Kritische Edition des vertonten Textes       Diplomatische Übertragung des Autographs 
SCENA II
 
Sesto, poi Vitellia.
 
Recitativo
 
Sesto
 
Partir deggio o restar? Io non ho mente
 
per distinguer consigli.
 
Vitellia
 
Sesto, fuggi, conserva
 
la tua vita e 'l mio onor. Tu sei perduto,
 
530
se alcun ti scopre; e se scoperto sei,
 
publico è il mio secreto.
 
Sesto
 
In questo seno
 
sepolto resterà. Nessuno il seppe;
 
tacendolo morrò.
 
Vitellia
 
Mi fiderei,
 
se minor tenerezza
 
535
per Tito in te vedessi. Il suo rigore
 
non temo già, la sua clemenza io temo:
 
questa ti vincerà.
 
SCENA III
 
Publio con guardie, e detti.
 
Recitativo
 
Publio
 
Sesto.
 
Sesto
 
Che chiedi?
 
Publio
 
La tua spada.
 
Sesto
 
E perché?
 
Publio
 
Colui che cinto
 
delle spoglie regali agli occhi tuoi
 
540
cadde trafitto al suolo, ed ingannato
 
dall'apparenza tu credesti Tito,
 
era Lentulo: il colpo
 
la vita a lui non tolse. Il resto intendi.
 
Vieni.
 
Vitellia
 
(Oh colpo fatale!)
 
(Sesto dà la spada.)
 
Sesto
 
Alfin, tiranna…
 
Publio
 
545
Sesto, partir conviene. È già raccolto
 
per udirti il Senato, e non poss'io
 
differir di condurti.
 
Sesto
 
Ingrata, addio.
 
SCENA IV
 
Detti.
 
N° 14 Terzetto
 
N:° 11 Terzetto.
Sesto
 
Sesto.
    Se al volto mai ti senti
 
se al volto mai ti senti
lieve aura che s'aggiri,
 
lieve aura che s'aggiri
550
gli estremi miei sospiri
  175
gli estremi miei sospiri
quell'alito sarà.
 
quell'alito sarà.
Vitellia
 
Vitellia.
    (Per me vien tratto a morte.
 
(per me vien tratto à morte:
Ah dove mai m'ascondo?
 
Ah dove mai m'ascondo! –
Fra poco noto al mondo
 
frà poco noto al mondo
555
il fallo mio sarà.)
  180
il fallo mio sarà.)
Publio
 
Publio.
    Vieni…
 
vieni…
Sesto
 
Sesto.
(A Publio.)
 
stage094x{(à Publ)}
Ti seguo…
 
ti seguo…
(A Vitellia.)
 
stage094a{(à vit)}
Addio.
 
addio.
Vitellia
 
Vitellia.
(A Sesto.)
 
stage094b{(à sesto)}
Senti… Mi perdo… Oh dio!
 
senti… mi perdo… oh Dio!
Publio
 
Publio.
Vieni…
 
vieni…
Vitellia
 
Vitellia.
(A Publio.)
 
stage094c{(à Publio)}
Che crudeltà!Variante in den Textwiederholungen:
SESTO
Che crudeltà!
  185
che crudeltà!
 
ens003x{Anfang}
Sesto
 
Sesto.
(A Vitellia, in atto di partire.)
 
stage094d{(à vit.)}
    Rammenta chi t'adoraVariante in den Textwiederholungen:
Rammenta, o cara, chi t'adora
 
Rammenta chi t'adora
560
in questo stato ancora.
 
in questo stato ancora.
Mercede al mio dolore
 
mercede al mio dolore
sia almen la tua pietà.
 
sia almen la tua pietà.
VitelliaDie Strophe von Vitellia wird am Ende des Terzettos auch von Sesto zusammen mit Vitellia gesungen.
 
Vitellia.Die Strophe von Vitellia wird am Ende des Terzettos auch von Sesto zusammen mit Vitellia gesungen.
    (Mi laceran il core
  190
(Publiomi laceran il core
rimorso, orror, spavento!
 
rimorso, orror spavento!
565
Quel che nell'alma io sento
 
quel che nell'alma io sento
di duol morir mi fa.)
 
di duol morir mi fà.)
Publio
 
Publio.
    (L'acerbo amaro pianto,
 
(l'acerbo amaro pianto
che da' suoi lumi piove,
  195
che da suoi lumi piove
l'anima mi commove,
 
l'anima mi commove
570
ma vana è la pietà.)Variante in den Textwiederholungen:
(Ah, vana è la pietà.)
 
ma vana è la pietá.)
 
ens003x{Ende}
(Publio e Sesto partono con le guardie, e Vitellia dalla parte opposta.)
 


Gran sala destinata alle publiche udienze. Trono, sedia e tavolino.
 
SCENA V
 
Tito, Publio, patrizi, pretoriani e popolo.
 
N° 15 Coro
 
N:° 12. Coro:
Coro
 
Soprano/Alto/Tenore/Basso.
    Ah grazie si rendano
 
Ah grazie si rendano
al sommo fattor
 
al sommo fattor,
che in Tito del trono
  200
che in Tito del Trono
salvò lo splendor.
 
salvò lo splendor.
Tito
 
Tito.
575
    Ah no, sventurato
 
Ah no sventurato
non sono cotanto,
 
non sono cotanto
se in Roma il mio fato
 
se in Roma il mio fato
si trova compianto,
  205
si trova compianto
se voti per Tito
 
se voti per Tito
580
si formano ancor.
 
si formano ancor.
CoroDie Wiederaufnahme des Chors hat Mozart nicht ausgeschrieben, sondern durch die Anweisung „Dal segno“ angegeben.
 
    Ah grazie si rendano
 
al sommo fattor
 
che in Tito del trono
 
salvò lo splendor.
 
Recitativo
 
Publio
 
585
Già de' publici giochi,
 
signor, l'ora trascorre. Il dì solenne
 
sai che non soffre il trascurargli. È tutto
 
colà d'intorno alla festiva arena
 
il popolo raccolto, e non s'attende
 
590
che la presenza tua. Ciascun sospira
 
dopo il noto periglio
 
di rivederti salvo. Alla tua Roma
 
non differir sì bel contento.
 
Tito
 
Andremo,
 
Publio, fra poco. Io non avrei riposo,
 
595
se di Sesto il destino
 
pria non sapessi. Avrà il Senato omai
 
le sue discolpe udite; avrà scoperto,
 
vedrai, ch'egli è innocente; e non dovrebbe
 
tardar molto l'avviso.
 
Publio
 
Ah troppo chiaro
 
600
Lentulo favellò.
 
Tito
 
Lentulo forse
 
cerca al fallo un compagno
 
per averlo al perdono. Ei non ignora
 
quanto Sesto m'è caro. Arte comune
 
questa è de' rei. Pur dal Senato ancora
 
605
non torna alcun. Che mai sarà? Va', chiedi:
 
che si fa, che si attende? Io voglio tutto
 
saper pria di partir.
 
Publio
 
Vado; ma temo
 
di non tornar nunzio felice.
 
Tito
 
E puoi
 
creder Sesto infedele? Io dal mio core
 
610
il suo misuro, e un impossibil parmi
 
ch'egli m'abbia tradito.
 
Publio
 
Ma, signor, non han tutti il cor di Tito.
 
N° 16 Aria
 
N:° 13: Aria.
Publio
 
Publio.
    Tardi s'avvede
 
Tardi s'avvede
d'un tradimento
 
d'un Tradimento
615
chi mai di fede
  210
chi mai di fede
mancar non sa.
 
mancar non sà.
    Un cor verace,
 
un cor verace
pieno d'onore,
 
pieno d'onore,
non è portento,
 
non è portento
620
se ogn'altro core
  215
se ogn'altro core
crede incapace
 
crede incapace
d'infedeltà.
 
d'infeldeltà.
(Parte.)
 
SCENA VI
 
Tito, poi Annio.
 
Recitativo
 
Tito
 
No, così scellerato
 
il mio Sesto non credo. Io l'ho veduto
 
625
non sol fido ed amico,
 
ma tenero per me. Tanto cambiarsi
 
un'alma non potrebbe. Annio, che rechi?
 
L'innocenza di Sesto?
 
Consolami.
 
Annio
 
Signor, pietà per lui
 
630
ad implorar io vengo.
 
SCENA VII
 
Detti, Publio con foglio.
 
Recitativo
 
Publio
 
Cesare, nol diss'io? Sesto è l'autore
 
della trama crudel.
 
Tito
 
Publio, ed è vero?
 
Publio
 
Purtroppo. Ei di sua bocca
 
tutto affermò. Co' complici il Senato
 
635
alle fiere il condanna.
 
Ecco il decreto
 
terribile, ma giusto;
 
(Dà il foglio a Tito.)
 
né vi manca, o signor, che il nome augusto.
 
Tito
 
(Si getta a sedere.)
 
Onnipossenti dèi!
 
Annio
 
Ah pietoso monarca…
 
Tito
 
Annio, per ora
 
640
lasciami in pace.
 
Publio
 
Alla gran pompa unite
 
sai che le genti omai…
 
Tito
 
Lo so. Partite.
 
Annio
 
Deh perdona s'io parlo
 
in favor d'un insano.
 
Della mia cara sposa egli è germano.
 
N° 17 Aria
 
131/2
Annio
 
Annio.
645
    Tu fosti tradito,
 
Tu fosti tradito:
ei degno è di morte;
 
ei degno è di morte
ma il core di Tito
  220
ma il core di Tito
pur lascia sperar.
 
pur lascia sperar.
    Deh prendi consiglio,
 
deh prendi consiglio
650
signor, dal tuo core:
 
signor, dal tuo core
il nostro dolore
 
il nostro dolore
ti degna mirar.
  225
ti degna mirar
(Publio ed Annio partono.)
 
SCENA VIII
 
Scena VIII.
Tito solo a sedere.
 
Recitativo accompagnato
 
Tito
 
Tito.
Che orror! Che tradimento!
 
che orror! che Tradimento!
Che nera infedeltà! Fingersi amico,
 
che nera infedeltà! fingersi amico!
655
essermi sempre al fianco, ogni momento
 
essermi sempre al fianco: ogni momento
esiger dal mio core
 
esiger dal mio core
qualche prova d'amore, e starmi intanto
  230
qualche prova d'amore, e starmi intanto
preparando la morte! Ed io sospendo
 
preparando la morte! ed io sospendo
ancor la pena? E la sentenza ancora
 
ancor la pena? e la sentenza ancora
660
non segno?…
 
non segno? -
Ah sì, lo scellerato mora.
 
Ah si, lo scellerato mora:
(Prende la penna per sottoscrivere.)
 
Mora… Ma senza udirlo
  235
mora… ma senza udirlo
mando Sesto a morir? Sì, già l'intese
 
mando sesto à morir? sì: giá l'intese
abbastanza il Senato. E s'egli avesse
 
abbastanza il senato. e s'egli avesse
qualche arcano a svelarmi?
 
qualche arcano a svelarmi?
(Depone la penna, intanto esce una guardia.)
 
Olà. (S'ascolti,
 
(olà) s'ascolti
665
e poi vada al supplicio.) A me si guidi
  240
e poi vada al supplicio (à me si guidi
Sesto.
 
sesto)
(La guardia parte.)
 
È pur di chi regna
 
é pur di chi regna
infelice il destino!
 
infelice il destino.
A noi si nega
 
à noi si nega
ciò che a' più bassi è dato. In mezzo al bosco
 
ció che á più bassi è dato. in mezzo al bosco
quel villanel mendìco, a cui circonda
 
quel villanel mendico, à cui circonda
670
ruvida lana il rozzo fianco, a cui
  245
ruvida lana il rozzo fianco, a cui
è mal fido riparo
 
è mal fido riparo
dall'ingiurie del ciel tugurio informe,
 
dall'ingiurie del ciel tugurio informe,
placido i sonni dorme,
 
placido i sonni dorme,
passa tranquillo i dì. Molto non brama;
 
passa tranquillo i dì. molto non brama:
675
sa chi l'odia e chi l'ama; unito o solo
  250
sà chi l'odia, e chi l'ama: unito e solo
torna sicuro alla foresta, al monte;
 
torna sicuro alla foresta, al monte;
e vede il core a ciascheduno in fronte.
 
e vede il core dá ciascheduno in fronte.
Noi fra tante ricchezze
 
noi frà tante ricchezze
sempre incerti viviam, ché in faccia a noi
 
sempre incerti viviam: che in faccia à noi
680
la speranza o il timore
  255
la speranza o il Timore
sulla fronte d'ognun trasforma il core.
 
sulla fronte d'ognun trasforma il Core
Chi dall'infido amico,
 
chi dall'infido amico
olà, chi mai
 
(olà) chi mai
questo temer dovea?
 
questo temer dovea? -
SCENA IX
 
scena IX.
Tito e Publio.
 
stage110x{Tit.ma Publ.}
Recitativo
 
Tito
 
Ma, Publio, ancora
 
Sesto non viene?
 
Publio
 
Ad eseguire il cenno
 
685
già volaro i custodi.
 
Tito
 
Io non comprendo
 
un sì lungo tardar.
 
Publio
 
Pochi momenti
 
sono scorsi, o signor.
 
Tito
 
Vanne tu stesso,
 
affrettalo.
 
Publio
 
Ubbidisco…
 
I tuoi littori
 
veggonsi comparir. Sesto dovrebbe
 
690
non molto esser lontano. Eccolo.
 
Tito
 
Ingrato!
 
All'udir che s'appressa
 
già mi parla a suo pro l'affetto antico.
 
Ma no, trovi il suo prence e non l'amico.
 
SCENA X
 
Tito, Publio, Sesto e custodi. Sesto, entrato appena, si ferma.
 
N° 18 Terzetto
 
N:° 134. Terzetto.
Sesto
 
Sesto.
    (Quello
 
(Quello
di Tito è il volto!
 
di Tito é il volto!
695
Ah dove, oh stelle! è andata
  260
Ah dove oh stelle! è andata
la sua dolcezza usata?
 
la sua dolcezza usata!
Or ei mi fa tremar.)
 
or ei mi fà tremar.)
Tito
 
Tito.
    (Eterni dèi! Di Sesto
 
(Eterni Dei di sesto
dunque il sembiante è questo!
 
dunque il sembiante é questo!
700
Oh come può un delitto
  265
oh come può un delitto
un volto trasformar!)
 
un volto trasformar!)
Publio
 
Publio
    (Mille diversi affetti
 
(mille diversi affetti
in Tito guerra fanno:
 
in Tito guerra fanno:
s'ei prova un tale affanno,
 
s'ei prova un tale affanno
705
lo seguita ad amar.)
  270
lo seguita ad amar.
Tito
 
Tito.
    Avvicinati!
 
avvicinati!
Sesto
 
Sesto.
(Oh voce
 
(O voce
che piombami sul core!)
 
che piombami sul core)
Tito
 
Tito.
Non odi?
 
non odi? -
Sesto
 
Sesto.
(Di sudore
  275
(di sudore
mi sento, oh dio,
 
mi sento oh Dio
bagnar!)
 
bagnar!)
 
ens004x{Anfang}
Sesto
 
speaker001x{Sesto.}
710
    (Oh dio! Non può chi more,Varianten in den Textwiederholungen:

(Non può chi more
di più penar.)

(Oh dio! Non può, no, chi more
non può di più penar, no.)
 
text003x{non puó chi more}
non può di più penar.)
 
text004x{di piú penar}
Tito, Publio
 
Tito./Publio.
(Palpita il traditore,
 
palpita il Traditore
né gli occhi ardisce alzar.)
  280
ne gli occhi ardisce alzar
 
ens004x{Ende}
Recitativo
 
Tito
 
(Eppur mi fa pietà.) Publio, custodi,
 
715
lasciatemi con lui.
 
(Publio e le guardie partono.)
 
Sesto
 
(No, di quel volto
 
non ho costanza a sostener l'impero.)
 
Tito
 
(Depone l'aria maestosa.)
 
Ah Sesto, è dunque vero?
 
Dunque vuoi la mia morte? In che t'offese
 
il tuo prence, il tuo padre,
 
720
il tuo benefattor? Se Tito augusto
 
hai potuto obbliar, di Tito amico
 
come non ti sovvenne? Il premio è questo
 
della tenera cura
 
ch'ebbi sempre di te? Di chi fidarmi
 
725
in avvenir potrò, se giunse, oh dèi!
 
anche Sesto a tradirmi? E lo potesti?
 
E 'l cor te lo sofferse?
 
Sesto
 
(S'inginocchia.)
 
Ah Tito, ah mio
 
clementissimo prence,
 
non più, non più! Se tu veder potessi
 
730
questo misero cor, spergiuro, ingrato
 
pur ti farei pietà. Tutte ho sugli occhi
 
tutte le colpe mie, tutti rammento
 
i benefici tuoi; soffrir non posso
 
né l'idea di me stesso
 
735
né la presenza tua. Quel sacro volto,
 
la voce tua, la tua clemenza istessa
 
diventò mio supplicio. Affretta almeno,
 
affretta il mio morir. Toglimi presto
 
questa vita infedel; lascia ch'io versi,
 
740
se pietoso esser vuoi,
 
questo perfido sangue ai piedi tuoi.
 
Tito
 
Sorgi, infelice.
 
(Sesto si leva.)
 
(Il contenersi è pena
 
a quel tenero pianto.) Or vedi a quale
 
lacrimevole stato
 
745
un delitto riduce, una sfrenata
 
avidità d'impero! E che sperasti
 
di trovar mai nel trono? Il sommo forse
 
d'ogni contento? Ah sconsigliato! Osserva
 
quai frutti io ne raccolgo;
 
750
e bramalo, se puoi.
 
Sesto
 
No, questa brama
 
non fu che mi sedusse.
 
Tito
 
Dunque che fu?
 
Sesto
 
La debolezza mia,
 
la mia fatalità.
 
Tito
 
Più chiaro almeno
 
spiegati.
 
Sesto
 
Oh dio! Non posso.
 
Tito
 
Odimi, o Sesto.
 
755
Siam soli, il tuo sovrano
 
non è presente. Apri il tuo core a Tito,
 
confidati all'amico. Io ti prometto
 
che Augusto nol saprà. Del tuo delitto
 
di' la prima cagion. Cerchiamo insieme
 
760
una via di scusarti. Io ne sarei
 
forse di te più lieto.
 
Sesto
 
Ah la mia colpa
 
non ha difesa.
 
Tito
 
In contraccambio almeno
 
d'amicizia lo chiedo. Io non celai
 
alla tua fede i più gelosi arcani:
 
765
merito ben che Sesto
 
mi fidi un suo segreto.
 
Sesto
 
(Ecco una nuova
 
specie di pena! O dispiacere a Tito
 
o Vitellia accusar.)
 
Tito
 
(Incomincia a turbarsi.)
 
Dubiti ancora?
 
Ma, Sesto, mi ferisci
 
770
nel più vivo del cor. Vedi che troppo
 
tu l'amicizia oltraggi
 
con questo diffidar. Pensaci.
 
(Con impazienza.)
 
Appaga
 
il mio giusto desio.
 
Sesto
 
(Con disperazione.)
 
(Ma qual astro splendeva al nascer mio!)
 
Tito
 
775
E taci? E non rispondi? Ah giacché puoi
 
tanto abusar di mia pietà…
 
Sesto
 
Signore…
 
Sappi dunque… (Che fo?)
 
Tito
 
Siegui.
 
Sesto
 
(Ma quando
 
finirò di penar?)
 
Tito
 
Parla una volta:
 
che mi volevi dir?
 
Sesto
 
Ch'io son l'oggetto
 
780
dell'ira degli dèi; che la mia sorte
 
non ho più forza a tollerar; ch'io stesso
 
traditor mi confesso, empio mi chiamo;
 
ch'io merito la morte e ch'io la bramo.
 
Tito
 
Sconoscente!
 
E l'avrai.
 
(Alle guardie che saranno uscite.)
 
Custodi, il reo
 
785
toglietemi d'innanzi.
 
Sesto
 
Il bacio estremo
 
su quella invitta man…
 
Tito
 
(Senza guardarlo.)
 
Parti: non è più tempo,
 
or tuo giudice sono.
 
Sesto
 
Ah sia questo, signor, l'ultimo dono.
 
N° 19 Rondò
 
N:° 15. Rondó.
Sesto
 
Sesto.
790
    Deh per questo istante solo
 
Deh per questo istante solo
ti ricorda il primo amor,
 
ti ricorda il primo amor.
ché morir mi fa di duolo
 
che morir mi fà di duolo
il tuo sdegno, il tuo rigor.
 
il tuo sdegno il tuo rigor.
    Di pietade indegno, è vero,
  285
di pietade indegno è vero
795
sol spirar io deggio orror;
 
sol spirar io deggio orror.
pur saresti men severo,
 
pur saresti men severo
se vedessi questo cor.
 
se vedessi questo cor.
    Disperato vado a morte,
 
disperato vado à mortedisperato vado à morte
ma il morir non mi spaventa;
  290
ma il morir non mi spaventa
800
il pensiero mi tormenta
 
mail pensiero mi tormenta
che fui teco un traditor.
 
che fui teco un Traditor.
    (Tanto affanno soffre un core,
 
tanto affanno soffre un core
né si more di dolor.)
 
ne si more di dolor.
(Parte.)
 
SCENA XI
 
Tito solo.
 
Recitativo
 
Tito
 
Ove s'intese mai più contumace
 
805
infedeltà?
 
Deggio alla mia negletta
 
disprezzata clemenza una vendetta.
 
Vendetta!… Il cor di Tito
 
tali sensi produce?…
 
Eh viva… Invano
 
parlar dunque le leggi? Io lor custode
 
810
l'eseguisco così? Di Sesto amico
 
non sa Tito scordarsi?…
 
(Siede.)
 
Ogn'altro affetto
 
d'amicizia e pietà taccia per ora.
 
Sesto è reo: Sesto mora.
 
(Sottoscrive e s'alza.)
 
Eccoci aspersi
 
di cittadino sangue, e s'incomincia
 
815
dal sangue d'un amico. Or che diranno
 
i posteri di noi? Diran che in Tito
 
si stancò la clemenza,
 
come in Silla e in Augusto
 
la crudeltà;
 
che Tito era l'offeso
 
820
e che le proprie offese,
 
senza ingiuria del giusto,
 
ben poteva obbliar. Ma dunque faccio
 
sì gran forza al mio cor? Né almen sicuro
 
sarò ch'altri m'approvi? Ah non si lasci
 
825
il solito cammin.
 
(Lacera il foglio.)
 
Viva l'amico!
 
benché infedele. E se accusarmi il mondo
 
vuol pur di qualche errore,
 
m'accusi di pietà,
 
non di rigore.
 
(Getta il foglio lacerato.)
 
Publio.
 
SCENA XII
 
Detto e Publio.
 
Recitativo
 
Publio
 
Cesare.
 
Tito
 
Andiamo
 
830
al popolo che attende.
 
Publio
 
E Sesto?
 
Tito
 
E Sesto
 
venga all'arena ancor.
 
Publio
 
Dunque il suo fato…
 
Tito
 
Sì, Publio, è già deciso.
 
Publio
 
(Oh sventurato!)
 
N° 20 Aria
 
N:° 16. Aria.
Tito
 
Tito.
    Se all'impero, amici dèi,
  295
se all'impero amici Dei,
necessario è un cor severo,
 
necessario è un cor severo
835
o togliete a me l'imperoVariante in den Textwiederholungen:
o toglietemi l'impero
 
o togliete à me l'impero
o a me date un altro cor.
 
o à me date un altro cor
    Se la fé de' regni miei
 
se la fè de' regni miei
coll'amor non assicuro,
  300
coll'amor non assicuro.
d'una fede non mi curo
 
d'una fede non mi curo,
840
che sia frutto del timor.
 
che sia frutto del timor.
(Parte.)
 
SCENA XIII
 
Vitellia uscendo dalla porta opposta richiama Publio che seguita Tito.
 
Recitativo
 
Vitellia
 
Publio, ascolta.
 
Publio
 
(In atto di partire.)
 
Perdona:
 
deggio a Cesare appresso
 
andar…
 
Vitellia
 
Dove?
 
Publio
 
All'arena.
 
Vitellia
 
E Sesto?
 
Publio
 
Anch'esso.
 
Vitellia
 
Dunque morrà?
 
Publio
 
Purtroppo.
 
Vitellia
 
(Ohimè!) Con Tito
 
845
Sesto ha parlato?
 
Publio
 
E lungamente.
 
Vitellia
 
E sai
 
quel ch'ei dicesse?
 
Publio
 
No, solo con lui
 
restar Cesare volle: escluso io fui.
 
(Parte.)
 
SCENA XIV
 
Vitellia, e poi Annio e Servilia da diverse parti.
 
Recitativo
 
Vitellia
 
Non giova lusingarsi:
 
Sesto già mi scoperse. A Publio istesso
 
850
si conosce sul volto. Ei non fu mai
 
con me sì ritenuto; ei fugge; ei teme
 
di restar meco. Ah secondato avessi
 
gl'impulsi del mio cor! Per tempo a Tito
 
dovea svelarmi e confessar l'errore.
 
855
Sempre in bocca d'un reo, che la detesta,
 
scema d'orror la colpa. Or questo ancora
 
tardi saria. Seppe il delitto Augusto,
 
e non da me. Questa ragione istessa
 
fa più grave…
 
Servilia
 
Ah Vitellia!
 
Annio
 
Ah principessa!
 
Servilia
 
860
Il misero germano…
 
Annio
 
Il caro amico…
 
Servilia
 
È condotto a morir.
 
Annio
 
Fra poco in faccia
 
di Roma spettatrice
 
delle fere sarà pasto infelice.
 
Vitellia
 
Ma che posso per lui?
 
Servilia
 
Tutto. A' tuoi prieghi
 
865
Tito lo donerà.
 
Annio
 
Non può negarlo
 
alla novella Augusta.
 
Vitellia
 
Annio, non sono
 
augusta ancor.
 
Annio
 
Pria che tramonti il sole
 
Tito sarà tuo sposo. Or, me presente,
 
per le pompe festive il cenno ei diede.
 
Vitellia
 
870
(Dunque Sesto ha taciuto! Oh amore! Oh fede!)
 
Annio, Servilia, andiam. (Ma dove corro
 
così senza pensar?) Partite, amici:
 
vi seguirò.
 
Annio
 
Ma se d'un tardo aiuto
 
Sesto fidar si dée, Sesto è perduto.
 
(Parte.)
 
Servilia
 
875
Andiam. Quell'infelice
 
t'amò più di sé stesso: avea fra' labbri
 
sempre il tuo nome, impallidia qualora
 
si parlava di te. Tu piangi!
 
Vitellia
 
Ah parti.
 
Servilia
 
Ma tu perché restar? Vitellia, ah parmi…
 
Vitellia
 
880
Oh dèi! Parti: verrò, non tormentarmi.
 
N° 21 Aria
 
N:° 17: Aria.
Servilia
 
Servilia.
    S'altro che lagrime
 
s'altro che lagrime
per lui non tenti,
 
per lui non tenti
tutto il tuo piangere
  305
tutto il tuo piangere
non gioverà.
 
non gioverà.
885
    A questa inutile
 
à questa inutile
pietà che senti,
 
pietá che senti
oh quanto è simile
 
oh quanto é simile
la crudeltà!
  310
la crudeltá.
(Parte.)
 
SCENA XV
 
Vitellia sola.
 
N° 22 Recitativo accompagnato
 
Vitellia
 
Vitellia.
Ecco il punto, o Vitellia,
 
Ecco il punto, o Vitellia,
890
d'esaminar la tua costanza. Avrai
 
d'esaminar la tua Costanza: avrai
valor che basti a rimirar esangue
 
valor che basti a rimirar esangue
il Sesto tuo fedel? Sesto che t'ama
 
il sesto tuo fedel? Sesto che lt'ama
più della vita sua? Che per tua colpa
  315
piú della vita sua? - che per tua colpa
divenne reo? Che t'ubbidì crudele?
 
divenne reo? - che t'ubbidì crudele?
895
Che ingiusta t'adorò? Che in faccia a morte
 
che ingiusta t'adorò? che in faccia à morte
sì gran fede ti serba? E tu fra tanto,
 
si gran fede ti serba, e tu fratanto
non ignota a te stessa, andrai tranquilla
 
non ignota à te stessa andrai tranquilla
al talamo d'Augusto? Ah mi vedrei
  320
al Talamo d'Augusto? - Ah mi vedrei
sempre Sesto d'intorno; e l'aure e i sassi
 
sempre sesto d'intorno. e l'aure, ei sassi
900
temerei che loquaci
 
temerei che loquaci
mi scoprissero a Tito. A' piedi suoi
 
mi scoprissero á Tito. a' piedi suoi
vadasi il tutto a palesar; si scemi
 
vadasi il tutto a palesar, si scemi
il delitto di Sesto,
  325
il delitto di Sesto,
se scusar non si può, col fallo mio.
 
se scusar non si puó, col fallo mio.
905
D'impero e d'imenei speranze, addio.
 
d'Impero e d'Imenei, speranze, addio.
N° 23 Rondò
 
(Rondó.)
Vitellia
 
Vitellia.
    Non più di fiori
 
Non piú di fiori
vaghe catene
 
vaghe catene
discenda Imene
  330
discenda Imene
ad intrecciar.
 
ad intrecciar.
910
    Stretta fra barbare
 
stretta fra barbare
aspre ritorte
 
aspre ritorte
veggo la morte
 
veggo la morte
ver me avanzar.
  335
ver me avanzar.
    Infelice! Qual orrore!
 
infelice! qual orrore!
915
Ah di me che si dirà?
 
Ah di me che si dirà? -
Chi vedesse il mio dolore
 
chi vedesse il mio dolore
pur avria di me pietà.
 
pur avria di me pietá.
(Parte.)
 


Luogo magnifico che introduce a vasto anfiteatro di cui per diversi archi scopresi la parte interna. Si vedranno già nell'arena i complici della congiura condannati alle fiere.
 
SCENA XVI
 
Nel tempo che si canta il coro, preceduto da' littori, circondato da' senatori e patrizi romani e seguito da' pretoriani esce Tito, e dopo Annio e Servilia da diverse parti.
 
N° 24 Coro
 
N:° 19 Coro.
Coro
 
Soprano/Alto/Tenore/Basso
    Che del ciel, che degli dèi
  340
che del ciel che degli Dei
tu il pensier, l'amor tu sei,
 
tu il pensier l'amor tu sei
920
grand'eroe, nel giro angusto
 
grand'Eroe nel giro angusto
si mostrò di questo dì.
 
si mostrò di questo dì.
    Ma cagion di maraviglia
 
ma, cagion di maraviglia
non è già, felice Augusto,
  345
non è già felice Augusto
che gli dèi chi lor somiglia
 
che gli Dei chi lor somiglia
925
custodiscano così.
 
custodiscano così.
Recitativo
 
Tito
 
Pria che principio a' lieti
 
spettacoli si dia, custodi, innanzi
 
conducetemi il reo. (Più di perdono
 
speme non ha. Quanto aspettato meno
 
930
più caro esser gli dée.)
 
Annio
 
Pietà, signore.
 
Servilia
 
Signor, pietà.
 
Tito
 
Se a chiederla venite
 
per Sesto, è tardi. È il suo destin deciso.
 
Annio
 
E sì tranquillo in viso
 
lo condanni a morir?
 
Servilia
 
Di Tito il core
 
935
come il dolce perdé costume antico?
 
Tito
 
Ei si appressa: tacete.
 
Servilia
 
Oh Sesto!
 
Annio
 
Oh amico!
 
SCENA XVII
 
Tito, Publio e Sesto fra' littori, poi Vitellia e detti.
 
Recitativo
 
Tito
 
Sesto, de' tuoi delitti
 
tu sai la serie e sai
 
qual pena ti si dée. Roma sconvolta,
 
940
l'offesa maestà, le leggi offese,
 
l'amicizia tradita, il mondo, il cielo
 
voglion la morte tua. De' tradimenti
 
sai pur ch'io son l'unico oggetto. Or senti.
 
Vitellia
 
(S'inginocchia.)
 
Eccoti, eccelso Augusto,
 
945
eccoti al piè la più confusa…
 
Tito
 
Ah sorgi!
 
Che fai? Che brami?
 
Vitellia
 
Io ti conduco innanzi
 
l'autor dell'empia trama.
 
Tito
 
Ov'è? Chi mai
 
preparò tante insidie al viver mio?
 
Vitellia
 
Nol crederai.
 
Tito
 
Perché?
 
Vitellia
 
Perché son io.
 
Tito
 
950
Tu ancora?
 
Sesto, Servilia
 
Oh stelle!
 
Annio, Publio
 
Oh numi!
 
Tito
 
E quanti mai,
 
quanti siete a tradirmi?
 
Vitellia
 
Io la più rea
 
son di ciascuno! Io meditai la trama,
 
il più fedele amico
 
io ti sedussi, io del suo cieco amore
 
955
a tuo danno abusai.
 
Tito
 
Ma del tuo sdegno
 
chi fu cagion?
 
Vitellia
 
La tua bontà. Credei
 
che questa fosse amor. La destra e 'l trono
 
da te sperava in dono, e poi negletta
 
restai due volte e procurai vendetta.
 
N° 25 Recitativo accompagnato
 
Tito
 
960
Ma che giorno è mai questo? Al punto stesso
 
che assolvo un reo ne scopro un altro! E quando
 
troverò, giusti numi,
 
un'anima fedel? Congiuran gli astri,
 
cred'io, per obbligarmi a mio dispetto
 
965
a diventar crudel. No, non avranno
 
questo trionfo. A sostener la gara
 
già m'impegnò la mia virtù. Vediamo
 
se più costante sia
 
l'altrui perfidia o la clemenza mia.
 
970
Olà, Sesto si sciolga; abbian di nuovo
 
Lentulo e i suoi seguaci
 
e vita e libertà; sia noto a Roma
 
ch'io son lo stesso e ch'io
 
tutto so, tutti assolvo e tutto obblio.
 
N° 26 Sestetto con coro
 
N:° 20. Sèstetto con Coro.
Sesto
 
Sesto.
975
    Tu, è ver, m'assolvi, Augusto;
 
Tu, è ver m'assolvi Augusto;
ma non m'assolve il core
 
ma non m'assolve il core
che piangerà l'errore
  350
che piangerà l'errore.
finché memoria avrà.
 
finchè memoria avrà.
Tito
 
Tito.
    Il vero pentimento
 
Il pentivero pentimento
980
di cui tu sei capace
 
di cui tu sei capace
val più d'una verace
 
val più d'una verace
costante fedeltà.
  355
costante fedeltà.
Vitellia, Servilia, Annio
 
Vitellia./Servilia/Annio
    Oh generoso! Oh grande!
 
O generoso! o grande!
E chi mai giunse a tanto?
 
e chi mai giunse à tanto?
985
Mi trae dagli occhi il pianto
 
mi trae dagli occhi il pianto
l'eccelsa sua bontà.
 
l'eccessa sua bontà.
 
ens008x{Anfang}
Vitellia, Servilia, Annio, Sesto, Tito, Publio, Coro
 
Vitellia, Servilia, ed Annio./Sesto./Titto/Publio./Coro.
    Eterni dèi, vegliate
  360
Eterni Dei vegliate
sui sacri giorni suoi:
 
sui sacri giorni suoi
a Roma in lui serbate
 
à Roma in lui serbate
990
la sua felicità.
 
la sua felicità.
Tito
 
Titto.
    Troncate, eterni dèi,
 
troncate Eterni Dei
troncate i giorni miei
  365
troncate i giorni miei,
quel dì che il ben di Roma
 
quel dì che il ben di Roma
mia cura non sarà.
 
mia cura non sarà.
 
ens008x{Ende}
Fine dell'opera.
 
stage153x{Fine dell'Opera.}