Kritische Edition der Berabeitung des Librettos für Anfossi       Diplomatische Übertragung der Bearbeitung des Librettos für Anfossi 
ATTO PRIMO
 
ATTO PRIMO.
Solitario recinto sparso di molti alberi e di rovine di antichi edifizi. Riva del Tebro, là dove appunto s'introduce nella città, della quale si scoprono le magnifiche fabbriche in lontananza.
 
Solitario recinto sparso di molti Alberi, e di ro-vine di antichi Edifizj. Riva del Tebro là dove appunto s'introduce nella Città, della quale si scoprono le magnifiche Fabbriche in lontananza.
SCENA I
 
SCENA PRIMA.
Cecilio da una parte e Cinna dall'altra, tutti due nel medesimo tempo.
 
Cecilio da una parte, e Cinna dall'altra tutti due nel medesimo tempo.
Cinna
 
Cin.
Cecilio, oh con qual gioia
 
CEcilio, oh con qual gioja
pur ti riveggio! Ah lascia
 
Pur ti riveggio! Ah, lascia
che un pegno io t'offra, or che son lieto appieno,
 
Che un pegno io t'offra, or che son lieto appieno,
d'amistade e d'affetto in questo seno.
 
D'amistade, e d'affetto in questo seno.
Cecilio
 
Cec.
Quanto la tua venuta
 
Quanto la tua venuta
accelerò coi voti
 
Accelerò coi voti
l'inquieta alma mia!
 
L'inquieta alma mia!
Giunia, la cara,
 
Giunia, la cara,
la fida sposa è sempre
 
La fida Sposa è sempre
tutta amor, tutta fé? Quei dolci affetti,
 
Tutta amor, tutta fè? Quei dolci affetti
che un tempo a me giurò, rammenta adesso?
 
Che un tempo a me giurò, rammenta adesso?
È il suo tenero core anche l'istesso?
 
E' il suo tenero core anche l'istesso?
Cinna
 
Cin.
Ella estinto ti piange.
 
Ella estinto ti piange.
Cecilio
 
Cec.
Ah come? Ah dimmi,
 
Ah, come? Ah dimmi,
dimmi: chi tal menzogna
 
Dimmi chi tal menzogna
osò d'immaginar?
 
Osò d'immaginar?
Cinna
 
Cin.
L'arte di Silla
 
L'arte di Silla
per trionfar del di lei fido amore.
 
Per trionfar del di lei fido amore.
Cecilio
 
Cec.
(In atto di partire.)
 
(in atto di partire.
A consolar si voli il suo dolore.
 
A consolar si voli il suo dolore.
Cinna
 
Cin.
Deh t'arresta. E non sai
 
Deh, t'arresta. E non sai
che il tuo ritorno è così gran delitto,
 
Che il tuo ritorno è così gran delitto,
che guida a morte un cittadin proscritto?
 
Che guida a morte un Cittadin proscritto?
Cecilio
 
Cec.
Per serbarmi una vita,
 
Per serbarmi una vita,
ch'odio senza di lei,
 
Ch'odio senza di lei,
dunque lasciar potrei la sposa in preda
 
Dunque lasciar potrei la Sposa in preda
a un ingiusto, a un crudel?
 
A un ingiusto, a un crudel?
Cinna
 
Cin.
M'ascolta. E dove
 
M'ascolta. E dove
di riveder tu speri
 
Di riveder tu speri
la tua Giunia fedel? Nel proprio tetto
 
La tua Giunia fedel? Nel proprio tetto
Silla la trasse.
 
Silla la trasse.
Cecilio
 
Cec.
E Cinna
 
E Cinna
ozioso spettator soffrì?…
 
Ozioso spettator soffrì…
Cinna
 
Cin.
Che mai
 
Che mai
solo tentar potea? Purtroppo è vano
 
Solo tentar potea? Pur troppo è vano
il contrastar con chi ha la forza in mano.
 
Il contrastar con chi ha la forza in mano.
Cecilio
 
Cec.
Dunque, nemici dèi,
 
Dunque, nemici Dei,
di riveder la sposa
 
Di riveder la Sposa
più sperar non poss'io?
 
Più sperar non poss'io?
Cinna
 
Cin.
M'odi. Non lungi
 
M'odi. Non lungi
da questa ignota parte
 
Da questa ignota parte
il tacito recinto
 
Il tacito recinto
ergesi al ciel, che nelle mute soglie
 
Ergesi al Ciel, che nelle mute soglie
de' trapassati eroi le tombe accoglie.
 
De' trapassati Eroi le Tombe accoglie.
Cecilio
 
Cec.
Che far degg'io?
 
Che far degg'io?
Cinna
 
Cin.
Passarvi
 
Passarvi
per quel sentiero ascoso
 
Per quel sentiero ascoso,
che fra l'ampie rovine a lui ne guida.
 
Che fra l'ampie rovine a lui ne guida.
Cecilio
 
Cec.
E colà che sperar?
 
E colà che sperar?
Cinna
 
Cin.
Sai che confina
 
Sai che confina
col palagio di Silla. In lui sovente,
 
Col Palagio di Silla. In lui sovente
da' fidi suoi seguita,
 
Da' fidi suoi seguita
fra il dì Giunia vi scende. Ivi dolente
 
Fra il dì Giunia vi scende. Ivi dolente
alla mest'urna a canto
 
Alla mest'urna a canto
del genitor, la suol bagnar di pianto.
 
Del genitor, la suol bagnar di pianto.
Sorprenderla potrai.
 
Sorprenderla potrai.
Cecilio
 
Cec.
Oh me beato!
 
Oh me beato!
Cinna
 
Cin.
Altrove
 
Altrove
con molti amici in tua difesa uniti
 
Con molti amici in tua difesa uniti
frattanto io veglierò. Spera. Gli dèi
 
Frattanto io veglierò. Spera. Gli Dei
oggi render sapran, dopo una lunga
 
Oggi render sapran, dopo una lunga
vil servitù penosa,
 
Vil servitù penosa,
la libertade a Roma, a te la sposa.
 
La libertade a Roma, a te la Sposa.
    Vedrai cangiar d'aspetto
 
    Vedrai cangiar d'aspetto
in questo dì la sorte.
 
In questo dì la sorte.
Riposa sul mio affetto,
 
Riposa sul mio affetto,
seconda il mio voler.
 
Seconda il mio voler.
    Alla tua sposa unito,
 
    Alla tua sposa unito,
il rio tiranno oppresso,
 
Il rio tiranno oppresso,
sul Tebro vieni adesso
 
Sul Tebro vieni adesso
la pace a rigoder.
 
La pace a rigoder.
(Parte.)
 
(parte.
SCENA II
 
SCENA II.
Cecilio solo.
 
Cecilio solo.
Cecilio
 
Cec.
Dunque sperar poss'io
 
DUnque sperar poss'io
di pascer gli occhi miei
 
Di pascer gli occhi miei
nel caro idolo mio? Il cor nel seno
 
Nel caro idolo mio? Il cor nel seno
col palpitar mi parla
 
Col palpitar mi parla
de' teneri trasporti. E non m'affretto
 
De' teneri trasporti. E non m'affretto
la sposa ad abbracciar? Ah forse adesso
 
La Sposa ad abbracciar? Ah, forse adesso
sul morir mio delusa,
 
Sul morir mio delusa,
priva d'ogni speranza e di consiglio,
 
Priva d'ogni speranza, e di consiglio
lagrime di dolor versa dal ciglio!
 
Lagrime di dolor versa dal ciglio.
    L'aura che va scherzando
 
    L'aura che va scherzando
mi parla del suo affanno.
 
Mi parla del suo affanno…
Ah che son io tiranno
 
Ah, che son io tiranno
se non affretto il piè.
 
Se non affretto il piè.
    Dolce mio ben, m'attendi
 
    Dolce mio ben, m'attendi
a consolar quel pianto;
 
A consolar quel pianto:
ritorno a te col vanto
 
Ritorno a te col vanto
della più rara fé.
 
Della più rara fè.
(Parte.)
 
(parte.

Appartamenti nel palazzo di Lucio Silla.
 
Appartamenti nel Palazzo di Lucio Silla.
SCENA III
 
SCENA III.
Silla, Celia, Aufidio e guardie.
 
Silla, Celia, Aufidio, e Guardie.
Silla
 
Sil.
A te dell'amor mio, del mio riposo,
 
A Te dell'amor mio, del mio riposo,
Celia, lascio il pensier. Rendi più saggia
 
Celia, lascio il pensier. Rendi più saggia
l'ostinata di Mario altera figlia,
 
L'ostinata di Mario altera figlia,
e a non sprezzarmi alfin tu la consiglia.
 
E a non sprezzarmi alfin tu la consiglia.
Celia
 
Cel.
German,
 
German,
vo' lusingarmi
 
vo' lusingarmi
di vederla cangiar.
 
Di vederla cangiar.
Aufidio
 
Auf.
Quella superba
 
Quella superba
colle preghiere e coi consigli invano
 
Colle preghiere, e coi consigli in vano
fia che si tenti. Un dittator sprezzato
 
Fia che si tenti. Un Dittator sprezzato,
che da Roma e dal mondo inter s'ammira,
 
Che da Roma, e dal mondo inter s'ammira,
s'altro non vale, usi la forza e l'ira.
 
S'altro non vale, usi la forza, e l'ira.
Silla
 
Sil.
E la forza userò. Sì, in questo giorno
 
E la forza userò. Sì, in questo giorno
mi segua all'ara e paghi
 
Mi segua all'Ara, e paghi
renda gli affetti miei,
 
Renda gli affetti miei,
o il nuovo sol non sorgerà per lei.
 
O il nuovo sol non sorgerà per lei.
Celia
 
Cel.
Ah Silla, ah mio germano,
 
Ah, Silla, ah mio Germano,
per tua cagione io tremo,
 
Per tua cagione io tremo
se trasportar ti lasci a questo estremo.
 
Se trasportar ti lasci a questo estremo.
Silla
 
Sil.
Da tentar che mi resta,
 
Da tentar che mi resta,
se ostinata colei mi fugge e sprezza?
 
Se ostinata colei mi fugge, e sprezza?
Celia
 
Cel.
Adoprar tu sol devi arte e dolcezza.
 
Adoprar tu sol devi arte, e dolcezza.
Silla
 
Sil.
Di mia clemenza ancora
 
Di mia clemenza ancora
prova farò. Giunia qui venga, e seco
 
Prova farò. Giunia qui venga, e seco
parli lo sposo in me. Ma non s'abusi
 
Parli lo Sposo in me. Ma non s'abusi
dell'amor mio, di mia bontade, e tremi
 
Dell'amor mio, di mia bontade, e tremi
se Silla alfine, inesorabil reso,
 
Se Silla alfine inesorabil reso
favellerà da dittatore offeso.
 
Favellerà da Dittatore offeso.
Celia
 
Cel.
German, finora una segreta speme
 
German, fin'ora una segreta speme
forse il cor le nutrì. Se cadde estinto
 
Forse il cor le nutrì. Se cadde estinto
lo sposo suo, più non le resta omai
 
Lo Sposo suo, più non le resta omai
amorosa lusinga. I preghi tuoi
 
Amorosa lusinga. I preghi tuoi
cauto rinnova. Un amator vicino
 
Cauto rinnova. Un amator vicino,
se d'un lontan trionfa, il trionfare
 
Se d'un lontan trionfa, il trionfare
d'un amator, che già di vita è privo,
 
D'un amator, che già di vita è privo,
è più agevole impresa a quel ch'è vivo.
 
E’ più agevole impresa a quel ch'è vivo.
    Si pasce un affetto
 
    Si pasce un affetto
di dolce speranza;
 
Di dolce speranza;
né serba costanza
 
Nè serba costanza
chi speme non ha.
 
Chi speme non ha.
    Se manca l'oggetto
 
    Se manca l'oggetto,
che un'alma incatena,
 
Che un'alma incatena,
l'affetto, la pena
 
L'affetto, la pena
del core sen va.
 
Del core se n' và.
(Parte.)
 
(parte.
SCENA IV
 
SCENA IV.
Silla, Aufidio e guardie.
 
Silla, Aufidio, e Guardie.
Aufidio
 
Auf.
Signor, duolmi vederti
 
Signor, duolmi vederti
ai rifiuti, agl'insulti
 
Ai rifiuti, agl'insulti
esposto ancor. Alle preghiere umìli
 
Esposto ancor. Alle preghiere umili
s'abbassi un cor plebeo. Ma Silla, il fiero
 
S'abbassi un cor plebeo. Ma Silla il fiero
terror dell'Asia, il vincitor di Ponto,
 
Terror dell'Asia, il vincitor di Ponto,
l'arbitro del Senato, e che si vide
 
L'arbitro del Senato, e che si vide
un Mitridate al suo gran piè sommesso,
 
Un Mitridate al suo gran piè sommesso,
s'avvilirà d'una donzella appresso?
 
S'avvilirà d'una donzella appresso?
Silla
 
Sil.
Non avvilisce amore
 
Non avvilisce amore
un magnanimo core, o se 'l fa vile,
 
Un magnanimo core, o se 'l fa vile,
infra gli eroi, che le provincie estreme
 
Infra gli Eroi che le Provincie estreme
han debellate e scosse,
 
Han debellate, e scosse
un sol non vi saria che vil non fosse.
 
Un sol non vi saria che vil non fosse.
In questo giorno, amico,
 
In questo giorno, amico,
sarà Giunia mia sposa.
 
Sarà Giunia mia Sposa.
Aufidio
 
Auf.
Ella sen viene.
 
Ella se n' viene.
Mira in quel volto espresso
 
Mira in quel volto espresso
un ostinato amore,
 
Un ostinato amore,
un odio interno, un disperato duolo.
 
Un odio interno, un disperato duolo.
Silla
 
Sil.
Ascoltarla vogl'io. Lasciami solo.
 
Ascoltarla vogl'io. Lasciami solo.
(Aufidio parte con le guardie.)
 
(Aufidio parte con le Guardie.
SCENA V
 
SCENA V.
Silla e Giunia.
 
Silla, e Giunia.
Silla
 
Sil.
Sempre dovrò vederti
 
SEmpre dovrò vederti
lagrimosa e dolente? Il tuo bel ciglio
 
Lagrimosa, e dolente? Il tuo bel ciglio
una sol volta almeno
 
Una sol volta almeno
non fia che si rivolga a me sereno?
 
Non fia che si rivolga a me sereno?
Perché così pensosa
 
Perchè così pensosa
t'agiti, impallidisci e scansi ad arte
 
T'agiti, impallidisci, e scansi ad arte
d'incontrar gli occhi tuoi negli occhi miei?
 
D'incontrar gli occhi tuoi negli occhi miei?
Giunia
 
Giu.
Empio, perché sol l'odio mio tu sei.
 
Empio, perchè sol l'odio mio tu sei.
Silla
 
Sil.
Ah no, creder non posso
 
Ah no, creder non posso,
che a danno mio s'asconda
 
Che a danno mio s'asconda
sì fiera crudeltà nel tuo bel core.
 
Sì fiera crudeltà nel tuo bel core.
Hanno i limiti suoi l'odio e l'amore.
 
Hanno i limiti suoi l'odio, e l'amore.
Giunia
 
Giu.
Il mio non già. Quant'amerò lo sposo,
 
Il mio non già. Quant'amerò lo Sposo
tanto Silla odierò. Se fra gli estinti
 
Tanto Silla odierò. Se fra gli estinti
l'odio giunge e l'amor, dentro quest'alma,
 
L'odio giunge, e l'amor dentro quest'alma,
che ad onta tua non cangierà giammai,
 
Che ad onta tua non cangierò giammai,
egli il mio amor, tu l'odio mio sarai.
 
Egli il mio amor, tu l'odio mio sarai.
Silla
 
Sil.
Ma dimmi: in che ti offesi
 
Ma dimmi: in che ti offesi
per odiarmi così? Che non fec'io,
 
Per odiarmi così? Che non fec'io
Giunia, per te? La morte
 
Giunia per te? la morte
il genitor t'invola, ed io ti porgo
 
Il genitor t'invola; ed io ti porgo
nelle mie mura istesse
 
Nelle mie mura istesse
un generoso asilo. Ogni dovere
 
Un generoso asilo. Ogni dovere
dell'ospitalità qui teco adempio,
 
Dell'ospitalità quì teco adempio,
eppur segui ad odiarmi? E Silla è un empio?
 
Eppur segui ad odiarmi? E Silla è un empio?
Giunia
 
Giu.
Stender dunque dovrei le braccia amanti
 
Stender dunque dovrei le braccia amanti
a un nemico del padre? E ti scordasti
 
A un nemico del Padre? E ti scordasti
quanto contro di lui, barbaro, oprasti?
 
Quanto contro di lui, barbaro, odiasti?
Amo Cecilio ancor. Rispetto in lui,
 
Amo Cecilio ancor. Rispetto in lui,
benché morto, la scelta
 
Benchè morto, la scelta
del genitor. Se l'inuman destino
 
Del genitor. Se l'inuman destino
dal fianco mio lo tolse
 
Dal fianco mio lo tolse
per secondare il tuo perverso amore,
 
Per secondare il tuo perverso amore,
ah sì, viverà sempre in questo core.
 
Ah sì, viverà sempre in questo core.
Silla
 
Sil.
Amalo pur, superba, e in me detesta
 
Amalo pur, superba, e in me detesta
un nemico tiranno. Or senti: o scorda
 
Un nemico tiranno. Or senti: o scorda
un forsennato orgoglio,
 
Un forsennato orgoglio,
un inutile affetto, un odio insano,
 
Un inutile affetto, un odio insano,
o a seguir ti prepara
 
O a seguir ti prepara
nell'Erebo fumante e tenebroso
 
Nell'Erebo fumante, e tenebroso
l'ombra del genitore e dello sposo.
 
L'ombra del Genitore, e dello Sposo.
Giunia
 
Giu.
Coll'aspetto di morte
 
Coll'aspetto di morte
del gran Mario la figlia
 
Del gran Mario la Figlia
presumi di avvilir?
 
Presumi di avvilir?
Silla
 
Sil.
Meglio al tuo rischio
 
Meglio al tuo rischio
pensa e risolvi. Ancora
 
Pensa, e risolvi. Ancora
un resto di pietade,
 
Un resto di pietade,
sol perché t'amo, ascolto.
 
Sol perchè t'amo, ascolto.
Ah sì, meglio risolvi.
 
Ah sì, meglio risolvi.
Giunia
 
Giu.
Ho già risolto.
 
Ho già risolto.
Del genitore estinto ognora io voglio
 
Del Genitore estinto ogn'ora io voglio
rispettare il comando:
 
Rispettare il comando,
sempre Silla abborrire,
 
Sempre Silla abborrire,
sempre adorar lo sposo, e poi morire.
 
Sempre adorar lo Sposo, e poi morire.
    Non pavento i sdegni tuoi,
 
    Non pavento i sdegni tuoi,
non mi curo del tuo affetto,
 
Non mi curo del tuo affetto,
abborrisco il fiero aspetto
 
Abborrisco il fiero aspetto
d'un indegno traditor.
 
D'un indegno traditor.
    Il mio cor piacer sol prende
 
    Il mio cor piacer sol prende
di quell'ira che ti accende.
 
Di quell'ira che ti accende.
Morirò, ma ognor costante
 
Morirò; ma ogn'or costante
all'amante e al genitor.
 
All'amante, e al genitor.
(Parte.)
 
(parte.
SCENA VI
 
SCENA VI.
Silla.
 
Silla.
Silla
 
Sil.
E tollerar io posso
 
E Tollerar io posso
sì temerari oltraggi? A tante offese
 
Sì temerarj oltraggi? A tante offese
non si scuote quest'alma? E chi la rese
 
Non si scuote quest'alma? E chi la rese
insensata a tal segno?…
 
Insensata a tal segno?…
Oddio! L'incanto
 
Oddio! L'incanto
di due vaghe pupille…
 
Di due vaghe pupille…
Ma come, se tiranne
 
Ma come, se tiranne
implacabili e fiere, altro non fanno
 
Implacabili, e fiere altro non fanno
che raddoppiar a questo sen l'affanno?
 
Che raddoppiar a questo sen l'affanno?
Sventurato ch'io son! Non più. Si desti
 
Sventurato ch'io son! Non più. Si desti
dal letargo il mio cor, l'ira succeda
 
Dal letargo il mio cor, l'ira succeda
a un disprezzato affetto, e l'empia Giunia
 
A un disprezzato affetto: e l'empia Giunia
ristretta fra catene…
 
Ristretta fra catene…
Giunia? Misero cor!… Giunia è il tuo bene…
 
Giunia? Misero cor!… Giunia è il tuo bene…
Silla, Silla infelice! Astri crudeli!
 
Silla, Silla infelice! Astri crudeli!
Fiero destino… Ah voi che in sen provate
 
Fiero destino… Ah, voi che in sen provate
gli amorosi martiri,
 
Gli amorosi martiri,
voi compiangete almeno i mie deliri.
 
Voi compiangete almeno i mie deliri.
Silla
 
    Chi mai vide un'alma amante
 
    Chi mai vide un'alma amante
più infelice e sventurata!
 
Più infelice, e sventurata!
La più bella e la più ingrata
 
La più bella, e la più ingrata
son costretto ad adorar!
 
Son costretto ad adorar!
(Parte.)
 
(parte.

Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma.
 
Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli Eroi di Roma.
SCENA VII
 
SCENA VII.
Cecilio solo.
 
Cecilio solo.
Cecilio
 
Cec.
Ombre de' lazi eroi, che qui d'intorno
 
OMbre de' Lazj Eroi, che quì d'intorno
tacite v'aggirate,
 
Tacite v'aggirate,
l'oppressa libertà deh vendicate.
 
L'oppressa libertà, deh, vendicate.
Ogni ordine ha sconvolto
 
Ogni ordine ha sconvolto
l'iniquo dittator. E mille e mille
 
L'iniquo Dittator. E mille, e mille
esecrandi delitti
 
Esecrandi delitti
stancar la crudeltade ancor non sanno
 
Stancar la crudeltade ancor non sanno
di quell'alma orgogliosa;
 
Di quell'alma orgogliosa,
ma tenta altrui rapir perfin la sposa…
 
Ma tenta altrui rapir per fin la Sposa…
Giunia, mio dolce amor.
 
Giunia, mio dolce amor.
Deh quanto tardi
 
Deh, quanto tardi
a presentarti agli occhi miei! Sapesse
 
A presentarti agli occhi miei! Sapesse
la cara sposa almeno
 
La cara Sposa almeno,
ch'io qui l'attendo! Oh come presto a volo
 
Ch'io quì l'attendo! Oh come presto a volo
giunger io la vedrei!… Ma Cinna, oddio,
 
Giunger io la vedrei!… Ma Cinna, oddio,
non avrebbe di troppo
 
Non avrebbe di troppo
lusingato il mio cor?… No. Vive Giunia
 
Lusingato il mio cor?… No. Vive Giunia
all'amor mio costante,
 
All'amor mio costante.
né l'insane lusinghe o un vil timore
 
Nè l'insane lusinghe, o un vil timore
ponno cangiar della mia Giunia il core.
 
Ponno cangiar della mia Giunia il core.
    Dolci aurette, deh portate
 
    Dolci aurette, deh, portate
questi accenti al caro bene.
 
Questi accenti al caro Bene.
Sappia almen, fra mille pene,
 
Sappia almen fra mille pene,
che l'attende il suo fedel.
 
Che l'attende il suo fedel.
Dolci aurette… Ah i miei voti
 
Dolci aurette… Ah, i miei voti
accogliete pietose… Eccola… Oh gioia!
 
Accogliete pietose… Eccola… Oh gioja!
Ma oddio! sola non è… Che far degg'io?
 
Ma, oddio! sola non è… Che far degg'io?
Qui in disparte si attenda
 
Quì in disparte si attenda
l'opportuno momento
 
L'opportuno momento
per discoprirmi a lei.
 
Per discoprirmi a lei.
Siatemi voi propizi, eterni dèi!
 
Siatemi voi propizj, eterni Dei.
(Si ritira.)
 
(si ritira.
SCENA VIII
 
SCENA VIII.
Giunia con seguito di domestici, Cecilio in disparte.
 
Giunia con seguito di Domestici, Cecilio in disparte.
Giunia
 
Giu.
    Dal fortunato Eliso,
 
    DAl fortunato Eliso,
padre, i miei voti intendi:
 
Padre, i miei voti intendi:
la figlia tua difendi,
 
La Figlia tua difendi,
consola il suo dolor.
 
Consola il suo dolor.
Lasciatemi pur sola; e al pianto mio,
 
Lasciatemi pur sola; e al pianto mio,
fidi servi, lasciate
 
Fidi Servi lasciate
libero il corso almen fra questi orrori.
 
Libero il corso almen fra questi orrori.
(Partono i servi.)
 
(partono i Servi.
Giunia
 
Ombra amata del padre,
 
Ombra amata del Padre,
e quanto tardi ancora
 
E quanto tardi ancora
a vendicar te stessa,
 
A vendicar te stessa,
e la romana libertade oppressa?
 
E la Romana libertade oppressa?
E tu del mio Cecilio alma diletta,
 
E tu del mio Cecilio alma diletta,
se tanto Giunia amasti,
 
Se tanto Giunia amasti,
e perché non ti movi
 
E perchè non ti movi
al mio crudele affanno,
 
Al mio crudele affanno,
perché in preda mi lasci al rio tiranno?
 
Perchè in preda mi lasci al rio tiranno?
Vola, vola, soccorri
 
Vola, vola, soccorri
la tua sposa fedel, ch'altro non chiede
 
La tua Sposa fedel, ch'altro non chiede,
che di poter seguirti.
 
Che di poter seguirti.
Cecilio
 
Cec.
(Oh bella fede!)
 
(Oh bella fede!]
(S'avanza.)
 
(s'avanza:
Eccomi, o cara; ecco Cecilio. Intesi
 
Eccomi, o cara: ecco Cecilio. Intesi
le amorose tue voci. Eccomi…
 
Le amorose tue voci. Eccomi…
Giunia
 
Giu.
Oddio!
 
Oddio!
Tu?… Numi!…Chi vegg'io?…
 
Tu?… Numi!…Chi vegg'io?…
Cecilio
 
Cec.
Giunia.
 
Giunia.
Giunia
 
Giu.
Cecilio.
 
Cecilio.
Cecilio
 
Cec.
A che ritiri il piede,
 
A che ritiri il piede
sposa cara e fedel? Ben a ragione
 
Sposa cara, e fedel? Ben a ragione
paventar io ti veggio;
 
Paventar io ti veggio;
ma sappi…
 
Ma sappi…
Giunia
 
Giu.
Ah ch'io qui sogno oppur vaneggio!
 
Ah, ch'io quì sogno, oppur vaneggio?
Giunia
 
Giu.
    Dèi pietosi, in questo istante
 
    Dei pietosi, in questo istante
credo appena agli occhi miei.
 
Credo appena agli occhi miei.
Sposo amato, oddio, tu sei,
 
Sposo amato, oddio, tu sei,
non m'inganna il troppo amor.
 
Non m'inganna il troppo amor.
Cecilio
 
Cec.
    Non t'inganni, amata sposa:
 
    Non t'inganni, amata Sposa:
rasserena il tuo bel ciglio.
 
Rasserena il tuo bel ciglio.
Fa' che sprezzi il mio periglio
 
Fa che sprezzi il mio periglio
la costanza del mio cor.
 
La costanza del mio cor.
a due
 
a due
Dolce sposo|sposa, in tal momento
 
Dolce Sposo|a in tal momento
del passato mio tormento
 
Del passato mio tormento
la dolcezza è assai maggior!
 
La dolcezza è assai maggior!
Giunia
 
Giu.
Del tiranno ai sguardi irati,
 
Del tiranno ai sguardi irati,
Deh ti cela, o mio tesoro.
 
Deh, ti cela, o mio tesoro.
Cecilio
 
Cec.
No, la patria, il ben che adoro
 
No; la Patria, il ben che adoro
vengo solo a vendicar.
 
Vengo solo a vendicar.
Giunia
 
Giu.
Troppo ardire…
 
Troppo ardire…
Cecilio
 
Cec.
Temi invano.
 
Temi invano,
Giunia
 
Giu.
Il destin…
 
Il destin…
Cecilio
 
Cec.
…sarà felice.
 
Sarà felice.
Giunia
 
Giu.
Il tiran…
 
Il tiran…
Cecilio
 
Cec.
…per questa mano
 
Per questa mano
il suo sangue ha da versar.
 
Il suo sangue ha da versar
a due
 
a due
    Ah se vana è tanta speme,
 
    Ah, se vana è tanta speme,
non paventi un cor romano:
 
Non paventi un cor Romano:
col morir potremo insieme
 
Col morir potremo insieme
tanti affanni terminar.
 
Tanti affanni terminar.
(Partono divisi.)
 
(partono divisi.
Fine dell'atto primo.
 
Fine dell'Atto Primo.


Avviso intorno al Ballo I

Il nuovo ballo, che ora si presenta, ha per soggetto il Solimano II o, se si vuole, la Francese Trionfante, per la prima volta immaginato ed esteso dal signor Marmontel in una delle sue bellissime novelle morali, poi dal signor Favart ridotto in commedia ad uso del teatro francese. Dall'una e dall'altra di queste opere dunque è ricavato il presente ballo; e se in alcuni luoghi avvien ch'egli si discosti dal dettaglio de' suoi originali, ciò è per adattare il soggetto stesso all'arte pantomima, la quale avendo le sue particolari bellezze, non è suscettibile di quelle che proprie sono delle altre arti sue sorelle. Chiunque avrà letto i due sopraccennanti lavori, vedrà quanto siasi studiato di conservar anche nel pantomimo la varietà de' caratteri e quella leggiadria che forma il ballo di un soggetto omai ammirato da tutta l'Europa. Coloro poi che non conoscono né la novella morale né la commedia suddetta sperasi nondimeno che fiano per trovarsi un'azione completa con un principio, un mezzo e un fine, coll'unità di tempo, di luogo ed azione tal quale la prescrivono i maestri dell'arte poetica. L'autore si è prefisso di far rappresentare, per quanto ha potuto, la commedia ballata nella sua semplicità, adorna di sé stessa ed ingentilita dalla danza, dalla pittura, dalla musica e dalla pompa degli abiti, tentando così d'imitare, benché rozzamente, quella venustà con cui siffatti lavori comparirono già nel teatro greco e romano. I cambiamenti che vi si trovano vengono tutti autorizzati o dall'uno o dall'altro de' sopraccennati componimenti. Il soggetto si adatta perfettamente all'arte pantomima e, se i colori de' quali l'autore si è servito non lo sfigurano, giova sperare che i veri conoscitori ne saranno contenti.
 


Avviso intorno al Ballo I.

IL nuovo Ballo, che ora si presenta, ha per Soggetto il Solimano II., o se si vuole, la Francese Trionfante, per la prima volta immaginato, ed esteso dal Signor Marmontel in una delle sue bellissime Novelle Morali, poi dal Signor Favart ridotto in Commedia ad uso del Teatro Francese. Dall'una, e dall'altra di queste Opere dunque è ricavato il presente Ballo; e se in alcuni luoghi avvien ch'egli si discosti dal dettaglio de' suoi originali, ciò è per adattare il Soggetto stesso all'Arte Pantomima, la quale avendo le sue particolari bellezze, non è suscettibile di quelle, che proprie sono delle altre Arti sue sorelle. Chiunque avrà letto i due sopraccennanti lavori, vedrà quanto siasi studiato di conservar anche nel Pantomimo la varietà de' Caratteri, e quella leggiadria, che forma il Ballo di un Soggetto omai ammirato da tutta l'Europa. Coloro poi che non conoscono né la Novella Morale, nè la Commedia suddetta sperasi nondimeno, che fiano per trovarsi un'azione completa, con un principio, un mezzo, e un fine, coll'unità di tempo, di luogo, ed azione, tal quale la prescrivono i Maestri dell'Arte Poetica. L'Autore si è prefisso di far rappresentare, per quanto ha potuto, la Commedia ballata nella sua semplicità, adorna di se stessa, ed ingentilita dalla Danza, dalla Pittura, dalla Musica, e dalla pompa degli Abiti, tentando così d'imitare, benchè rozzamente, quella venustà, con cui siffatti lavori comparirono già nel Teatro Greco, e Romano. I cambiamenti, che vi si trovano, vengono tutti autorizzati, o dall'uno, o dall'altro de' sopraccennati Componimenti. Il Soggetto si adatta perfettamente all'Arte Pantomima, e se i colori de' quali l'Autore si è servito non lo sfigurano, giova sperare, che i veri Conoscitori ne saranno contenti.