Kritische Edition des Librettos       Diplomatische Übertragung der Nachträge in der Handschrift des Librettos 
ATTO PRIMO
 
FAtto Primo.In der Handschrift des Librettos (Quelle C1) bildet das Doppelblatt mit den Foliennummern 4 und 5 eine separate Lage, die erst zu einem späteren Zeitpunkt in den ursprünglichen Faszikel des handschriftlichen Librettos zu Atto primo eingefügt wurde. (Zu Beschreibung und Lagen-Ordnung der Quelle C1 vgl. auch Andreas Holschneider, Kritischer Bericht (Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/13), Kassel 1998, S. 20f.)

Bei dem nachträglich von Varesco gelieferten Bogen 4/5 handelt es sich um jenen „Einschub von der Oper“, den Leopold Mozart am 19. Dezember 1783 an seinen Sohn in Wien geschickt hat und dessen Erhalt dieser am 24. Dezember bestätigt. Vgl. Wolfgang Amadé Mozarts Brief an den Vater Leopold vom 24. Dezember 1783 (BD 773, Z. 5-49), in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).

Die Blätter 4/5 enthalten:

(a): zur Scena IV die Einfügung des Rezitativtextes für Calandrino „Già aperta è la famosa […] Ch’ei dorma ancor non credo.“ (Bl. 4v, Z. 5–17, einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 6v nach Z. 18 bei Buchstabe (a)).

(c): zur Scena VI die Einfügung des Rezitativtextes für Chichibio „Quanto meglio staresti, Auretta mia […] Meglio forse sarà se non ti tocca.“ vor der Aria des Chichibio „Ogni momento“ (Bl. 4r, Z. 21, bis Bl. 4v, Z. 13, einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 8r nach Z. 24 bei Buchstabe (c)).

(D): die neu hinzugefügte Scena VII: Veduta interiore della Rocca. Camera di Celidora nella Rocca stessa. (Bl. 4v, Z. 18, bis Bl. 5v, Z. 13, einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 8v, nach Z. 9 bei Buchstabe (D).)

Vgl. dazu Andreas Holschneider, Kritischer Bericht (Neue Mozart Ausgabe, Serie II: Bühnenwerke 5/13), Kassel 1998, S. 28f.)

Das Doppelblatt mit Varescos Nachträgen wurde in den ursprünglichen Faszikel des Librettos nach dem Rezitativ zu Beginn der Scena III „Oh caro! […] Sperate pur, ci rivedremo. Addio. (Il sartore parte giubilando.)“ auf der Verso-Seite des dritten Blattes und vor dem ursprünglich auf dem nächsten Blatt anschließenden Duetto der gleichen Szene „Così si fa“ eingeschoben. Bei der nachträglichen durchlaufenden Foliierung des Faszikels wurden daher das Rezitativ der dritten Szene auf Blatt 3v und das unmittelbar darauffolgende Duett auf Bl. 6r durch das Doppelblatt 4/5 getrennt.

In der diplomatischen Übertragung der Quellen werden Varescos Nachträge auf dem Doppelblatt 4/5 separat behandelt.
Camerone nel palazzo del marchese comune a tutta la servitù, con varie porte per cui s'entra nelle anticamere. Vi si vedono tavole, sedie, panche, livree, vesti di camera ed altri vestiti appiccati alla muraglia.
 
SCENA I
 
Chichibio, Auretta, servitori e serve con altrettanti perucchieri, da' quali si fanno tutti acconciare il capo all'ultima moda e cantano il seguente coro.
 
Coro
 
Tutti
 
    Gran cuccagna, gran bagordi.
 
Fuora, fuora, ventri ingordi;
 
oggi s'ha ad empir il sacco;
 
ché la reggia è qui di Bacco,
 
5
del tripudio e del piacer.
 
Parte del coro
 
    Al sposino, al buon vecchietto
 
scaldi Amor il freddo petto.
 
Mai d'amici provi inopia,
 
goda in pace il cornucopia,
 
10
noi godrem nel suo goder.
 
Tutti
 
    Gran cuccagna etc.
 

Finito il coro, Chichibio ed ognuno de' domestici paga e licenzia il suo perucchiere. Tutti partono fuorché Auretta, ch'è l'ultima ad esser pettinata, e Chichibio che, passeggiando in disparte, osserva ed ascolta il tutto.
 

Auretta, perucchiere, e Chichibio in disparte.
 
Auretta
 
Sempre la più gentile e la più bella
 
è l'ultima servita. Ora vediamo.
 
(Si guarda nello specchio.)
 
Sì, son contenta, eccovi un mezzo scudo.
 
Perucchiere
 
15
Illustrissima…
 
Auretta
 
(Ridendo.)
 
A me?…
 
Perché non eccellenza?
 
Perucchiere
 
Eccellenza, se vuol, giacch'è la moda,
 
perdoni…
 
Auretta
 
È forse poco?
 
Perucchiere
 
Non già, vorrei sol dire…
 
(Timido.)
 
20
…che servii per amor, che per Lei moro.
 
Auretta
 
Quand'è così… sentite: anch'io v'adoro.
 
Chichibio
 
(Da sé.)
 
Oh che moneta falsa!
 
Auretta
 
Egli è pagato.
 
(Rimette il denaro in tasca. Il perucchiere parte consolato.)
 
SCENA II
 
Calzolaio, Auretta, Chichibio in disparte.
 
Calzolaio
 
Ecco le scarpettine.
 
Auretta
 
Ahimè.
 
Calzolaio
 
Che dice?
 
Auretta
 
Mi paion strette.
 
Calzolaio
 
Ho meco la misura,
 
25
e se un tantin vi manca, il feci appunto
 
perché disse che suol calzare stretto.
 
Questo non è difetto: già la pelle
 
si rilascia ben presto.
 
Auretta
 
È ver. Or dite:
 
quanto vi devo?
 
Calzolaio
 
Nulla, mia signora;
 
30
mi meraviglio.
 
Auretta
 
No, ditemi pure.
 
Calzolaio
 
Giacché saper lo brama,
 
scusi chi pena ed ama:
 
ardo per Lei d'amore,
 
bastami un picciol nicchio in quel bel core.
 
Auretta
 
35
Non solo un picciol nicchio, ma un nicchione.
 
Io vi ringrazio.
 
(Da sé.)
 
(Oh quanto sei minchione!)
 
(Il calzolaio parte allegro.)
 
Chichibio
 
(Da sé.)
 
Oh maledetta! Il fegato, la milza
 
arder mi sento… Eccone un altro.
 
SCENA III
 
Sartore, Auretta, Chichibio in disparte.
 
Auretta
 
Oh caro!
 
Voi siate il benvenuto. E 'l mio bustino?
 
Sartore
 
40
Eccolo, mia signora.
 
Auretta
 
Oh bello è bel; ma il taglio
 
non è egli troppo lungo?
 
Sartore
 
Non son tre settimane
 
che venni da Parigi:
 
45
tutte le parigine
 
lo portano così.
 
Auretta
 
Dunque è la moda?
 
Sartore
 
Anzi, signora, sì.
 
Auretta
 
Vediamo adesso il conto.
 
Sartore
 
Il conto è bell'e fatto: un'occhiatina,
 
50
un vezzo, un bel sorriso,
 
un po' di speme…
 
Auretta
 
(Oh che merlotto!) Intendo:
 
voi siete tutto mio,
 
sperate pur, ci rivedremo. Addio.
 
(Il sartore parte giubilando.)
 
Duetto
 
Auretta
 
    Così si fa:
 
55
due paroline,
 
quattr'occhiatine
 
ci fruttan più
 
che non si crede;
 
(Accenna Chichibio.)
 
e non s'avvede
 
60
chi amar non sa.
 
Chichibio
 
    Così si fa?
 
A civettine
 
innocentine,
 
come sei tu,
 
65
chi presta fede
 
or ben si vede
 
ch'è un baccalà.
 
Auretta
 
    Tu mi fai torto;
 
non son mai giunta
 
70
a offender te.
 
Chichibio
 
Mi vedrai morto
 
dal mal di punta,
 
già crepo, ahimè!…
 
Auretta
 
    Non morir, mia speme amata;
 
75
gran pazzia sarebbe affé.
 
Chichibio
 
Ah già l'alma è stivalata,
 
e rimedio più non c'è.
 
Auretta
 
(Piange.)
 
    Al mio pianto cedi almeno.
 
Chichibio
 
(Piange anch'egli.)
 
Di ricotta ho il cor nel seno.
 
Auretta
 
80
Dunque di'…
 
Chichibio
 
Che vuoi da me?
 
Auretta
 
    Siamo amici.
 
Chichibio
 
 
Siamo amici.
 
 
Auretta
 
Siamo amanti.
 
Chichibio
 
 
Siamo amanti.
 
 
Chichibio, Auretta
 
 
Io son tuo|tua da capo a piè.
 
 
a due
 
 
    Non più smorfie, non più pianti;
 
85
vanne al diavol, gelosia!
 
Sia ricetto l'alma mia
 
sol d'amor e sol di fé.
 
 
SCENA IV
 
Scena IV.
Calandrino e detti.
 
Calandrino
 
Sono i primi a spuntar in sul mattino
 
la rosa e 'l gelsomino,
 
90
così Auretta e Chichibio.
 
Chichibio
 
E 'l malandrino.
 
Calandrino
 
Auretta mia, Chichibio, vi saluto.
 
Auretta
 
Son serva sua.
 
Chichibio
 
Buon giorno a noi signori.
 
Calandrino
 
Ditemi: il signor zio, di Ripasecca
 
il marchese, Don Pippo, il dolce sposo
 
95
per le cui nozze esulta il mondo tutto
 
e già si veste d'or il biondo dio,
 
non peranco lasciò
 
le vedove sue piume?
 
Chichibio
 
In quest'ora ha costume
 
100
di prima riscaldarle
 
con potenti sospir e poi lasciarle.
 
Dopo il verso di Chichibio = Con potenti sospir,
e poi lasciarle.
Die Angabe „Dopo il verso di Chichibio = Con potenti sospir, e poi lasciarle.“ weist auf die Stelle in der Handschrift des Librettos (Quelle C1) hin, an der Varescos Nachtrag des Rezitativtextes für Calandrino „Già aperta è la famosa […] Ch’ei dorma ancor non credo.“ einzufügen ist (Bl. 4v, Z. 5–17, einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 6v nach Z. 18 bei Buchstabe (a)).
Calandrino
 
Calandrino.
Già aperta è la famosa
 
Già aperta è la famosa (a)Quelle C1 enthält acht mit eingeklammerten Buchstaben versehene Stellen als Kennzeichnung für gewünschte Ergänzungen:

Bl. 6v, Z. 18: (a)
Bl. 6v, Z. 28: (b)
Bl. 8r, Z. 25: (c)
Bl. 8v, Z. 9: (D)
Bl. 9r, Z. 19: (e)
Bl. 9r, Z. 22: (f)
Bl. 11v, Z. 10: (g)
Bl. 13r, Z. 16: (H)

Die Kennzeichnungen stammen wohl (a bis c) oder mit Sicherheit (D bis H) von Wolfgang Amadé Mozart. Drei der gewünschten Ergänzungen (a, c und D) hat Varesco auf dem hier übertragenen Doppelblatt 4/5 nachgeliefert.

Bei Buchstabe (a) handelt es sich um den Rezitativtext des Calandrino „Già aperta è la famosa […] Ch’ei dorma ancor non credo.“ Der Text befindet sich auf Bl. 4r, Z. 5–17 (mit dem Buchstaben (a) rechts neben der Zeile 5) und ist einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 6v nach Z. 18 bei Buchstabe (a).

In der kritischen Edition des Librettos wurde der von Varesco nachträglich gelieferte Rezitativtext des Calandrino an der entsprechenden Stelle im Haupttext ergänzt und der ursprüngliche Ergänzungshinweis durch die Buchstaben weggelassen.
solennissima fiera,
 
Solennissima Fiera,
che sol per questa sera
 
Che sol per questa sera
105
quel vecchio rimbambito di Don Pippo
 
Quel Vecchio rimbambito di Don Pippo
convocò da ogni parte affinché fosse
 
Convocò da ogni parte, affinchè fosse
spettacolo pomposo alle sue nozze
 
Spettacolo pomposo alle sue nozze,
e a quelle della figlia;
 
E à quelle della Figlia;
ma non fia meraviglia
 
Ma non fia meraviglia,
110
s'ei, che cerca lo scorno di Biondello,
 
S'ei, che cerca lo scorno di Biondello,
cadrà nel trabocchello come certi
 
Cadrà nel trabocchello come certi
pifferi di montagna sciagurati,
 
Pifferi di montagna sciagurati,
che iti per pifferar fur pifferati.
 
Che iti per pifferar fur pifferati.
Ch'ei dorma ancor non credo.
 
Ch'ei dorma ancor non credo.
Auretta
 
Auretta.Auretta.
115
Sentiremo a momenti
 
Sentiremo à momenti
lo svegliarin.
 
Lo svegliarin. etc.
Calandrino
 
Deh fatemi il piacere,
 
caro Chichibio mio, ite a vedere
 
se nuota ancor in Lete oppur s'è desto.
 
Chichibio
 
Questo lo posso far;
 
(Da sé.)
 
ma torno presto.
 
120
Se nuota ancor in letto?… Oh sposo dolce!
 
Oh povera Lavina!
 
Se pesce tu ti fai, sarai tonnina.
 
(Parte.)
 
SCENA V
 
Auretta e Calandrino.
 
Calandrino
 
Auretta mia vezzosa,
 
ditemi in confidenza:
 
125
come stiamo d'amanti?
 
Auretta
 
Oh Lei mi burla!
 
Di questo brutto ceffo
 
nissuno s'innamora, al sol Chichibio
 
il brutto piace.
 
Calandrino
 
In questo ei non è stolto;
 
voi mi piacete molto,
 
130
bellissima voi siete;
 
ma gli siete fedele?
 
Auretta
 
E come.
 
Calandrino
 
Ed egli
 
serbavi fedeltà? Non è geloso?
 
Auretta
 
All'eccesso.
 
Calandrino
 
E se mai
 
in questa positura
 
135
ei ci trovasse?
 
(L'abbraccia.)
 
Auretta
 
Oh guai!
 
Aria
 
Calandrino
 
    Per esempio, s'io dicessi:
 
"bella Auretta,
 
vezzosetta,Der Zeilenumbruch im Achtsilbler „bella Auretta / vezzosetta“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „Auretta“ und „vezzosetta“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
fortunata vi vorrei",
 
    non c'è mal da far processi;
 
140
se v'abbraccio,
 
sol lo faccioDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „se v'abbraccio / sol lo faccio“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „abbraccio“ und „faccio“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
per dir ciò che bramerei;
 
    ma poi, se m'accorgessi
 
che già montasse in bestia,
 
con tutta la modestia
 
145
discorso cangerei.
 
Auretta
 
Oh me meschina! Ei viene,
 
e ci ha veduti.
 
Calandrino
 
Non vi scomponete,
 
restiam così.
 
 
Atto Primo.
SCENA VI
 
Scena VI.
Chichibio e detti.
 
(Fingono non vederlo, Chichibio s'avvanza pian piano ascoltando.)
 
Calandrino
 
Così stavano stretti
 
come Dafne ed Apollo
 
150
i semplicetti amanti, e l'una e l'altro
 
al vedermi rimase a chiuso labro,
 
tinto il volto di rose e di cinabro.
 
Aria
 
Auretta
 
    Se fosse qui nascoso
 
quell'Argo mio geloso,
 
155
oh poverina me!
 
    Direbbe: "oh maledetta,
 
pettegola, fraschetta,
 
la fedeltà dov'è?"
 
    Pur sono innocente;
 
160
se fosse presente,
 
direbbe tra sé:
 
    "oh qui non c'è pericolo;
 
un caso sì ridicolo
 
goder si deve affé."
 
Chichibio
 
(Accostandosi.)
 
165
    Un caso sì ridicolo
 
goder si deve affé.
 
Buon pro, signori.
 
Auretta
 
Ridi, ah ridi, Chichibio.
 
Calandrino
 
Ecco la scena
 
che vidi poco fa tra Lisa e Tirsi.
 
Chichibio
 
170
Bella sarà, ma ridere non posso.
 
Calandrino
 
Dorme Don Pippo?
 
Chichibio
 
Ah che ha il demonio addosso.
 
Auretta
 
Dimmi, che mai è stato?
 
Calandrino
 
A lui andaste?
 
Chichibio
 
Ah non ci fossi andato.
 
Auretta
 
Entrasti?
 
Chichibio
 
Entrai
 
pian pian, allorché intesi
 
175
lamentevole voce
 
di dolente usignuol.
 
Calandrino
 
E che diceva?
 
Chichibio
 
"Vieni, Imeneo!"
 
Auretta
 
E tu?
 
Chichibio
 
"Eccomi", dissi.
 
Calandrino
 
Ed egli?
 
Chichibio
 
"A me pazzo, ignorante? Ad un par mio?…"
 
180
Né molto vi mancò che tutto tutto
 
non mi versasse in capo
 
il vaso di Pandora; onde so dirvi
 
ch'egli è purtroppo desto.
 
(S'ode il campanello di Don Pippo.)
 
Auretta
 
Il segno è questo
 
che vuol vestirsi.
 
Calandrino
 
185
Io me ne vado. A lui
 
verrò frappoco, addio.
 
(In traccia voglio andar dell'idol mio.)
 
(Parte.)
 
Chichibio
 
(Con ironia.)
 
Vanne, Auretta fedele,
 
e tu co' vezzi tuoi
 
190
lo calma.
 
Auretta
 
E tu non vieni?
 
Chichibio
 
Io verrò poi.
 
Dopo il verso di Cichibio = Io verrò poi. seguitaDie Angabe „Dopo il verso di Cichibio = Io verrò poi. seguita“ weist auf die Stelle in der Handschrift des Librettos (Quelle C1) hin, an der Varescos Nachtrag des Rezitativtextes für Chichibio „Quanto meglio saresti, Auretta mia, […] Meglio forse sarà se non ti tocca.“ einzufügen ist (Bl. 4r, Z. 21, bis Bl. 4v, Z. 13, einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 8r nach Z. 24 bei Buchstabe (c)).
(Auretta parte.)
 
Chichibio
 
Chichibio.
Quanto meglio staresti, Auretta mia,
 
Quanto meglio staresti Auretta mia (c)Quelle C1 enthält acht mit eingeklammerten Buchstaben versehene Stellen als Kennzeichnung für gewünschte Ergänzungen:

Bl. 6v, Z. 18: (a)
Bl. 6v, Z. 28: (b)
Bl. 8r, Z. 25: (c)
Bl. 8v, Z. 9: (D)
Bl. 9r, Z. 19: (e)
Bl. 9r, Z. 22: (f)
Bl. 11v, Z. 10: (g)
Bl. 13r, Z. 16: (H)

Die Kennzeichnungen stammen wohl (a bis c) oder mit Sicherheit (D bis H) von Wolfgang Amadé Mozart. Drei der gewünschten Ergänzungen (a, c und D) hat Varesco auf dem hier übertragenen Doppelblatt 4/5 nachgeliefert.

Bei Buchstabe (c) handelt es sich um den Rezitativtext des Chichibio „Quanto meglio staresti, Auretta mia […] Meglio forse sarà se non ti tocca.“ vor der Aria des Chichibio „Ogni momento“. Der Text befindet sich auf Bl. 4r, Z. 21, bis Bl. 4v, Z. 13 (mit Buchstaben (c) rechts neben der Zeile 21) und ist einzufügen in Quelle C1 auf Bl. 8r nach Z. 24 bei Buchstabe (c).

In der kritischen Edition des Librettos wurde der von Varesco nachträglich gelieferte Rezitativtext des Chichibio an der entsprechenden Stelle im Haupttext ergänzt und der ursprüngliche Ergänzungshinweis durch die Buchstaben weggelassen.
chiusa con Celidora e con Lavina
 
Chiusa con Celidora, e con Lavina
in quella torre! Il mondo alfin direbbe
 
In quella Torre. Il Mondo al fin direbbe,
195
come si dice ognora:
 
Come si dice ognora:
Don Pippo a Celidora
 
Don Pippo à Celidora
non vuol sposo Biondello,
 
Non vuol sposo Biondello,
ma il conte Lionetto. Essere sposo
 
Ma il Conte Lionetto. essere Sposo
vuol Don Pippo a Lavina, e n'è geloso.
 
Vuol Don Pippo à Lavina, e n'è geloso.
200
Or ci saria la coda;
 
Or ci saria la coda;
direbbesi ch'è moda
 
Direbbesi, ch'è moda
l'intendersi fra loro
 
FL'intendersi frà loro
i servi ed i padroni; onde d'accordo
 
I Servi, ed i Padroni; onde d'accordo
tengono là in prigion le lor ragazze,
 
Tengono là in prigion le lor Ragazze,
205
e il servo ed il padron son teste pazze.
 
E il Servo, ed il Padron son teste pazze.
Spira oggi l'anno appunto che Biondello
 
Spira oggi l'anno appunto, che Biondello
al marchese giurò d'entrar con arte
 
Al Marchese giurò d'entrar con arte,
o con denaro in quella torre e poi
 
O con denaro in quella Torre, e poi
Celidora sposar. Don Pippo astuto
 
Celidora sposar. Don Pippo astuto
210
rise e disse di sì.
 
Rise, e disse di sì.
Biondello è ancor qui. Stiamo a vedere
 
Biondello è ancor quì. stiamo à vedere,
s'oggi riesce alfin. Biondello mio,
 
S'oggi riesce al fin. Biondello mio,
lasciala, tel dich'io, lasciala in rocca:
 
Lasciala, te 'l dich'io, lasciala in Rocca:
meglio forse sarà se non ti tocca.
 
Meglio forse sarà se non ti tocca.
Aria
 
Aria.
215
    Ogni momento
 
    Ogni momento
dicon le donne:
 
Dicon le Donne: etc.
"siamo colonne
 
di fedeltà".
 
    Ma picciol vento
 
220
d'un cincinnato
 
inzibettato
 
cader le fa.
 
    Non dico delle brutte;
 
son sode quasi tutte,
 
225
se vento non ci va.
 
    Delle belle
 
vanarelleDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „Delle belle / vanarelle“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „belle“ und „vanarelle“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
io non parlo; già si sa,
 
    già si vede
 
che la fedeDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „già si vede / che la fede“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „vede“ und „fede“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
nelle belle è rarità.
 
(Parte.)
 


Veduta interiore della rocca. Camera di Celidora nella rocca stessa.
 
SCENA VIIDurch die Einfügung der neuen Scena VII (Quelle C1, Bl. 4v, Z. 18, bis Bl. 5v, Z. 13) verschiebt sich die Zählung der Szenen um eine Zahl. Dementsprechend hat Varesco am Ende der neuen Scena VII (Quelle C1, Bl. 5v, Z. 14f) angemerkt:

„Siegue la Scena VIII, che prima era la VII.
e così cangiansi di mano in mano i numeri.“

Um die Anweisung weiter zu verdeutlichen, hat der Librettist darunter den Beginn der nachfolgenden Szene mit der Überschrift Scena VIII. nochmals markiert.

Varescos Anweisung ist in Mozarts Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783 Gegenstand eines ausführlichen Kommentars seitens des Komponisten. Vgl. BD 773, Z. 24–32, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).

Mozart fürchtet, dieser Anweisung Varescos entnehmen zu müssen, dass die Textfolge Lavina/Celidora nach dem Quartett beibehalten werden solle:

„[…] Zu Ende der neu eingeschaltenen scene der 2 frauenzimmer im Ersten Ackt schreibt h: Abate [Varesco]: – siegue la scena VIII. che prima era la VII. e così cangiansi di mano in mano i numeri. – nach dieser beschreibung muß ich ganz wieder verhoffen vermuthen, daß die scene nach dem quartett alwo beÿde Donne eine nach der andern ihr liedchen am fenster herabsingen, bleiben solle. – das kann ohnmöglich seÿn. – dadurch würde der akt nicht allein umsonst und nichts verlängert, sondern sehr abgeschmackt – es war mir immer sehr lächerlich zu lesen. – Celidora: tu quì m’attendi, amica. alla Custode farmi veder vogl’io; ci andrai tu puoi. Lavina. si dolce amica, addio. (Celidora parte) Lavina Singt ihre aria. | celidora kommt wieder und sagt : | Eccomi, or vanne etc: und nun geht Lavina, und celidora singt ihre aria. – sie lösen einander ab, wie die Soldaten auf der wacht. – ferners ist es auch viel natürlicher daß, da sie im quartett alle einig sind, ihren abgeredeten anschlag auszuführen, die Männer sich fort machen um die dazugehörigen leute aufzusuchen, und die 2 frauenzimmer ruhig sich in ihre clausur begeben. – alles was man ihnen noch erlauben kann, sind ein paar zeilen Recitativ. doch, ich glaube auch ganz sicher daß es niemalen darauf angesehen war, daß die scene bleiben soll, sondern daß es nur vergessen worden anzuzeigen, daß sie aus bleibt. – […]“

Die von Mozart beschriebene Szene Lavina/Celidora (BD 773, Z. 31–40) ist in Quelle C1 überliefert (Bl. 11v, Z. 1, bis Bl. 12r, Z. 18: ursprünglicher Schluss von Scena VIII sowie Scena IX), jedoch dort wohl von Mozart selbst kanzelliert, entsprechend dem zitierten Kommentar in seinem Brief (BD 773, Z. 40–43).
 
Siegue subito la Scena VII.Quelle C1 enthält acht mit eingeklammerten Buchstaben versehene Stellen als Kennzeichnung für gewünschte Ergänzungen:

Bl. 6v, Z. 18: (a)
Bl. 6v, Z. 28: (b)
Bl. 8r, Z. 25: (c)
Bl. 8v, Z. 9: (D)
Bl. 9r, Z. 19: (e)
Bl. 9r, Z. 22: (f)
Bl. 11v, Z. 10: (g)
Bl. 13r, Z. 16: (H)

Die Kennzeichnungen stammen wohl (a bis c) oder mit Sicherheit (D bis H) von Wolfgang Amadé Mozart. Drei der gewünschten Ergänzungen (a, c und D) hat Varesco auf dem hier übertragenen Doppelblatt 4/5 nachgeliefert.

Bei Buchstabe (D) handelt es sich um die neue Scena VII: Veduta interiore della Rocca. Camera di Celidora nella Rocca stessa. Der Text befindet sich auf Bl. 4v, Z. 18, bis Bl. 5v, Z. 13, allerdings ohne Buchstabe (D) als Verweiszeichen. Durch den Kontext lässt sich allerdings eindeutig darauf schließen, dass die neue Scena VII in Quelle C1 auf Bl. 8v nach Z. 9 bei Buchstabe (D) eingefügt werden soll. Die ursprüngliche Scena VII wurde damit zur Scena 8, wobei die Korrektur der Zahl „VII.“ in „8.“ (Bl. 8v, Z. 9) von unbekannter Hand vorgenommen wurde.

In der kritischen Edition des Librettos wurde die von Varesco nachträglich gelieferte neue Scena VII an der entsprechenden Stelle im Haupttext ergänzt und die ursprüngliche Zählung der nachfolgenden Szenen entsprechend geändert.
 
Veduta interiore della Rocca.
Camera di Celidora nella Rocca stessa.
Celidora e Lavina che ricamano.
 
Celidora, e Lavina, che ricamano.
Cavatina
 
Cavatina.
Celidora
 
Celidora.
230
    Dura sorte d'una amante
 
1.aEin späterer, bisher nicht identifizierter Benutzer hat, wohl nach der Einfügung der Nachträge in Quelle C1, die beiden einander entsprechenden Cavatine von Celidora „Dura sorte d’una amante” (Bl. 4v, Z. 21) und Lavina „Bella sorte d’una amante” (Bl. 5v, Z. 7) mit 1.a bzw. 1.b, die Aria des Calandrino „Per esempio” (Bl. 7r, Z. 14) mit 2. und die Aria des Don Pippo „Siano pronte alle gran nozze” (Bl. 9r, Z. 22) mit 3 bezeichnet (jeweils Bleistift).    Dura sorte d'una Amante,
che si nutre di speranza,
 
Che si nutre di speranza;
e se vien l'estremo istante,
 
E se vien l'estremo istante,
dubitare deve ancor!
 
Dubitare deve ancor!
    S'egli pasce d'incostanza,
 
    S'egli pasce d'incostanza,
235
perderà i suoi servi Amor.
 
Perderà i suoi servi Amor.
Lavina
 
Lavina.
(Scherzando.)
 
A me tocca lagnarmi, e non a voi,
 
A me tocca lagnarmi, e non à voi
amabil contessina.
 
Amabil Contessina. (scherzando.)
Non è poi gran rovina e a tutto male:
 
Non è poi gran rovina, e à tutto male,
se la forza prevale
 
Se la forza prevale,
240
e un giovine perdete,
 
E un giovine perdete,
d'altro giovine alfin sposa voi siete;
 
D'altro giovine al fin Sposa voi siete;
ma a me così non va:
 
FMa à me così non và;
per mia fatalità
 
Per mia fatalità
s'io perdo Calandrino,
 
S'io perdo Calandrino,
245
ad un vecchio m'accoppia il rio destino.
 
Ad un Vecchio m'accoppia il rio Destino.
Celidora
 
Celidora.
(Con dolce ironia.)
 
Marchesina mia cara, oh mamma mia!
 
Marchesina mia cara, ò Mamma mia! (con dolce ironia
Altro per me non v'è fatto a pennello
 
Altro per me non v'è fatto à pennello,
che il mio dolce Biondello, e s'io lo perdo,
 
Che il mio dolce Biondello, e s'io lo perdo,
altri dell'amor mio non si lusinghi.
 
Altri dell'amor mio non si lusinghi.
250
Pria passerò solinghi
 
Pria passerò solinghi
rinchiusa in questa rocca i giorni miei.
 
Rinchiusa in questa Rocca i giorni miei.
E d'altro io non sarei s'io fossi Europa
 
E d'altro io non sarei S'io fossi Europa,
e scendesse per me Giove qual toro.
 
E scendesse per me Giove qual toro.
Unico mio ristoro
 
Unico mio ristoro
255
egli è che il conte Lionetto è savio,
 
Egli è, che il Conte Lionetto è savio,
né ancora mai rispose
 
Nè ancora mai rispose
a quanto il padre mio già gli propose.
 
A quanto il Padre mio già gli propose.
Ama la libertà, vuol viver solo,
 
Ama la libertà, vuol viver solo,
siegue il proverbio antico,
 
Siegue il proverbio antico,
260
e so che ad un amico
 
E sò, che ad un Amico
più d'una volta già s'ha dichiarato:
 
Più d'una volta già s'hà dichiarato:
meglio è esser sol che mal accompagnato.
 
Meglio è esser sol, che mal accompagnato.
Lavina
 
Lavina.
(Come sopra.)
 
Contessina mia figlia…
 
Contessina mia Figlia… (come sopra.)
Celidora
 
Celidora.
Ah tralasciamo
 
Ah tralasciamo
questi titoli vani.
 
Questi titoli vani.
Lavina
 
Lavina.
Io sol m'avvezzo
 
Io sol m'avvezzo
265
così a chiamarvi in caso…
 
Così à chiamarvi in caso…
Celidora
 
Celidora.
In ogni caso noi saremo amiche.
 
In ogni caso noi saremo amiche. (si baciano.)
(Si baciano.)
 
Lavina
 
Lavina.
Dunque, amica, per te se v'è un ristoro,
 
Dunque, Amica, per te se v'è un ristoro,
niun ci sarà per me?
 
Niun ci sarà per me?
Celidora
 
Celidora.
Sì, la speranza.
 
Sì, la speranza.
Ah sì, che i fidi amanti
 
Ah sì, che i fidi Amanti
270
sempre veglian per noi.
 
Sempre veglian per noi. ma la Custode
(S'ode il campanello della custode.)In seinem Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783 (BD 773, Z. 17–24) schlägt Mozart vor, dass nach der szenischen Anweisung „(s’ode il campanello / della Custode)“ (Quelle C1, Bl. 5r, die beiden letzten Zeilen) Lavina statt Celidora die Bühne verlässt, „damit celidora als Prima Donna gelegenheit hat eine schöne Bravour aria zu singen.“
Vgl. BD 773, Z. 17–24, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).
 
Ma la custode
 
 
(s'ode il campanello
della Custode.)
In seinem Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783 (BD 773, Z. 17–24) schlägt Mozart vor, dass nach der szenischen Anweisung „(s’ode il campanello / della Custode)“ (Quelle C1, Bl. 5r, die beiden letzten Zeilen) Lavina statt Celidora die Bühne verlässt, „damit celidora als Prima Donna gelegenheit hat eine schöne Bravour aria zu singen.“
Vgl. BD 773, Z. 17–24, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).
a sé m'appella, forse per le nozze
 
FA se m'appella, forse per le nozze
gli ordini mi darà. Io vado a lei;
 
Gli ordini mi darà. io vado à lei;
tu vanne alla tua stanza, ivi o in giardino
 
Tu vanne In alla tua stanza, ivi, ò in giardino
m'attendi, or or gli amici
 
M'attendi, or'or gli Amici
275
saranno al varco.
 
Saranno al varco. (parte.)
(Parte.)
 
Lavina
 
Lavina.
Sì, sarem felici.
 
Sì, sarem felici.
Cavatina*a cui servirà la musica della cavatina antecedenteIn seinem Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783 (BD 773, Z. 6–14) richtet sich Mozart gegen Varescos Anweisung zur Cavatina von Lavina: „a cui servirà la Musica della Cavatina antecedente“ (Quelle C1, Bl. 5v). Mozart lehnt es ab, die Cavatina der Celidora „Dura sorte d’una amante“ (Quelle C1, Bl. 4v, Z. 21–27) und die Cavatina der Lavina „Bella sorte d’una amante“ (Quelle C1, Bl. 5v, Z. 7–13) mit gleicher Musik zu vertonen. Er schlägt vielmehr vor (Z. 15–16), die neue Scena VII mit einem Duett zu beginnen, „welches mit dem nehmlichen text [d. h. „Dura sorte d’una amante“] durch eine kleine aggiunta für die Coda [d. h. wohl zu den Zeilen „S’egli pasce d’incostanza, / Perderà i suoi servi Amor“] sehr gut angehen kann.“ Nach dem Duett folge (so der Brief, Z. 16f.) „die unteredung wie sonst“, d. h. es bleibt der Rezitativtext Lavina/Celidora „A me tocca lagnarmi, e non à voi […] Saranno al varco“ (Quelle C1, Bl. 4v, Z. 28, bis Bl. 5v, Z. 5).

Vgl. BD 773, Z. 6–14, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).
 
Cavatina à cui servirà la Musica della Cavatina antecedente.In seinem Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783 (BD 773, Z. 6–14) richtet sich Mozart gegen Varescos Anweisung zur Cavatina von Lavina: „a cui servirà la Musica della Cavatina antecedente“ (Quelle C1, Bl. 5v). Mozart lehnt es ab, die Cavatina der Celidora „Dura sorte d’una amante“ (Quelle C1, Bl. 4v, Z. 21–27) und die Cavatina der Lavina „Bella sorte d’una amante“ (Quelle C1, Bl. 5v, Z. 7–13) mit gleicher Musik zu vertonen. Er schlägt vielmehr vor (Z. 15–16), die neue Scena VII mit einem Duett zu beginnen, „welches mit dem nehmlichen text [d. h. „Dura sorte d’una amante“] durch eine kleine aggiunta für die Coda [d. h. wohl zu den Zeilen „S’egli pasce d’incostanza, / Perderà i suoi servi Amor“] sehr gut angehen kann.“ Nach dem Duett folge (so der Brief, Z. 16f.) „die unteredung wie sonst“, d. h. es bleibt der Rezitativtext Lavina/Celidora „A me tocca lagnarmi, e non à voi […] Saranno al varco“ (Quelle C1, Bl. 4v, Z. 28, bis Bl. 5v, Z. 5).

Vgl. BD 773, Z. 6–14, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).
 
1.bEin späterer, bisher nicht identifizierter Benutzer hat, wohl nach der Einfügung der Nachträge in Quelle C1, die beiden einander entsprechenden Cavatine von Celidora „Dura sorte d’una amante” (Bl. 4v, Z. 21) und Lavina „Bella sorte d’una amante” (Bl. 5v, Z. 7) mit 1.a bzw. 1.b, die Aria des Calandrino „Per esempio” (Bl. 7r, Z. 14) mit 2. und die Aria des Don Pippo „Siano pronte alle gran nozze” (Bl. 9r, Z. 22) mit 3 bezeichnet (jeweils Bleistift).
    Bella sorte d'una amante,
 
    Bella sorte d'una Amante,
cui, se visse di speranza,
 
Cui, se visse di speranza,
alla fin l'estremo istante
 
Alla fin l'estremo istante
ricompensa ogni dolor.
 
Ricompensa ogni dolor.
280
    Chi in amor non ha costanza
 
    Chi in amor non hà costanza
mai non prova amico Amor.
 
Mai non prova amico Amor. (parte.)
(Parte.)
 
 

Siegue la Scena VIII, che prima era la VII.
e così cangiansi di mano in mano i numeri.Durch die Einfügung der neuen Scena VII (Quelle C1, Bl. 4v, Z. 18, bis Bl. 5v, Z. 13) verschiebt sich die Zählung der Szenen um eine Zahl. Dementsprechend hat Varesco am Ende der neuen Scena VII (Quelle C1, Bl. 5v, Z. 14f) angemerkt:

„Siegue la Scena VIII, che prima era la VII.
e così cangiansi di mano in mano i numeri.“

Um die Anweisung weiter zu verdeutlichen, hat der Librettist darunter den Beginn der nachfolgenden Szene mit der Überschrift Scena VIII. nochmals markiert.

Varescos Anweisung ist in Mozarts Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783 Gegenstand eines ausführlichen Kommentars seitens des Komponisten. Vgl. BD 773, Z. 24–32, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).

Mozart fürchtet, dieser Anweisung Varescos entnehmen zu müssen, dass die Textfolge Lavina/Celidora nach dem Quartett beibehalten werden solle:

„[…] Zu Ende der neu eingeschaltenen scene der 2 frauenzimmer im Ersten Ackt schreibt h: Abate [Varesco]: – siegue la scena VIII. che prima era la VII. e così cangiansi di mano in mano i numeri. – nach dieser beschreibung muß ich ganz wieder verhoffen vermuthen, daß die scene nach dem quartett alwo beÿde Donne eine nach der andern ihr liedchen am fenster herabsingen, bleiben solle. – das kann ohnmöglich seÿn. – dadurch würde der akt nicht allein umsonst und nichts verlängert, sondern sehr abgeschmackt – es war mir immer sehr lächerlich zu lesen. – Celidora: tu quì m’attendi, amica. alla Custode farmi veder vogl’io; ci andrai tu puoi. Lavina. si dolce amica, addio. (Celidora parte) Lavina Singt ihre aria. | celidora kommt wieder und sagt : | Eccomi, or vanne etc: und nun geht Lavina, und celidora singt ihre aria. – sie lösen einander ab, wie die Soldaten auf der wacht. – ferners ist es auch viel natürlicher daß, da sie im quartett alle einig sind, ihren abgeredeten anschlag auszuführen, die Männer sich fort machen um die dazugehörigen leute aufzusuchen, und die 2 frauenzimmer ruhig sich in ihre clausur begeben. – alles was man ihnen noch erlauben kann, sind ein paar zeilen Recitativ. doch, ich glaube auch ganz sicher daß es niemalen darauf angesehen war, daß die scene bleiben soll, sondern daß es nur vergessen worden anzuzeigen, daß sie aus bleibt. – […]“

Die von Mozart beschriebene Szene Lavina/Celidora (BD 773, Z. 31–40) ist in Quelle C1 überliefert (Bl. 11v, Z. 1, bis Bl. 12r, Z. 18: ursprünglicher Schluss von Scena VIII sowie Scena IX), jedoch dort wohl von Mozart selbst kanzelliert, entsprechend dem zitierten Kommentar in seinem Brief (BD 773, Z. 40–43).


Appartamento di Don Pippo.
 
SCENA VIII
 
Scena VIII.
 
Appartamento di D: Pippo. etc.
Don Pippo in veste di camera, poi Auretta, indi Chichibio.
 
D: Pippo in veste di camera, poi Auretta.
Don Pippo
 
D: Pippo.
Oh pazzo, oh pazzo, oh pazzo,
 
Oh pazzo, oh pazzo, oh pazzo,
pazzissimo Biondello! Il giorno è questo
 
Pazzissimo Biondello etc.
che resterai scornato,
 
285
spolpato, spennacchiato. Un anno intiero
 
non ti bastò di tempo
 
per ficcar quel tuo naso nella rocca
 
e conseguir mia figlia? Oh quanto meglio
 
direbbe il motto su quel tuo portone,
 
290
che sì erudito par e sì facondo:
 
"il più pazzo di me non vide il mondo".
 
Auretta
 
Eccellenza, buongiorno.
 
Don Pippo
 
Oh mia diletta,
 
oh melliflua Auretta!
 
Auretta
 
Che comanda?
 
Don Pippo
 
Tu sei la mia Didone,
 
295
e dopo le mie nozze immantinente
 
esser vogl'io Enea, il tuo servente.
 
Auretta
 
Capperi! Questa sì saria fortuna!
 
Don Pippo
 
Ma Chichibio che fa?
 
Auretta
 
Batte la luna.
 
Don Pippo
 
È reo in crimen lese. Inarca il ciglio…
 
300
Sognai…
 
Auretta
 
…forse le nozze?
 
Don Pippo
 
Appunto. Citerea,
 
le Grazie e gli Amoretti
 
all'eccellenza mia
 
festeggiavano intorno.
 
305
Era sul far del giorno, e mentre andavo
 
in dolce visibilio, il maledetto
 
destommi, e mi trovai solo nel letto.
 
Auretta
 
Chichibio non ne ha colpa; ei non sapea…
 
Don Pippo
 
Sarà così, se tu lo dici; adunque,
 
310
pastosissima Auretta,
 
in grazia tua, e già che sposo io sono,
 
venga, mi baci il lembo, e gli perdono.
 
(Accenna il lembo della veste.)
 
Auretta
 
Eccolo qui.
 
Don Pippo
 
Chichibio,
 
quello ch'è stato è stato. Ora m'udite,
 
315
e tutti i cenni miei fidi eseguite.
 
SCENA XVor Don Pippos Aria mit anschließendem Terzetto „Siano pronte alle gran nozze“ hat Mozart im handschriftlichen Libretto den Zusatz „scena X.“ (Bl. 9r, Z. 22) eingetragen.

Es ist nicht auszuschließen, dass diese Ergänzung in Zusammenhang mit den inhaltlichen Veränderungen im Libretto zu Atto primo (Quelle C1) gegenüber dem ursprünglichen Entwurf des Librettos (Quelle C2) steht. Die Hochzeitsvorbereitungen sollten nach Quelle C2 erst zu Beginn von Scena II des Atto terzo stattfinden (Bl. 20r, Z. 28–32, vgl. die Diplomatische Übertragung des Handlungsentwurfs), wogegen Quelle C1 die buffonesken Anweisungen des Don Pippo in der Aria mit anschließendem Terzetto „Siano pronte alle gran nozze“ schon in Atto primo in der Mitte der ursprünglichen Scena VII (bzw. Scena VIII nach dem Einschub einer neuen Scena VII auf dem Doppelblatt 4/5) enthält.

Dementsprechend hat Mozart in der Überschrift der darauffolgenden Szene die ursprüngliche römische Ziffer „VIII.“ durchgestrichen und die römische Ziffer „XI.“ daneben eingetragen (Bl. 10r, Z. 1) sowie die Angabe „Scena XII.“ vor dem Finale des Atto primo gestrichen (Bl. 13r, Z. 7) und in „scena XV.“ verändert (Bl. 13r, Z. 15: Die Angabe „scena XV.“ hat Mozart nach den Szenenanweisungen platziert).
 
Aria
 
    Siano pronte alle gran nozze
 
cento e trentasei carrozze.
 
Da ippogrifi sian tirate,
 
che i più lesti son di piè.
 
320
All'Ariosto domandate
 
la lor stalla omai dov'è.
 
    Le camiscie a centinaia,
 
calze e scarpe cento paia,
 
le perucche di Strigonia
 
325
siano in punto trentatré.
 
Già verran di Babilonia
 
coi pennacchi i miei lacchè.
 
Auretta
 
    E i vestiti ed i cappelli?
 
Don Pippo
 
Tutte l'ore nuovi e belli.
 
Chichibio
 
330
Gioie, fibbie, occhiali e guanti?
 
Don Pippo
 
Non vuo' cederla ad un re;
 
tutto sia di brillanti
 
di colore mordorè.
 
(Ad Auretta.)
 
    A te raccomando
 
335
la stalla e cantina,
 
staffieri,
 
scudieri,Der Zeilenumbruch im Sechssilbler „staffieri, / scudieri“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „staffieri“ und „scudieri“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Sechssilbler dargestellt.
 
e i cabriolè.
 
(A Chichibio.)
 
    Tu va' preparando
 
dispensa, cucina,
 
340
i letti,
 
confetti,Der Zeilenumbruch im Sechssilbler „i letti, / confetti,“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „letti“ und „confetti“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Sechssilbler dargestellt.
 
liquori e caffè;
 
e quando
 
comandoDer Zeilenumbruch im Sechssilbler „e quando / comando“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „quando“ und „comando“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Sechssilbler dargestellt.
 
sia pronto il suppé.
 
(Sta pensando.)
 
Auretta
 
    Oh questa sì ch'è bella,
 
345
in stalla una zittella
 
farà comparsa affé.
 
Chichibio
 
    Oh questa è graziosina,
 
farò una gelatina,
 
farò un buon fricassé.
 
Don Pippo
 
350
    Andate,
 
(Sono per partire.)
 
restate,Variante in den Textwiederholungen:
restate…
Der Zeilenumbruch im Sechssilbler „Andate, / restate,“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „Andate“ und „restate“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Sechssilbler dargestellt.
 
(Si fermano.)
 
udite,
 
partite;Der Zeilenumbruch im Sechssilbler „udite, / partite;“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „udite“ und „partite“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Sechssilbler dargestellt.
 
(Partono ridendo.)
 
ognun badi a sé.
 
    Qual giorno felice
 
godere mi lice!
 
355
Qual gioia per me!
 
(Parte.)
 


A destra mura che rinchiudono la città, di cui si vedranno gli edifici più alti. Queste formano un semicircolo, il quale ha in prospettiva una fortezza di cui non si vede che la parte di dietro, cioè il rovescio d'una fabrica antica con una torre alta quattro piani. Fra questa fabrica e le muraglie che la circondano, dalle cime d'alti cipressi si conoscerà esservi un giardino. Avanti le mura della rocca si vedrà una gran fossa con bastione, che va a finire con un folto bosco che si vede dietro alla fortezza e viene a terminare la parte sinistra del semicircolo opposta alle mura della città. Nell'angolo della muraglia, che si perde fra il bosco, si vede un pertugio come una porta diroccata ricoperto di frondi degli alberi vicini, da cui sogliono segretamente uscire le due donzelle.
 
SCENA XI
 
Biondello, poi Celidora, Calandrino, poi Lavina.
 
Biondello
 
L'ultima volta alfin, mura adorate,
 
il tergo mi mostrate, e pria che Febo
 
agli Antipodi scenda,
 
vedrovvi il sen. All'arte, alle ricchezze,
 
360
a queste mie bellezze la tua torre,
 
scimunito Don Pippo,
 
oggi ceder vedrai, e darle il sacco
 
stimo men d'una pippa di tabacco.
 
Aria
 
    Che parli, che dica
 
365
quel viso di pazzo;
 
ho Venere amica,
 
Cupido è per me.
 
    De' matti non curo
 
la furia e schiamazzo;
 
370
del mio più sicuro
 
trionfo non c'è.
 
    Oh quanto voglio ridere
 
stasera a quel suppé;
 
sentir quel vecchio a stridere
 
375
è un gran baccano affé.
 
Ma parmi là in quel lato
 
che si muovan le frondi.
 
In quell'ombroso speco
 
voglio celarmi e vuò, s'è Celidora,
 
380
sorprenderla pian pian uscendo fuora.
 
(Si nasconde.)
 
Quartetto
 
Celidora
 
(Esce dal pertugio.)
 
    S'oggi, oh dèi, sperar mi fate
 
la mia cara libertà,
 
ah di me non vi burlate;
 
saria troppa crudeltà.
 
Biondello
 
(Uscendo.)
 
385
    Qui son io, pupille amate,
 
dubbio alcun non vi sarà.
 
A Don Pippo le risate
 
questa sera ognun farà.
 
Lavina
 
(Uscendo dal pertugio.)
 
    Chi m'addita quel ch'adoro?
 
390
Calandrino mio dov'è?
 
S'ei non vien, zitella io moro;
 
non v'è medico per me.
 
Calandrino
 
    Eccol qui, mio bel tesoro.
 
Ho un buon recipe per te,
 
395
buone nuove a tuo ristoro,
 
presto udrai il come e il che.
 
Celidora, Lavina
 
 
    Ma fia poi vero,
 
oppur mentite?
 
Badate e dite
 
400
la verità.
 
 
Biondello, Calandrino
 
 
    Amor sincero
 
menzogne ardite
 
mai proferite
 
certo non ha.
 
 
Biondello
 
405
    In un amico
 
confido e spero.
 
Calandrino
 
Io ve lo dico:
 
oggi verrà.
 
Celidora, Biondello, Lavina
 
 
    Ma qui ti voglio:
 
410
e se non viene?
 
 
a quattro
 
 
Un bell'imbroglio
 
sarebbe affé.
 
 
Calandrino
 
    Zitti, zitti, or mi sovviene…
 
O la barca di Caronte,
 
415
o di Coclite quel ponte…
 
Biondello
 
Meglio il ponte piace a me.
 
a quattro
 
 
    Questo è l'unico spediente.
 
Or si vada a trovar gente.
 
Fuora, fuora, all'armi, all'armi,
 
420
qui fatica non si sparmi,
 
non si guardi,
 
non si tardi,Der Zeilenumbruch im Achtsilbler „non si guardi, / non si tardi,“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „guardi“ und „tardi“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
più non chiedasi il perché.
 
 
(Biondello e Calandrino partono.)Im Anschluss an das Quartetto „S’oggi, o déi, sperar mi fate“ sind folgende Abschnitte bzw. Szenen des Libretto-Entwurfs (Quelle C1), wohl von Wolfgang Amadé Mozart, mit schwarzer Tinte gestrichen worden:

- Fortsetzung der ursprünglichen Scena VIII (Recitativo mit Aria der Lavina „Se rammento“, Bl. 11v, Z. 1–25)
- Scena IX (Recitativo mit Aria der Celidora „Due tenere zitelle“, Bl. 11v, Z. 28 bis Bl. 12r, Z. 18)
- Scena X und Scena XI (Szenen in der Wohnung des Don Pippo, Bl.12r, Z. 19 bis Bl. 13r, Z. 6).

Lediglich die Angabe: „Scena IX / Celidora, e detta.“ (Bl. 11v, Z. 26, 27) sowie die szenische Anweisung für Szene XI: „Scena XI. / Don Pippo, ch’esce da una porticina / segreta travestito in abito rozzo, che / si và rassettando“ (Bl. 12v, Z. 25–28) sind belassen worden.

Für die Streichung des Schlusses der ursprünglichen Scena VIII und der Scena IX (Texte für Lavina und Celidora, Bl. 11v, Z. 1, bis Bl. 12r, Z. 18) liefert Mozart selbst eine Erklärung in seinem Brief an den Vater vom 24. Dezember 1783:

„[…] Zu Ende der neu eingeschaltenen scene der 2 frauenzimmer im Ersten Ackt schreibt h: Abate [Varesco]: – siegue la scena VIII. che prima era la VII. e così cangiansi di mano in mano i numeri. – nach dieser beschreibung muß ich ganz wieder verhoffen vermuthen, daß die scene nach dem quartett alwo beÿde Donne eine nach der andern ihr liedchen am fenster herabsingen, bleiben solle. – das kann ohnmöglich seÿn. – dadurch würde der akt nicht allein umsonst und nichts verlängert, sondern sehr abgeschmackt – es war mir immer sehr lächerlich zu lesen. – Celidora: tu quì m’attendi, amica. alla Custode farmi veder vogl’io; ci andrai tu puoi. Lavina. si dolce amica, addio. (Celidora parte) Lavina Singt ihre aria. | celidora kommt wieder und sagt : | Eccomi, or vanne etc: und nun geht Lavina, und celidora singt ihre aria. – sie lösen einander ab, wie die Soldaten auf der wacht. – ferners ist es auch viel natürlicher daß, da sie im quartett alle einig sind, ihren abgeredeten anschlag auszuführen, die Männer sich fort machen um die dazugehörigen leute aufzusuchen, und die 2 frauenzimmer ruhig sich in ihre clausur begeben. – alles was man ihnen noch erlauben kann, sind ein paar zeilen Recitativ. doch, ich glaube auch ganz sicher daß es niemalen darauf angesehen war, daß die scene bleiben soll, sondern daß es nur vergessen worden anzuzeigen, daß sie aus bleibt. – […]“

Vgl. BD 773, Z. 24–32, in: Mozart Briefe und Dokumente – Online-Edition, herausgegeben von der Internationalen Stiftung Mozarteum, Salzburg (Projektleitung DME: Ulrich Leisinger, Projektverantwortliche: Anja Morgenstern).
 
Lavina
 
Dunque sen vanno, e noi restiam sperando.
 
Celidora
 
Tu qui m'attendi, amica, alla custode
 
425
farmi veder vogl'io,
 
ci andrai tu poi.
 
Lavina
 
Sì, dolce amica, addio.
 
Aria
 
    Se rammento
 
quel momentoDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „Se rammento / quel momento“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „rammento“ und „momento“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
che sarò signora sposa,
 
a tal cosaDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „a tal cosa / tosto io sento“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Mittelreim auf den vorigen Vers „che sarò signora sposa,“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
tosto io sento
 
430
che mi brilla il cor nel sen.
 
    Ma se in dubbio mi si mette,
 
si promette,Der Zeilenumbruch im Achtsilbler „si promette, / né s'attende“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Mittelreim auf den vorigen Vers „Ma se in dubbio mi si mette,“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
né s'attende,
 
a sì barbare vicende
 
io non sputo che velen.
 
435
    Sentirmi dire:
 
"cara Lavina,
 
bella sposina",
 
oh che goder!
 
    Ma se soffrire
 
440
devo per poco,
 
a questo giuoco
 
perdo il piacer.
 
SCENA XII
 
Celidora e detta.
 
Celidora
 
Eccomi, or vanne; la custode or ora
 
verrà al giardono, e già di te mi chiese.
 
445
Ti seguirò frappoco.
 
Lavina
 
Io vado, e intanto
 
osserva attentamente
 
se giunge colla gente a far il ponte
 
Calandrino mia speme.
 
Celidora
 
Sì sì, va' pur, qui torneremo insieme.
 
(Lavina parte.)
 
Aria
 
450
    Due tenere zitelle,
 
buonine, innocentine,
 
oppresse dalle stelle,
 
trovaro alfin pietà.
 
    Due vittime meschine
 
455
d'invidia e gelosia,
 
d'un vecchio, d'un'arpia,
 
saranno in libertà.
 
    Saranno spose
 
a lor piacere,
 
460
e chi s'oppose
 
starà a vedere.
 
    Oh questa sì è una cosa
 
graziosa in verità!
 
(Parte.)
 


Appartamento di Don Pippo.
 
SCENA XIII
 
Calandrino, Auretta e Chichibio nell'anticamera.
 
Calandrino
 
Vel dissi e vel ridico: in questa sera
 
465
sposi felici voi sarete e ricchi,
 
altrettanto promettevi Biondello,
 
purché con qualche imbroglio
 
facciate che il marchese
 
non possa uscir di casa fin ch'il ponte
 
470
terminato non sia.
 
Men vado, or nota v'è la mente mia.
 
(Parte.)
 
Auretta
 
Chichibio.
 
Chichibio
 
Auretta.
 
Auretta
 
Udisti?
 
Chichibio
 
Udii. Noi sposi?
 
Auretta
 
Anzi ricchi e felici. Oh qual contento!
 
Chichibio
 
Oh questa me la godo!
 
Auretta
 
E tu, sposino,
 
475
sarai ancor geloso?
 
Chichibio
 
Io nol so dirti.
 
Auretta
 
Verrà poi il perucchiere?
 
Chichibio
 
Oibò.
 
Auretta
 
Il sartore?
 
Chichibio
 
Questo nemen.
 
Auretta
 
Ma chi mi vestirà?
 
Chichibio
 
Tu stessa.
 
Auretta
 
Ma chi la chioma,
 
480
chi mi pettinerà?
 
Chichibio
 
Io.
 
Auretta
 
Ma quest'è poco. E il calzolaio,
 
il marchese?
 
Chichibio
 
Verrà due volte all'anno.
 
Auretta
 
Più non ti voglio; troppo sei tiranno.
 
Chichibio
 
Via via, s'aggiusterem, andiamo, andiamo,
 
485
giacché la sorte è qui, non la perdiamo.
 
(Partono.)
 
SCENA XIV
 
Don Pippo ch'esce da una porticina segreta travestito in abito rozzo, che si va rassettando.
 
Nobilissime carni, perdonate
 
se or di rustico cencio vi ricopro.
 
Per poco sol l'adopro,
 
finché incognito passi alla mia rocca.
 
490
In questo estremo giorno più che mai
 
dall'insidie guardarla
 
e attento visitarla mi conviene.
 
Chi mai la fa a Don Pippo
 
lo stimo certo più d'un Aristippo.
 


Veduta antecedente della rocca.
 
SCENA XV
 
Calandrino e Biondello con falegnami che portano la legna per il ponte, poi Celidora e Lavina salite per mezzo d'una scala a mano sopra le mura, indi Chichibio ed Auretta, alla fine Don Pippo colle guardie della rocca.
 
Finale
 
Calandrino
 
495
    Su via, putti, presto, presto,
 
impiantate i cavalletti,
 
e le travi
 
colle chiaviDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „e le travi / colle chiavi“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „travi“ und „chiavi“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
rassodatele a dover.
 
Biondello
 
    Capomastro, siate lesto,
 
500
solo un'asse vi s'assetti
 
senza chiassi,
 
purch'io passiDer Zeilenumbruch im Achtsilbler „senza chiassi, / purch'io passi“ ist in der kritischen Edition nach der Handschrift des Librettos (Quelle C1) beibehalten worden, um den Binnenreim zwischen den Wörtern „chiassi“ und „passi“ hervorzuheben. Durch den zusätzlichen Rechtseinzug des zweiten Versteils wird in der kritischen Edition die Zusammengehörigkeit der zwei Zeilen zu einem einzigen Achtsilbler dargestellt.
 
senza avervi da cader.
 
Lavina
 
    Corri, corri, Celidora,
 
qui si suda e si lavora
 
505
per la nostra libertà.
 
Celidora
 
    Bravi, bravi, allegramente,
 
già vi manca poco o niente,
 
e contento ognun sarà.
 
Calandrino, Lavina
 
 
    A quel vecchio maledetto
 
510
mostreremo i fichi freschi.
 
 
Celidora, Biondello
 
 
E quel conte Lionetto
 
con gran naso resterà.
 
 
Celidora, Biondello, Calandrino, Lavina
 
 
    Se la godremo
 
poi questa sera
 
515
e rideremo
 
in verità.
 
 
Celidora, Lavina
 
 
    Ma se il marchese
 
ci arriva addosso?
 
A nostre spese
 
520
si riderà.
 
 
Auretta
 
(Frettolosa.)
 
    Miei signori, oh guai, oh guai!
 
Biondello
 
Cosa dici? Che mai fu?
 
Chichibio
 
Il padrone è già sortito.
 
Auretta
 
Il marchese non c'è più.
 
Calandrino
 
525
    Sarà forse andato in fiera
 
a comprare qualche cosa
 
per Lavina sua sposa:
 
qui venir non penserà.
 
Celidora, Biondello, Lavina
 
 
    Ma se pur venirci pensa,
 
530
poiché il diavol non fa festa,
 
io scommetto la mia testa
 
che ognun mal la passerà.
 
 
Chichibio
 
    Andiam spiando,
 
Auretta mia,
 
535
per ogni via
 
della città.
 
Auretta
 
    Andiam. Se a caso
 
qui 'l caccia il vento,
 
in un momento
 
540
saremo qua.
 
(Partono, poi ritornano.)
 
Don Pippo
 
(Da sé, di lontano.)
 
    Corpo di Satanasso!
 
Cosa vuol dir quel chiasso?
 
Che diavol si lavora?
 
Che gente è quella lì?
 
Celidora, Biondello, Calandrino, Lavina
 
 
545
    Ma il ponte non va avanti,
 
pur gli uomini son tanti!
 
Travaglian più d'un ora.
 
Che gente è questa qui?
 
 
Don Pippo
 
(Verso la porta della rocca.)
 
    Fuora, guardie della rocca,
 
550
collo spiedo e colla rocca,
 
ite meco, e quei bricconi
 
siate preste ad arrestar.
 
(Auretta e Chichibio corrono.)
 
Celidora, Biondello, Calandrino, Lavina, Chichibio, Auretta
 
 
    Viene la guardia.
 
Ah siam traditi,
 
555
siamo spediti,
 
ahimè, ahimè!
 
 
Don Pippo con gli altri
 
 
    Non c'è più tempo,
 
non c'è ragione;
 
andar prigione
 
560
conviene affé.
 
 
Don Pippo
 
    Io sono offeso:
 
la mia eccellenza
 
la prepotenza
 
soffrir non de'.
 
(Alle ragazze.)
 
565
    E voi pettegole
 
la pagherete:
 
v'accorgerete
 
dopo il suppé.
 
Lavina
 
    Io cercavo il cardellino
 
570
che di gabbia mi fuggì.
 
Celidora
 
Ascoltavo un canarino,
 
il cui canto mi rapì.
 
Don Pippo
 
    Voi tacete, siete pazze,
 
questa è tutta falsità.
 
Tutti gli altri
 
 
575
Non han colpa le ragazze,
 
tu sei pazzo, già si sa.
 
 
Don Pippo
 
    Su via, guardie, li prendete,
 
in prigion il conducete.
 
Tutti gli altri
 
 
Se voi guardie vi movete,
 
580
il bastone proverete.
 
 
Tutti
 
 
Ed ognun si pentirà.
 
 
Don Pippo
 
 
    Alto, all'armi, o miei soldati,
 
orsù, via, venite a' fatti.
 
 
Tutti gli altri
 
 
Resteranno minchionati;
 
585
a restar saremmo matti.
 
Si vedrà chi vincerà.
 
 
(Scappano tutti via, e le guardie con Don Pippo gli corrono dietro.)
 
Fine dell'atto primo.