Licenza
 
 
Non è Scipio, o signore, (ah chi potrebbe
 
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mentir dinanzi a te!) non è l'oggetto
 
 
Scipio de' versi miei: di te ragiono
 
 
quando parlo di lui. Quel nome illustre
 
 
è un vel di cui si copre
 
 
il rispettoso mio giusto timore.
 
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Ma Scipio esalta il labbro,
 
 
e Carloil core.Il sogno di Scipione wurde im Jahr 1735 anlässlich der Geburtstagsfeierlichkeiten Kaisers Karls VI. in Wien von Metastasio geschrieben und von Luca Antonio Predieri vertont. Die Azione teatrale nimmt auf die unglücklichen kriegerischen Auseinandersetzungen der österreichischen Truppen in Italien während des Polnischen Thronfolgekrieges (1733-1738) Bezug. Der Widmungsträger Karl VI. wird in der Licenza wie in der enkomiastischen Dichtung der Zeit üblich direkt und unverhohlen angesprochen und gehuldigt.
 
     
 
    Ah perché cercar degg'io
 
 
fra gli avanzi dell'obblio
 
 
ciò che in te ne dona il ciel!
 
     
 
    Di virtù chi prove chiede,
 
 
l'ode in quegli, in te le vede:
 
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e l'orecchio ognor del guardo
 
 
è più tardo e men fedel.
 
 
Coro
 
     
 
    Cento volte con lieto sembiante,
 
 
grand'Augusto, dall'onde marine
 
 
torni l'alba d'un dì sì seren.
 
     
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    E rispetti la diva incostante
 
 
quella fronda che porti sul crine,
 
 
l'alma grande che chiudi nel sen.
 
 
FINE.