Kritische Edition des Librettos (Libretto)   Kritische Edition der Bearbeitung des Librettos für J. C. Bach (Bearbeitung 1a)   Kritische Edition der Berabeitung des Librettos für Anfossi (Bearbeitung 2)  
SCENA VI
SCENA VI
SCENA VI
Silla e guardie.
Silla e guardie.
Silla.
Silla
Silla
Silla
E tollerare io posso
E tollerare io posso
E tollerar io posso
sì temerari oltraggi? A tante offese
sì temerari oltraggi? A tante offese
sì temerari oltraggi? A tante offese
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non si scote quest'alma? E chi la rese
non si scote quest'alma? E chi la rese
non si scuote quest'alma? E chi la rese
insensata a tal segno? Un dittatore
insensata a tal segno? Un dittatore
insensata a tal segno?…
così s'insulta e sprezza
così s'insulta e sprezza
da folle donna audace?…
da folle donna audace?…
Oddio! L'incanto
E pure, oh mio rossor! e pur mi piace!
E pure, oh mio rossor! e pur mi piace!
di due vaghe pupille…
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Mi piace? E il cor di Silla
Mi piace? E il cor di Silla
Ma come, se tiranne
della sua debolezza
della sua debolezza
implacabili e fiere, altro non fanno
non arrossisce ancora?
non arrossisce ancora?
che raddoppiar a questo sen l'affanno?
Taccia l'affetto, e la superba mora.
Taccia l'affetto, e la superba mora.
Sventurato ch'io son! Non più. Si desti
Chi non mi cura amante,
Chi non mi cura amante,
dal letargo il mio cor, l'ira succeda
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disdegnoso mi tema. A suo talento
disdegnoso mi tema. A suo talento
a un disprezzato affetto, e l'empia Giunia
crudel mi chiami. Aborra
crudel mi chiami. Aborra
ristretta fra catene…
la mia destra, il mio cor, gli affetti miei,
la mia destra, il mio cor, gli affetti miei,
a divenir tiranno
a divenir tiranno
in questo dì comincerò da lei.
in questo dì comincierò da lei.
Giunia? Misero cor!… Giunia è il tuo bene…
Silla, Silla infelice! Astri crudeli!
Fiero destino… Ah voi che in sen provate
gli amorosi martiri,
voi compiangete almeno i mie deliri.
Silla
Silla
Silla
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    Il desio di vendetta e di morte
    Nell’odio costante
    Chi mai vide un'alma amante
sì m'infiamma e sì m'agita il petto,
se amante mi sdegna,
più infelice e sventurata!
che in quest'alma ogni debole affetto
nemico mi provi
La più bella e la più ingrata
disprezzato si cangia in furor.
quell'anima indegna,
son costretto ad adorar!
spietato mi trovi
quel perfido cor.
    Forse nel punto estremo
    Farò de' miei torti
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della fatal partita
funesta vendetta:
le stragi, le morti
mi chiederai la vita,
già medita e affretta
ma sarà il pianto inutile,
amore oltraggiato,
inutile il dolor.
cangiato in furor.
(Parte colle guardie.)
(Parte.)
(Parte.)

Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma.

Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma.

Luogo sepolcrale molto oscuro co' monumenti degli eroi di Roma.
SCENA VII
SCENA VII
SCENA VII
Cecilio solo.
Cecilio solo.
Cecilio solo.
Cecilio
Cecilio
Cecilio
Morte, morte fatal, della tua mano
Morte, morte fatal! Della tua mano
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ecco le prove in queste
ecco le prove in queste
gelide tombe. Eroi, duci, regnanti,
gelide tombe. Eroi, duci, regnanti,
Ombre de' lazi eroi, che qui d'intorno
che devastar la terra,
che devastar la terra,
tacite v'aggirate,
angusto marmo or qui ricopre e serra.
angusto marmo or qui ricopre e serra.
l'oppressa libertà deh vendicate.
Già in cento bocche e cento
Già in cento bocche e cento
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dei lor fatti echeggiò stupido il mondo,
dei lor fatti echeggiò stupido il mondo,
e or qui gl'avvolge un muto orror profondo.
e or qui gli avvolge un muto orror profondo.
Ogni ordine ha sconvolto
l'iniquo dittator. E mille e mille
esecrandi delitti
stancar la crudeltade ancor non sanno
di quell'alma orgogliosa;
ma tenta altrui rapir perfin la sposa…
Oh dèi!… Chi mai s'appressa?
Oh dèi!… Chi mai s'appressa?
Giunia?… La cara sposa?… Ah non è sola;
Giunia!… La cara sposa?… Ah non è sola!
Giunia, mio dolce amor.
Deh quanto tardi
a presentarti agli occhi miei! Sapesse
la cara sposa almeno
ch'io qui l'attendo! Oh come presto a volo
giunger io la vedrei!… Ma Cinna, oddio,
non avrebbe di troppo
lusingato il mio cor?… No. Vive Giunia
all'amor mio costante,
né l'insane lusinghe o un vil timore
ponno cangiar della mia Giunia il core.
    Dolci aurette, deh portate
questi accenti al caro bene.
Sappia almen, fra mille pene,
che l'attende il suo fedel.
Dolci aurette… Ah i miei voti
m'asconderò… ma dove? Oh stelle! In petto
M'asconderò… ma dove? Oh stelle! In petto
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qual palpito!… Qual gioia!…
qual palpito!… Qual gioia!…
accogliete pietose… Eccola… Oh gioia!
E che far deggio?
E che far deggio?
Ma oddio! sola non è… Che far degg'io?
Restar?… Partire?… Oh cielo!
Restar?… Partire?… Oh cielo!
Qui in disparte si attenda
Dietro a quest'urna a respirar mi celo.
Dietro a quest'urna a respirar mi celo.
l'opportuno momento
per discoprirmi a lei.
Siatemi voi propizi, eterni dèi!
(Si nasconde dietro l'urna di Mario.)
(S'asconde dietro l'urna di Mario.)
(Si ritira.)
SCENA VIII
SCENA VIII
SCENA VIII
S'avanza Giunia col seguito di donzelle e di nobili al lugubre canto del seguente coro.
Giunia s'avanza col seguito di donzelle e di nobili al lugubre canto del seguente coro.
Giunia con seguito di domestici, Cecilio in disparte.
Coro
Coro
    Fuor di queste urne dolenti
    Fuor di queste urne dolenti
deh n'uscite, alme onorate,
deh n'uscite, alme onorate,
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e sdegnose vendicate
e sdegnose vendicate
la romana libertà.
la romana libertà.
Giunia
Giunia
Giunia
    O del padre ombra diletta,
    O del padre ombra diletta,
    Dal fortunato Eliso,
se d'intorno a me t'aggiri,
se d'intorno a me t'aggiri,
padre, i miei voti intendi:
i miei pianti, i miei sospiri
i miei pianti, i miei sospiri
la figlia tua difendi,
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deh ti movano a pietà.
deh ti movano a pietà.
consola il suo dolor.
Coro
Coro
    Il superbo, che di Roma
    Il superbo, che di Roma
stringe i lacci in Campidoglio,
stringe i lacci in Campidoglio,
rovesciato oggi dal soglio
rovesciato oggi dal soglio
sia d'esempio ad ogni età.
sia d'esempio ad ogni età.
Lasciatemi pur sola; e al pianto mio,
fidi servi, lasciate
libero il corso almen fra questi orrori.
(Partono i servi.)
Giunia
Giunia
Giunia
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Se l'empio Silla, o padre,
Se l'empio Silla, o padre,
Ombra amata del padre,
fu sempre l'odio tuo finché vivesti,
fu sempre l'odio tuo finché vivesti,
e quanto tardi ancora
perché Giunia è tua figlia,
perché Giunia è tua figlia,
a vendicar te stessa,
perché il sangue romano ha nelle vene,
perché il sangue romano ha nelle vene,
e la romana libertade oppressa?
supplice innanzi all'urna tua sen viene.
supplice innanzi all'urna tua sen viene.
310
Tu pure, ombra adorata
Tu pure, ombra adorata
E tu del mio Cecilio alma diletta,
se tanto Giunia amasti,
e perché non ti movi
al mio crudele affanno,
perché in preda mi lasci al rio tiranno?
del mio perduto ben, vola e soccorri
del mio perduto ben, vola e soccorri
Vola, vola, soccorri
la tua sposa fedel. Da te lontana
la tua sposa fedel. Da te lontana
la tua sposa fedel, ch'altro non chiede
di questa vita amara
di questa vita amara
che di poter seguirti.
odia l'aure funeste…
odia l'aure funeste…
SCENA IX
SCENA IX
Cecilio e detta.
Cecilio e detta.
Cecilio
Cecilio
Cecilio
(Oh bella fede!)
(S'avanza.)
Eccomi, o cara.
Eccomi, o cara.
Eccomi, o cara; ecco Cecilio. Intesi
le amorose tue voci. Eccomi…
Giunia
Giunia
Giunia
Oddio!
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Stelle!… Io tremo!… Che veggio?
Stelle!… Io tremo… Che veggio!
Tu?… Numi!…Chi vegg'io?…
Cecilio
Giunia.
Giunia
Cecilio.
Cecilio
A che ritiri il piede,
sposa cara e fedel? Ben a ragione
paventar io ti veggio;
ma sappi…
Giunia
Tu sei?… Forse vaneggio?…
Tu sei?… Forse vaneggio?…
Ah ch'io qui sogno oppur vaneggio!
Forse una larva, o pur tu stesso?… Oh numi!
Forse una larva, o pur tu stesso?… Oh numi!
M'ingannate, o miei lumi?…
M'ingannate, o miei lumi?…
Ah non so ancor se a questa
Ah non so ancor se a questa
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illusion soave io m'abbandono!…
illusion soave io m'abbandono!…
Dunque… tu… sei…
Dunque… tu sei…
Cecilio
Cecilio
Il tuo fedele io sono.
Il tuo fedele io sono.
Giunia
Giunia
Giunia
    D'Eliso in sen m'attendi,
    D'Eliso in sen m'attendi,
    Dèi pietosi, in questo istante
ombra dell'idol mio,
ombra dell'idol mio,
credo appena agli occhi miei.
ch'a te ben presto, oh dio!
ch'a te ben presto, oh dio!
Sposo amato, oddio, tu sei,
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fia che m'unisca il ciel.
fia che m'unisca il ciel.
non m'inganna il troppo amor.
Cecilio
Cecilio
Cecilio
    Sposa adorata e fida,
    Sposa adorata e fida,
    Non t'inganni, amata sposa:
sol nel tuo caro viso
sol nel tuo caro viso
rasserena il tuo bel ciglio.
ritrova il dolce Eliso
ritrova il dolce Eliso
Fa' che sprezzi il mio periglio
quest'anima fedel.
quest'anima fedel.
la costanza del mio cor.
Giunia
Giunia
330
    Sposo… Oh dèi! Tu ancor respiri?
    Sposo… Oh dèi! Tu ancor respiri?
Cecilio
Cecilio
Tutto fede e tutto amor.
Tutto fede e tutto amor.
a due
a due
a due
Fortunati i miei sospiri,
Fortunati i miei sospiri!
Dolce sposo|sposa, in tal momento
fortunato il mio dolor!
Fortunato il mio dolor!
del passato mio tormento
la dolcezza è assai maggior!
(Si prendon per mano.)
Giunia
Giunia
    Cara spene!
    Cara spene!
Cecilio
Cecilio
Amato bene!
Amato bene!
Giunia
Del tiranno ai sguardi irati,
Deh ti cela, o mio tesoro.
Cecilio
No, la patria, il ben che adoro
vengo solo a vendicar.
Giunia
Troppo ardire…
Cecilio
Temi invano.
Giunia
Il destin…
Cecilio
…sarà felice.
Giunia
Il tiran…
Cecilio
…per questa mano
il suo sangue ha da versar.
a due
a due
a due
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    Or ch'al mio seno,
    Or che al mio seno,
    Ah se vana è tanta speme,
cara|caro, tu sei,
cara|caro, tu sei,
non paventi un cor romano:
m'insegna il pianto
m'insegna il pianto
degl'occhi miei
degli occhi miei
ch'ha le sue lagrime
ch'ha le sue lagrime
col morir potremo insieme
340
anche il piacer.
anche 'l piacer.
tanti affanni terminar.
(Partono divisi.)
Fine dell'atto primo.
Fine dell'atto primo.
Fine dell'atto primo.


Avviso intorno al Ballo I

Il nuovo ballo, che ora si presenta, ha per soggetto il Solimano II o, se si vuole, la Francese Trionfante, per la prima volta immaginato ed esteso dal signor Marmontel in una delle sue bellissime novelle morali, poi dal signor Favart ridotto in commedia ad uso del teatro francese. Dall'una e dall'altra di queste opere dunque è ricavato il presente ballo; e se in alcuni luoghi avvien ch'egli si discosti dal dettaglio de' suoi originali, ciò è per adattare il soggetto stesso all'arte pantomima, la quale avendo le sue particolari bellezze, non è suscettibile di quelle che proprie sono delle altre arti sue sorelle. Chiunque avrà letto i due sopraccennanti lavori, vedrà quanto siasi studiato di conservar anche nel pantomimo la varietà de' caratteri e quella leggiadria che forma il ballo di un soggetto omai ammirato da tutta l'Europa. Coloro poi che non conoscono né la novella morale né la commedia suddetta sperasi nondimeno che fiano per trovarsi un'azione completa con un principio, un mezzo e un fine, coll'unità di tempo, di luogo ed azione tal quale la prescrivono i maestri dell'arte poetica. L'autore si è prefisso di far rappresentare, per quanto ha potuto, la commedia ballata nella sua semplicità, adorna di sé stessa ed ingentilita dalla danza, dalla pittura, dalla musica e dalla pompa degli abiti, tentando così d'imitare, benché rozzamente, quella venustà con cui siffatti lavori comparirono già nel teatro greco e romano. I cambiamenti che vi si trovano vengono tutti autorizzati o dall'uno o dall'altro de' sopraccennati componimenti. Il soggetto si adatta perfettamente all'arte pantomima e, se i colori de' quali l'autore si è servito non lo sfigurano, giova sperare che i veri conoscitori ne saranno contenti.