Kritische Edition des vertonten Textes (Partiturtext)   Kritische Edition des Librettos (Libretto)  
ATTO SECONDOvon Mozart nicht vertont
ATTO SECONDO
Stradone di delizia avanti la casa di Bocconio.
SCENA PRIMAIm handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso sind im Vergleich zur Vorlage Le donne rivali Rom 1780 die Szenen I, VI und IX neu hinzugedichtet worden.
Don Asdrubale, poi Metilde.
Don Asdrubale
(Parlando d'Eugenia.)
Quando verrà il momento
che potrò alfin tornare
685
del caro idolo mio
nella bramata pace,
e ch'alfin si risolva
di non sposar quel vecchio?
(Va per partire, ma non riescegli.)
Ma ecco qui Metilde…
Metilde
Don Asdrubale,
690
vi sono buona serva.
Don Asdrubale
(Oh che fatale incontro!)
(Con sodezza.)
Tali serve io non tengo;
ma delle mie padrone
voi siete la più grande.
Metilde
(Ribattendogli con dolcezza le stesse di lui parole che addietro le proferì.)
695
Lasciamo i complimenti,
e ditemi, di grazia:
quando mai si faranno
le nostre belle nozze?
Don Asdrubale
Io credo certamente
700
che meco voi scherziate.
Metilde
(Ribattendogli parimente le medesme di lui parole.)
Con voi, amor mio, non scherzo,
anzi parlo sul sodo;
basta alfin voi sappiate
che già mi prometteste
705
di farle presto,
e a dispetto d'Eugenia.
Don Asdrubale
Cosa mai mi narrate!
Ma se ciò pronunciai,
or mi disdico a un tratto,
710
ché sposarmi con voi non son sì matto.
(Parte.)
Metilde
Poffar di Bacco!
Or or ce la vedremo:
io non sarei quella gran virtuosa,
se con il canto e ballo
a buon fin non riuscissi in ogni cosa.
715
    Non son chi sono
se non mi vendico;
col canto e ballo
farò tal strepito,
che tutti i giudici
720
ne' luoghi publici
farò incantar.
    Con dolce suono,
con bella voce,
con note flebili,
725
con passi gravi
ognun giustizia
senza malizia
mi dovrà far.
(Parte.)
SCENA IISCENA II im handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso entspricht – mit Ausnahme weniger ausgelassenen Verse, einiger orthographisch relevanten Änderungen und geringerer Varianten – der SCENA VI der Vorlage Le donne rivali Rom 1780. Die Abweichungen zwischen beiden Szenen sind im Text der Libretto-Vorlage (SCENA VI) farblich markiert. Um den Anschluss an die SCENA IX im Libretto zu Lo sposo deluso nach der Vorverlegung der ursprünglichen SCENA VI der Vorlage zu ermöglichen, sind vier Verse am Ende von SCENA VIII (V. 1072–1075) neu hinzugefügt worden.
Pulcherio, poi Bettina.
Pulcherio
Io non amo, e fra' piedi
730
sempre ho amore e le amanti.
Bettina
Il vostro amico
che fa? Che fa la bella?
Pulcherio
Voi siete una vezzosa tristarella;
ma per altro vorrei
persuadervi d'amico
735
a lasciar Don Asdrubale.
Bettina
Lasciarlo?
Con questa pace?
Pulcherio
Egli non v'ama.
Bettina
Ed io
dovrei cederlo a Eugenia?
Pulcherio
Che v'importa?
A voi non mancheranno
altri mariti.
Bettina
No, non è così.
740
In oggi le zitelle anche di merito
ammuffiscono in casa.
Pulcherio
(Con qualche espressione di tenerezza.)
Ma non con quel sembiante,
non con quei vaghi accenti,
con quella grazia…
Bettina
Piano, piano un poco.
745
Voi, signor nemico
d'amor, m'avete fatto
una certa espression così galante…
Pulcherio
(Scostandosi.)
Guardimi il ciel, non fui, né sono amante.
Bettina
Perché così lontano?
Pulcherio
Niente, niente:
750
ve lo giuro che sono indifferente.
Bettina
Indifferente? Ringraziate il cielo
che il puntiglio m'accieca
per aver Don Asdrubale, altrimenti…
vorrei ridurvi come un agnellino.
Pulcherio
755
Basta a fuggirvi ed a non star vicino.
(Costei, l'ho detto sempre, ha dello spirito,
e non c'è da scherzare.)
Bettina
(Ei fa l'eroe; ma pur mi vuo' spiegare.)
In un caso ch'Eugenia
760
superi il punto, che non credo, voi
sareste in grado di pensare a me?
Pulcherio
Val a dire? Cioè?
(Galeotta, t'intendo.)
Bettina
(Con placidezza.)
Eh via, che serve? Io dico che semmai
765
m'abbandona colui, che il ciel non voglia,
posso sperar qualcosa
su questa vostra mano,
da tante e tante ricercata invano?
Pulcherio
(Confuso.)
Dirò… (Pesiamo le parole.) In voi
770
vedo spirito, onore,
beltà, virtù… ma non per me; mi piace
viver tranquillo, senza moglie, in pace.
Bettina
(Con smorfia.)
Ma dunque non avreste
un po' di compassion, voi che vantate
775
un core così bello?
Pulcherio
(Ah Pulcherio, Pulcherio, sta' in cervello.)
Bettina, addio. (Fuggiamo.)
Bettina
(Sdegnosa.)
Orsù, alle corte:
o voi o Don Asdrubale.
Pulcherio
(Confuso.)
(Oh che abisso!
Che labirinto. Ah donne, donne!) Udite…
780
sperate pure…
Bettina
(Con grazia.)
In voi?
Pulcherio
Oibò, sperate…
sì, sperate in amore, che talvolta
fa nascer l'occasione in un istante
per consolar un'infelice amante.
    Hanno quei cari occhietti
785
la dolce simpatia,
la forza, la magia
d'innamorar un cor.
    (Che dissi… Oh me infelice!)
No, non son io che parlo;
790
son cose che le dice
chi ha pratica d'amor.
    A voi mancar lo sposo…?
Voi dubitar, ben mio…?
Addio, Bettina, addio.
795
(Costei già me la fa.)
(In atto di partire, poi si trattiene.)
    (Eppur non so partire,
eppur m'arresto ancora…?)
Eh andate alla buonora,
quegl'occhi già m'incantano.
800
(Lontano dalle femine,
voglio fuggir di qua.)
(Parte, e Bettina gli corre dietro.)


Camera nobile in casa di Bocconio.
SCENA III
Bocconio, indi Bettina, poi Pulcherio.
Bocconio
    Son disperato affatto,
son furibondo e matto:
voglio parlar col giudice,
805
mi voglio vendicar.
(Vuol partire e s'incontra in Bettina.)
Bettina
    Cos'è, dove correte?
Un stupido voi siete:
già tutti vi deridono,
fatevi rispettar.
Bocconio
810
    Tu mi faresti dire…
(Di nuovo vuol partire e s'incontra in Pulcherio.)
Bettina
Scusate, siete un pazzo.
Pulcherio
Cos'è questo schiamazzo?
Si sente sulla strada.
Sarete ormai la favola
815
di tutte le persone…
La gente sul balcone
si venne ad affacciar.
Bettina
    Bravo, che bell'amico.
Bocconio
Siete voi pur d'accordo.
a tre
820
(Non so da questo intrico
se ne potrò scappar.
Vuo' fare un terribilio,
me l'hanno da pagar.)
Bettina
Il caro Don Asdrubale
825
fare il vago gentil colla romana?
Bocconio
A guisa di befana
farmi star all'oscuro… Campi Elisi,
spiriti, ombre vaganti… e dove stiamo?
In Algeri, al Tonchino,
830
nell'Arabia deserta o nel Pichino?
Pulcherio
Via, s'è fatto per ridere,
per rallegrar Eugenia.
Bocconio
Io voglio insomma
la sposa a me promessa, o in quest'istante
me ne vado dal giudice.
Pulcherio
(Che sento!)
835
E perché far volete
una publicità sì clamorosa?
Bocconio
Perché voglio la sposa.
Bettina
Ed io vuo' Don Asdrubale:
ei m'ha promesso…
Pulcherio
(Peggio.) Cosa dite?
840
Vi diede egli parola?
Bettina
A dire il vero
non me l'assicurò,
ma con un forse quasi si spiegò.
Bocconio
Io con tutti i capitoli
non mi posso sposar, e tu pretendi
845
marito con un forse?
Pulcherio
(A Bettina.)
Perdonatemi:
non è parola decisiva.
Bocconio
Oibò.
Pulcherio
Basta: so io, so io quel che farò.
Bocconio
Eh lasciatela dire.
Discorriamo fra noi. La locazione…
850
voglio dire i capitoli…
Bettina
(Strepitando e interrompendo sempre Bocconio.)
Discordie,
inimicizie, gelosie, sospetti
voglio sparger fra loro:
cento romane non mi fan paura.
Bocconio
Per un forse… ma questa è seccatura,
855
nepote mia.
Pulcherio
Mi sembra
la vostra pretenzione mal fondata.
Bettina
(Ah purtroppo lo so: son disperata.)
Bocconio
Via, seguitiamo, se si può…
Bettina
Ma adesso
ci entra il puntiglio, caro zio.
Bocconio
Nipote,
860
per un forse il puntiglio?
(Or ora, senza forse, la scapiglio.)
Bettina
Bisogna compatirci.
Basta un'occhiata ancor, basta un sorriso…
Bocconio
Un forse…
Bettina
E di che sorte: le ragazze
865
si lusingano subito
per vanità d'esser chiamate spose.
(Ah che purtroppo, oh dio!
di questa vanità patisco anch'io.)
    Un leggiadro giovinetto
870
nel vedere una zitella,
se un tantin le fa l'occhietto,
se le dice "siete bella",
se s'arrischia a dir "chi sa?…
potrebb'esser… si vedrà…",
875
poverina, già si crede
d'esser sposa e già si vede
per la casa a saltellar.
    Pria lo dice, ma pian piano,
nell'orecchio alla vicina;
880
poi lo sa, di mano in mano,
la scuffiara e la spazzina;
se promette di tacere,
lo sa ancor il perucchiere;
e per tutto il vicinato
885
s'incomincia a publicar.
    Donne mie, da me apprendete
a dar peso alle parole;
e semmai alcun vi vuole,
solo il giorno lo direte
890
che v'andate a maritar.
(Parte.)
SCENA IV
Bocconio e Pulcherio, poi Don Asdrubale.
Bocconio
Che ciarliera!
Pulcherio
Peraltro ha del talento:
è bizzarra e graziosa.
Bocconio
Questa sera
insomma io vorrei fare il matrimonio.
Don Asdrubale
Amico… (Ohimè, che vedo! È qui Bocconio.)
Bocconio
(Fremendo.)
895
(Ah Saturno, Saturno,
quest'è persecuzione e tirannia.)
Don Asdrubale
Che forse vi disturbo? Vado via.
Pulcherio
Anzi, abbiamo bisogno
d'un consiglio da voi.
Bocconio
(Piano a Pulcherio.)
Come! Da lui?
900
Che siete pazzo?
Don Asdrubale
Io posso
dar consigli di guerra.
Pulcherio
È un consiglio amoroso.
Don Asdrubale
Anche d'amore
discorre volontieri un militare.
Dite pur, ch'io son pronto ad ascoltare.
Pulcherio
905
Dunque sappiate, amico,
ch'ei stabilì le nozze
colla signora Eugenia, e mi diceva
che sarebb'ora alfine
di porgerle la mano.
Don Asdrubale
Come, come?
910
E in faccia mia s'azzardano
queste proposizioni?
Bocconio
(Piano a Pulcherio.)
Amico, attento,
che costui mi sbudella.
Pulcherio
(Piano a Bocconio.)
Non temete.
(A Don Asdrubale.)
Ma caro Don Asdrubale,
egl'ha qualche ragione;
915
ricorrerà dal giudice,
dal vostro colonnello,
e si farà sentire.
Don Asdrubale
(Piano a Pulcherio.)
Per carità, procura d'impedire.
Pulcherio
(Piano a Don Asdrubale.)
Lasciate far.
(A Bocconio.)
Di grazia,
920
cosa direte al giudice?
Bocconio
Dirò,
belbello e senza ardire,
tutto quello che so,
state a sentire.
    Bocconio, figlio maschio
del quondam signor Mario
925
che andava per suo svario
vestito in capriolè…
    Ma voi perché ridete?
Ché dico qualche favola?
Ché forse il ver non è?
930
    La casa Pipistrelli
fu sempre ricca e nobile,
e se non lo sapete,
sentitelo da me.
    Il mio bisavolo ebbe l'onore
935
d'aver due schiaffi da un viceré,
ed il mio nonno fu l'inventore
delle calzette col barulé.
    Il Conte Sgrana, ch'è nella Cina,
è zio carnale di mia cugina;
940
la mia sorella sposò un dentista,
la mia cugina sposò un copista,
e la mattina quando s'alzavano
prendean lezione di minué.
    Or dunque il giudice, sentendo il torto
945
fatto ad un nobile come son io,
dovrà decidere a modo mio
e la giustizia farammi affé.
(Parte.)
SCENA V
Don Asdrubale e Pulcherio.
Don Asdrubale
Non vorrei che costui
facesse qualche passo…
Pulcherio
Eh non lo temo;
950
è sciocco al maggior segno, anzi fra poco
per finir di burlarlo
vedrete, sì, vedrete un nuovo intrico.
Presto, di qua partiamo;
so ben io quel che penso e quel che dico.
(Partono.)
SCENA VIIm handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso sind im Vergleich zur Vorlage Le donne rivali Rom 1780 die Szenen I, VI und IX neu hinzugedichtet worden.
Gervasio, poi Metilde tutta frettolosa.
Gervasio
955
Ormai tempo sarebbe
che della virtuosa
ne penetrassi il core
e, s'ella poi volesse, alfin sposarla.
Si cerchi dunque.
960
Ma eccola qui appunto.
(Vedendola in smania e frettolosa.)
Dove corri, Metilde?
Cosa fu? Che t'avvenne?
Metilde
(Non vorrebbe fermarsi.)
Lasciami andare.
Gervasio
Ma narrami: qual caso
ti tien così turbata?
Metilde
(Con affettate lagrime.)
965
Sappi che quel ribaldo
di Don Asdrubal mio,
dopo d'avermi data
parola di sposarmi,
in oggi me la niega,
970
mi deride, m'insulta.
Dal giudice andar voglio,
giacché in tal guisa egli mi tratta e stanca.
Gervasio
Ebben, s'egli vi manca,
or qua son io
975
che, quando voi vogliate,
far posso le sue veci.
Metilde
Orsù non m'affannate,
che abbastanza mi strazia il fato rio;
sentite ben: vivete in speme, addio.
(Parte.)
Gervasio
980
Così mi lascia!
Viver dovrò in speranza?
Che poi alla fin sperando
perloppiù se ne muore ognun ca… cantando.
(Parte.)
SCENA VII
Don Asdrubale e Bettina con un servo in disparte, poi Eugenia.
Don Asdrubale
Vorrei persuadere
985
la cara sposa, oh dio,
della mia fedeltà, dell'amor mio.
Bettina
(Al servo.)
Senti quel ch'hai da far…
(Vedendo Don Asdrubale.)
Ma è qua costui?
Ascoltiam ciò che dice.
Don Asdrubale
(Passeggiando tutto pensieroso.)
Oh ciel! Credermi amante
990
di quella pazza di Bettina…
Bettina
(Io pazza?
Te n'avvedrai.)
(Sottovoce al servo, dandogli un foglio.)
Sta' attento: semmai giunge
Eugenia in questo luogo,
ad Asrubale allora
995
consegnerai quel foglio.
Udisti? (Almeno vendicar mi voglio.)
(Parte.)
Don Asdrubale
E se il nuovo raggiro di Pulcherio,
come il primo, va a vuoto?… Amore, Amore!
Eugenia
Sì, Amor purtroppo t'ha ferito il core.
Don Asdrubale
1000
Per voi.
Eugenia
Di' per Bettina.
Don Asdrubale
Ah il ciel mi fulmini.
Eugenia
Basta così.
Per questa volta ancora
ti credo, anima mia;
ma risolver bisogna: o tu mi sposa
1005
in quest'istesso giorno,
o alla mia patria disperata io torno.
Don Asdrubale
(Al servo che gli presenta il biglietto.)
Sarà qualche disfida:
volontieri l'accetto.
È di Bettina…
(Vuol renderlo al servo, ma questi fugge.)
Prendi, non lo voglio.
1010
(Oh fatal contratempo!)
Eugenia
A me quel foglio…
Don Asdrubale
Sì, leggetelo pur; sarà un biglietto
pien d'ira e di furore,
perch'io non l'amo!
Eugenia
(Oh dio, mi trema il core.)
(Legge.)
"Carissimo mio ben, giacché voi siete
1015
risoluto d'amarmi…"
Don Asdrubale
Non è vero,
da uomo onesto vel giuro.
Eugenia
Taci, iniquo, spergiuro.
(Seguita a leggere.)
"…chiedete la mia mano
a Bocconio mio zio, con patto espresso
1020
d'abbandonar Eugenia,
qui dal Tarpeo per insultar venuta;
e Bettina, che scrive, vi saluta."
Nega adesso se puoi; lo senti, indegno,
come sono schernita?
Don Asdrubale
È un'impostura:
1025
sulle fiamme, cospetto!
ora mi gettarei. Sentimi, o cara.
Eugenia
Ah no; parti, crudel…
Don Asdrubale
Che pena amara!
Eugenia
Questa dunque, spietato, è la mercede
che rendi all'amor mio?
1030
Ti piango estinto, oh dio!
fra l'orror delle stragi e della morte…
Mi destina la sorte
uno sposo abborrito,
e ti ritrovo intanto
1035
a due rival, che spreggionmi, accanto.
Minacciata, avvilita,
vilipesa, tradita
che risolvo, che penso… Ah fuggi, o mostro,
volgi altrove le piante,
1040
nasconditi al mio sguardo, ingrato amante.
    Dove vo, chi mi consiglia!…
Infelice, sventurata!
Son da tutti abbandonata
e non trovo, oh dio! pietà.
1045
    Ah crudel, da me che brami?
Ah t'amai purtroppo, oh dio!
Dove un core eguale al mio,
dove mai si troverà?
    Riveder l'antico amante
1050
e trovarlo un incostante!
Giusto ciel, maggiore affanno,
maggior pena non si dà.
(Parte.)
SCENA VIII
Don Asdrubale, poi Pulcherio.
Don Asdrubale
Ah sentimi, mio bene…
Oh ciel! Se n'è fuggita…
1055
E non m'uccido… e ancor rimango in vita?
Pulcherio
Amico, buone nuove.
Don Asdrubale
Non le spero.
Pulcherio
Ma perché?
Don Asdrubale
Perché Eugenia
mi crede amante di Bettina, e or ora
partì di qua sdegnata.
Pulcherio
Non temete,
1060
io penserò a placarla. Or sappi, amico,
che un capitan di nave
qui venuto da Spagna,
mio confidente, ci darà ogn'aiuto.
Verrete sconosciuto
1065
da uffiziale spagnolo.
Don Asdrubale
Oh dèi! che imbroglio!
Ma Eugenia…
Pulcherio
Eugenia anch'essa da spagnola
si vestirà; Bocconio, per paura,
dovrà cederla a forza.
Qui alla nave vicina
1070
già l'amico v'attende… Andate…
Don Asdrubale
Addio.
Mi raccomando a te, Pulcherio mio.
(Parte.)
Pulcherio
Sento gente appressarsi!
Megl'è che mi ritiri
acciocch'alcun non prendami in sospetto,
1075
per qualche fin qui stia forse indiretto.
(Parte.)
SCENA IXIm handschriftlichen Libretto zu Lo sposo deluso sind im Vergleich zur Vorlage Le donne rivali Rom 1780 die Szenen I, VI und IX neu hinzugedichtet worden.
Metilde e Gervasio.
Gervasio
Alfin, cara Metilde,
presso il giudice
cosa ottenuto avete
ch'oblighi Don Asdrubale a sposarvi?
Metilde
1080
Sebben per farmi
un merito essenziale
oltre la mia ragione
al giudice esponessi
anche la mia intenzione,
gli cantassi dell'arie
1085
gustose ed in battuta
che il fecero languire
e vari passi a tempo
gli marcassi di ballo
che il fecero stordire,
1090
io poco da lui ottenni;
ma cospetto d'Orfeo!
che tanto la vuo' vincere,
vuo' ch'a forza mi sposi.
Gervasio
Pur non farete nulla,
1095
mentre so già di certo
ch'Eugenia ei sposerà.
Metilde
Io gli perdono poi se me la fa.
Gervasio
Voi intanto, per prudenza,
mettetevi al sicuro
1100
col risolvervi adesso
di farvi sposa mia.
Metilde
(Con alta voce e risentitezza.)
Ma voi non v'accorgete
d'esser troppo importuno; e in tal mio caso
siate voi il più prudente.
Gervasio
1105
Io non c'intendo niente,
e alfin dirovvi in sole due parole
che non merita me chi non mi vuole.
    No che non merita
la destra mia
1110
chi con me strepita,
chi sol desia
di farmi piangere,
farmi adirar.
    Alfin lagnarmi
1115
di più non deggio,
ché già le femmine
sempre al lor peggio
per sola massima
s'han d'attaccar.Wiedergabe des alten, heute nicht mehr gebräuchlichen Sprichworts „Le donne s’attaccano [sempre] al lor peggio“. [Wörtlich: „Die Frauen klammern sich immer an das für sie Schlimmste.“
(Parte.)
Metilde
1120
Bella fu la lezion ch'ei già mi diè;
ma è buona inver per altre e non per me.
(Parte.)


Parte di giardino nella casa di Bocconio corrispondente al lido del mare.
SCENA X
Bocconio, indi Pulcherio, poi Bettina.
Bocconio
Questi sono i capitoli
dal tutor sottoscritti e dalla sposa.
Io quando prendo moglie?… Se mi salta…
1125
con questo mio spadone
faccio di tutti quanti un'uccisione.
Se trovo Don Asdrubale,
cavo il crudel acciaro,
ticche tacche, gli tiro e poi l'ammazzo.
1130
Sì, l'ammazzo senz'altro… Il suol m'inghiotta,
se non si sente a Tunisi la botta.
Pulcherio
(Guardando verso il lido.)
Amico, addio. (La nave
ancora non arriva.)
Bocconio
Che guardate?
(Fosse mai Don Asdrubale,
1135
il duellista… Ardire, o miei pensieri.)
Pulcherio
(Vedendosi a poco a poco appressar la nave.)
Amico… forestieri…
nave spagnola.
Bocconio
In casa mia?
Bettina
Dall'alto
ho veduto appressarsi a questo lido
una nave di Spagna… Potrebb'essere
1140
Don Guasco mio fratello…
Pulcherio
Se non sbaglio
ci è dentro un uffiziale.
Bettina
E una bella damina.
Bocconio
(Si moltiplica ognor la mia ruina.)
SCENA XI
Vedesi finalmente approdar la nave con vari soldati, Don Asdrubale finto uffiziale spagnolo con Donna Eugenia vestita parimente alla spagnola, ognun de' quali sbarcano al suono di lieta marcia.
Bocconio, Bettina e Pulcherio che fanno intanto de' complimenti ai medesimi.
Don Asdrubale
Segnori, io son Don Ercole,
1145
quell'ombre de Castiglia ch'ha ammattato
un miglion d'enemigos,
terribil cavaliere
a cui l'enfierno ancor cava el sombrero.
Bocconio
(Che baffi arditi che ha costui!)
Pulcherio
(Dovrebbe
1150
riuscir bene.)
Bettina
(Guardando furbamente.)
(O io son cieca, o quella
io giurerei ch'è Eugenia.)
Bocconio
(Agl'occhi ed al colore
mi par la sposa.)
Eugenia
(A che m'induci, amore!)
(A Bocconio, accennando Bettina.)
Chien es esta donzella?
Bettina
1155
Dell'uffizial Don Guasco io son sorella.
Eugenia
Che siento! De Don Guasco?
Bettina
Sì signora.
Don Asdrubale
Por mi vida è un soldado
de gran valor: l'ho conosciudo.
Bettina
(Eugenia
è colei, non v'è dubbio,
1160
e l'altro è Don Asdrubale… Ma zitta…
Vuo' divertirmi anch'io,
oh che burla vuo' far.)
(Facendo degl'inchini caricati.)
Signor Don Ercole,
son serva sua; madama,
d'accordarmi licenza si compiaccia.
Eugenia
(Sostenuta.)
1165
Addios, vaga sennora.
Don Asdrubale
Addios, mucciaccia.
SCENA XII
Eugenia, Don Asdrubale, Bocconio e Pulcherio.
Bocconio
Mi farebbe il favor di dirmi almeno…
Don Asdrubale
Oste cosa pretende?
(Lo impaurisce talmente che non sa che rispondergli.)
Pulcherio
(A Don Asdrubale.)
E chi è quell'amabile megera?
Don Asdrubale
1170
Esta è la mia sposina e mia muchera:
l'illustre Donna Fausta, la jermana
de Donna Eugenia.
Pulcherio
La sorella è lei
della signora Eugenia
che da Roma qui venne? Oh mi congratulo.
Bocconio
1175
Che strana metamorfosi!
Pulcherio
Ecco appunto
il signor Don Bocconio che fra poco
dovrà darle la destra.
Bocconio
(Accostandosi famigliarmente ad Eugenia.)
Ora capisco
perché v'assomigliate…
Eugenia
(Risentita.)
Caglia, picaro.
Per esto io son venuda; tu casarte
1180
con Donna Eugenia mia jermana?
Bocconio
Oibò,
lo dicevo per gusto.
Don Asdrubale
Ed io por passatiempo
chiero farte tagliare la cavessa.
Bocconio
La capezza? Ah Pulcherio, che disgrazia!
(Piano al medesmo.)
1185
Per non farmi sposare Eugenia bella
venne apposta da Spagna una sorella.
Pulcherio
Ma il signor Don Bocconio
ha un trattato di nozze.
Bocconio
(Tira fuori i capitoli e li fa vedere ad Eugenia.)
Sì signore;
ecco: c'è sottoscritto anche il tutore.
Eugenia
1190
Esto è il contratto?
Bocconio
Questo.
Eugenia
Non tiene, no es bueno.
(Lo lacera.)
Don Asdrubale
Una mucciaccia
casarse con un becchio?
Bocconio
(Che faccia d'affricano!)
Ma questa è un'ingiustizia.
Eugenia
1195
Caglia, cavron.
Don Asdrubale
Soldados,
ammattate costui.
Bocconio
Per carità…
Pulcherio
Ma signori, un tantino di pietà.
Don Asdrubale
    Ah cavron, con quella faccia,
con quell'occhios del demonio
1200
vuoi far vezzi alla mucciaccia,
vuoi parlar de matrimonio?
Su, soldados, preparatevi:
chiero farlo moschettar.
(Piano ad Eugenia.)
    Nel vedermi così fiero
1205
gl'è passato il desiderio
e la voglia di sposar.
(Forte.)
    No, non sierve: olà, soldados,
freddo in tierra el vuo' mirar.
(Piano a Pulcherio.)
Che piacere, che diletto;
1210
disperato, poveretto,
non sa più quel che si far.
(Forte.)
    Via, signore, per tutt'oggi
la justizia si sospende…
Sol quel volto, che m'accende,
1215
il mio cuore può placar.
    Vamos dunque, vamos todos
Donna Eugenia a ritrovare.
(A Bocconio.)
E despues ti vuo' amattare,
temerarios, perro indegno,
1220
se l'amor non lasci andar.
(Parte.)
SCENA XIII
Pulcherio, Eugenia, poi Bettina da zingara, indi Don Asdrubale che ritorna.
Pulcherio
Siete contenta?
Eugenia
Eppure io tremo ancora.
Se mai scopre l'inganno, se ricorre…
Pulcherio
Eh via, che lo spavento
gli fa passare ogni pensiero; e poi,
1225
se voi non lo volete,
chi può obbligarvi a dir di sì?
Eugenia
(Guardando fra la scena.)
Che miro!
Una vaga fanciulla che s'appressa.
Pulcherio
Pare una zingaretta.
Eugenia
Quanto, quanto è carina e vezzosetta.
Bettina
1230
    Ecco la zingarella
galante, onesta e bella.
D'Egitto è qui venuta
la zingara vezzosa;
se date qualche cosa,
1235
è pronta a indovinar.
Eugenia
Pare tutta Bettina.
Pulcherio
Si rassomiglia assai…
(Vedendo Don Asdrubale.)
Venite, amico.
Ecco qui una leggiadra zingarella.
Don Asdrubale
(Numi! o son pazzo, oppur Bettina è quella.)
Pulcherio
1240
Oh via, bella figliola,
diteci la ventura.
Don Asdrubale
(A Pulcherio.)
Ah caro amico,
che spasso, che piacer! Bocconio cerca
Eugenia da per tutto
e non la trova.
Bettina
Io credo
1245
che non la troverà,
perché Eugenia, che cerca,
(Accennando Eugenia.)
eccola là.
Eugenia
(Ohimè!)
Don Asdrubale
(Che cosa sento!)
Bettina
(Ad Eugenia.)
Voi credete
sposarvi al vostro amante, poverina!
Bisognerà veder se vuol Bettina.
Pulcherio
1250
Ma questo è troppo.
Eugenia
(Oh cielo!)
Bettina
(A Don Asdrubale.)
Voi, signor Rodomonte,
a tornarvene in guerra vi consiglio,
o vi farò tremar come un coniglio.
Eugenia
Ah Bettina tu sei: ti riconosco.
1255
Tu sei la mia nemica.
Bettina
Sì, son quella,
e v'odio con ragione.
Don Asdrubale
(Ma questa è impertinenza, è ostinazione.)
Bettina
Perché veniste qua? M'avria sposato
quel signore del forse, ed or per voi
1260
resto una zitelluccia
in casa ad invecchiar senza marito.
Pulcherio
Via, via, capiterà qualche partito.
Bettina
Ha da piacere a me.
(A Pulcherio.)
Voi sol potreste
rimpiazzare il suo posto entro il mio core,
1265
e contenta sarei del vostro amore.
Questo sol può placarmi,
altrimenti al mio zio
scoprirò i vostri inganni
e farò che tra voi nascano ognora,
1270
senza stancarmi mai,
pianti, risse, discordie, affanni e guai.
(Parte.)
(Restano sorpresi e dopo qualche tempo parlano.)
Don Asdrubale
Udisti?
Eugenia
Intesi.
Don Asdrubale
(A Pulcherio.)
Ah caro amico…
Pulcherio
(Un gelo
mi sento in mezzo al core.)
Eugenia
Andrà dal zio,
scoprirà i nostri intrighi…
Don Asdrubale
Che tu stesso,
1275
crudel, ci consigliasti.
Pulcherio
Ah perché mai
tanto finor la libertà vantai!
Don Asdrubale
Finalmente Bettina
è onesta e spiritosa.
Via, sposatela, amico.
Eugenia
Mille volte
1280
voi la lodaste.
Pulcherio
(E la fuggivo appunto,
perché il mio core la temeva.)
Don Asdrubale
Amico,
deh parla almeno.
Eugenia
Almeno rispondete.
Don Asdrubale
(Scostandosi come disgustato.)
Ah senza sposa io resto.
Eugenia
1285
Senza il mio bene.
Pulcherio
(Che laberinto è questo!)
Eugenia
    Senza di te, ben mio:
lontana da chi adoro
(ah che in pensarlo io moro!)
forse restar dovrò.
Don Asdrubale
1290
    Viver non posso, oh dio!
a sì crudel martoro;
tu sei il mio bel tesoro,
dirti di più non so.
Eugenia
Ma pur spero…
Don Asdrubale
Spero anch'io…
a due
1295
Ah perché m'affanno, oh dio!
Perché mai mi strazio il cor?
Eugenia
Senti, senti, amor mi dice
che tu m'ami, che tu speri.
Don Asdrubale
Ah che ascolto? Oh me felice,
1300
dolci accenti lusinghieri!
a due
È impossibil nel mirarti
non languire, non amarti,
non sentir gran gioia in sen.
Eugenia
Non più duol.
Don Asdrubale
Non più timor.
Eugenia
1305
Care mie viscere.
Don Asdrubale
Mio dolce amor.
a due
    Dunque speriamo,
dunque balliamo,
che or or felici
saremo appien.
(Partono.)
SCENA ULTIMA
Bocconio, poi tutti a suo tempo.
Bocconio
1310
Eugenia non si trova; e se Don Ercole
con que' baffi domanda dove sta,
cosa gl'avrò da dire?… Chi lo sa?
Che nozze disgraziate,
nozze di crepacuor, di bastonate!
Gervasio
1315
Signor Bocconio, avete fatto assai:
io più non trovo Eugenia
la mia cara pupilla;
a Roma sarà andata,
e voi sol fatta avete la frittata.
Bocconio
1320
    Ah Bocconio poverello,
ah di me cosa sarà!
È un Vessuvio il mio cervello
che pensando e ripensando
bolle, fuma e se ne va.
(Parte per cercar di nuovo Eugenia.)
Pulcherio
(Torna Pulcherio con Bettina per la mano.)
1325
    Orsù, per contentare
Eugenia e Don Asdrubale
io vuo', senza far gabale,
Bettina qui sposar.
Bettina
    Son sposa finalmente;
1330
donne mie, che ve ne pare?
Ma ci ho avuto a faticare
e mi costa in verità.
Pulcherio
    Bettinuccia bella bella,
non so star senza di te;
1335
ah barona tristarella,
tu m'hai posto il laccio al piè.
Bettina
    Che vi spiace?
Pulcherio
Oh questo no.
a due
Ho trovata la mia pace,
sempre Amor ringrazierò.
Pulcherio
(Appena vede giungere Eugenia con Don Asdrubale.)
1340
    Non più, non più timore:
sposatevi all'istante.
Ha vinto, ha vinto Amore,
e anch'io mi vuo' sposar.
(Dà la mano a Bettina.)
Eugenia
    Calmata è alfin la pena.
Don Asdrubale
1345
Il duolo è già calmato.
a due
E un'aura più serena
comincio a respirar.
Eugenia
    Dammi la mano, o caro,
in segno del tuo amor.
Don Asdrubale
1350
Eccola pronta, o cara,
e insiem ti dono il cuor.
(Si danno la mano.)
a due
Noi siamo sposi già.
Bettina
    Amica, i miei trasporti
vi prego a perdonare.
1355
Anzi vi vuo' abbracciare
in pegno del mio amor.
a quattro
    La pace è stabilita;
che dolce amabil vita
vogliam passare ognor!
Gervasio
(Ad Eugenia.)
1360
    Giacché, con mio rossore,
Bocconio ricusate
e l'uffizial sposate,
vi mando a far squartar.
Metilde
    Mentre non posso avere
1365
chi tanto ognor bramai,
Gervasio m'ama assai
e a lui mi vuo' attaccar.
(Gli porge la mano.)
Gervasio
    Presto la man prendete,
degna di me voi siete.
(Gli stringe la mano.)
Gervasio, Metilde
1370
Non v'è che più sperar.
Non v'è che più bramar.
Bocconio
    Signor Don Ercole, io non la trovo;
Eugenia a Roma sarà tornata.
(Ah già prevedo qualche stoccata,
1375
non alzo gl'occhi per non guardar.)
a sei
    Oh che piacere, che spasso è questo!
Sì sì, dal ridere non posso star.
Bocconio
Se voi ridete, per mio diletto
anch'io vuo' ridere, lo posso far.
Bettina
1380
    Io che son zingara, caro vecchietto,
cose assai belle vuo' indovinar.
a sei
Oh che piacere, che spasso è questo!
Sì sì, dal ridere non posso star.
Bettina
(A Bocconio.)
    Eugenia è quella ch'è già sposata,
1385
con Don Asdrubale s'è maritata;
(Prendendo per la mano Pulcherio.)
ed io Bettina, la nipotina,
seppi lo sposo pur ritrovar.
Gervasio
(A Bocconio.)
La mia pupilla fu capricciosa,
ma rovinaste voi sol la cosa;
1390
pertanto siete il sposo deluso,
ed io Metilde seppi sposar.
(Dandosi nuovamente la mano.)
Bocconio
    Ah scellerati, gente falsaria!
a sei
Zitto, tacete, nemmeno l'aria,
nemmen la terra l'ha da saper.
Bocconio
1395
    Voglio gridare da disperato.
a sei
Zitto, tacete, vecchio insensato,
ché far de' strepiti non è dover.
Bocconio
    Ma quest'è troppo, signor tutore…
Gervasio
Io vi ripeto che stiate zitto.
1400
Ché reo voi siete di gran delitto,
fanciulla tenera voler sposar.
Bocconio
    Dunque silenzio, non parlo più:
compatiranno, perdoneranno…
Signor tutore, quest'è virtù.
a sei
1405
    Voi pur allegro dovete stare.
Eugenia, Don Asdrubale
Finché avrò vita vi voglio amare.
Bocconio
    (E non è poco che mi promettino
di rallegrarmi, d'amarmi ancora.)
Vecchi imparate, quand'è cert'ora,
1410
a liete nozze di non pensar.
Tutti
    Allegri dunque, si scherzi e rida
fra lieti e amabili piacer diversi.
Suonin violini, suonin traversi;
i violoncelli, oboe e violette,
1415
ed i fagotti, corni e trombette
insiem coi timpani s'odan sonar:
ché in festa e giubilo qui s'ha da vivere,
e allegri sempre vogliamo star.
Fine dell'opera.