eguale al mio…
a non scriver mai più.)
Don Asdrubale
(Che ingrata, oh dio!)
Eugenia
435
Signor Bocconio, questa sera forse
io vi darò la destra…
Don Asdrubale
(Oh gelosia
che mi divora il core!)
Bocconio
Manco male
che respiro, rifiato… La parola
s'era già addormentata nella gola.
SCENA X
Metilde e detti.
Metilde
440
Mi permetta, signora,
ch'io venga finalmente a rallegrarmi
dell'imeneo bellissimo
che, sento, in breve seguirà fra lei
ed il signor Bocconio:
445
io già da qualche tempo
son di lui serva e amica.Der Text des handschriftlichen Librettos zu Lo sposo deluso weist ab dem Vers 446 „son di lui serva e amica.“ (Metilde) eine Lücke auf, die den Szenen IX, X, XI und den ersten acht Versen der Szene XII in der Libretto-Vorlage Le donne rivali Rom 1780 (Verse 342–447) entspricht. Der Text des handschriftlichen Librettos setzt erst mit Pulcherios Vers „Che morta ella già sia…“ (Vers 447) fort, der dem neunten Vers der Szene XII in der Libretto-Vorlage Le donne rivali „ch’estinta ella già sia.“ (Fernando, V. 448) entspricht. Wie viele Szenen die Lücke im Libretto umfasst, lässt sich nicht genau eruieren, da der anonyme Textbearbeiter nicht selten die Szenenfolge und -anzahl der Vorlage Le donne rivali geändert hat, sodass es nicht ausgeschlossen werden kann, dass auch in dieser Lücke andere Szenen bzw. eine andere Anzahl von Szenen als in der Vorlage vorhanden bzw. geplant waren. Aus diesem Grund wird hier die Fortsetzung nach der Lücke, welche unmittelbar vor der SCENA ULTIMA steht, mit der Angabe „SCENA PENULTIMA“ wie in der NMA versehen. Die ungewöhnliche Szenenangabe „SCENA PENULTIMA“ soll einerseits den Beginn bzw. die Fortsetzung einer neuen Szenen nach der Lücke bezeichnen; andererseits kann dadurch die Anzahl der fehlenden Szenen unbestimmt bleiben.
SCENA PENULTIMAZur ergänzten Angabe „SCENA PENULTIMA“ nach der Textlücke im handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso vgl. oben den Kommentar zu Vers 446
Don Asdrubale, Bettina, Pulcherio.
Pulcherio
Che morta ella già sia…
Don Asdrubale
Nol voglia il cielo.
Pulcherio
Con Eugenia istessa
già il tutto è concertato;
450
ella pure è d'accordo.
(A Bettina.)
Eccomi a voi, signora.
Bettina
Alfin che cosa
le ho detto mai ch'uccider la dovesse?
Pulcherio
Signora, perdonatemi,
mostrate poca stima
455
delle romane, e l'offendeste a torto;
van rispettate, ed a tacer v'esorto.
(Parte.)
Don Asdrubale
L'offendeste purtroppo
più del dovere.
Bettina
Oh oh, saran dèe;
son troppo delicate.
Don Asdrubale
Uniche al mondo
460
son quelle cittadine; io le trattai,
e in lor senno, beltà, spirto ammirai.
Bettina
Han bellezza, hanno spirito
anche le nostre livornesi.
Don Asdrubale
È vero.
Ma le donne che nacquer sul Tarpeo
465
hanno, fra le virtù sublimi e rare,
un non so che ch'io non saprei spiegare.
    Hanno una grazia affabile,
mista ad un certo brio,
un'aria schietta e docile,
470
delle virtù desio;
un portamento nobile,
una bellezza, oh dio!
che il cor più duro e barbaro
potrebbe innamorar.
475
    Nel ballo son vezzose,
amabili nel canto,
camminan spiritose,
vestono ch'è un incanto;
hanno modestia, onore,
480
hanno di dolce affetto
tutto ripieno il core;
e meritan rispetto
e debbonsi distinguere
e s'hanno da stimar.
(Parte.)
Bettina
485
Par ch'abbia detto troppo,
e mi sembra l'elogio caricato;
ma vuo' veder d'Eugenia cos'è stato.
(Parte.)


Camera oscura per cui si passa al giardino. Cortina calata che copre la vista di detto giardino artificiosamente adornato.
SCENA ULTIMA
Bocconio con lume, poi Don Asdrubale e Pulcherio, inoltre Eugenia e Bettina, e finalmente Gervasio e Metilde.
Bocconio
Eugenia, Eugenia mia…
Dove mai s'è ficcata!
490
L'ho quasi da per tutto ricercata.
Uccidersi… Che sciocca… E uccisa ancora
io la dovrei trovare…
Eugenia… non so più dove m'andare.
(Torna dentro in atto di cercarla.)
Pulcherio
Or or vedrete, amico,
495
la bella scena; fuori che Metilde,
Bettina e ancor Gervasio
son gl'altri già d'accordo. Oh che spavento
avrà Bocconio! Io voglio che rinunzi
alle nozze d'Eugenia,
500
dal tutore ingannata.
Don Asdrubale
Son capace
d'ucciderlo, se seguita
a pretender Eugenia.
Pulcherio
Zitto, ei torna.
(Si ritirano.)
Bocconio
Non c'è, ma pur m'han detto
ch'era venuta in questa stanza oscura…
505
Vediam da questa parte… Ahi che paura!
(Non veduti, Pulcherio e Don Asdrubale gli spengono il lume.)
Aiuto… Ah ch'è senz'altro
lo spirito d'Eugenia…
Pulcherio
(Sottovoce.)
Attento, amico.
Bocconio
Spirito bello bello,
io t'amo… ma vorrei
510
andarmene pian piano…
Don Asdrubale, Pulcherio
Olà, chi sei?
Bocconio
    Ahi ch'orrore!… Che spavento!…
Qui nascosto chi ci sta?
(Caminando a tentone.)
Me meschin… così all'oscuro
non so dir se più son vivo,
515
ma son certo semivivo…
e Caronte io vedo già.
(Urtando colla mano in un di essi.)
Zitto… attento… questa fronte
che vuol dir… di chi sarà?
Pulcherio
    Ferma, indegno, e non gridare.
Bocconio
520
Che vociaccia! Io vengo meno…
Ma chi è lei mi dica almeno…
Don Asdrubale, Pulcherio
Ombre erranti siamo qua.
Bocconio
    Ombre care… (Ohimè! son morto.)
Deh s'Eugenia conoscete,
525
se veduta mai l'avete,
dite, oh dio! che cosa fa?
Don Asdrubale, Pulcherio
    Negl'Elisi or or si sposa,
né la puoi più vagheggiar.
Bocconio
(Ah ribalda!) La vorrei
530
rivedere e salutar.
Don Asdrubale, Pulcherio
    La vedrai con patto espresso
di doverla rinunziar.
Bocconio
La rinunzio fin d'adesso,
né so più che me ne far.
Pulcherio
535
    Or va ben, la puoi mirar.
Ombra bella, Eugenia, appressati.
Don Asdrubale, Pulcherio
Oh che gusto, ritiriamoci
qui vicino ad osservar.
(Pulcherio e Don Asdrubale si ritirano, ed intanto s'alza la cortina e vedesi un delizioso parterre ornato di vaghi mirteti e di statuette coronate di fiori, dal fondo del quale comparisceEugenia in altr'abito; allorché Pulcherio, sospettando dell'inganno, guarda da per tutto con meraviglia, essendosi illuminata la scena.)
Eugenia
    Dagl'Elisi fortunati
540
chi mi chiama in quest'istante?
Fuggi, fuggi, indegno amante,
che il mio cor per te non è.
Bocconio
    Dove sono i Campi Elisi?
Che son forse un burattino?
545
Riconosco il mio giardino:
siete viva al par di me.
Eugenia
    Infedel, m'hai rinunziata;
e se Pluto ora qui chiamo…
Bocconio
    Via, la burla terminiamo;
550
qua la destra, o sposa amata.
Eugenia
    Olà, Cerbero, ove sei?
(Ah purtroppo, oh sorte ria!
già comincia a sospettar.)
Bocconio
    (Sì, ch'è viva… il giurerei.
555
Voglio finger d'andar via:
vuo' veder quel che sa far.)
(Si ritira.)
Eugenia
(Cercando Don Asdrubale, qual tosto apparisce.)
    Se n'è andato… Presto, presto…
dove sei, bell'idol mio?
Don Asdrubale
Ah mio ben, che spasso è questo!
560
Più non reggo dal piacer.
Eugenia, Don Asdrubale
    Sì, la burla fu gustosa:
ha ceduta la sua sposa,
e or la man ti posso dar.
(Mentre vogliono darsi la mano ritorna Bocconio; inoltre sopra giunge Bettina, e poi Metilde e Gervasio.)
Bocconio
    Ferma, indegna mancatrice,
565
che qual nuova Berenice
ti fingesti un'ombra funebre
il tuo sposo ad ingannar.
Bettina
(A Don Asdrubale.)
    Ferma, indegno mancatore:
questo dunque è il bell'amore?
570
La tua man degg'io pretendere,
verun'altra hai da sposar.
Metilde
(A Don Asdrubale, mostrandogli uno stile che tira fuori dal seno.)
    Ferma, ingrato e disleale,
vuo' punirti con tal strale,
ecco alfin la mia sentenza
575
se la man mi neghi dar.
Gervasio
(A Don Asdrubale.)
    Ti rammenta, o traditore,
che d'Eugenia son tutore.
(Ad Eugenia.)
E tu pensa, o rea pupilla,
che di fé non vuo' mancar.
Eugenia
(A Don Asdrubale, accennandogli Bettina.)
580
    Ah colei… Che dice, ingrato?
Don Asdrubale
Io parola non le ho dato.
Bettina
Ma speranza almen mi desti,
e non serve d'arrossir.
Eugenia
(A Don Asdrubale, come sopra accennandogli Metilde.)
    E quell'altra cosa dice?
Don Asdrubale
585
Vuol vedermi un infelice!
Metilde
Sì, la man mi promettesti,
e non m'hai tu da tradir.
Don Asdrubale
    (Ah che incontri, oh dio, funesti!
Chi le ha fatte qui venir?)
Bocconio
590
(Fra la rabbia ed i molesti
io mi sento intisichir.)
Pulcherio
(Con ilarità e disinvoltura.)
    Signori, vogl'anch'io
goder la bella festa.
(A Bocconio.)
Fu un scherzo, amico mio,
595
un parto di mia testa:
lo feci sol per ridere,
per farvi rallegrar.
(Ho inteso un gran bisbiglio:
bisogna rimediar.)
Bocconio
(Ad Eugenia con serietà.)
600
    La burla è già finita;
la destra mi può dar.
Gervasio
Ebben, giacché è finita,
la man gli devi dar.
Eugenia
(Piano al tutore con risolurezza.)
    Anch'io l'ho pur finita;
605
costui non vuo' sposar.
Metilde
(A Don Asdrubale, tornandolo a minacciare col medesimo stile.)
Sì sì, sarà finita
le donne più gabbar.
Bettina
(A Don Asdrubale con fierezza.)
Sì sì, finch'avrò vita,
ti voglio tormentar.
Eugenia
(A Don Asdrubale, accennandogli Bettina e Metilde.)
610
    Va' dalla mia nemica…
Don Asdrubale
Tu sei la fiamma antica.
Eugenia
Ed intanto perché a quella
promettesti amor e fede?
No, il mio core non ti crede,
615
no, non meriti pietà.
Don Asdrubale
(Ad Eugenia.)
    Credi, o cara…
Eugenia
No, tiranno…
Bettina
(A Don Asdrubale.)
Prega, prega.
Metilde
(Allo stesso.)
Nega, nega.
Bocconio
(Or or mi scanno.)
Eugenia, Don Asdrubale
Ah qual giorno è questo mai!
620
Qual terribile penar!
Bettina, Metilde
Fort'Amore… accresci guai,
siegui, incoccia a strapazzar!
Bocconio
    (Ma sentissi una parola,
qualche motto… un sol'accento…
625
Ed io soffro un tal tormento,
e sto quieto?… Ma perché?)
(A Bettina.)
    Ascolta…
Bettina
Taci.
Bocconio
(A Metilde.)
Deh senti…
Metilde
Taci.
Bocconio
(A Pulcherio.)
Odimi…
Pulcherio
Taci.
Bocconio
(A Gervasio.)
630
Ma dimmi…
Gervasio
Taci
Bocconio
(A Don Asdrubale.)
Sentimi…
Don Asdrubale
Taci.
Bocconio
(Ad Eugenia.)
Ma sappia…
Eugenia
Taci.
Bocconio
(A Bettina.)
    Nipote…
Bettina
Che nipote!
se siete un zio ridicolo,
635
se tutti qua v'insultano,
se tutti vi corbellano
e se la data fede
non fate qui osservar.
Bocconio
(A Metilde.)
    Amica…
Metilde
Che amica!
640
Se siete un uom di spirito,
non fate che v'insultino,
non fate vi corbellino;
ma chi la sposa toglievi
cercate di burlar.
Bocconio
(A Pulcherio.)
645
    Amico…
Pulcherio
No, ch'amico
di te non son mai stato.
Sposar sì vaga giovane?
Vedete che sguaiato!
(Ma inver non son chi sono,
650
se non ti ci fo star.)
Bocconio
    Gervasio…
Gervasio
(Con serietà.)
Che pretendi?
Io non saprei che farti;
Eugenia è una bisbetica,
voi un stolido, un ridicolo:
655
per voi, per quella misera
non voglio alfin crepar.
Bocconio
(A Don Asdrubale.)
    Signore…
Don Asdrubale
Da me ti scosta,
ridicolo, fanatico,
peggiore d'un giannizzero,
660
d'un goto, anzi d'un arabo,
che una fanciulla tenera
pretendi di sposar.
Bocconio
(Ad Eugenia.)
    Ma sposa…
Eugenia
Vanne al diavolo!
Per te, per tua cagione,
665
lontana dalla patria,
mi trovo in confusione;
non v'è, non v'è una femmina
più misera di me.
Bocconio
    O Giove, un par di fulmini,
670
un colpo di fucile,
una furiosa grandine,
un tossico, uno stile,
perbacco, m'uccidessero,
cospetto, m'accoppassero…
675
Al diavolo la sposa
e chi la vuo' pigliar!
Tutti
    Da mille tetre immagini,
ohimè, ch'io son confuso;
un fiero mar che mormora,
680
un fuoco ch'è rinchiuso
non vanno con più strepito
un'alma a funestar.
Fine dell'atto primo.